NEWS | Arriva ad Agrigento la mostra fotografica su Sciascia
Arriva ad Agrigento, alla FAM Gallery di via Atenea, questa bellissima
mostra fotografica su Sciascia a cura di Angelo Pitrone.
S’inaugura domenica 15 dicembre e, per l’occasione, verrà presentato il
catalogo con due interessantissimi scritti di Salvatore Ferlita e Nino De
Vita, quest’ultimo amico di Sciascia, che consegnerà alcuni personali
ricordi.
La mostra è visitabile tutti i giorni, dalle 17 alle 20, ingresso libero. Chiusi 25 dicembre e 1 gennaio.
In mostra sono venticinque ritratti che Angelo Pitrone, allora trentenne,
scattò – timidamente e prodigiosamente – a Sciascia tra gli anni 1985 e
1989, anno della sua scomparsa. Un incontro che Pitrone, a distanza di
trent’anni, ricorda ancora per quell’atmosfera così semplice e diretta che
si riserva a un giovane familiare: lui, trentenne, fotografo alle prese con
la “scrittura della luce” dinanzi al “maestro elementare di Racalmuto”
(così lo presentò Italo Calvino nel 1954) che nel 1985 era già lo Sciascia
intellettuale temuto benché controcorrente: corteggiato dalla politica,
acclamato autore di romanzi e testi teatrali e lucidissima coscienza
critica in una stagione pigra e ripetitiva del Paese e della sua stessa
isola.
Scrive Ferlita in catalogo: “Sono almeno quattro i Leonardo Sciascia che da
questi scatti di Angelo Pitrone si affacciano (la breve fenomenologia che
segue, sia chiaro, si basa su un’intuizione del grande Roland Barthes):
quello che Sciascia credeva di essere; quello che avrebbe voluto si
credesse egli fosse; quello che Pitrone credeva Sciascia fosse e quello di
cui il fotografo si serviva per mostrare la sua arte”.
Le foto, per lo più inedite, sono realizzate tra il 1985 e il 1988, nella
casa di Sciascia alla Noce, nella campagna di Racalmuto, a Grotte e
Agrigento. Spesso sono immagini private scattate durante l’estate in
villeggiatura o in occasione di eventi culturali quali l’Efebo d’oro ad
Agrigento o il Premio Racalmare di Grotte o l’inaugurazione di una mostra
al Centro Culturale Pasolini di Agrigento. Spiega Pitrone: “Insieme ad una
serie di ritratti dichiarati, in cui Leonardo Sciascia posa nella sua
residenza di campagna, ci sono immagini di Leonardo con personaggi e amici,
dal fotografo Ferdinando Scianna allo scrittore Manuel Puig, dall’attore
Turi Ferro al regista Francesco Rosi, dallo scrittore Matteo Collura
all’arciprete di Racalmuto Padre Puma”.
Dei silenzi abissali e gravidi di pensiero che un incontro con Sciascia
poteva riservare, parla l’amico, il poeta De Vita: “Andavo spesso a
prendere Sciascia, con la mia macchina, in via Scaduto. Suonavo il
citofono. Sciascia mi invitava a salire, a volte diceva che subito sarebbe
sceso. Quando, dopo esserci salutati, prendeva posto accanto a me, io
avevo già tutto chiaro: erano accenni di sorriso, parole smozzicate, era il
modo di posizionarsi sul sedile, il suo rannicchiarsi, a volte, come preso
da una sofferenza. Avremmo conversato o ci sarebbe stato – e poteva anche
accadere per tutto intero il viaggio – il silenzio”.
Dagli scatti di Pitrone affiora, corrugato e diretto, lo sguardo indagatore
di Sciascia: “Immaginiamo – scrive Ferlita – che per un attimo lo scrittore
di Racalmuto possa trovarsi davanti a queste effigi, ignoto a se stesso: di
certo si riconoscerebbe, leggerebbe i segni dell’anima prendere forma nelle
rughe del suo volto. Il volto di uno scrittore segnato da una certa
malinconia, che stava tra l’inquietudine e la mestizia…”