UNA PESCARESE A MESSINA | Lo Stretto indispensabile pt. II
Per chi si fosse perso la prima parte: cliccare qui.
Qui entro in gioco io, che vedo la città con occhi diversi, perché tutto è sì sconosciuto, ma sconosciuto significa per me da conoscere, e dunque è nuovo.
Una delle cose che amo di più di Messina è quando, percorrendo l’autostrada, si dischiude alla vista, all’improvviso, magari dopo una curva, tutta la maestosità dello Stretto. Il blu dell’acqua, le feluche, una nave da crociera in lontananza con le mille luci accese, o una Caronte che arriva o parte, il sole che si riflette sull’acqua o che illumina i monti calabri, i due piloni che si guardano, il faro che saluta e l’altro che, poco dopo, risponde. O di notte, quando sull’acqua si specchiano le luci delle case di Reggio, dando vita alla sua gemella capovolta. O quando Fata Morgana si diverte con la sua lente d’ingrandimento e le navi sembrano fluttuare in aria.
Tutto questo per me è magia, e non pensavo mai potesse essere così bello quando studiavo lo Stretto di Messina sui libri di geografia.
E l’acqua del vostro mare è cristallo liquido, e nuotarci è il regalo più grande che potesse farmi.
Ho sempre amato l’acqua e a Messina l’acqua è stata per me la chiave per ripartire.
Ho passato il mese di agosto e di settembre al mare, qualche volta in compagnia, ma la maggior parte delle volte da sola. Anche qui mi “sparavo” km e km per arrivare alla mia spiaggia preferita, benché avessi il mare anche sotto casa, perché non volevo accontentarmi né lamentarmi ancora: decisi di prendere il meglio che questa città poteva offrirmi. Granita e brioche e poi tuffi, sole e lo Stretto. La bella vita, letteralmente. Non avevo un lavoro e capii, non senza sforzo, che era inutile starmene chiusa in casa, da sola e con 40 gradi all’ombra alamentarmi di quanto mi sentissi sola e di quanto facesse caldo. Almeno andavo al mare!
Per molti di voi sarà banale, ma vi assicuro che non lo è affatto. Per me è significato “rinascere”.
Una casa vista mare, immersa nel verde, come ho sempre sognato. A due passi dall’autostrada e dai servizi, ma lontana dal caos cittadino. Una gatta nera, come ho sempre sognato. Lei è siciliana e ringrazio la Sicilia anche per questo. La convivenza con il mio compagno, dopo mesi e mesi di relazione a distanza, e sognavo questa vita con lui da subito.
Certo, mancavano ancora lavoro, amici, famiglia, ma ero decisa a prendere quello che invece era presente nella mia vita dopo lo Stretto. E per quelle cose ero consapevole che ci volesse più tempo.
Messina ha messo in discussione le mie sicurezze, mi ha portato via dalla zona di comfort e mi ha fatto sentire “straniera” e sola. Ma l’ho voluto io, ho deciso di partire senza sviscerare prima tutti gli aspetti a cui sarei andata incontro, e forse dentro di me sapevo che avrei dovuto compiere questo salto nel buio per poter abbracciare quelli che erano i miei sogni. Come mi ha detto una mia amica, che ammira il mio coraggio (o la mia follia): “Follow your dreams, they know the way”. I miei sogni mi hanno portato a Messina. Perciò la strada che ho imboccato dev’essere senz’altro quella giusta. E se un tratto di strada si fa lasciando la terra ferma e attraversando il mare per arrivarci, allora è sicuramente quella giusta per me.
Oggi ho parlato del mare, ma non è l’unica cosa che poi mi ha fatto capire che Messina è una città bellissima. A settembre, ricaricata dall’acqua, che mi ha dato la spinta per poter ripartire con un altro passo, ero decisa a scoprire tutti i motivi che rendono questa città meravigliosa.
E voglio condividerli con voi, ma… questa è un’altra storia e ve laracconterò la prossima volta.
Continua la prossima settimana.