Autore: Francesco Tirrito

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NEWS | La scomparsa del prof. La Torre e il cordoglio delle Istituzioni

La scomparsa del prof. La Torre, avvenuta giorno 12 giugno, lascia sgomento e tristezza nel mondo della cultura e dell’archeologia. Tantissimi enti e istituzioni hanno voluto omaggiare il docente sulle loro pagine social: dall’Università di Messina alla Scuola di Atene, passando per le associazioni di categoria come CIA e ANA, i musei e i parchi archeologici, le soprintendenze e i comuni. 
Abbiamo selezionato per Voi i più significativi, riportati integralmente di seguito.


L’Università di Messina

Il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, esprime il cordoglio di tutta la Comunità Accademia per la scomparsa del Pro Rettore alla Didattica e Ordinario di Archeologia Classica, prof. Gioacchino Francesco La Torre. “È una grave perdita per il nostro Ateneo – ha dichiarato il Rettore – non soltanto perché perdo uno dei miei più validi collaboratori, ma perché viene a mancare uno studioso attento, rigoroso, straordinariamente bravo che lascia traccia indelebile dei suoi tanti anni di lavoro in Italia e nel mondo. Una morte che non lascia nello sgomento soltanto la famiglia, i suoi più stretti collaboratori, ma anche tutti noi che quotidianamente apprezzavamo le sue doti umane e professionali. Il suo percorso accademico, le sue ricerche, i suoi scavi, la sua perseveranza devono essere da esempio per tutti i giovani ricercatori di archeologia. Lascia un grande vuoto la sua scomparsa, ho avvertito e avverto in tutta la Comunità Accademica il grande affetto e la grande stima che meritava”.

La Scuola Archeologica Italiana di Atene

ΜΝΗΜΗΣ ΧΑΡΙΝ GIOACCHINO FRANCESCO LA TORRE

🇮🇹 La SAIA piange la prematura scomparsa di Gioacchino Francesco La Torre, Allievo nel 1984 e co-direttore degli scavi greco-italiani a Skotoussa in Tessaglia dal 2014.

Sit tibi terra levis 🕯

🇬🇷 Η ΙΑΣΑ θρηνεί τον πρόωρο θάνατο του Gioacchino Francesco La Torre, ο οποίος υπήρξε Σπουδαστής της Σχολής το 1984, και συνδιευθυντή των ελληνο-ιταλικών ανασκαφών στη Σκοτούσσα της Θεσσαλίας από το 2014.

Αιωνία αυτού η Μνήμη 🕯

La Confederazione Italiana Archeologi (CIA)

Apprendiamo con sgomento della scomparsa prematura del collega e amico Gioacchino Francesco La Torre, ordinario di archeologia classica all’Università di Messina, eccellente studioso e archeologo militante che nel corso della sua lunga carriera, prima come funzionario della Soprintendenza Archeologica della Calabria e poi come docente universitario, ha sempre difeso il principio costituzionale della tutela del patrimonio culturale.

La CIA lo ricorda attivo nel comune impegno per il riconoscimento del ruolo professionale degli archeologi e si unisce al cordoglio della famiglia e degli amici.

L’Associazione Nazionale Archeologi (ANA)

🔵 L’associazione Nazionale Archeologi apprende della scomparsa del Prof. Gioacchino Francesco La Torre, venuto a mancare oggi 12 giugno 🔵

Professore attento e molto amato dai suoi studenti e numerosi tesisti: “Mi ha seguito nel mio lavoro per la tesi con pazienza e precisione, accompagnandomi perfino a Lipari”, ricorda Morgana Mazzù – Ana Sicilia.

Studioso di rara intelligenza ed acribìa, di una grandezza umana e professionale davvero uniche, ha dedicato con impegno non comune il suo magistero alla ricerca ed alla didattica, formando centinaia di giovani studiosi che oggi gli sono grati e custodiscono i preziosi doni del suo insegnamento.

▪️L’Associazione Nazionale Archeologi si unisce ai familiari e alla comunità scientifica in questo momento di dolore.

 

Il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi

Il Direttore e tutto il personale del Parco esprimono profondo cordoglio per la prematura scomparsa del Prof. Gioacchino Francesco La Torre, studioso di altissimo profilo che in tante occasioni ha prestato la sua intelligenza ed il suo sapere a servizio di questa istituzione. Persona dalle grandi doti umane oltre che professionali, punto di riferimento per la ricerca archeologica in Sicilia, attento alle problematiche della gestione del Patrimonio attraverso una capacità di dialogo con le Istituzioni davvero rara. Lascia una grande eredità a tutta la comunità che lavora nel mondo dei Beni Culturali, che siamo certi sarà custodita e condivisa. Alla moglie, Armida De Miro, già apprezzata Dirigente di questo Parco, le più sentite condoglianze.

 

 

Il Museo Civico di Cetraro

Con profondo dolore lo staff del Museo dei Brettii e del Mare, e più in generale la comunità di Cetraro, esprime le più sentite condoglianze ai familiari e al mondo accademico messinese per l’improvvisa scomparsa del prof. Gioacchino La Torre.
Già funzionario della Soprintendenza archeologica della Calabria, La Torre contribuì, insieme al prof. Fabrizio Mollo, alle attività di scavo che nel 1996 portarono alla scoperta della necropoli Brezia in località Treselle di Cetraro, e che di fatto diedero inizio alla storia delle ricerche archeologiche nel territorio cetrarese. Alla sua collaborazione si deve anche la realizzazione, nel 2001, della prima esposizione archeologica permanente di Palazzo Del Trono.

 

DICAM – Università di Messina

Oggi ci ha lasciato il prof. Gioacchino Francesco La Torre, primo coordinatore di questo Corso di Laurea alla cui creazione ha contribuito più di ogni altro. Con lui se ne va non solo uno studioso di rara finezza, se ne va un amico, un punto di riferimento umano e professionale straordinario per i colleghi e gli studenti dell’intero Ateneo di Messina. Di fronte a tutto quello che perdiamo con la sua scomparsa rimarranno per sempre la dedizione, la limpidezza, la correttezza, la passione che lo hanno caratterizzato. Ciao Francesco e grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Cercheremo di non disperdere la tua eredità.

 

Il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari

Il Parco Archeologico delle Isole Eolie si unisce al cordoglio per la prematura scomparsa del prof. Gioacchino Francesco La Torre, archeologo di fama internazionale e docente ordinario di Archeologia Classica nell’Università di Messina. Il mondo dell’archeologia ha perso un grande studioso.

 

Rubbettino Editore

La scomparsa di Gioacchino Francesco La Torre è la scomparsa di uno degli esponenti più importanti dell’archeologia mondiale. Stimatissimo docente, appassionato studioso che condotto ricerche tra Calabria, Sicilia e l’estero, Rubbettino si onora di avere nel suo catalogo uno dei suoi ultimi lavori: “Le grandi battaglie”.

La Fondazione Paestum

Con sgomento e profonda commozione apprendiamo la notizia della prematura scomparsa del collega ed amico prof. Gioacchino Francesco La Torre.
La Fondazione Paestum esprime le condoglianze più profonde alla famiglia ed alla comunità universitaria messinese così duramente colpita dalla perdita di un valoroso studioso e brillante accademico.

Il Parco Archeologico Naxos-Taormina

Oggi diciamo addio ad un caro amico, il prof. Francesco La Torre, insigne archeologo dell’Università di Messina scomparso prematuramente.
In questa foto, seduto a sinistra, è nostro ospite al Museo di Naxos, qualche tempo fa, per raccontare il mondo antico

Il Direttore, Gabriella Tigano, e il personale tutto del Parco Archeologico di Naxos Taormina partecipa all’immenso dolore dei familiari. 🙏🏻

Accadde oggiNews

ACCADDE OGGI | Messina e la Madonna della Lettera, l’origine del culto del 3 giugno

Il 3 giugno è una data molto particolare per la città di Messina. In questo giorno si celebra, ogni anno, la festa della Madonna della Lettera. Messina gode della protezione addirittura di Maria, a differenza delle altre realtà siciliane che si rivolgono invece ai “Santi” per la protezione della città. Ma cosa si conosce di questa antichissima celebrazione? Quando e come nasce questa festività, ancora oggi particolarmente sentita al Sud Italia? Conosciamola nel dettaglio.

 

La Madonna della Lettera nella statua dello Stretto di Messina


La “lettera” di Maria secondo la tradizione
Nella tradizione letteraria, che trova riscontro soltanto in fonti di epoca tardo-medievale, ci sarebbe la visita di San Paolo il 3 giugno del 42 d.C. recante una missiva da parte di Maria madre di Cristo in persona: “Vos et Ipsam Civitatem Benedicimus”, queste le ultime parole della lettera, oggi impresse a caratteri cubitali nella base della statua votiva a Lei dedicata nel porto falcato della città. 
Il profeta della nascente religione cristiana Paolo, nella sua missione di evangelizzazione per conto del Cristo, spirato in croce ormai da qualche anno, raggiunse lo Stretto e la provincia romana di Messana. Il Senatus messanensis, su invito dell’apostolo, gettò in mare le icone pagane e inviò una delegazione in Palestina per incontrare Maria.
La Madonna l’accolse con gioia e, in risposta, inviò indietro una sua missiva, scritta in ebraico, arrotolata e legata con una ciocca dei suoi capelli. La delegazione tornò a Messina l’8 settembre del 42 d.C. recando l’importante scritto mariano: in essa Maria lodava la loro fede, diceva di gradire la loro devozione ed assicurava loro la sua perpetua protezione. E in effetti sono molteplici gli effetti di questa benedizione nel corso dei secoli. Sempre secondo la tradizione, Messina, più volte caduta e più volte risorta, può vantare diversi momenti in cui la Madonna apparve a protezione della città, sotto le spoglie di “Dama Bianca”.

 

La ciocca di capelli e l’episodio di Palmi (RC)

La ciocca di capelli è custodita presso il Duomo di Messina ed esposta nel giorno del Corpus Domini, incastonata nell’albero di un piccolo galeone costruito in argento, che rappresenta uno degli esempi della protezione della Madonna per Messina (U Vascidduzzu).
Alla ciocca di capelli è legata un’altra storia molto interessante. Nel XVI secolo, Messina, uno dei porti principali del Mar Mediterraneo, fu colpita da una gravissima epidemia di peste che flagellò la città per diversi anni. I sofferenti cittadini messinesi provarono a rifugiarsi nelle coste calabresi, raggiungendo la dirimpettaia cittadina di Palmi (Reggio Calabria), in cui trovarono rifugio e ristoro.

 

La processione del simulacro al Duomo di Messina


Per ringraziare i cittadini di Palmi, la città peloritana inviò loro uno dei capelli della Madonna, oggi ancora conservato nel Duomo cittadino. Anche Palmi, dunque, lega la sua tradizione alla Madonna della Lettera, celebrandoLa addirittura con una macchina votiva chiamata Varia che ricorda la ben più nota Vara, trasportata in giro per la città per celebrare l’assunzione in cielo della Vergine il 15 agosto di ogni anno.

La Varia di Palmi
La celebrazione

Secondo la tradizione il 2 Giugno, al grido di “Oh della lettera Madre e Regina, Salva Messina, Salva Messina”, il fercolo d’argento della Madonna, portato in spalla da una rappresentanza delle confraternite messinesi, viene collocato sotto l’arco trionfale, dinnanzi all’altare maggiore del Duomo.
Il 3 Giugno (ndr oggi), invece, viene esposta nella mattinata la Manta d’oro che ricopre il quadro della Madonna della lettera, realizzato da Innocenzo Mangani. La manta della Madonna della Lettera è l’opera più preziosa del Tesoro della Cattedrale di Messina e viene esposta al pubblico solo in questa occasione.
Nel pomeriggio avviene anche la processione, in cui il simulacro d’argento, opera di Lio Gangeri, percorre le vie della città, con grande partecipazione da parte dei fedeli.

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Se i monumenti potessero parlare, omaggerebbero Franz Riccobono

Se i monumenti di Messina potessero parlare, in questo momento un assordante lamento si propagherebbe per tutta l’area dello Stretto. Vedremmo la statua di Messina piangere, la Real Cittadella disperarsi, Porta Grazia non si rassegnerebbe all’idea di aver perso uno dei suoi figli. “Uno dei più illustri”, aggiungerebbe il Monumento ai marinai russi, con il tacito consenso della statua di Carlo III di Borbone.
Ma le creazioni dell’uomo, si sa, non hanno parola, non possono piangere e, ahinoi, non possono nemmeno difendersi se minacciati. 

Questo Franz Riccobono lo sapeva bene e ha voluto dedicare la sua vita alla loro protezione, affinché restasse testimonianza della storia di una comunità fortemente indebolita da guerre e terremoti che non hanno risparmiato opere e architetture.

Non ce l’ha fatta, Franz, a sconfiggere il Covid e si è spento quest’oggi, nell’incredulità e nel dispiacere di tutte le persone che l’hanno conosciuto. 
Il dottor Riccobono era una persona piacevole, un uomo colto e raffinato che non disdegnava la letteratura, la storia e le belle arti. E apprezzava i giovani, soprattutto quelli che si spendono per il loro territorio, con energia e dedizione, le stesse caratteristiche che il buon Franz possedeva e che era solito riconoscere in chi gli stava vicino. Se meritevole, ovviamente. Altrimenti erano mazzate.

Ha riconosciuto in chi scrive il suo stesso animo, quando ancora ArcheoMe era una semplice idea, un sogno nel cassetto, un progetto abbozzato dopo anni di studio archeologico e di vita messinese. 

Il nascituro gruppo di ArcheoMe accanto al compianto dottor Franz Riccobono durante il I festival messinese de Le vie dei tesori


Il nostro primo incontro fu durante la prima edizione messinese di Le vie dei Tesori, festival culturale che ha avuto il merito di far rivivere luoghi spesso chiusi al pubblico. Siamo stati noi a sollecitare l’associazione palermitana all’apertura degli scavi archeologici di Palazzo Zanca, probabilmente perché tra i pochi conoscitori di uno dei siti archeologici cittadini più importanti. Il dottor Riccobono ha non solo caldeggiato la nostra proposta, ma ha messo subito a disposizione la sua persona per coadiuvarci alla ricezione dei turisti. Non si fermò qui, il caro Franz. Allargò la nostra proposta, inserendo il Museo permanente della Vara e dei Giganti realizzato proprio accanto all’Antiquarium del sito in questione, e ci accompagnò in conferenza stampa per esporre il progetto comune sull’area.

La conferenza stampa di presentazione del progetto “Area Scibona” di ArcheoMe

Il dottor Riccobono conosceva bene gli scavi di Palazzo Zanca perché, da giovane, ha assistito alla campagna di scavo gestita da un altro “mostro sacro” messinese, Giacomo Scibona. Tante dinamiche di quella situazione, culminata nell’apertura della sezione di Messina della Soprintendenza ai BB. CC., ci sono state raccontate proprio da lui che con Scibona era in rapporti fraterni.

Riccobono fu tra gli scopritori della Tomba a camera di Largo Avignone e, come vale per qualsiasi bene sul territorio siciliano, ha dovuto lottare con le istituzioni affinché venisse conservata, restaurata e aperta al pubblico (dopo circa 40 anni dal ritrovamento).

Franz conosceva l’eccezionalità dei reperti io messinesi e ha più volte coordinato azioni di recupero al fianco della Soprintendenza, ma anche come delegato delle varie amministrazioni comunali e regionali che si sono succedute negli anni. Alle volte, però, era costretto a battagliare per accendere luci e riflettori su beni dimenticati ma rappresentativi della storia di Messina, come la Real Cittadella di cui era un grande conoscitore. Noi stessi abbiamo (più volte) partecipato ai suoi tour e imparato dalle sue parole.


Ci ha trasmesso passione, determinazione e coraggio. Si, perché in un sistema avvilente in cui le professionalità passano spesso inosservate si rischia di deprimersi e di arrendersi. 
“No, Francesco, non ci si deve arrendere. Messina è una città particolare, popolata da persone che si fanno la guerra e non costruiscono. Ma noi abbiamo la responsabilità morale di continuare il nostro lavoro, perché se non lo facciamo noi non lo farà nessuno”.

Il dottor Riccobono durante un suo incontro con noi di ArcheoMe

Ci ha passato il testimone e noi ne abbiamo sempre sentito la responsabilità. Mi dispiace che non sarà qui con noi quando qualcuno dei nostri progetti verrà realizzato. Perché è solo questione di tempo, caro Franz, ma quella promessa che Le feci tanto tempo fa verrà mantenuta. Non demorderemo e realizzeremo quanto prospettato. Lei, però, continui a seguirci da lassù perché senza il suo sostegno oggi siamo un po’ spaventati. 
Vorremmo aggiungere altro, noi di ArcheoMe, il gruppo che ha imparato a conoscere e apprezzare nel tempo, ma le parole faticano a uscire e il silenzio, alle volte, è il miglior omaggio che si posa offrire.

Ci limitiamo a dirle grazie, a nome di tutti. Una vita ben spesa, il cui ricordo ci accompagnerà per sempre.

Quest’oggi siamo tutti un po’ tristi, ma felici di averla avuta al nostro fianco.

In alto i cuori per Franz Riccobono.

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UCRAINA | Zelensky si rivolge ai russi: “l’Ucraina è già libera, perché ci combattete?”

Così il presidente dell’Ucraina Zelensky si rivolge direttamente ai cittadini russi, nel tentativo di sedare gli animi, rispedendo al mittente, Vladimir Putin, le accuse di nazismo. Di seguito il testo integrale, diffuso agli organi di stampa tramite il profilo personale Twitter.


“Vorrei rivolgermi direttamente ai cittadini russi, non come presidente, ma come cittadino dell’Ucraina, e mi rivolgo ai cittadini della Russia come farei con i cittadini dell’Ucraina.

Condividiamo un confine di oltre 2.000 chilometri. I vostri soldati sono di stanza lungo tutto il confine, quasi duecentomila soldati e migliaia di veicoli militari. I vostri leader hanno scelto di fare un passo avanti ed entrare nel territorio di un altro Paese.

Quel singolo passo potrebbe essere l’inizio di una grande guerra nel continente europeo.

Tutto il mondo parla di ciò che potrebbe accadere giorno per giorno. Il pretesto per una guerra potrebbe sorgere in qualsiasi momento. Qualsiasi provocazione, qualsiasi incidente, potrebbe essere la scintilla di un fuoco che brucia tutto.

Vi è stato detto che questa fiamma porterà la liberazione al popolo ucraino. Ma il popolo ucraino è libero. Ricorda il proprio passato e costruirà il proprio futuro. Costruiscono, non distruggono, come loro stessi vi hanno detto giorno dopo giorno in televisione. L’Ucraina dei vostri notiziari e l’Ucraina della vita reale sono due posti completamente diversi, e la differenza è che quest’ultima è reale.

Vi dicono che siamo nazisti. Ma come può un popolo che ha perso otto milioni di vite per sconfiggere i nazisti sostenere il nazismo? Come posso essere un nazista? Ditelo a mio nonno, che ha combattuto nella Seconda Guerra Mondiale nella fanteria sovietica ed è morto colonnello in un’Ucraina indipendente.

Vi dicono che odiamo la cultura russa. Come si può odiare una cultura? Qualsiasi cultura? I vicini arricchiscono sempre le reciproche culture.

Tuttavia, noi non siamo parte di un tutto. Non potete inghiottirci. Siamo diversi. Ma questa differenza non è un motivo di inimicizia. Vogliamo determinare il nostro corso e costruire la nostra storia: in modo pacifico, calmo e onesto.

Vi hanno detto che avrei ordinato un attacco al Donbass, ordinato sparatorie e bombardamenti indiscriminati. Questo porta ad alcune domande – alcune molto semplici.

Contro chi stiamo sparando? Cosa stiamo bombardando? Donetsk, che ho visitato decine di volte? Dove ho guardato la gente in faccia, negli occhi? La via Artyoma, dove ho passeggiato con gli amici? La Donbass Arena, dove ho tifato per i nostri ragazzi insieme ai ragazzi ucraini agli Europei? Il parco Shcherbakov, dove ho bevuto con gli amici quando i nostri ragazzi hanno perso? Luhansk? Dove è sepolta la madre del mio migliore amico? Dove riposa anche suo padre?

Prendete nota che ora sto parlando a tutti voi in russo, ma nessuno in Russia conosce il significato di questi luoghi, queste strade, questi nomi, questi eventi. Sono tutti estranei a voi, non familiari.

Questa è la nostra terra, e questa è la nostra storia. Per cosa combatterete e con chi? Molti di voi hanno visitato l’Ucraina. Molti di voi hanno parenti qui. Alcuni potrebbero aver studiato nelle università ucraine e aver fatto amicizia con gli ucraini. Conoscete il nostro carattere, conoscete il nostro popolo e conoscete i nostri principi. Conoscete i nostri valori. Quindi fermatevi e ascoltate voi stessi, la voce della ragione, la voce del buon senso.

Ascoltateci. Il popolo ucraino vuole la pace, così come il suo governo. Non solo la vogliono, ma dimostrano questo desiderio di pace. Fanno tutto quello che possono. Non siamo soli: è la verità che l’Ucraina è sostenuta da molte nazioni. Perché? Non si tratta di pace ad ogni costo. Si tratta di pace e di principi, di giustizia, di diritto internazionale. Si tratta del diritto all’autodeterminazione, che ogni persona possa determinare il proprio futuro. Si tratta del diritto di ogni società e di ogni persona alla sicurezza, a una vita senza minacce. Sono certo che questi diritti sono importanti anche per voi.

La verità è che tutto questo deve finire prima che sia troppo tardi. Se la leadership russa non vuole incontrarci al tavolo per il bene della pace, forse si siederà a quel tavolo con voi. Voi russi volete una guerra? Mi piacerebbe molto conoscere la risposta, ma questa risposta dipende solo da voi, dai cittadini della Federazione Russa.

Grazie per l’attenzione.

Volodymyr Zelensky

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REDAZIONALE | Francesco Ferro, il “poeta nero” filantropo con medaglia d’oro al valore

La nostra redazione ha avuto la fortuna di incontrare Francesco Ferro, una promessa della poesia, ma anche un grande esempio di vita e dedizione al lavoro. Un episodio particolarmente intenso lo ha condotto sempre più vicino al mondo della letteratura, ma la sua scrittura è soprattutto al servizio del prossimo, così come lo è stata tutta la sua vita.

Dal sito quirinale.it

Il coraggio d’Oro

Ha ricevuto la Medaglia d’oro al valore per l’Arma dei Carabinieri a seguito di una rapina sventata in cui quattro rapinatori, che sparavano all’impazzata, lo hanno colpito al torace. Sebbene gravemente ferito, Ferro si lanciava all’inseguimento, bloccando, insieme ai colleghi, due dei quattro rapinatori. Gli altri due, invece, sono stati raggiunti dai colpi fatali di arma da fuoco dei Carabinieri, esplosi nel tentativo di proteggere l’incolumità dei passanti e di chi lavorava presso il negozio preso di mira.

A seguito di questo episodio, dopo un lungo periodo di riabilitazione fisica e psicologica – «perché se uccidi, anche se per salvarti la vita, ti resta comunque qualcosa di negativo dentro» – arrivò il premio direttamente dal Presidente della Repubblica.

 

Una nuova vita, con le passioni di sempre

Francesco Ferro è, però, costretto a lasciare le forze dell’ordine dopo sette anni dall’accaduto, dato il riacutizzarsi della ferita che gli ha impedito di svolgere il servizio. Ma, da quel momento, Ferro, dall’animo troppo focoso per poter vivere da pensionato, si dedica a una nuova vita. Decide dunque di approfittare di questo stop forzato per rispolverare penna e quaderni: ed ecco che arriva l’iscrizione all’università, corso di laurea in Lettere, riprendendo così il vecchio sogno nel cassetto di dedicarsi alla letteratura.

Ferro dopo aver ricevuto il premio a Como

Negli anni, infatti, Ferro aveva partecipato a diversi concorsi a premi per scrittori, con poesie e romanzi brevi che gli sono valsi diversi premi e tanta soddisfazione. Fino ad arrivare all’ultimo concorso, il Premio Internazionale poesia-narrativa “Rime sul Lago 2021”, arrivato alla terza edizione tenutasi a Como, che lo ha visto classificarsi addirittura tra i primi dieci concorrenti (ndr. ottavo). Da buon appassionato di Storia romana non poteva che raccontare Annibale e le guerre puniche con il suo apprezzatissimo Dialogo tra condottieri che gli è valso la menzione speciale della giuria. 

Ma Ferro non è nuovo a queste imprese: nel 2011, all’esordio da scrittore – o meglio “poeta nero”, come viene definito per via dell’emotività che contraddistingue i suoi lavori – si classificò primo durante il Premio internazionale “Poesia dell’anno 2011”, tenutosi a Quartu Sant’Elena (CA). Proprio in questa occasione nacque il suo soprannome: la poesia in questione, Giampilieri, fu scritta a seguito della sciagura del 2009, in cui scomparvero tante anime messinesi sotto la furia della forza distruttrice della natura.

Terzo posto al Premio letterario internazionale “San Valentino” di Quartu Sant’Elena (CA) e quarto posto al concorso “Opera prima” di Firenze, rispettivamente con le poesie Trinacria e Silenzi e tormenti, torna a rivendicare la prima posizione all’evento letterario “Scriviamo”, indetto dal Comune di Ortelle (LE).

Ferro riceve il premio con menzione speciale della giuria di Como

La letteratura solidale di Ferro

E ancora pubblicazioni, come Le poesie di Francesco e l’antologia Emozioni d’autore, ma anche racconti per bambini, come La casa delle fiabe… un coro di fiabe per bambini. Scritti da cui non ha bisogno di trarre guadagno, fa infatti molta beneficenza: il primo libro, Le poesie di Francesco, è stato affidato alla Onlus “Amici di Edy” di Messina; il secondo è stato invece tramite di beneficenza diretta nei confronti di una famiglia di Bergamo molto bisognosa, per cui Ferro ha comprato beni di prima necessità. Il “poeta nero” fa tutto questo perché ha avuto la fortuna di sopravvivere e, dopo un tale episodio, «quando vedi qualcuno che soffre te ne rendi conto e cerchi di aiutarlo anche a costo di toglierti il pane davanti».

Insomma, uno straordinario talento tutto messinese che non vede l’ora di pubblicare qualcosa di nuovo: non esiste notizia migliore di questa per i tanti appassionati e studiosi!

In bocca al lupo, Francesco Ferro.

Alla prossima “medaglia”!

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NEWS | E’ tempo di Archeobotanica con CIA Sicilia: al via un corso aperto a tutti

Il 19 e 20 ottobre la dottoressa Claudia Speciale, archeologa specializzata in archeobotanica, attualmente assegnista di ricerca presso ULPGC (Gran Canaria, Spagna) presenterà il Corso di Archeobotanica indetto da CIA Sicilia – Confederazione Italiana Archeologi, sede regionale.

Il corso avrà come obiettivo quello di conoscere le metodologie in uso, nonché le finalità e le tecniche della disciplina da applicare su scavi di ricerca e di emergenza.

L’incontro si svolgerà tramite piattaforma Zoom e sarà  gratuito per i Soci di CIA. Per i non soci, invece, è prevista una quota di iscrizione di 40,00 €.

Il numero massimo di partecipanti è di 30 iscritti.

Per registrarsi e per richiedere maggiori informazioni basta scrivere all’indirizzo email dell’associazione: regione.sicilia@archeologi-italiani.it.

La locandina del corso
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NEWS | “Unime For Afghanistan”: Abdul Sammy è il primo studente a usufruire della borsa

E’ stato ricevuto dal Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea e dal Prorettore vicario, prof. Giovanni Moschella, lo studente Abdul Sammy, immatricolato al I anno del CdL in Scienze politiche e relazioni internazionali; è il primo dei ragazzi afghani che fruirà del progetto “Unime for Afghanistan”, approvato nei giorni scorsi dagli organi collegiali, a seguito del coordinamento fra gli Atenei, promosso della CRUI per gli studenti provenienti dallo sfortunato Paese.

Il rettore e il prorettore, nel dare il benvenuto ad Abdul Sammy nell’Ateneo peloritano, hanno espresso grande soddisfazione per il lavoro svolto dall’ Unità operativa  Welcome office del Dipartimento Amm. Servizi Didattici e Alta Formazione che, sin dalla primissima fase della crisi in Afghanistan, si è impegnato a contattare il maggior numero di studenti afghani, che avevano scelto l’Università di Messina come ateneo in cui studiare, per sincerarsi della loro situazione e della possibilità di lasciare il Paese in sicurezza per venire in Italia.

Immagine diffusa da Unime.it

#UnimeForAfghanistan: il progetto

Di durata triennale e per un importo pari a 45 mila euro, il progetto offrirà l’opportunità agli studenti dall’Afghanistan di ottenere dei visti per perfezionare i loro studi in Italia attraverso l’erogazione di 30 borse di studio UniMe; ciascuna borsa  comprenderà un contributo economico una tantum di 500 Euro, l’esonero totale dal pagamento del Contributo Onnicomprensivo d’Ateneo (COA), il vitto presso le mense universitarie dell’ERSU e l’alloggio in strutture individuate dall’Università. Gli studenti potranno usufruire anche di strumenti digitali per la didattica, dell’accesso gratuito ai mezzi di trasporto, del supporto psicologico del CERIP e  dell’assistenza degli Enti e stakeholder locali, già coinvolti dal CEMI nel programma UNICORE dei corridoi universitari. 

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NEWS | Concluso lo scavo a Laino Borgo (CS), Mollo: “spirito di sacrificio e grande senso di responsabilità”

Il simbolo del team

Si conclude oggi, giovedì 23 settembre, la seconda  campagna di indagini archeologiche sul colle di S. Gada di Laino Borgo, in corso dal 29 agosto scorso.
Una campagna strana – afferma il prof. Fabrizio Mollo dell’Università degli Studi di Messina e direttore dello scavo – gravata da mille incertezze e paure per l’emergenza COVID, affrontata tuttavia con spirito di sacrificio e grande senso di responsabilità da parte di tutti i componenti della missione. Alla fine, grazie all’aiuto di Dio, tutto è andato bene.

La campagna di scavo

Frutto di una concessione ministeriale del Ministero della Cultura (Decreto nr. 233 DG-ABAP del 17/02/2020) al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina (sotto la direzione scientifica del prof. Fabrizio Mollo), l’indagine ha favorito la riscoperta di un vasto abitato di epoca lucana, impostato in parte su di un insediamento di epoca arcaica (VI-V sec. a.C.), ancora da definire nelle dinamiche insediative e nelle problematiche scientifiche, ma di grande valore documentale. L’intervento, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza e la costante collaborazione dell’amministrazione comunale di Laino Borgo e dell’Ente Parco Nazionale del Pollino (che ha finanziato lo scavo dal 2019 con un importo totale di 25.000 euro totali per le due annualità), ha contribuito a riportare alla luce un centro ‘urbano’ di notevoli dimensioni, con un sistema viario ed organizzato in isolati regolari che occupano grande parte dei terrazzi collinari di Santa Gada, vasto plateau di oltre 40 ha, al centro della valle del Lao-Mercure e a ridosso del corso del fiume.

L’area dell’antico insediamento

L’indagine di quest’anno 

Quest’anno è stato completato lo scavo di una grande casa di IV-metà III sec. a.C., organizzata intorno ad un cortile rettangolare e con una serie di vani che ruotano intorno ad essi, tra i quali un vano con una grande vasca centrale per la raccolta dell’acqua, con rivestimento e un complesso sistema di adduzione e smaltimento, che lascia pensare anche ad attività di tipo sacrale. La straordinaria conservazione delle strutture e dei manufatti, di grande pregio storico, suggeriscono di avviare un più organico progetto scientifico e di valorizzazione del sito, sicuramente il più importante insediamento abitativo di VI-III sec. a.C. presente nel bacino del Lao-Mercure.

 

I ringraziamenti del docente…

In una nota sul suo profilo Facebook personale, il prof. Fabrizio Mollo commenta questa campagna e ringrazia addetti ai lavori e istituzioni che hanno reso possibile la ripresa della ricerca: ancora una volta voglio ringraziare per l’ospitalità, l’accoglienza e la collaborazione, in ogni momento e per ogni aspetto, il dinamico e vulcanico Sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, il vicesindaco, Innocenzo Donato, il consigliere Gina Calvosa, il consiglio comunale tutto, l’architetto Mario Cantisani, responsabile dell’ufficio tecnico, il proprietario del terreno, sig. De Luca, che ha favorito le nostre attività con gentilezza e disponibilità, tutta la comunità di Laino e della valle (Agostino e Terenzio Calvosa, Mario Mazza, Luciano Longo in mezzo a tanti altri) la dottoressa Flavia Gazineo, per il prezioso lavoro di restauro degli splendidi reperti. La sinergia con la città di Laino Borgo (e con tutti gli Enti territoriali) sta incoraggiando risultati scientifici straordinari, dei quali presto discuteremo pubblicamente a Laino, ma sta gettando il seme anche per un’auspicabile attività di valorizzazione, che diventerà un ulteriore volano di crescita per tutta la comunità del territorio della valle del Lao-Mercure.
Grazie al Soprintendente Dott. Fabrizio Sudano ed al funzionario competente per territorio, dott.ssa Mariangela Barbato per il sostegno e l’incoraggiamento continui, per la disponibilità e l’attenzione che dedicano alla nostra missione. Grazie al Magnifico Rettore, Prof. Salvatore Cuzzocrea ed al mio Direttore del Dicam Prof. Giuseppe Giordano, perché mi concedono fiducia e mi mettono nelle condizioni ideali per lavorare ed operare con il costante sostegno del nostro glorioso Ateneo; grazie alla Dottoressa Giuseppa La Spada per il supporto tecnico e amministrativo, al suo splendido ufficio ed alle sue collaboratrici. Grazie al collega Prof. Francesco Pira, per la costante attività editoriale e di promozione del nostro lavoro.
Un grazie particolare anche e soprattutto al Parco Nazionale del Pollino, nella persona del suo presidente, on. Domenico Pappaterra, per il sostegno continuo in questi anni e si spera anche in futuro. Al Presidente mi legano stima e amicizia e una visione comune verso il raggiungimento di obiettivi comuni, che sono anche quelli statutari della terza missione delle università italiane. Grazie di cuore al dott. Luigi Bloise, funzionario del Parco, insostituibile amico e collega.

 

… anche e soprattutto agli allievi presenti
Un momento di scavo con gli allievi impegnati

Infine grazie ai veri protagonisti sullo scavo, ai miei ragazzi, che mi hanno supportato e mi hanno sopportato. Abbiamo lavorato tutti con grande impegno e alacrità, con abnegazione e senza lesinare energie. Grazie al dott. Marco Sfacteria, alle dottoresse Valentina Casella e Antonella Laino, al prof. Eugenio Donato, per il rilievo e la documentazione topografica, a tutti i miei collaboratori, a tutti gli studenti che hanno condiviso la nostra esperienza. Grazie a tutti, senza distinzione alcuna. Tutti hanno offerto un contributo, tutti hanno contribuito ai risultati che anche quest’anno, straordinari, sono arrivati. Sono davvero fiero della vostra collaborazione. Domenica a Taranto, per il Convegno Internazionale di Studi sulla Magna Grecia, nel corso di una delle tavole rotonde finali, avrò l’onore di comunicare a nome di tutti ed in maniera assolutamente preliminare i risultati della ricerca, foriera sicuramente di notevoli soddisfazioni future. Grazie di cuore a tutti, grazie a tutta la comunità locale che ci ha accolti in maniera stupenda e che personalmente mi fa sentire un cittadino di Laino!

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NEWS | Ancora tombaroli a Sofiana: “Si rimane sbigottiti, ma inermi no!”

I “tombaroli” di Sofiana colpiscono ancora.

Amarezza profonda e una grande ferita, proprio durante la rassegna archeologica “I siti meno noti del nostro territorio”. Siti meno noti e aggiungerei meno tutelati, territorio offeso continuamente da gesti sconsiderati di tombaroli e piromani.

Questo l’incipit di una nota arrivata alla nostra redazione dal Gruppo archeologico Letterio Villari di Piazza Armerina e a firma del Dott. Roberto Scollo.

Il Letterio Villari e il Philosophiana Project 

Il gruppo, composto da professionisti di diversi settori, accomunati dalla passione per la cultura, per la storia e l’archeologia locale, ha attivamente collaborato, in qualità di volontari e a più riprese, con l’equipe dell’Università degli Studi di Messina, diretta dal prof. Gioacchino Francesco La Torre, e con quella diretta dal prof. Emanuele Vaccaro dell’Università di Trento, nell’ambito del “Philosophiana Project”.

Progetto che prosegue dalla riapertura degli scavi del 2009, momento in cui l’area di contrada Sofiana è stata interessata da nuovi studi e, conseguentemente, da nuovi scavi.

Il “Philosophiana Project” e il Letterio Villari
La vicenda

È il professore dell’ateneo messinese La Torre a dare l’allarme, allertando il gruppo piazzese e il Parco Archeologico della Villa Romana del Casale a cui il sito di contrada Sofiana è legato.

Alcuni funzionari del Parco, accompagnati dagli instancabili volontari del Letterio Villari, con un sopralluogo sul sito hanno potuto accertare che, recentemente, scavi clandestini sono stati effettuati da “tombaroli” a ridosso delle terme ma anche sull’ormai ex piano pavimentale della domus. A subire le conseguenze di quest’atto scellerato sono stati anche gli strati più recentemente indagati, proprio da quel Philosophiana Project che ha riacceso i riflettori su un’area che meriterebbe tutt’altra attenzione.

“Si rimane sbigottiti, ma inermi no!”

Solitamente a Sofiana i riflettori si spengono dopo la campagna di scavo o altre sporadiche iniziative del volontariato, questa volta il buio è calato prima.
Si rimane sbigottiti, ma inermi no!

E proprio per non restare inermi, il Parco e il Letterio Villari hanno già allertato i carabinieri della sezione di Mazzarino, sporgendo regolare denuncia contro ignoti.

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NEWS | CIA per l’Afghanistan: “Bisogna supportare la comunità scientifica con ogni mezzo”

Una splendida iniziativa da parte di CIA – Confederazione Italiana Archeologi, a poche settimane dal ritiro delle forze alleate dall’Afghanistan, che hanno lasciato negli occhi le scene raccapriccianti dell’attentato all’aeroporto di Kabul o le immagini delle folle disperate che provano a salire su uno degli ultimi voli del ponte aereo e non è possibile placare la preoccupazione per le sorti del popolo afghano. 

Le voci di chi è riuscito a fuggire – scrive CIA – o di chi ha ancora accesso ai mezzi di comunicazione raccontano di liste di soggetti da identificare, come donne “in età fertile” o “collaboratori” dell’Occidente. Liste che aprono a scenari inquietanti in cui è probabile che a pagare il prezzo più alto saranno le donne e la comunità LGBTQIA+, con forti limitazioni o addirittura l’interdizione nell’accesso all’educazione, alla formazione e al mondo del lavoro, quando non oggetto di prigionia o la morte.

CIA, con questa nota, trova doveroso ribadire che il libero accesso all’istruzione, alla ricerca e al lavoro sono condizioni imprescindibili per ogni stato che aspiri al riconoscimento da parte della comunità internazionale. Inoltre, come archeologi, ci preme sottolineare come la proclamazione dell’Emirato Islamico creerà nuovamente il blocco degli istituti dediti alla ricerca e alla tutela dei Beni Culturali, e di tutti i professionisti del settore, con gravi danni al patrimonio stesso del Paese.

L’iniziativa di CIA

L’iniziativa arriva a pochi giorni da un’altra presa di posizione, questa volta da parte dell’Università “L’Orientale” di Napoli, operante in Afghanistan dal 1957, che in questo momento di profonda crisi continuerà a garantire le lezioni agli studenti bloccati nel Paese

La Confederazione Italiana Archeologi propone iniziative concrete per collaborare con le istituzioni e le diverse realtà che si occupano di formazione, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale favorendo le operazioni di contatto ed espatrio degli interessati e si sta adoperando per rendere possibile tutto questo con iniziative volte a creare un proficuo scambio e una circolazione di competenze fra l’Afghanistan e l’Italia.
Chiediamo alle istituzioni italiane – e in particolar modo a quelle che si occupano di formazione, ricerca, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale – di supportare con ogni mezzo possibile la comunità scientifica e intellettuale afghana, creando occasioni di scambio con le realtà locali e invitando presso le proprie sedi i soggetti più a rischio di ritorsioni, come le studentesse, le ricercatrici, le docenti e le professioniste dei beni culturali.
È necessario da parte di tutti un atto concreto, che dia alle persone maggiormente esposte a limitazioni e a rischi di varia natura, la possibilità di portare avanti i propri studi, ricerche e attività.

La raccolta fondi

CIA ha iniziato una raccolta fondi a favore di Emergency che da oltre vent’anni è capillarmente presente in Afghanistan come in tante zone critiche del pianeta.
Chiunque può contribuire a fornire cure gratuite alla popolazione afghana. Basta un click al link di seguito riportato:
https://sostieni.emergency.it/dona-ora/

Un futuro migliore di quello che oggi si profila è ancora possibile.