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NEWS | Sicilia, un’altra sorpresa archeologica che riemerge dal mare

Grazie alla fine tecnologia di un sottomarino a comando remoto (ROVRemotely Operated Vehicle), una nave romana di II secolo a.C., con un grande carico di anfore, è adesso sotto gli occhi vigili della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. Giace a ben 92 metri di profondità nelle acque dell’Isola delle Femmine, parte del territorio palermitano.

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Le prime anfore del carico individuate dal ROV – foto: Alberto Samonà

L’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Alberto Samonà, lo ha definito uno dei ritrovamenti più importanti degli ultimi mesi; ha posto l’accento anche sul grande spirito di collaborazione tra la Soprintendenza del Mare e l’Arpa Sicilia (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente). Infatti, i due organismi regionali hanno individuato il relitto durante una campagna di ricognizione subacquea condotta in sinergia.

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Il ROV a lavoro a più di 80 metri di profondità
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L’assessore Alberto Samonà – foto: Gazzetta del Sud
La soprintendente Valeria Li Vigni e gli altri esperti a bordo dell’imbarcazione alla guida del ROV
Un carico straordinario

Il carico è in buono stato di conservazione: le anfore, secondo gli esperti, sono vinarie, della tipologia Dressel 1A. Dressel 1 è infatti la tipologia di anfore più esportata nel Mediterraneo dal II-I secolo a.C.; le anfore Dressel 1A persistono infatti fino alla metà del I secolo a.C.

Le anfore del carico

Maria Rosaria Ariano

Classe '99. Laureata in Scienze Archeologiche e iscritta alla magistrale in Archeologia classica, con focus sul mondo greco. Ho partecipato a diverse campagne di scavo in Sicilia e Magna Grecia. Mi sto specializzando in epigrafia greca e archeologia siceliota, motivo per cui schedo e digitalizzo tante iscrizioni; nel "tempo libero" seguo seminari, lavoro in biblioteca e collaboro a progetti universitari come borsista. A volte sono un topo da biblioteca, altre volte un po' meno e continuo a imparare da ogni cosa che mi circonda.

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