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NEWS | Riemerge un’altra parte della necropoli tardo romana di Catania

Riemerge ancora una parte della necropoli tardo romana di Catania; la scoperta è avvenuta durante i lavori della Terna S.p.A., proprio nel tratto tra via Androne e via Battiato. Sono state individuate quattro sepolture, tre del tipo a forma con pareti intonacate e una su terra con copertura a cappuccina. Le tombe sono povere: presentano pochi elementi di corredo che forniranno comunque preziose indicazioni per una più precisa collocazione cronologica.

Gli scavi dell’intera tratta sono stati seguiti da archeologi: il dott. Alberto D’Agata, direttore del cantiere da agosto 2020, nonché collaboratore della nostra testata, e il dott. Federico Caruso; entrambi in raccordo con una funzionaria della Soprintendenza di Catania, la dott.ssa Michela Ursino. Si ringrazia la Terna S.p.A. e la Ditta Tethys, che ha fornito il supporto per la parte relativa allo scavo archeologico.

Le indagini nella zona della necropoli tra ieri e oggi

Fin dall’inizio si intuiva che la zona avrebbe regalato grandi soddisfazioni: è stata ritrovata la necropoli nord di Catania e, su via Androne, erano stati inizialmente intercettati, senza possibilità di indagine, dei muri; un muro trova continuità con un rinvenimento di Paolo Orsi del 1917, l’archeologo aveva allora scavato una struttura funeraria in conci di calcare. Sono stati rinvenuti altri muri che hanno fatto pensare ad una struttura funeraria di età ellenistica, riutilizzata anche successivamente.

Poco più sotto, invece, in continuità con le tombe scoperte negli scavi tra gli anni ’50 e ’70, sono state ritrovate sepolture con orientamento nord-sud: seguivano quindi la viabilità dell’epoca; delle sei sepolture a cassa individuate, se ne conservano però due e mezzo circa, con un’altra metà sotto i tubi che non può essere raggiunta. Sembravano circondate da una sorta di piano di calpestio e, all’esterno di questo perimetro, dovevano trovarsi le cappuccine. La tomba con copertura a cappuccina scavata ha restituito la sepoltura di un infante, di cui si conservano pochissime ossa; trovati all’esterno solo delle borchie in bronzo e un vasetto.

Molte tombe sono state distrutte dai lavori precedenti, ma il tutto è stato sufficiente a individuare due tipologie di sepoltura: una singola e due plurime. Si aspetta l’antropologo per stabilire il sesso dei defunti. Il corredo della mezza sepoltura rinvenuta comprende: un anello, una brocchetta, che trova confronti nelle tombe povere di quest’area e di questo periodo, e monete spesso illeggibili. 

Catania
I rinvenimenti in situ (Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania, foto della dott.ssa Michela Ursino)

In copertina: sepoltura rinvenuta in situ – Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania, foto della dott.ssa Michela Ursino.

Maria Rosaria Ariano

Classe '99. Laureanda del CdL triennale in Scienze Archeologiche della Sapienza, Università di Roma. Ho partecipato a diverse campagne di scavo organizzate dall'ateneo romano e non solo: Leopoli-Cencelle (VT) e pendici meridionali del Palatino (RM; Domus Augustea e fortezze Frangipane), Portopalo di Capopassero (SR; con le università di Catania e di Cadice). Adoro il greco antico, ho seguito diversi laboratori di traduzione e corsi di potenziamento. Mi diverto a schedare e digitalizzare testi epigrafici, vado volentieri in giro per biblioteche e mi diverto con CAD e GIS.

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