Autore: Anna Famà

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NEWS | Si è spento Philippe Daverio, docente e storico dell’arte

Si è spento all’età di 71 anni Philippe Daverio, storico dell’arte, saggista, docente alla IULM, al Politecnico di Milano e all’Università degli Studi di Palermo, ma anche noto personaggio televisivo.
Philippe Daverio lottava da anni contro un tumore. A diffondere la triste notizia è stata la regista e direttrice del Franco Parenti, Andree Ruth Shammah.
Colto e provocatorio, Philipe Daverio ha conquistato la popolarità arttraverso il programma televisivo Passepartout su Rai3, registrando più di un milione di ascolti. Una grande dote, quella di saper raccontare al pubblico l’arte e cultura con un linguaggio chiaro e arguto, ma anche un uomo che si dedicò al sociale, attraverso diverse manifestazioni contro la proposta di realizzazione di una discarica nelle immediate vicinanze di Villa Adriana, a Tivoli (Roma), e alla politica. Venne, difatti, nominato assessore all’Educazione e alla cultura dal primo sindaco leghista di Milano, Marco fromenteta.
Un personaggio istrionico, un animo dandy dal look eccentrico e bizzarro ma anche irriverente e protagonista di diverse critiche: ultima quella relativa al concorso il Borgo dei Borghi in cui Daverio ne fu giudice, decretando la vittoria della città di Bobbio (della quale ne era anche cittadino onorario) a discapito di Palazzolo Acreide in Sicilia. (per approfondire la vicenda vi rimandiamo al seguente link: https://archeome.it/primo-piano-daverio-in-combutta-con-la-sicilia/).
Queste le dure parole in un’intervista delle iene: “A me la Sicilia non piace. Sono terroni che rosicano”.
Parole che hanno scosso la Sicilia e che portarono, in seguito, alle scuse di Daverio.
Se ne va, così, un grande divulgatore di cultura.

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NEWS | Daverio e il conflitto di interessi: vota il suo paese e insulta la Sicilia

Vi avevamo già parlato della nota trasmissione “Il Borgo Dei Borghi” e della puntata che vedeva tra i candidati la Sicilia con Palazzolo Acreide (clicca qui).

Quest’ultima, arrivata in finale con Bobbio, si classifica seconda, nonostante abbia ottenuto più del 40% dei voti da parte del pubblico contro il 27% della sfidante. Il voto del Presidente della Giuria, Philipe Daverio, è stato determinante per la sconfitta di Palazzolo Acreide: viene assegnato, infatti, il 66% delle preferenze a Bobbio e lo 0% alla Sicilia. Da qui la polemica, dal momento che il noto storico dell’arte è cittadino onorario prorio di Bobbio. Tuttavia, grazie alla puntata de Le Iene di domenica 27 Ottobre, i nodi sono venuti al pettine: il segretario della commissione vigilanza Rai ha sollevato, infatti, una polemica sullo stesso Philippe Daverio, presidente della commissione giudicante, che, a suo parere, si troverebbe in una ipotesi di conflitto d’interesse, proprio perché cittadino onorario della cittadella vincitrice. Ipotesi già smentita da Daverio che su diversi quotidiani ha subito preannunciato querela contro il parlamentare nazionale.

L’intervista de Le Iene a Philipe Daverio prende una brutta piega, tant’è che nei confronti della Sicilia sono state spese parole denigratorie.

“Non amo la Sicilia, non mi interessa l’arancina e i cannoli, mi piace il foie gras e bevo champagne. Il cannolo? Non mi piace perché ha la canna mozza… E mi piace Bobbio. È un mio diritto. Mi hanno spaventato, il tono è di minaccia e fa parte della tradizione siciliana… Io ho paura di tornare in Sicilia”. E aggiunge: “il siciliano è convinto di essere al centro del mondo e per loro, tutto ciò che non è Sicilia non è tollerabile”.

 

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NEWS | Lutto nel mondo archeologico e politico: Muore la Prof. ssa Mariarita Sgarlata

È deceduta prematuramente all’età di 57 anni, a causa di un cancro, la prof. ssa Mariarita Sgarlata: una notizia che sconvolge il panorama archeologico e politico siracusano. Brillante la sua carriera: professore associato di Archeologia cristiana e medievale, responsabile della Commissione Pontificia per le Catacombe siracusane, ma anche Assessore regionale ai Beni culturali, al territorio e all’ambiente nella giunta Crocetta. Inoltre, consulente del ministro Bonisoli e consigliere delegato della fondazione Inda.

Una donna combattiva e determinata, anche nella battaglia per la difesa del paesaggio da un eccessivo consumo del suolo e dal degrado, con l’intento di recuperare, attraverso scelte sostenibili la vocazione turistico-culturale del territorio.

I funerali verranno celebrati a Siracusa nella prossima settimana.

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ARCHEOLOGIA | Reperti siciliani in mostra al Parco Archeologico del Colosseo

La Sicilia sarà protagonista assoluta nella sezione Cartagine e Roma, dedicata alle guerre puniche, al Parco Archeologico del Colosseo, in vista della mostra “Carthago: il mito immortale”. L’evento durerà per ben sei mesi e partirà da oggi, 27 Settembre 2019 fino al 29 Marzo 2020. Si tratta della prima grande mostra, dedicata interamente alla storia e alla civiltà di una delle città più potenti del mondo antico.

Si tratta di 120 preziosi reperti siciliani, appartenenti alle collezioni della Soprintendenza del mare, della Soprintendenza dei beni culturali di Trapani e dei Musei del Satiro di Mazara del Vallo, “Paolo Orsi” di Siracusa, “Lilibeo” di Marsala e “Salinas” di Palermo. Figureranno, inoltre, alcuni rostri delle navi che hanno combattuto la battaglia delle Egadi, ceppi di ancore, elmi di bronzo, piatti punici, ritratti di imperatori romani e urne cinerarie. Nello Musumeci afferma: “Si tratta di una collaborazione nata con l’intento di valorizzare il ricco patrimonio culturale dell’isola e che pone la Sicilia in un contesto culturale mondiale”.

La mostra si articola in otto aree tematiche e condurrà il pubblico attraverso le vicende che hanno coinvolto le due grandi potenze del mondo antico. L’iniziativa racconterà la storia della città fenicia e dei suoi abitanti dalla fondazione fino all’espansione nel Mediterraneo e descriverà la ricchezza degli scambi commerciali e culturali con Roma, sino a giungere al processo di romanizzazione e alla battaglia di Egadi. 

 

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NEWS | Nuovi fondi per la rinascita dei Borghi della Sicilia Fascista

Tra gli anni ’20 e gli anni ’60 del 900 è stato realizzato un numero considerevole di borghi sparsi per tutta la Sicilia.

Con la conquista del potere da parte dei fascisti, negli anni Venti, iniziò una serrata pianificazione del territorio agricolo che prevedeva, oltre alle bonifiche delle zone paludose, un piano di interventi coordinato che riguardasse il settore idrico, energetico e infrastrutturale, nell’ottica di favorire lo sfruttamento agricolo di ampie zone d’Italia, come chiarito nel primo decreto reale in materia di bonifiche, pubblicato il 30 dicembre 1923. Grazie al governo regionale, si è deciso di stanziare 14 milioni di euro per riqualificare e valorizzare alcuni di questi, in particolare il Borgo Lupo, in provincia di Catania, il Borgo Bonsignore nell’Agrigentino e il Borgo Borzellino in provincia di Palermo. I finanziamenti sono coperti dalle risorse che provengono da un Fondo speciale, istituito dall’assessorato regionale ai Beni culturali.


Per il Borgo Lupo sono stati destinati 5 milioni e 775 mila euro. La sua edificazione prende forma nel 1940 e la sua denominazione proviene dal catanese Pietro Lupo, medaglia d’oro al valore militare.

 

Ai lavori di riqualificazione di Borgo Bonsignore sono stati stanziati 2 milioni e 500 mila euro. Il borgo fu intitolato ad Antonio Bonsignore, capitano dei carabinieri, medaglia d’oro al valore militare, caduto in combattimento il 24 aprile 1936 nella seconda battaglia dell’Ogaden.

Infine, sono stati stanziati 5 milioni e 500 mila euro per il Borgo Borzellino. I lavori di costruzione cominciarono agli inizi degli anni ’40, ma furono interrotti nel 1943 dallo sbarco degli alleati, per poi essere ripresi e terminati nel 1955.
Il Presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, si ritiene soddisfatto di questa iniziativa, in quanto è possibile raggiungere due obiettivi molto importanti: recuperare un patrimonio straordinario di architettura rurale, che rischia di scomparire del tutto, e la restituzione ai territori poveri dell’entroterra di tre strutture da destinare ad attività compatibili al contesto, a cominciare dall’agriturismo o dal turismo rurale.

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“Il Borgo dei Borghi 2019” su RAI3 | Castelmola (ME) sfida Gangi (PA) e Palazzolo Acreide (SR)

A partire da Domenica 23 Settembre partirà su RAI 3 la nuova edizione del Borgo Dei Borghi. Trasmissione ben nota in questi anni, grazie ai suoi viaggi alla scoperta dei luoghi più incantevoli del nostro Paese.

Una competizione che vedrà la nostra Sicilia in gara, con il resto d’italia, con tre luoghi davvero suggestivi e caratteristici:
– Palermo: Gangi;
– Siracusa: Palazzo Acreide;
– Messina: Borgo di Castelmola.

Una sfida davvero importante che potrebbe decretare, grazie al nostro supporto, Castelmola come il “Borgo dei Borghi 2019”.
Le origini del Borgo di Castelmola risalgono alperiodo pre-ellenico e la sua denominazione trae ispirazione dalla conformazione del gran masso su cui sorge,  che ricorda proprio una “mola”.

La costruzione antichissima è affiancata da altri edifici interessanti tra cui Casa Sterrantino e Caffè San Giorgio. Questo borgo con poco più di mille abitanti è inserito nel club dei Borghi più belli d’Italia; rappresenta il luogo ideale per scoprire atmosfere d’altri tempi con la sua arte, le sue tradizioni, i profumi della cucina siciliana e il romanticismo di suggestivi scorci da scoprire, salendo e scendendo i gradini delle sue vie.

L’aspetto del paese, la struttura urbanistica medievale si è mantenuta completamente inalterata fino al 1928, anno in cui, per creare l’accesso fino al centro urbano, venne del tutto modificata l’affascinante entrata del borgo.

A mantenere l’idea di quello che era rimane l’Arco d’entrata posto su una gradinata in pietra calcarea, l’Auditorium Comunale conserva al suo interno le straordinarie foto che ne testimoniano la bellezza. Nel tempo, malgrado le modifiche apportate, questo paese riesce ancora a conservare racchiuso nei suoi vicoli la magia, il fascino immutato dell’antico che mescolandosi al nuovo trasmette l’impressione che qui il tempo si sia fermato.

Se anche voi volete dare un chiaro contributo a questa votazione vi lasciamo il link di riferimento.
Selezionate la Regione e votate:

https://www.rai.it/borgodeiborghi/

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L’eroica Messina – Il Comitato Vespro nel ricordo de “I Camiciotti”

Manca poco alla manifestazione organizzata dal Comitato Vespro in cui gli indipendentisti siciliani si uniranno per ricordare le cinque giornate di Messina. Il 7 Settembre alle ore 17, con partenza da Largo Seggiola, una manifestazione molto significativa che ripercorrerà un periodo storico davvero particolare e cruento per la nostra amata città, in cui gli insorti siciliani si contrapposero al dispotismo borbonico, con il conseguente sacrificio dei giovani Camiciotti.

Un momento di grande riflessione ma al contempo teso a risvegliare nei siciliani il desiderio di libertà.

In quelle cinque giornate molti messinesi si distinsero per il forte spirito patriottico, tra cui, appunto, dei giovani arruolati nell’esercito rivoluzionario siciliano, i “Camiciotti”. Nell’ultima giornata di questa incessante battaglia, i Camiciotti furono circondati dalle forze borboniche attorno ad un pozzo, nell’area fortificata del Monastero della Maddalena.

Una stampa d’epoca con il tragico momento del pozzo

Piuttosto che arrendersi decisero di gettarsi in fondo ad esso,in nome della libertà della Sicilia.
Il Comitato del Vespro ci tiene a precisare quanto sia importante riportare alla memoria quel glorioso episodio e di ribadire la ferma convinzione e determinazione contro i “dispositivi inferiorizzanti del colonialismo”.

Un’importante momento di memoria storica, di riflessione e di stimolo per coloro che vi parteciperanno, per un’isola martoriata dal sottosviluppo e dallo sfruttamento, in cui molti siciliani piuttosto che alzare la testa e lottare preferisce emigrare e lasciare tutto alle spalle.

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Mercato Zaera, sorprese dal grande valore archeologico

Sembra proprio che durante i lavori per la realizzazione del mercato Zaera, nei pressi del Viale Europa, il terreno abbia regalato un tesoro dal grande valore archeologico.

Nella zona, che qualche tempo fa è stata aggiudicata, attraverso una gara d’appalto, da due società (Ati Biell Salvatore di Agrigento e Goetek Italia srl, con sede a Roma), per la realizzazione di una grande mercato strutturato su due piani, sembra essere emersa una piacevole scoperta. Non abbiamo notizie certe ma dovrebbe trattarsi di reperti appartenenti alla Messina ottocentesca.

Più precisamente, sono state rinvenute tracce di un muraglione e di una struttura a mattoni con malta cementizia, con qualche probabilità una conduttura per lo scarico d’acqua.

Alla luce di quanto trapelato fino ad oggi, il cantiere è sorvegliato dalla Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali che, grazie ai suoi esperti, continua a monitorare lo scavo. Restiamo comunque in attesa, nelle prossime settimane, di maggiori chiarimenti da parte della stessa.

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Giro di Sicilia | La partenza da Caltanissetta

Prosegue la terza tappa del giro di Sicilia, con partenza da Caltanissetta e arrivo a Ragusa. Tappa che si snoda nellentroterra siculo con finale misto tra discese e salite.

La storia di Caltanissetta affonda le sue radici in un passato lontanissimo, costellato da svariate dominazioni che hanno lasciato la loro impronta in maniera indelebile: greca, romana, araba-normanna, sveva, angioina, aragonese e castigliana.

Petilina era il nome della colonia fondata dai Romani nel 123 a.c.

La colonia corrispondeva alla città di Nissa, nome ritrovato per la prima volta su unepigrafe sicana. Il nome fu ripreso in parte anche sotto la dominazione araba, tramutandolo in Qalat al-nisa(Castello delle donne). Nel XI secolo, con Ruggero I di Sicilia, la città divenne prima Calatanesat e poi Caltanixettum, feudo della famiglia reale.

La feudalità verrà abolita nel 1812, fino ad allora sotto il dominio di Moncada di Paternò. Nel 1816, sotto la dominazione borbonica, Caltanissetta divenne capoluogo di provincia.

Tra il 1848-1849 Caltanissetta aderì ai moti rivoluzionari guidati Ruggero Settimo e nel 1860 divenne parte del Regno DItalia. Da qui in poi e conseguentemente allUnità d’Italia, Caltanissetta visse un periodo di massimo splendore e boom economico, grazie ad unintensa attività mineraria. Non mancarono, però, diversi eventi tragici legati, appunto, alle miniere.

Ricordiamo quello a Trabonella del 1867 con 42 morti, quello di Gessolungo del 1881 con 66 decessi o quello del 1991 a Deliella e Trabonella con 51.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, il 9 Luglio del 1943, la città venne interamente bombardata provocando 351 vittime. Il 18 Luglio del 1943, le truppe americane, provenienti da Gela riuscirono a liberare Caltanissetta dalla presenza dei nazisti.

Caltanissetta possiede dei luoghi davvero caratteristici e di profondo interesse, che meritano molta attenzione e che vi invitiamo a visitare.

Duomo di Santa Maria La Nova
Abbazia del Santo Spirito
San Sebastiano
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EATME | “La cuddura cu l’ova”, il dolce pasquale messinese

L’Italia già si prepara ad accogliere il periodo pasquale e tutte le tradizioni che questo evento porta con sé.

Numerosi i dolci tipici, ma a Messina e, in generale, in tutta la Sicilia, uno spicca fra tutti fra tutti: la cuddura cu lova.

Il termine cuddura deriva dal greco KOLLOUR che vuol dire corona. I greci, proprio con questo termine, erano soliti indicare il pane che veniva offerto agli dei in cambio di benevolenza, durante i riti religiosi. Questa tradizione si è conservata fino allarrivo del Cristianesimo. Le spose dellepoca, poco prima di sposarsi, preparavano e portavano le cuddure in chiesa, durante la funzione pasquale, per farle benedire e donarle ai loro futuri mariti.

Le forme della cuddura non sono casuali ma rispecchiano dei simboli ben precisi: u campanaru(simbolo delle campane che risuonano al momento della resurrezione di Cristo), u panarieddu(segno di abbondanza), curuna(per indicare la corona di spine di Cristo) ecc.

Questo dolce messinese viene preparato e consumato la domenica di Pasqua ed il Lunedì di Pasquetta durante le scampagnate. Ci sono diverse varianti in Sicilia, ma anche in Italia. Gustose forme di pastafrolla o di pane al burro finemente lavorato. Apparentemente sembra difficile ma vi assicuro che la preparazione di questo dolce è davvero semplice. Pochissimi passaggi per deliziare al meglio il vostro palato.

 

INGREDIENTI

DOSI PER 10 PERSONE

mezzo kg di farina 00
150 g di zucchero
150 g di latte
100 g di strutto
1 bustina di lievito per dolci
2 uova
1 presa di sale
Scorza grattugiata di un limone

 

DECORAZIONI

uova sode
codette di zucchero

 

 

PREPARAZIONE

Le cuddure in fase di preparazione

DIFFICOLTAFACILE

PREPARAZIONE: 15 MINUTI

COTTURA: 40 MINUTI

 

Inserite in una planetaria la farina, lo zucchero, il lievito, lo strutto leggermente ammorbidito e la scorza grattugiata di un limone. Piano piano che modellate limpasto aggiungete le uova, il sale ed il latte.

Quando il composta risulterà ben omogeneo, lasciate riposare per circa unora.

La consistenza dellimpasto non dovrà essere dura, quindi se notate che risulta più morbida, non preoccupatevi.

Appena limpasto avrà riposato per la durata del tempo indicata, iniziate a creare le forme che più vi piacciono.

Ricordatevi di prendere dallimpasto dei bastoncini di pasta che poi saranno importanti per le uova.

Una volta che avrete creato la forma desiderata, mettete luovo sodo e bloccatelo con dei bastoncini di pasta, andando a creare una croce.

Prendete le vostre cuddure, posizionatele su carta forno e spennellatele con uovo sbattuto. Aggiungete le vostre codette di zucchero per decorare al meglio il nostro dolce e infornatelo a 180 gradi per 40 minuti.

Appena raggiunta la doratura, uscitele dal forno e lasciate raffreddare.