UCRAINA | Zelensky non cede agli ultimatum russi
Negli ultimi giorni del conflitto, la Russia ha lanciato un ultimatum a tutte le forze militari ucraine affinché lascino Mariupol. Tuttavia la richiesta è stata declinata dall’Ucraina, con lo stesso Zelensky che continua a non cedere alle pretese di Putin.
È con questo clima che i negoziati vanno avanti, portandosi dietro un’ondata di scetticismo. Qui di seguito gli aggiornamenti degli ultimi due giorni di guerra.
25° Giorno del conflitto, gli attacchi a Mariupol e l’ultimatum russo
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, si è detto pronto a negoziare con Vladimir Putin. Ha anche detto che, se i tentativi di negoziato dovessero fallire, la lotta tra i due paesi darebbe vita alla “terza guerra mondiale”. Dall’altra parte, il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha assicurato che le parti sono vicine ad un accordo: “Certo, non è facile arrivare a un’intesa mentre la guerra è in corso. I civili vengono uccisi, ma vorremmo dire che lo slancio negoziale sta progredendo.”
Intanto non si placano gli attacchi sul territorio ucraino. Le autorità di Mariupol fanno sapere che è stata attaccata una scuola della città con 400 persone al suo interno. La notizia è stata riportata dalla BBC. Il reggimento Azov, inoltre, ha anche fatto sapere che la stessa città è stata colpita da quattro navi della marina russa con armi pesanti: “Il nemico continua a distruggere cinicamente la città ucraina, usando tutto l’arsenale disponibile”. Ha aggiunto il reggimento su Telegram. Infine, i russi hanno lanciato un ultimatum a tutte le formazioni militari ucraine affinché lascino Mariupol entro lunedì, senza armi e munizioni. Lo fanno sapere tramite il capo del centro di controllo della difesa nazionale russo Mikhail Mizintsev, che aggiunge: “La procedura per lasciare la città deve essere effettuata tra le 10 e le 12 di domani (lunedì)”.
26° giorno del conflitto, l’esito degli ultimi negoziati
Il Kyiv Independent ha scritto che l’Ucraina ha respinto la richiesta della Russia di consegnare Mariupol. La risposta è arrivata dalla vicepremier ucraina Iryna Vereshchuk, che afferma: “La resa non è un’opzione”. Anche lo stesso Zelensky ha specificato che l’Ucraina “non accetta ultimatum dalla Russia”. Intanto ha avuto luogo un altro colloquio tra Russia e Ucraina, che però non è andato a buon fine.
Infatti, Alexander Rodnyansky, consigliere del presidente ucraino Zelensky, ha spiegato che la Russia non è seria nei negoziati, specificando che le trattative mirano a intrappolare l’Occidente nel pensare che ulteriori sanzioni non siano necessarie. Hanno usato questi colloqui come un modo per distrarre l’attenzione da ciò che sta accadendo sul campo di battaglia. Non si cerca la pace e allo stesso tempo si bombardano città su larga scala.
Effettivamente, i bombardamenti continuano, con la capitale Kiev che ha dovuto far fronte a diversi attacchi a edifici residenziali e un centro commerciale. Come se non bastasse, anche la città di Odessa è finita sotto mirino dai russi, venendo attaccato nella sua area portuale da due navi, prontamente allontanate dalle forze armate ucraine.