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UCRAINA | Volodymyr Zelensky, l’eroe creato da Putin

In questi giorni di aggressione all’Ucraina, l’ex attore eletto Capo di Stato, Volodymyr Zelensky, sta ribaltando i pregiudizi che molti – dalle cancellerie occidentali allo stesso popolo ucraino – avevano riguardo la sua figura di leader. 

Un attore populista

Classe 1978 e politico senza esperienza, Zelensky è a capo del Paese dall’aprile del 2019. Definito populista, la sua campagna elettorale fu incentrata totalmente sulla lotta alla corruzione e al potere degli oligarchi.

Quando scelse di scendere in politica era noto principalmente come comico. Raggiunse notorietà mediatica interpretando un personaggio della serie tv “Servitore del popolo”, un professore di Storia che si ritrovava presidente dopo aver denunciato sui social la corruzione del governo ucraino.

È con messaggi simili che oggi lo vediamo in mimetica, tramite video-selfie, tra le strade di Kiev.

La carriera politica

Ma facciamo un passo indietro. La sua carriera attoriale portò l’opinione pubblica internazionale a snobbare a lungo il nuovo leader ucraino. Volodymyr era visto unicamente come un comico posto alla guida di un Paese cuscinetto tra il mondo occidentale e la Russia di Vladimir Putin, un paese fondamentale per gli equilibri geopolitici europei. Russo madrelingua, fu accusato inizialmente di essere filorusso: troppo morbido nei confronti di Putin, incapace di valutare veramente la minaccia rappresentata dalla madre Russia.

Слуга народу (servitore del popolo), oltre ad essere una serie televisiva, è il nome del partito di Zelensky. Salendo al potere si trovò alla guida di un Paese logorato e spaccato in due, con le autoproclamate repubbliche del Donbass e la Crimea da un lato, il resto del territorio dall’altro. Nonostante ciò il presidente continuò il percorso di progressivo avvicinamento dell’Ucraina all’Occidente (iniziato già nel 2008 con la richiesta da parte del Paese sovrano di entrare a far parte dell’alleanza NATO) e proseguì cercando un accordo con la Russia nel dicembre del 2019: la richiesta ferma di un cessare il fuoco nell’est del Paese (vessato dal 2014) palesando la volontà di continuare lo scambio di prigionieri iniziato nel settembre dello stesso anno.

I rapporti Russia – Ucraina

I rapporti tra Russia e Ucraina sono tornati al centro dell’attenzione dei media lo scorso novembre, dopo la richiesta di Mosca all’Occidente di alcune garanzie per la sicurezza della Russia, tra queste l’esclusione definitiva della possibilità che l’Ucraina entrasse nella NATO. Come se non bastasse il Cremlino è arrivato a schierare circa cento mila soldati al confine con l’Ucraina.

È qui che i toni moderati di Zelensky sono radicalmente cambiati.

Nelle ore precedenti l’attacco russo, Zelensky ha affermato con fermezza che gli ucraini erano pronti a combattere, rispedendo al mittente le accuse di nazismo ricevute da Putin e invitando il popolo russo alla riflessione. Con l’inizio dei bombardamenti ha accusato l’Occidente di aver lasciato il Paese a sé stesso: “Chi è pronto a combattere con noi? Non vedo nessuno. Chi è pronto a dare all’Ucraina una garanzia di adesione alla Nato? Tutti hanno paura”.

Ha deciso, con parole piene di sarcasmo, di non accettare l’offerta degli Stati Uniti per un’evacuazione sua e della sua famiglia dalla capitale: “Mi servono armi per combattere, non un passaggio” ha replicato.

Un nuovo modello di leader

Quella a cui stiamo assistendo è la trasformazione di un uomo da politico a leader morale.

Zelensky sta gradualmente diventando un capo di stato ammirato e rispettato sia dagli ucraini che all’estero. Comunica con video tramite social e li sta diffondendo con un ritmo incessante. L’uomo che abbiamo di fronte non è più l’attore in giacca e cravatta ma è il Capo di Stato in trincea.

È colui che scende in mimetica per le strade della città invitando la popolazione a resistere, creando un legame indissolubile con la sua gente. A capo della resistenza ucraina, infervora gli animi e guida una guerriglia di strada mossa casa per casa, strada per strada.

È l’uomo che invia messaggi di coraggio, portando il Cremlino al negoziato sul confine con la Bielorussia senza nessuna condizione preliminare.

Ecco chi è l’eroe creato da Putin.

 

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