UCRAINA | Si avvicinano le parti del conflitto
In questo fine settimana Russia e Ucraina si sono ulteriormente avvicinate.
Mosca ha infatti aperto al dialogo tra il suo presidente, Vladimir Putin, e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Intanto, però, crescono a dismisura i profughi e le vittime ucraine. Qui di seguito, le fasi salienti del weekend bellico.
Avvicinamento nei negoziati e il falso attacco bielorusso
Il Cremlino ha aperto al possibile dialogo tra il presidente russo Putin e il presidente ucraino Zelensky. Ha detto: “Nessuno esclude un incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky, i quali si dovrebbero incontrare per ottenere qualche risultato”. Un’apertura accolta come una vittoria da Zelensky: “Abbiamo già raggiunto una svolta strategica. Siamo già sulla strada per la vittoria.” ha detto il presidente ucraino tramite un videomessaggio su Telegram.
Persino Putin, inoltre, ha ammesso che le sanzioni sono pesanti per l’economia della Russia. Gli attacchi ai territori ucraini, però, continuano. Kiev aveva segnalato un possibile attacco della Bielorussia la sera dell’11 marzo, prontamente smentito dal ministro della difesa bielorusso. Anche gli Stati Uniti, infine, non hanno trovato riscontri in merito a tale attacco.
Ma c’è anche scetticismo
Di altre vedute, invece, il ministro degli Esteri Ucraino Dmytro Kuleba, che si mostra scettico sulla possibilità di negoziare un accordo con la Russia che ponga fine all’invasione: “C’è poco spazio per la diplomazia nella testa di Vladimir Putin, che continua ad avanzare richieste per noi inaccettabili. Non scenderemo a compromessi su nessuno dei temi esistenziali che riguardano l’Ucraina”.
Intanto Zelensky conferma l’apertura della Russia anche dopo l’ultimo colloquio: “Negli ultimi negoziati è emerso un approccio fondamentalmente diverso da parte di Mosca, che prima non faceva altro che porre ultimatum. Contento di avere un segnale dalla Russia”. Il presidente ucraino ha infine tenuto una videochiamata in collegamento con la manifestazione di Eurocities a Firenze, in cui ha espresso profonda gratitudine a nome del popolo ucraino verso l’Europa, ma anche ribadito la richiesta di una No Fly Zone sull’Ucraina.
Di Maio contro No Fly Zone e Chernobyl ripristinata
In risposta alla richiesta di una No Fly Zone di Zelensky, Luigi Di Maio ha fatto sapere che l’Italia continuerà ad opporsi perché significherebbe “scatenare la terza guerra mondiale”. Il ministro degli esteri italiano ha poi continuato: “Va tenuto aperto il negoziato, i segnali ci sono, ma la diplomazia non ha i tempi delle bombe. Per questo le guerre non dovrebbero mai scoppiare”.
In giornata ha anche parlato il ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu, che ha fatto sapere che la Turchia “non si unirà alle sanzioni dell’occidente contro la Russia” ma anche che le parti ucraine e russe “si sono avvicinate” nei negoziati. Infine, l’Energoatom fa sapere che la fornitura di energia elettrica alla centrale nucleare di Chernobyl è stata ripristinata.
I numeri aggiornati del conflitto
Il Viminale rende noto che 37.447 profughi ucraini sono entrati in Italia dall’inizio della guerra: 19.002 donne, 3.298 uomini e 15.147 minori. Inoltre, fino a sabato, erano 34.851 i profughi giunti nel nostro Paese: in un giorno, quindi, sono arrivate 2.596 persone.
Dall’altra parte, l’ONU fa sapere che i civili uccisi dalla guerra ammonta a 596, di cui 43 bambini. Anche in Russia aumentano le proteste contro la guerra: il sito OVD-Info fa sapere che 37 città russe hanno manifestato contro il conflitto, con un totale di 817 dissidenti portati via dalla polizia.