TEATRO | Il teatro elisabettiano
Il teatro elisabettiano si colloca in Inghilterra tra il 1558 e il 1625, durante i regni di Elisabetta I e di Giacomo I. La regina, in particolare, era un’amante delle arti e del teatro e ne promosse, quindi, la diffusione.
Le playhouses
Nel 1576, venne costruito il primo teatro stabile a Londra, chiamato The Theatre.
La struttura dei teatri era essenzialmente circolare: in mezzo alla platea si ergeva il palcoscenico, circondato sui tre lati dalle balconate, dalle quali si affacciava il pubblico. Il fondale, invece, serviva agli attori per gli ingressi e le uscite dei personaggi. Di norma, erano presenti balconate anche sopra il palco, che gli attori usavano per esigenze di copione; basti pensare alla famigerata scena in cui Giuletta si affaccia dal balcone.
Le playhouses erano parzialmente coperte da un tetto, sorretto da due colonne, che lasciava scoperta la parte centrale, esponendo il pubblico in platea alle intemperie.
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Il tetto era dipinto di azzurro e trapunto di stelle dorate, a simboleggiare il cielo, heaven in inglese; gli ambienti sotto il palcoscenico, raggiungibili attraverso una botola, erano l’hell, l’inferno. Sia dal tetto che dalla botola, potevano essere introdotti sulla scena oggetti e personaggi magici che determinavano la svolta nella vicenda e che potevano essere assimilati al deus ex machina rinascimentale.
Le caratteristiche del teatro elisabettiano
La scenografia e gli oggetti di scena erano essenziali, perché la maggioranza del pubblico non godeva della visuale frontale, essendo disposto anche ai lati del palcoscenico. I cambi di scena, di luogo e di tempo venivano comunicati dagli attori con semplici espedienti:
- Il fondale era neutro, dunque gli attori nominavano e descrivevano il luogo dell’azione nei dialoghi;
- Il sipario era assente, così come le luci artificiali: si recitava alla luce del giorno che filtrava dal soffitto scoperto, perciò non era possibile ottenere il buio in scena; la fine dello spettacolo era comunicata con l’uscita di tutti i personaggi. L’unica illuminazione presente era data dalle luci delle candele, che venivano usate dagli attori per indicare che la scena si stava svolgendo di notte;
- Le parti femminili erano affidate ad attori adolescenti maschi, poiché alle donne non era permesso recitare. Spesso i costumi di scena risultavano anacronistici rispetto al periodo storico della scena. Lo stesso attore interpretava più ruoli e il passaggio era ottenuto cambiando minimi dettagli del suo costume: bastava impugnare una spada per trasformare un contadino in un soldato.
Il pubblico
Il pubblico era disposto ad accettare questi compromessi, la fruizione dello spettacolo aveva la priorità. Lo spettatore sopperiva a queste carenze visive con l’immaginazione e con l’attento ascolto della parola recitata.
Gli spettatori potevano interagire con gli attori, commentavano ad alta voce le azioni della scena e ricevevano risposta.
Tutte le classi sociali potevano assistere agli spettacoli, nei teatri si incontravano nobili, contadini, donne e bambini. Il prezzo del biglietto era alla portata di tutti: i posti in piedi in platea costavano un penny, mentre gli spettatori più abbienti potevano sedersi nelle balconate al costo di due penny.
Ogni dramma doveva incontrare gusti diversi, perciò comparivano personaggi di estrazione sociale differente e il linguaggio da loro usato variava di conseguenza: nella stessa opera c’erano la balia e la dama di corte, il cavaliere e il servo.
Questo periodo vede la nascita della figura del drammaturgo, un autore incaricato di scrivere le sceneggiature, che doveva avere un’ottima padronanza di vari registri linguistici. La sua produzione doveva essere abbondante, poiché raramente lo stesso dramma veniva rappresentato per due giorni consecutivi.
Il più famoso di tutti fu, senza dubbio, William Shakespeare, che nelle sue opere mescolava classi sociali e temi svariati come l’amore, la rivalità tra famiglie, la guerra e le scelte sofferte di principi e regnanti.
Il teatro elisabettiano era, dunque, un grande contenitore aperto a tutti, e il merito più grande da riconoscergli è l’essere stato il punto di incontro di una società variegata che, anche solo per la durata di un dramma, aveva la sensazione di appartenere alla stessa realtà e di condividere gli stessi sentimenti.
THEATRE | The Elizabethan theatre
The Elizabethan theatre is located in England between 1558 and 1625, during the reigns of Elizabeth I and James I. The queen, in particular, was a lover of arts and theatre and therefore promoted its diffusion.
The playhouses
In 1576, the first permanent theatre in London was built, called The Theatre.
The structure of the theatres was essentially circular: in the middle of the stalls stood the stage, surrounded on three sides by balconies, from which the public looked out. The backdrop, on the other hand, was used by the actors for the inputs and outputs of the characters. Normally, there were also balconies above the stage, which the actors used for script needs; just think of the infamous scene in which Giuletta looks out from the balcony.
The playhouses were partially covered by a roof, supported by two columns, which left the central part uncovered, exposing the audience in the stalls to the bad weather.
The roof was painted blue and studded with golden stars, symbolizing the heavens; the rooms under the stage, reachable through a trap door, were the hell. Both from the roof and from the trap door, magical objects and characters could be introduced onto the scene that determined the turning point in the story and that could be assimilated to the Renaissance deus ex machina.
The characteristics of the Elizabethan theatre
The scenography and props were essential, because the majority of the audience did not enjoy the front view, being also placed on the sides of the stage. The changes of scene, place and time were communicated by the actors with simple expedients:
- The backdrop was neutral, so the actors named and described the place of the action in the dialogues;
- The curtain was absent, as were the artificial lights: it was performed in the light of day that filtered through the uncovered ceiling, therefore it was not possible to obtain darkness on stage; the end of the show was communicated with the exit of all the characters. The only illumination was given by the lights of the candles, which were used by the actors to indicate that the scene was taking place at night;
- The female parts were entrusted to male adolescent actors, as women were not allowed to act. Often the stage costumes were anachronistic compared to the historical period of the stage. The same actor played several roles and the transition was obtained by changing the smallest details of his costume: it was enough to hold a sword to transform a peasant into a soldier.
The audience
The audience was willing to accept these compromises, the enjoyment of the show had priority. The spectator compensated for these visual deficiencies with the imagination and attentive listening to the recited word.
Spectators could interact with the actors, comment out loud on the actions of the scene and receive feedback.
All social classes could attend the shows, nobles, peasants, women and children met in the theatres. The price of the ticket was affordable for everyone: standing seats in the stalls cost a penny, while the more affluent spectators could sit on the balconies for two pennies.
Each play had to meet different tastes, so characters from different social backgrounds appeared and the language they used varied accordingly: in the same work there were the nurse and the lady of the court, the knight and the servant.
This period sees the birth of the playwright, an author in charge of writing the screenplays, who must have had an excellent command of various linguistic registers. Its production must have been abundant, as the same play was rarely performed for two consecutive days.
The most famous of all was, without a doubt, William Shakespeare, who in his works mixed social classes and themes as varied as love, rivalry between families, war and the painful choices of princes and rulers.
The Elizabethan theatre was, therefore, a great container open to all, and the greatest merit to be recognized is that it was the meeting point of a varied society which, even if only for the duration of a play, had the feeling of belonging to the same reality and to share the same feelings.
Translated and curated by Veronica Muscitto