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ATTUALITÀ | Continuano online le “Conversazioni sul teatro antico”

«Tragedia è dunque imitazione di un'azione seria e compiuta […], la quale per mezzo di pietà e paura porta a compimento la depurazione di siffatte emozioni».

Aristotele, Poetica 1449B 24, 27-28

Imitazione. Attraverso la mimesi di forti esperienze umane la tragedia, secondo Aristotele, è capace di suscitare piacere, hedoné, nello spettatore che, immedesimatosi nel personaggio, elimina le tensioni provate in prima persona durante lo spettacolo. Con lo scioglimento dell’azione si verifica la kàtharsis, dunque, la purificazione e il conseguente riequilibrio con le vicende dolorose vissute dai personaggi e, giustappunto, molto sentitamente anche dallo spettatore.

La rappresentazione tragica, pertanto, è intesa come momento catartico finalizzato al piacere attraverso una messa in scena di emozioni che travolge ogni individuo a prescindere dal ruolo che investe. I veri protagonisti sono in realtà le debolezze umane, comuni a tutti. Il coinvolgimento, l’immedesimazione, l’empatia sono tali da accompagnare il pubblico alla scoperta del piacere liberatorio dopo un viaggio interiore attraverso la sofferenza. Nietzsche addirittura, in Nascita della tragedia, interpreta la catarsi come trasformazione dello spettatore, un’esperienza irreversibile dalla quale non ci si può sottrarre, che costringe ad un andamento oscillante e duale tra ascesa e decadenza; una decadenza nobile, però, la presa di coscienza dell’imperfezione umana, un avvicinamento all’altro nella consapevolezza che nelle emozioni siamo sovrapponibili, l’accettazione dell’incomprensibilità e dell’irrazionalità.

Gli strumenti della mimesi; Eracle e Papposileno (dettaglio). Pittura vascolare da un cratere a figure rosse, 400 a.C. da Ruvo di Puglia – Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Attori tragici e al contempo coro, con uno sguardo gettato nell’abisso. Questo è il principale scopo da perseguire per il ciclo di venticinque incontri webinar sull’espressione tragica e comica del teatro antico nato da un’iniziativa congiunta di Velia Teatro Festival, Fondazione Alario per Elea – Velia e SFI – Società Filosofica Nazionale, patrocinata dal Liceo Umberto di Napoli: un invito virtuale alla riscoperta di luci e ombre dell’essere umano attraverso il teatro con incursioni nel diritto, nella storia, nella filosofia, nell’antropologia, nell’oratoria, nell’archeologia.

Fino a dicembre 2021 temi, autori e generi saranno trattati con finalità divulgative in una prospettiva comparatistica, la cultura classica e il teatro antico in un inscindibile dualismo di persistenza e alterità nel moderno e nel contemporaneo.

teatro antico

 

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NEWS | Iscrizioni medievali, oggi l’ultimo incontro

Oggi, 28 dicembre 2020, dalle ore 17:00 alle ore 19:00 si terrà un incontro per la presentazione del volume “Iscrizioni medievali di Ascoli” del professor Antonio Salvi; si tratta della II Edizione del Volume realizzata dal Consorzio Universitario PicenoPiceno university Press. La presentazione avverrà dunque oggi, nell’ultima giornata del ciclo di incontri dal titolo “Scritture della memoria cittadina”.

La presentazione avverrà sulla piattaforma Zoom: ID riunione 816 8058 0444 e Passcode 059068; accessibile anche cliccando qui. Di seguito il programma.

incontro

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NEWS | “Il cammino basiliano”, il webinar di Archeoclub per la Chiesa di Mili (ME)

Venerdì 18 dicembre 2020 si è svolto il webinar dal titolo “Il cammino basiliano. Un percorso di Fede, Avventura e Scoperta”. Un cammino, dunque, da Oriente ad Occidente organizzato dall’Archeoclub di Messina, in collaborazione con la Comunità Ellenica dello Stretto; il tutto nel contesto del progetto avviato dal coordinamento associativo per la tutela della chiesa normanna di Santa Maria a Mili, in provincia di Messina. Coordinamento a cui partecipa anche la nostra redazione.

basiliano

“Non si tratta di conservare il passato, ma di realizzare le sue Speranze” – T. W. Adorno

Il prof. Filippo Grasso, delegato per le iniziative scientifiche nel settore del Turismo all’Università di Messina, ha introdotto e moderato l’incontro; ha iniziato, dunque, con un breve excursus sullo stato delle cose sul territorio e sulle difficoltà degli interventi. Il dott. Carmine Lupia, presidente del Cammino Basiliano in Calabria, ha parlato del cammino basiliano tra Oriente ed Occidente; mentre il prof. Daniele Macris, presidente della Comunità Ellenica dello Stretto, si è occupato di “Esperienze contemporanee di riuso di eremi e conventi in Calabria e Sicilia”. Infine, le conclusioni sono state affidate al prof. Bernardo Fazio, presidente dell’Archeoclub di Messina.

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NEWS | Un webinar sulla conservazione dei monasteri post-bizantini in Albania meridionale

Lunedì 14 l’ISPC presenta online i risultati del BHiLAB
Continua il ciclo di webinars online “Le ricerche archeologiche Italo-Albanesi: Ricerca, Conservazione e Sviluppo Sostenibile”. Gli eventi vertono tutti sulle metodologie, sulla conservazione del patrimonio archeologico e sulla sua integrazione nelle politiche di gestione dei parchi archeologici.
Il prossimo webinar online è fissato per lunedì 14, dalle 11.00 alle 13.00, e vede protagonista l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale. L’istituto è infatti impegnato dal 2019 nelle missioni in Albania e, con i suoi laboratori, interviene per dare il suo contributo in tema di conservazione del patrimonio archeologico e architettonico. Il webinar si intitola Tecnologie multidisciplinari per lo studio e la conservazione dei monasteri post-bizantini in Albania meridionale. In questa occasione verrà presentato il lavoro svolto dal BHiLAB (Built Heritage Innovation Lab), laboratorio dell’ISPC.
All’evento ci saranno E. Gigliarelli,  G. Cangi, dell’ISPC – CNR, e J. Mitrojorgji, dell’Istituto dei Monumenti Culturali di Tirana.
Il BHiLAB  conduce ricerca sulla documentazione, valutazione e valorizzazione del patrimonio archeologico e architettonico, nonché sulla promozione e comunicazione tramite tecnologie multimediali innovative. 
 
Da gennaio ci sarà un secondo ciclo di seminari
Il ciclo di seminari, promosso dall’Ambasciata Italiana a Tirana, ha visto la collaborazione non solo della suddetta Ambasciata, ma anche di altre realtà prestigiose: il Ministero della Cultura albanese, Assorestauro, l’Istituto Archeologico di Tirana, l’Università di Bologna, l’Università di Chieti – Pescara, l’Università di Macerata, e il CNR – Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale. 
Numerosi sono i seminari virtuali già svolti, dato che il webinar ha avuto inizio il 16 novembre. L’ultimo evento della prima parte è programmato per il 21 dicembre. Da gennaio 2021 partirà il secondo ciclo di incontri online, sempre curato dai direttori delle Missioni, che avrà un approccio più professionalizzante e vedrà interventi di esperti italiani e albanesi.
 
 
 
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NEWS | Alla ricerca della chiesa scomparsa, gli scavi di San Dionigi (MI)

Il 17 dicembre 2020, alle ore 17, proseguirà il racconto degli scavi condotti dalla Soprintendenza alla ricerca della chiesa scomparsa di San Dionigi (MI) nella zona dei Giardini di Porta Venezia. La conferenza sarà curata da Tommaso Quirino e Luigi Pedrini, Soprintendente ABAP Milano.

La Soprintendenza ABAP della Città Metropolitana di Milano sta svolgendo, infatti. da alcuni anni un progetto di studio sulle Basiliche extra murarie fondate da Sant’Ambrogio. Le ricerche si sono concentrate sulla chiesa più misteriosa delle quattro: la basilica di San Dionigi, demolita nel 1783 per fare spazio alla realizzazione dei Giardini di Porta Venezia, a seguito delle soppressioni volute da Giuseppe II d’Asburgo.

Come partecipare

Data l’attuale situazione epidemiologica, gli incontri saranno tenuti via webinar. Si richiede la prenotazione

Durante la compilazione del form ci si deve assicurare di aver inserito correttamente l’indirizzo email. Riceverete una email di conferma dell’avvenuta registrazione; in caso contrario scrivete a: sabap-mi.eventi@beniculturali.it.

Il link per partecipare sarà inviato poco prima dell’evento. Ecco il programma degli incontri precedenti.

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NEWS | “Camminare e raccontare i Peloritani”, in arrivo il nuovo volume

Il 9 dicembre 2020 alle ore 10 sarà presentata la nuova edizione del volume sui Peloritani scritto da Pasquale D’Andrea e Giovanni Lombardo. L’opera è arricchita dai contributi del Professor Filippo Grasso dell’Università di Messina, di Mons. Cesare Di Pietro, Vescovo Ausiliare della Diocesi di Messina, del dott. Agatino Sidoti, Dirigente responsabile del servizio 13 per il territorio di Messina e, inoltre, del dott. Santino Cannavò, Presidente USIP Comitato territoriale Messina.

Si tratta dunque di presentazioni che illustrano lo spirito e la passione dei camminatori attraverso nuovi percorsi storico-culturali, itinerari escursionistici-ambientali, nuovi Borghi-piccoli comuni, Casali Messinesi, tipicità enogastronomiche, devozione e fede rurali e arte contadina. Il libro è edito dalla casa editrice Edas di Messina.

Il webinar di presentazione

L’incontro, a cui prenderà parte il Rettore, il professor Salvatore Cuzzocrea, sarà introdotto dal professor Filippo Grasso, delegato del Rettore per le attività scientifiche in ambito turistico; conduce la giornalista Rachele Gerace. Saranno presenti gli autori e quanti hanno collaborato alla redazione della seconda edizione del volume sui Peloritani. Ha dato il patrocinio all’evento la Società Italiana di Scienze del Turismo con sede a Roma: si tratta dunque di un vero prodotto turistico “natura”. Rispecchia, infatti, tutti i requisiti che in linea di principio contribuiscono alla formulazione dell’offerta turistica territoriale integrata, presente in alcuni dei 108 Comuni della Città Metropolitana di Messina.

Per partecipare alla presentazione del volume bisogna essere inseriti nella piattaforma Teams, quindi occorre inviare la propria mail a questo indirizzo.

Saliamo sui Peloritani

I Monti Peloritani costituiscono il settore nord-orientale della catena montuosa settentrionale della Sicilia, definita come “Appennino siculo”. Il territorio, nativo del grande archeologo Giacomo Scibona, è quindi caratterizzato da una grande diversità sul piano paesaggistico, naturalistico, geologico, enogastronomico e storico-culturale. Sono testimonianza di ciò la presenza di un parco regionale, il Parco fluviale dell’Alcantara, dell’area marina protetta di Capo Milazzo, di tre riserve naturali orientate – Fiumedinisi e monte Scuderi, Bosco di Malabotta, Laghetti di Marinello – e di diversi siti di Rete Natura 2000 (ad es. Capo Peloro – Laghi di Ganzirri); ragion per cui è alta la varietà botanica (come la rarissima felce Woodwardia radicans).

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NEWS | Unipg, Perugia ricorda la Convenzione di Faro

Una conferenza online dal titolo “La Convenzione di Faro. Dal diritto del patrimonio culturale al diritto al patrimonio culturale” sarà trasmessa in diretta l’1 dicembre 2020 dalle ore 16:30. Gli interventi saranno curati dal Dipartimento di Lettere – Lingue, Letterature e Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Perugia.

Il webinar si svolgerà sulla piattaforma online Microsoft Teams: qui il link per accedere.

Cos’è la Convenzione di Faro

“Riconoscere l’interesse pubblico associato agli elementi dell’eredità culturale, in conformità con la loro importanza per la società; mettere in luce il valore dell’eredità culturale attraverso la sua identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione; assicurare che, nel contesto dell’ordinamento giuridico specifico di ogni Parte, esistano le disposizioni legislative per esercitare il diritto all’eredità culturale; favorire un clima economico e sociale che sostenga la partecipazione alle attività inerenti l’eredità culturale; promuovere la protezione dell’eredità culturale, quale elemento centrale di obiettivi che si rafforzano reciprocamente: lo sviluppo sostenibile, la diversità culturale e la creatività contemporanea” – dall’art. 5 della Convenzione.

Sono questi gli obiettivi della Convenzione di Faro, un trattato stretto nell’omonimo comune del Portogallo il 27 ottobre del 2005. L’Italia aveva firmato il trattato nel febbraio del 2013, ma la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la ratifica soltanto di recente, il 23 settembre 2020. La Convenzione, a oggi ratificata da 29 Paesi membri del Consiglio d’Europa, non impone specifici obblighi per i Paesi firmatari: lascia a essi una discreta autonomia su mezzi e misure. I Paesi membri devono, ovviamente, riconoscere la preziosità del patrimonio e valorizzarlo con leggi e attività dedicate. 

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NEWS | Le missioni archeologiche italiane in Turchia si raccontano online

Si terrà online l’XI edizione del Convegno annuale delle missioni archeologiche italiane in Turchia, organizzato dall’Ambasciata Italiana Ankara e dall’Istituto Italiano di Cultura di Instabul.

La ricerca archeologica italiana nella penisola anatolica, oltre a essere un prezioso strumento di diplomazia culturale, risale alla metà del secolo scorso e continua tutt’oggi con grande passione, professionalità e reciproco vantaggio.

L’Italia sostiene più di dieci missioni archeologiche organizzate da alcune delle più prestigiose istituzioni italiane, universitarie e scientifiche.

Il Convegno

Lo spazio pubblico, lo spazio privato. Contributo delle missioni archeologiche italiane a scavi, ricerche e studi in Turchia, questo è il titolo del convegno proposto per la presentazione dei risultati degli scavi.

Si compone di tre webinar online divisi in altrettante settimane. Un incontro preliminare, tenutosi il 21 novembre 2020, ha visto le presentazioni delle autorità e degli enti interessati. Sono intervenuti l’Ambasciatore d’Italia in Turchia, Massimo Gaiani, e il Vice Direttore Generale per i Beni Culturali e i Musei del Ministero della Cultura turco.

Efeso, Turchia
 
Il programma

I webinar si terranno nelle seguenti date: 26/11/2020 – 03/12/2020 – 10/12/2020, dalle ore 10:00 (orario italiano) fino alle ore 12:00 (orario turco). Ogni incontro si concentrerà su determinati periodi storici, dalla Preistoria al Periodo Bizantino.

26 Novembre 2020Preistoria, Protostoria ed Età Ittita (Introduce e modera: Marcella Frangipane)

Interverranno:

  • Caneva, La funzione sociale dello spazio abitativo tra il VI e il V millennio a.C. a Mersin-Yumuktepe;
  • Balossi Restelli, M. Frangipane, Spazio pubblico e spazio privato ad Arslantepe nel IV millennio a.C.;
  • D’Agostino, Lo spazio urbano e i luoghi del potere ittita a Uşaklı Höyük, in Anatolia centrale;
  • Marazzi, C. Pepe, L. Repola, A. Schachner, L’area del “Grande Tempio” di Hattuşa: un progetto di analisi architettonica connesso con l’applicazione di nuove tecnologie.

3 Dicembre 2020Età Ittita, Neo-Ittita ed Ellenistica (Introduce e modera: Marcella Frangipane)

Interverranno:

  • Pucci, Dallo spazio fortificato allo spazio condiviso: contesti e materiali alla fine del Bronzo Tardo ad Alalakh;
  • Peyronel, F. Kulakoğlu, L’organizzazione dello spazio pubblico e privato a Kültepe tra Bronzo Medio ed Età del Ferro. Nuovi dati dal settore meridionale dell’insediamento;
  • Marchetti, Spazio pubblico e privato a Karkemish tra epoca neoittita e fase neoassira;
  • D’Alfonso, B. Yolacan, Spazio pubblico e spazio privato in una città – tempio  ellenistica dell’Anatolia centrale (N-KH).

10 Dicembre 2020Età Classica e Periodo Bizantino (Introduce e modera: Isabella Caneva)

Interverranno:

  • Polosa, Spazio pubblico – spazio privato: il caso di Elaiussa Sebaste;
  • Semeraro, Hierapolis di Frigia: forma e funzione degli spazi nei paesaggi urbani di età romana e bizantina;
  • L. D’Agata, G. Salmeri, Dinamiche spaziali sullo höyük di Misis in età romana e tardoantica;
  • Andaloro, Nel grembo della roccia. Lo spazio dei monaci e lo spazio degli altri in Cappadocia.

Qui il programma completo.

Locandina dell’evento (fonte Istituto Italiano di Cultura ad Instabul)
 
Organizzazione e fruizione dei webinar

Per la partecipazione si dovrà visitare il sito web dell’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul e seguire le indicazioni per ogni singola conferenza.

Gli interventi, tutti dal vivo, saranno tenuti sulla piattaforma Zoom, in lingua italiana con traduzione simultanea in lingua turca. Al termine è prevista una sessione di domande e risposte.

I video delle conferenze saranno poi resi disponibili sul canale YouTube dell’Istituto di Cultura di Instabul nella settimana successiva, sia nella versione in italiano che in quella in turco.

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NEWS | Il CNR lancia un webinar per raccontare Cerveteri

Il CNR organizza un webinar per comunicare le ultime ricerche e scoperte nell’area archeologica di ​Cerveteri. Le iscrizioni sono aperte.

Il CNR, Centro Nazionale Ricerche, in collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale, ​organizza un evento per presentare i risultati delle indagini condotte sul sito archeologico di Cerveteri dal 2007 a oggi. L’evento è online e consiste nel webinar “Cerveteri: nuovi scavi e ricerche nel santuario del Manganello” e inizierà il ​24 novembre dalle ore 9.00. L’iniziativa è di Vincenzo Bellelli, responsabile scientifico del progetto di ricerca del CNR sull’area urbana di Cerveteri. A moderare sarà Alfonsina Pagano. La direttrice dell’ISPC, Costanza Miliani, aprirà l’evento con i saluti istituzionali; saranno presenti anche il sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci, e i rappresentanti delle istituzioni partner nelle attività di scavo, tra cui la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale e la Fondazione Luigi Rovati .

Gli argomenti del Webinar

La prima parte del webinar verterà sulle prospezioni geofisiche in modalità integrate, fatte impiegando il metodo Georadar ad alta risoluzione. I risultati, in particolare le prospezioni dell’area esterna al santuario del Manganello e le ultime indagini archeologiche all’interno del recinto sacro (temenos), saranno oggetto di discussione. Una grande parte del webinar sarà dedicata alla spiegazione dei risultati dello scavo del 2019 presso il santuario, coordinato da Bellelli. Durante le indagini è emerso un palinsesto archeologico ricchissimo, con strutture e strati in buono stato di conservazione. Ben due interventi verteranno poi su un rinvenimento molto interessante, quello di un ​pozzo sacro. Trovato presso l’angolo sud del tempio, il pozzo ha restituito dati rilevanti. A parlare del pozzo ci saranno Mario Mozzoli, Lorenzo Antonio Chiricò e Federica Galetta. Le operazioni di ricerca nel pozzo sono state eseguite dalla A.S.S.O. (Archeologia Subacquea, Speleologia e Organizzazione).

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NEWS | I paesaggi dell’allume, il webinar di presentazione

Il 6 novembre 2020, alle ore 17:30, verrà presentato il volume I paesaggi dell’allume. Archeologia della produzione ed economia di rete. L’opera è stata curata da Giovanna Bianchi e Luisa Dallai, rispettivamente professoressa e ricercatrice in Archeologia cristiana e medievale dell’Università di Siena, e da Francesca Romana Stasolla, professoressa della medesima cattedra alla Sapienza di Roma.

La conferenza si terrà online su Google Meet a questo link. Nell’attesa del giorno dell’incontro, la professoressa Stasolla è stata molto gentile e disponibile: ci ha fornito delle linee guida per inquadrare l’opera nel tempo e nello spazio e per capire i contesti archeologici che analizza.

L’allume, produzione secolare di grandi e piccoli territori

L’allume in Occidente si cerca a partire dal 1453, dopo la caduta di Costantinopoli, quando non sono più attive le importazioni di questo materiale dall’Oriente; da quel momento si comincia, quindi, a cavare alunite fino alla produzione massiccia dell’allume chimico.

A livello geografico lo scopo dell’opera è indagare tutti gli aspetti archeologici riguardanti la produzione del minerale tra l’alto Lazio e la Toscana. Saranno ben trattate sia le grandi aree minerarie italiane, i distretti toscani e i Monti della Tolfa, sia le zone più modeste che hanno contribuito alla ricerca. Il quadro generale presentato è molto ampio: importanti distretti produttivi si trovano anche in Spagna, in Turchia e in altri territori del Mediterraneo Occidentale.

Leopoli-Cencelle al centro della rete di produzione

Leopoli-Cencelle è un sito archeologico all’interno del comune di Tarquinia (VT): la città venne fondata nell’854 d.C. da papa Leone IV – di cui porta il nome – per dare una sede più sicura ai cittadini di Centumcellae (Civitavecchia) e alla sua diocesi, colpita dalle razzie dei Saraceni. L’attività di scavo ha avuto inizio da un’idea di Letizia Ermini Pani nel lontano 1994. Oggi Cencelle rientra tra i Grandi Scavi della Sapienza di Roma, la cui direzione è affidata proprio alla professoressa Stasolla da diversi anni.

La città è nella zona in cui si produce allume ed è collegata con l’inizio dello sfruttamento del materiale. Nel volume che verrà presentato ci sono una serie di contributi che descrivono la situazione di Cencelle, il cui destino economico-produttivo è sicuramente legato allo sviluppo delle allumiere: la città deve la sua riconversione economica proprio allo sfruttamento di tale minerale.

Il volume I paesaggi dell’allume. Archeologia della produzione ed economia di rete sarà presentato da Enrico Basso, storico dell’Università degli Studi della Tuscia, e da Elisabetta De Minicis, archeologa dell’Università di Torino. Si lascerà, però, spazio a una discussione aperta ad altri interventi.