Con il sostegno di Comune e Banca Intesa, sarà dedicata a Giovanni Testori una grande mostra monografica per celebrare Tanzio da Varallo, tra i più importanti pittori del Seicento.
Il 2021 sarà l’anno della grande mostra monografica su Tanzio da Varallo, uno tra i più importanti pittori del Seicento italiano.Grande quanto Caravaggio – spiega Vittorio Sgarbi che ne sarà il curatore insieme allo storico dell’arte Marco Tanzi.
La mostra, che sarà organizzata con il sostegno del Comune di Varallo e di Banca Intesa, sarà dedicata a Giovanni Testori; egli, con la mostra di Torino del 1959, contribuì a far conoscere il pittore di Alagna. A Testori, tra l’altro, l’allora sindaco Gianluca Buonanno, su proposta di Sgarbi, dedicò la piazza antistante il sacro Monte di Varallo.
Domani, 2 dicembre 2020, si svolgerà al Tar del Lazio la prima udienza per discutere del ricorso presentato da Vittorio Sgarbi e Codacons contro la chiusura dei musei.
« La cultura è l’identità di un paese e i musei ne sono al tempo stesso custodi e presidio. Se chiudono i musei, muore il paese. I giudici hanno una grande responsabilità nel decidere nel merito di questo ricorso, e la loro decisione rimarrà nella storia. Non può prevalere una irrazionale paura. Proprio in momenti difficili come questi i musei sono il simbolo di una resistenza che dev’essere prima di tutto dello spirito, delle coscienze, della ragione » – spiega Vittorio Sgarbi.
Il ricorso di Sgarbi e Codacons punta tutto sul presupposto giuridico di “servizio pubblico essenziale”, qual è, come prevedono le norme in vigore, l’attività dei musei: col cosiddetto “Decreto Colosseo” l’apertura al pubblico di musei e luoghi della Cultura è considerato “servizio pubblico essenziale”, come la scuola, la sanità e i trasporti. Il servizio pubblico essenziale è quello di cui la collettività non può in nessun caso fare a meno, difatti lo stesso ordinamento ne vieta l’interruzione.
Secondo Sgarbi non vi sono evidenze scientifiche di contagi avvenuti nei musei. Tra l’altro, le nuove tecnologie, come quella presentata lunedì alla Camera nel corso di una conferenza stampa, consentono di riaprire i musei in sicurezza.
Lo storico e critico d’arte: «Da oggi sono in vendita!»
Polo, agende, tazze da caffè, cuscini. E in preparazione camicie, occhiali, sciarpe. Una parte del ricavato delle vendite sarà destinato al finanziamento di borse di studio rivolte agli studenti delle scuole medie e superiori. Dopo il successo del «Diario della Capra», edito da Baldini+Castoldi (proprio in questi giorni è uscita l’edizione 2020-2021 con una nuova serie di vignette disegnate Staino) il maniacale “capra capra capra” lanciato da Vittorio Sgarbi conto la “vittima” di turno, diventa adesso anche un marchio per una serie di prodotti identificativi del “mondo sgarbiano”: si va dalle tradizionali magliette di cotone (Sgarbi ha avvertito: «detesto la parola t-shirt!») alle polo, dalle tazze da caffè alle sacche per la spesa, dalle agende ai cuscini. Ma in preparazione ci sono sciarpe, mantelle, cappelli, occhiali e numerosi altri accessori.
Il progetto, nato da un’idea di Sabrina Colle e Nino Ippolito, e coordinato da Beatrice Gigli, è nato dalla collaborazione con «Ydeo», azienda specializzata nella progettazione e gestione di piattaforme di e-commerce e nella produzione di merchandising.
Una parte del ricavato sarà destinato al finanziamento di borse di studio rivolte agli studenti delle scuole medie e superiori, da individuare con apposito bando che sarà pubblicato prossimamente sul sito www.vittoriosgarbi.it
Sull’iniziativa lo storico e critico d’arte commenta: «Da oggi si può dire che Sgarbi si mette in vendita. Mio malgrado, il “capra capra capra” rivolto alle “vittime” delle mie intemerate verbali, è diventato anche un segno distintivo, una sorta di richiamo nel quale si riconoscono le persone libere, anticonformiste, imprevedibili, direi anche ribelli, capaci di sorprendere. Me ne sono reso conto durante le restrizioni della pandemia con una mascherina che riportava proprio una capra: in tanti me la chiedevano, tutti la cercavano. Ovviamente, non venderemo mai mascherine, ma i miei collaboratori mi hanno convinto della bontà di questo progetto che comunque serve a creare quel senso di appartenenza tra i miei sostenitori. Che sono in gran parte giovani: la maggioranza degli utenti che mi segue sui social ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. Del resto, il “Diario della Capra”, nato dalla felice intuizione del mio ufficio stampa e concretizzato per volontà di mia sorella Elisabetta, è stato un successo editoriale. E la nuova edizione mi dicono che sta andando letteralmente a ruba».
«Non parlerei di operazione commerciale – spiega Sabrina Colle, che di Sgarbi è anche la compagna – piuttosto di una sorta di divertimento visto che molti sostenitori di Vittorio alle fine di uno spettacolo, di una conferenza o anche solo incontrandolo per strada gli portano sempre qualcosa da firmare, fosse solo un tovagliolo del ristorante»
Il cosiddetto Uomo vitruviano, il disegno di Leonardo, andrà in prestito al Louvre. Così ha deciso il Tar del Veneto, dopo la sospensione dovuta al ricorso presentato da Italia Nostra giorno 8 ottobre. In cambio l’importante museo francese presterà all’Italia, per la mostra su Raffaello, due capolavori assoluti: «Ritratto di Baldassare Castiglione » e «Autoritratto con un amico».
Vittorio Sgarbi, come membro del Comitato scientifico delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, ha firmato il documento di conferma del prestito, dopo un sopralluogo effettuato il 14 ottobre con gli altri membri (Linda Borean, Riccardo Calimani; Chiara Casarin e Roberta Battaglia) indicando la situazione di conservazione del disegno, le condizioni di garanzia del trasporto e la pertinenza non indentitaria del disegno di Leonardo alle Gallerie, dove peraltro l’opera non è esposta.
Accolgo con compiacimento la sentenza del Tar – commenta Sgarbi – che restituisce al Sovrintendente Giulio Manieri Elia e al ministro dei beni culturali Franceschini la responsabilità tecnica, giuridica e giurisdizionale di negoziare con il Louvre i prestiti reciproci di Leonardo e di Raffaello. Una festa per l’Italia e per l’Europa.
La notizia della scomparsa dell’archeologo Sebastiano Tusa, assessore ai beni culturali della Regione Sicilia, ha rapidamente fatto il giro del mondo commuovendo e sconvolgendo numerose persone.
Tra le tante persone che lo hanno ricordato vi è il Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci che, appresa la notizia, si è detto “distrutto”. Sui social, non appena ricevuto il comunicato ufficiale del decesso, ha espresso parole semplici, lontane dalla pomposità costruita del conosciuto linguaggio politico: Ho appena ricevuto la conferma ufficiale dell’Unità di crisi del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: l’assessore Sebastiano Tusa era sull’aereo precipitato in Etiopia. Sono distrutto. È una tragedia terribile, alla quale non riesco ancora a credere: rimango ammutolito. Perdo un amico, un lavoratore instancabile, un assessore di grande capacità ed equilibrio, che stava andando in Kenya per lavoro. Un uomo onesto e perbene, che amava la Sicilia come pochi. Un indimenticabile protagonista delle migliori politiche culturali dell’Isola.
Da quel momento la pagina Facebook del presidente della Regione è stata inondata di ricordi dell’archeologo e di interviste fatte allo stesso Presidente, che così risponde: Fino all’ultimo abbiamo sperato che la notizia fosse infondata. Quando abbiamo avuto la conferma ci siamo ammutoliti, affranti, e senza parole– e ancora – Sebastiano Tusa non era soltanto un amico, era un assessore appassionato, un archeologo di fama internazionale instancabile che aveva sposato questa sua nuova esperienza di governo, a servizio della sua terra di Sicilia, con lo stato d’animo di un ragazzino. Proprio lunedì, sui social, il Presidente ha ricordato un’intervista fatta a Sebastiano Tusa in cui esprimeva il suo obiettivo come archeologo e politico amante dell’arte e della Sicilia, descrivendola come un’eredità che abbiamo il dovere morale di portare avanti in memoria di Sebastiano Tusa e per il bene della Sicilia.
Poetiche, intensi e brevi, che a malapena fanno capire a chi si riferiscono, sono le parole di Vittorio Sgarbi, predecessore di Tusa all’assessorato siciliano: Resta il suo pensiero, l’intelligenza, la disponibilità ad ascoltare, la gentilezza e tanti studi, tante ricerche sospese, tanti sospiri di conoscenza– e continua– In pochi casi l’archeologo, lo scienziato si era fatto politico con tanta naturalezza, continuando a vedere le cose, la storia e il mondo senza calcoli e strategia, per amore della bellezza, per la certezza che il mondo antico in Sicilia era ancora vivo.
Per concludere con le commoventi parole: Potevano risorgere sculture, rinascere kouroi, uscire Venere dall’acqua. E come vive la storia con noi, vive anche lui oltre la sua apparente fine.
In un’intervista a Repubblica, anche Alberto Angela ha avuto parole accorate per il collega siciliano che descrive come una delle figure più luminose dell’archeologia. Direi che si è spenta una luce – commenta – è una tragedia che ha colpito tutti noi, tutto il mondo della ricerca. Alle domande riguardanti il suo personale pensiero risponde: Mi aveva sempre colpito in lui la grande professionalità, il suo entusiasmo, la sua capacità di organizzare la ricerca e le scoperte. Cita anche una delle tante occasioni in cui ha avuto modo di collaborare con Tusa: avevamo fatto un’immersione insieme alla scoperta di un relitto romano a 35 metri di profondità a Levanzo, nelle Egadi”.Sono molto vicino ai suoi cari, che sono stati così duramente colpiti da questa tragedia, ma penso anche a quanto ci mancherà la sua capacità di viaggiare nel passato e anche la sua umanità. Era una persona straordinaria.
Non sono solo i volti noti a rammaricarsi per l’improvvisa morte di questo personaggio. Numerosi sono i nomi di presidenti di enti pubblici, associazioni e partiti che hanno espresso il loro cordoglio scrivendo e pronunciando parole in ricordo delle sue azioni e dei suoi insegnamenti.La morte del professore Tusa – scrive il presidente della Pro Loco Isole Egadi di Favignana Massimo Saladino – ci lascia senza parole. Lascia un vuoto incolmabile e mi sento di dire che per la nostra Regione non poteva esserci evento peggiore. Il professore Tusa è stato un esempio, oltre che di grande cultura, di lungimiranza. Ci lascia in eredità una visione nuova dei beni culturali, una grande visione manageriale oltre che culturale che abbiamo avuto modo di apprezzare in questi anni sia quando svolgeva l’incarico di Sovrintendente del Mare sia come Assessore ai beni culturali.
Anche il Wwf Sicilia Area Mediterranea commenta la tragica notizia: Nessuno lo avrebbe mai detto che mentre si disvelava la tragica notizia dell’assessore Sebastiano Tusa, vittima di un incidente aereo in Etiopia, i volontari del WWF stavano ripulendo le rive dello Stagnone di Marsala, che abbraccia l’isola di Mozia. Mozia, luogo amato da Sebastiano Tusa, che in quell’isolotto e nei suoi tesori nascosti aveva creduto. Piangiamo la tragica scomparsa dell’amico Sebastiano Tusa, ambientalista vero, amante della bellezza, della sua terra, della vita.
Una tragedia che lascia senza parole – commenta la capogruppo dell’UDC Eleonora Lo Curto – l’aereo dell’Ethiopian caduto in Africa ci porta via una delle persone migliori della Sicilia: Sebastiano Tusa, archeologo e assessore del governo siciliano, va via da questo mondo lasciandoci atterriti”. Anche lei ha solo parole di elogio per il nostro corregionale. Piangiamo una persona di grande livello che abbiamo apprezzato e che si è fatta stimare per la competenza, la serietà, la generosità e la buona volontà, caratteristiche, queste, che rendono speciali gli uomini. A nome mio personale e del gruppo Udc del parlamento regionale esprimo i sentimenti di cordoglio alla famiglia di Sebastiano Tusa e al governo siciliano. Personalmente perdo un amico a cui riserverò per sempre un posto unico e speciale nel mio cuore.
Il sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo ricorda che ha avuto modo di apprezzarne le doti umani e professionali. Si è sempre battuto per la valorizzazione del nostro patrimonio archeologico ed è stato, fra l’altro, il primo sostenitore del nuovo Museo degli Arazzi. In questo momento di grande dolore sono vicino assieme alla Giunta al dolore dei familiari.
Giuseppe Castiglione, sindaco di Campobello, invece lo ricorda come un archeologo di fama internazionale e uomo di grande spessore culturale e di rare doti umane con cui ho avuto il privilegio di confrontarmi diverse volte e che sempre ha dimostrato particolare sensibilità verso le iniziative intraprese per la valorizzazione del patrimonio archeologico delle Cave di Cusa.
Il collega archeologo Giovanni Di Stefano, direttore del Polo Regionale per i siti culturali di Ragusa e per i Parchi di Camarina e Cava Ispica, docente all’Università della Calabria e all’Università di Roma 2 Tor Vergata, scrive il suo personale rammarico: La perdita drammatica di Sebastiano Tusa mi addolora e mi rattrista profondamente perché perdiamo un amico sincero e uno studioso di grande valore che, con spirito di servizio e generosità, aveva accettato l’oneroso incarico di assessore regionale ai beni culturali. Sebastiano è stato un protagonista della scienza archeologica con risultati di ricerca per la preistoria del Mediterraneo indelebili nella storia degli studi. Per l’archeologia subacquea ha scritto pagine che rimarranno per sempre nella storia della moderna ricerca archeologica mondiale.
A queste e ad altre voci si sono unite le mute parole degli archeologi, giovani e meno giovani, che hanno avuto modo di conoscerlo, collaborare con lui o studiare sui suoi scritti, degli amanti della nostra bella terra, la Sicilia, degli amatori e dei protettori dell’arte e di tutti coloro che hanno appreso della sua vita, del suo lavoro e della sua perdita solo mediante questa disgrazia e che rimpiangono di non aver avuto la possibilità di attingere dalla sua profonda cultura.
A queste voci si lega anche il pensiero di ArcheoMe.
Un saluto al prof. Tusa da tutta la Redazione.
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