ARCHEOLOGIA | Identificato il vero corpo di Filippo II di Macedonia
Fin da quando, nel 1977, gli archeologi rinvennero il complesso funerario di Verghina, si è sempre creduto che lì vi fosse il corpo del re Filippo II. Secondo le prime notizie, il padre di Alessandro Magno sarebbe stato sepolto all’interno della Tomba II, in quella che era l’antica capitale macedone di Aigai. Nel 2015, però, nuove indagini forensi hanno smentito tale iniziale attribuzione.
La scoperta delle tombe
Tra il 1977 e il 1978 a Verghina, nel nord della Grecia , gli archeologi hanno rinvenuto tre tombe regali. La Tomba II conteneva i resti di tre scheletri che, fin da subito, vennero attribuiti al re Filippo II, alla moglie Cleopatra e al loro figlio neonato. Il re di Macedonia, morto nel 336 a.C., aveva avuto Alessandro dalla sua quinta moglie, Olimpiade. Cleopatra Euridice, invece, era la nipote del suo generale Attalo. Da lei Filippo ebbe due figli, Caranus ed Europa, nata un paio di giorni dopo la morte del padre. L’identificazione si basava, per lo più, sulla presenza, sullo scheletro, di una ferita alla base dell’occhio destro. Questa sarebbe compatibile con la notizia antica secondo la quale il re macedone fu ferito da una freccia all’occhio.
Le analisi moderne su Filippo II
Con i nuovi metodi di antropologia forense, gli studiosi hanno ribaltato questi primi risultati. L’antropologo Juan Luis Arsuaga, della Universidad Complutense de Madrid, analizzando i resti ossei tramite tac e radiografie, ha smentito le interpretazioni preliminari: lo scheletro maschile della Tomba II, trovato parzialmente carbonizzato, non è di Filippo II. In effetti, le ossa non presentano alcuna lesione che indichi una zoppìa e la frattura ossea all’occhio non ha origini antiche: si è formata al momento dell’esposizione al fuoco e deve essersi ampliata a seguito delle ricostruzioni. Ulteriori studi condotti sui resti di questa tomba hanno permesso di identificarli con il re Arrideo, fratellastro di Alessandro, che salì al trono alla sua morte, e con la moglie Euridice. Inoltre, i manufatti rinvenuti all’interno della tomba sembrano essere databili all’epoca di Alessandro, più che a quella del padre.
L’antropologo spagnolo ha scoperto, inoltre, che lo scheletro maschile della Tomba I apparteneva a un uomo, di circa 45 anni, sorprendentemente alto (circa 180 centimetri). Le ossa della gamba mostrano segni di fusione ossea, che testimoniano come l’individuo avesse subito una ferita penetrante che dovette causargli notevole sofferenza. Sulle ossa, invece, vi sono segni di zoppìa. Queste prove hanno portato a concludere che l’uomo sepolto all’interno della Tomba I sia il re Filippo II, che fu seppellito assieme alla moglie Cleopatra, assassinata da Olimpiade, e al figlio neonato. Infine, traumi legati a infiammazioni e lesioni ossee del collo suggeriscono che il re macedone debba aver sofferto di un costante torcicollo che, probabilmente, gli provocava un’andatura irregolare. Tutte queste notizie coincidono con le testimonianze della tradizione sui problemi fisici di Filippo II e avvalorano la sua identificazione con l’inquilino maschio della Tomba I di Verghina.