Tornano le aperture straordinarie serali de La Notte dei Musei, sabato 14 maggio 2022, al costo simbolico di 1€. L’evento nazionale è organizzato dal Ministero della Cultura con il patrocinio del Consiglio d’Europa, dell’Unesco e dell’ICOM e consente la visita serale al museo e all’area archeologica di Paestum e all’area archeologica di Velia, limitatamente agli spazi accessibili e illuminati.
La notte di Paestum
A Paestum, il direttore Tiziana D’Angelo accompagnerà il pubblico in una visita nel Santuario meridionale sulle orme del Grand Tour, il viaggio di istruzione dei giovani benestanti di tutta Europa in Italia, intrapreso dalla fine del XVI secolo e per tutto il Settecento. Paestum fu una tappa obbligata nell’itinerario per approfondire gli studi classici: con i suoi tre templi dorici ancora ben conservati era possibile, infatti, ammirare la cultura greca, ma senza recarsi in Grecia. A Paestum e al Grand Tour si legano importanti nomi come Winkelmann che elaborò proprio qui la sua teoria sull’arte greca; Giovanni Battista Piranesi che fece dell’area archeologica il soggetto di superbe incisioni e Johann Wolfgang Goethe che credette di riconoscere nei templi dorici paestani la perfezione dell’arte classica. Per calarsi meglio nell’atmosfera settecentesca, le visite avverranno alla luce di piccole lanterne date ai visitatori per seguire il percorso di visita.
Una notte di Velia
A Velia, il vero protagonista delle visite tematiche sarà il porto antico e, in particolare, il rapporto che da sempre ha legato la città con il mare: dal mare arrivarono i Focei che fondarono la colonia di Elea; nel mare si sono concentrati gli interessi economici della comunità; grazie al mare si strinsero importanti relazioni e scambi di saperi. La visita tematica si concentrerà nella città bassa, ovvero nel quartiere a ridosso della spiaggia antica, e sarà a cura dell’archeologo Francesco Uliano Scelza. Anche qui la visita tematica avverrà con le lanterne per ripercorrere le tappe più importanti di questo binomio città-mare dalle origini fino all’età romana.
In copertina: Parco archeologico di Paestum (immagine via Il Mattino)
Some trophies, including two helmets, a Chalcidian one and one of the Negau type, both in great state of conservation, have been found at the Acropolis of Elea-Velia.
The archaeological investigation
On top of the ancient city, the excavations have brought to light the remains of a rectangular structure of remarkable size (18 x 7 meters of length). This building, which is made of mud bricks, is located under the temple dedicated to the Goddess Athena and it is what remains of the most ancient archaic religious place devoted to the deity. The results of the archaeological investigation, as the archaeologist Francesco Ullano Scalza states, have allowed to clarify the topography, the architecture, the intended use and the chronology of the various stages of the Acropolis.
“The structure of the most ancient temple dates back to 540-530 B.C., which is right after the years of the Battle of Alalia – notes Massimo Osanna, General Manager of the Museums and Avocant Director of the Archaeological Park of Paestum and Velia – while the most recent temple, which was thought to be of Hellenistic age, dates back at first glance to 480-450 B.C., and then it underwent a restructuring during the 4th century B.C. Therefore, it’s possible that the Phocaens on the run from Alalia might have erected it shortly after their arrival, as they were used to, after having acquired the necessary land from the locals in order to settle and resume the prosperous trades for which they were known. And to the relics that they offered to their goddess to propitiate her benevolence, they added the weapons they had taken from their enemies during that epic battle which had, in fact, changed the balance of power in the Mediterranean Sea.”
The Trophies
Several trophies, such as painted ceramics marked by the IRE engraving, which means “holy”, and various weapon fragments, have been found inside the temple: among these, we have the pieces of a big, decorated shield and two beautiful helmets, an Etruscan one of the “cap” type, also known as Negau (from the Slovenian area where it was found for the first time), and a Chalcidian one. These two helmets are now being studied in a laboratory, and inscriptions are sought within them that may help reconstruct their history.
“The archaeological findings at the acropolis of Elea-Velia suggest a religious use of the structure. Likely, in this place there were kept the relics that were offered to the goddess Athena after the battle of Alalia, the naval battle that was fought between the Greek refugees of Phocaea and an alliance of Carthaginians and Etruscans, around 541 and 535 B.C. just off the Tyrrhenian Sea, between Corse and Sardinia. Cleared from the earth just a few days ago, the two helmets have yet to be cleaned and studied in a laboratory. Inside them, there might be some inscriptions, which are quite frequent in ancient armors, and these could help us to accurately reconstruct their history, perhaps even the identity of the warriors that wore them. Of course, these are just initial considerations, but they clarify many unknown details of that Eleatic history which happened more than 2500 years ago” – declares Osanna.
Velia
Greek name of the ancient Velia, Elea was one of the richest Poleis of the Magna Graecia. It was an ally of Rome during the Punic Wars, and it became a Roman municipality in 88 B.C. Its decline started from this moment: Rome cut it out of the trade routes, forcing the city (known as Velia) to reduce itself until it became a small fishermen village. During the 9th century, Velia was definitively abandoned in order to avoid malaria and the raids of Saracen pirates, except for the acropolis where the population took refuge and built a strong fortification. This small, fortified town took the name of Castellammare della Bruca and survived until the end of 1600. The first to realize the cultural and historical importance of the place was the archaeologist François Lenormant: the existence of an archaic structure which was antecedent to the main temple of the Acropolis was speculated since the 1920s. Unfortunately, due to the excavations that started during the last century, the surviving settlement of medieval age has almost been destroyed.
Presso l’Acropoli di Elea-Veliasono stati riportati alla luce, all’interno di una struttura rettangolare legata al tempio di Athena, alcuni trofei tra cui due elmi, uno calcidese e un altro di tipo Negau, in ottimo stato di conservazione.
L’indagine archeologica
Sulla cima della città antica gli scavi hanno riportato alla luce i resti di una struttura rettangolare di notevoli dimensioni (18 x 7 metri di lunghezza). L’edificio in mattoni crudi è posto sotto il tempio dedicato alla dea Athena ed è ciò che rimane del più antico luogo di culto arcaico dedicato alla divinità. I risultati dell’indagine archeologica, afferma l’archeologo Francesco Uliano Scelza, hanno permesso di chiarire la topografia, l’architettura, la destinazione d’uso e la cronologia delle varie fasi dell’Acropoli.
“La struttura del tempio più antico risale al 540-530 a.C., ovvero proprio gli anni subito successivi alla battaglia di Alalia – fa notare il Direttore Generale dei Musei e Direttore Avocante del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Massimo Osanna – mentre il tempio più recente, che si credeva di età ellenistica, risale in prima battuta al 480-450 a. C., per poi subire una ristrutturazione nel IV sec. a C. È possibile quindi che i Focei in fuga da Alalia l’abbiano innalzato subito dopo il loro arrivo, com’era loro abitudine, dopo aver acquistato dagli abitanti del posto la terra necessaria per stabilirsi e riprendere i floridi commerci per i quali erano famosi. E alle reliquie da offrire alla loro dea per propiziarne la benevolenza, aggiunsero le armi strappate ai nemici in quell’epico scontro in mare che di fatto aveva cambiato gli equilibri di forza nel Mediterraneo.”
I trofei
Nel tempio sono stati ritrovati diversi trofei come ceramiche dipinte contrassegnate dall’incisione IRE, ossia sacro, e diversi frammenti di armi: tra questi abbiamo i pezzi di un grande scudo decorato e due splendidi elmi, uno etrusco del tipo “a calotta”, o Negau (località slovena dove vennero rinvenuti per la prima volta), l’altro calcidese. I due elmi sono attualmente oggetto di studio in laboratorio, al loro interno si cercano iscrizioni che possano aiutare a ricostruire la loro storia.
“I rinvenimenti archeologici presso l’acropoli di Elea-Velia lasciano ipotizzare una destinazione sacra della struttura. Con tutta probabilità in questo ambiente vennero conservate le reliquie offerte alla dea Athena dopo la battaglia di Alalia, lo scontro navale che vide affrontarsi i profughi greci di Focea e una coalizione di Cartaginesi ed Etruschi, tra il 541 e il 535 a.C. circa, al largo del mar Tirreno, tra la Corsica e la Sardegna. Liberati dalla terra solo qualche giorno fa, i due elmi devono ancora essere ripuliti in laboratorio e studiati. Al loro interno potrebbero esserci iscrizioni, cosa abbastanza frequente nelle armature antiche, e queste potrebbero aiutare a ricostruire con precisione la loro storia, chissà forse anche l’identità dei guerrieri che li hanno indossati. Certo si tratta di prime considerazioni che già così chiariscono molti particolari inediti di quella storia eleatica accaduta più di 2500 anni fa.” – dichiara Osanna.
Velia
Nome greco dell’antica Velia, Elea fu una tra le Poleis più ricche della Magna Grecia.
Durante le guerre puniche fu alleata di Roma e nell’88 a.C. diventò municipio romano. Da qui la decadenza: Roma la tagliò fuori dalle rotte commerciali, costringendo la città (nota come Velia) a ridursi fino a diventare un piccolo villaggio di pescatori. Nel IX secolo Velia fu definitivamente abbandonata, per sfuggire alla malaria e alle incursioni dei pirati saraceni, ad eccezione dell’acropoli dove la popolazione si rifugiò costruendo una possente fortificazione. Il piccolo borgo fortificato prese il nome di Castellammare della Bruca e sopravvisse fino alla fine del 1600.
Fu l’archeologo François Lenormant a comprendere l’importanza storica e culturale del luogo: già dagli anni ’20 del Novecento s’ipotizzava l’esistenza di una struttura arcaica antecedente al tempio maggiore dell’Acropoli. Purtroppo, a causa degli scavi iniziati nel secolo scorso, l’abitato superstite di età medievale è andato quasi del tutto distrutto.
Al via la programmazione estiva del Parco Archeologico di Paestum e Velia che, anche quest’anno, apre i cancelli delle due aree archeologiche magno-greche oltre il consueto orario di apertura, dalle ore 20:00 alle ore 23:00. Si parte il 3 luglio 2021 con la “Notte europea dei Musei” e si continua nei mesi estivi fino al 5 settembre 2021 con gli eventi “Paestum e Velia by Night”.
Previste visite libere al Santuario meridionale di Paestum e alla città bassa di Velia e, su prenotazione, visite animate con ospiti d’eccezione. Infatti a Paestum torna Pulcinella che accompagnerà i visitatori in un tour tra i templi greci meglio conservati al mondo e spiegherà, con un linguaggio tipico della commedia dell’arte, la storia dell’antica città di Poseidonia-Paestum, questa volta con il naso all’insù, per scoprire le straordinarie storie del mito legate alle stelle.
Il cielo degli antichi filosofi di Elea sarà osservato al telescopio
Nella splendida cornice di Velia, esclusivamente per la “Notte dei Musei”, i visitatori potranno ammirare lo stesso cielo notturno che ha ispirato e accompagnato gli antichi filosofi di Elea-Velia: l’iniziativa “Le costellazioni di Elea. Osservazione delle stelle con telescopio” unisce scienza e mitologia e tende a far immedesimare il visitatore nei panni di un antico abitante di Velia per poter comprendere il rapporto degli antichi con le costellazioni, oltre che a insegnare come si misura la distanza di una stella. Il tutto sarà arricchito dalla presenza dei telescopi del Centro Astronomico di Salerno “Neil Armstrong”, messi a disposizione per tutti i partecipanti che potranno ammirare i protagonisti dello Zodiaco, ovvero lo Scorpione e il Sagittario, e le costellazioni del Cigno, dell’Aquila e della Lira, ma anche molto altro.
Si è concluso a fine marzo l’intervento di manutenzione straordinario dell’antico teatro di Elea-Velia. I lavori, finalizzati a tutelare il monumento e a renderlo accessibile ai visitatori del sito, sono stati eseguiti secondo dei progetti che rientravano da circa un anno tra le competenze del Parco archeologico di Paestum e Velia. Per la conoscenza e la valorizzazione dell’area dell’acropoli, il Parco ha varato un progetto di indagini stratigrafiche sull’altura dominata dal castello medievale e alle sue pendici.
Il teatro di Velia venne costruito intorno al 400 a.C. sul versante sud-orientale dell’acropoli, su un’area che aveva un assetto precedentemente abitativo. Il primo impianto fu realizzato secondo imponenti opere di terrazzamento, funzionali alla costruzione del teatro, ma anche alla monumentalizzazione del santuario, forse dedicato al culto dell’antica Athana e costruito alle spalle dell’edificio teatrale. In seguito, il teatro subì opere di ristrutturazione e ampliamento, raggiungendo massimo splendore in età imperiale. L’ultima fase si data al III secolo d.C.
Direttore, come è nato il progetto di valorizzazione e di manutenzione del teatro antico e quanto sarà importante per il futuro del Parco?
“Il progetto è nato in base a una ricognizione effettuata dopo l’accorpamento dell’area archeologica di Velia alla gestione autonoma di Paestum. Il degrado del teatro antico di Velia era molto avanzato e dunque rientrava tra le priorità che abbiamo voluto affrontare in tempi brevi con il bilancio del Parco archeologico Autonomo. Oltre alla tutela, questo era importante anche per la fruizione del sito in sicurezza“.
Saprebbe dirci quando è stato compiuto l’ultimo lavoro di rinnovo di questa zona del Parco prima dell’ultimo progetto?
“L’intervento di restauro del teatro risale al 2003.Negli anni ’80, la cavea fu scavata e i blocchi smontati. Il restauro del 2003 prevedeva la creazione di una struttura in terra armata sulla quale venivano riposizionati i blocchi antichi originali. Questa struttura, nel corso degli anni, ha subito un degrado progressivo che bisognava fermare”.
Come mai il teatro versava in quelle condizioni, come si evince da alcune foto di quest’estate? Il Covid come ha influito sulla gestione di parchi come il vostro? Abbiamo notato le preziose strategie avviate dal Parco soprattutto durante il periodo del primo lockdown.
“Lo statuto da Parco Autonomo, con un proprio bilancio, ci ha consentito di intervenire in una situazione dove la precedente gestione non aveva i mezzi per eseguire questi lavori in tempi rapidi. Credo che si tratti di un esempio come l’autonomia possa aiutare ad accorciare tempi e reperire finanziamenti“.
Quali sono state le figure partecipanti che hanno collaborato al progetto, atto anche a migliorare l’accessibilità del teatro?
“Oltre alla ditta che ha eseguito i lavori sulla base di un appalto e sotto la supervisione di una restauratrice, il progetto è stato gestito dai nostri funzionari e assistenti interni all’amministrazione e con una mia continua supervisione. Anche se l’importo non è particolarmente alto rispetto ad altri interventi, parliamo di 130mila Euro di lavori, ho tenuto molto a questo intervento e ho visitato il cantiere almeno una volta a settimana“.
Da questo momento in poi sarà possibile usufruire dunque delle sedute della cavea? Avete in programma eventi di rappresentazioni tragiche o spettacoli all’aperto da ambientare nella quinta scenografica del teatro, come già viene fatto ad esempio a Segesta, Taormina, Catania e Siracusa?
“Il teatro di Velia è più piccolo di quelli di Siracusa e Taormina. Ma sicuramente la futura direzione di Paestum e Velia potrà programmare delle iniziative culturali all’interno del monumento. Ma soprattutto i visitatori che vengono a Velia tutti i giorni, che che spero presto potranno tornare, dunque scolaresche, famiglie, persone del posto e turisti, potranno sperimentare la straordinaria acustica del teatro, che ancora oggi ci può fare apprezzare la maestranza degli architetti antichi. Anche in ultima fila si sente perfettamente quello che si dice al centro dell’orchestra del teatro, anche senza microfoni che ovviamente in antico non esistevano”.
L’importanza del progetto nell’organizzazione del Parco
Pensate che il nuovo progetto, che ha avuto come fine il miglioramento delle condizioni del teatro, possa rendere più piacevole il percorso all’interno del parco da parte del visitatore?
“Sicuramente, ma è un tassello in un mosaico molto più grande. A Velia abbiamo tanti progetti in corso, perché è un sito eccezionale che merita di essere tutelato e valorizzato al meglio. Oltre ai monumenti che consentono di farsi un’idea del paesaggio urbano e del suo sviluppo attraverso i secoli, Velia è importante per la sua storia e eredità immateriale. Come sede della scuola eleatica, fondata da Parmenide nella prima metà del V secolo a.C., ha avuto un impatto enorme sul pensiero occidentale, a cominciare da Socrate e Platone e fino alla filosofia del ‘900. Il XXI secolo svilupperà una sua visione del pensiero eleatico, che dunque continua a essere attuale“.
Avete altri progetti in cantiere per migliorare fruibilità, accesso e valorizzazione del sito archeologico? Abbiamo notato l’uscita della nuova iniziativa: il restauro delle mura di Paestum e dello slogan “adotta un blocco e partecipa al restauro anche tu”. Può darci qualche informazione in merito?
“Ci sono tanti progetti in corso tra Paestum e Velia. Il nostro obiettivo è sempre quello di congiungere la tutela e la conservazione dei siti con la fruizione e l’accessibilità, nell’ottica di una condivisione della conoscenza e del patrimonio che appartiene a tutti. A volte, i nostri progetti di manutenzione, restauro e scavo comportano anche scoperte inaspettate, come quella di un tempietto dorico di V secolo a.C. nel quartiere NO di Paestum. Anche a Velia si sta avviando un progetto di scavo stratigrafico e indagini, funzionale a una maggiore conoscenza e accessibilità del sito. Sono curioso di vedere i risultati, anche se ora seguo da spettatore, dal momento che ho iniziato il mio lavoro a Pompei“.
Massimo Osanna e la direzione temporanea del Parco: i suoi commenti alla conclusione dei lavori
Da pochi giorni l’accademico e funzionario, Massimo Osanna, ha avocato la direzione del Parco archeologico di Paestum&Velia a sé nell’attesa della selezione del futuro dirigente attraverso un bando internazionale. Con lui anche la dott.ssa Maria Luisa Rizzo che lo affiancherà in questo nuovo percorso come direttore facente funzioni. Dopo la conclusione dei lavori al teatro, nell’ambito della sua direzione generale dei Musei, Osanna ha visionato i lavori e ha così espresso la sua opinione: “Ho molto apprezzato il lavoro che l’équipe del Parco archeologico di Paestum e Velia sta realizzando. Ho voluto visionare personalmente quanto fatto su questo monumento, anche dopo aver letto l’accurata relazione tecnica di Francesca Condò, funzionaria architetto della Direzione generale Musei, che qualche settimana fa era venuta al Parco per un sopralluogo. Devo dire che il risultato finale mi sembra molto positivo, anche in considerazione della storia travagliata del monumento che rende gli interventi di restauro e manutenzione particolarmente complessi. Come è noto, il teatro è stato completamente scavato e poi ricostruito e l’intervento di manutenzione attuale va a migliorare una situazione che era di grande degrado”.
Il Parco archeologico di Paestum (SA) è stato negli ultimi anni tra le realtà più dinamiche dell’Italia meridionale in materia di donazioni e “Art Bonus”. Un’azienda irpina ha allargato il cerchio dei mecenati che contribuiscono alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio archeologico magno-greco. Quindi, l’elargizione di 5mila euro da parte della Project Power s.r.l. è particolare per un ulteriore motivo: è la prima indirizzata esplicitamente anche a Velia, il sito UNESCO dallo scorso anno insieme a Paestum, sotto la guida del direttore Gabriel Zuchtriegel.
Cultura e imprenditoria in sinergia per Velia
Alfonso Andria, Presidente della Provincia di Salerno e membro del Consiglio di Amministrazione del Parco, ha commentato l’accaduto. “L’introduzione dell’Art Bonus, una delle grandi innovazioni della Riforma Franceschini, rappresenta uno strumento assai originale in rapporto alle modalità di applicazione. All’inizio della mia esperienza nel Consiglio di Amministrazione del Parco Archeologico di Paestum ebbi l’idea di promuovere un incontro con l’Imprenditoria del Salernitano e con il neo nominato direttore Zuchtriegel. Gli esiti furono molto positivi. I passi avanti sono sotto gli occhi di tutti e inducono a rilanciare quello stesso messaggio e, anzi, ad ampliare lo spettro dell’ipotetica platea! Elea è la culla del pensiero e della cultura occidentali e, dunque, merita adeguate attenzioni. Il gesto dell’azienda irpina apre uno scenario interessante: la Cultura abbatte gli steccati campanilistici, la sensibilità e l’intelligenza degli imprenditori fanno il resto! Un esempio che mi auguro venga emulato”.
Ogni venerdì, a partire dal 12 febbraio 2021, sarà aperto al pubblico il cantiere dei lavori al teatro antico di Velia. Sarà il direttore Zuchtriegel a curare la prima visita.
In merito ad alcune notizie diffuse recentemente riguardo alla manutenzione del teatro ellenistico-romano di Velia, la direzione del Parco precisa quanto segue. Attualmente è in corso un intervento di manutenzione straordinaria, nel pieno rispetto della normativa e dei principi fondamentali del restauro; ovvero, della riconoscibilità e della reversibilità. L’intervento consiste nel ripristino delle integrazioni delle sedute che si trovavano in uno stato di degrado avanzato al momento dell’avvio del cantiere. Il restauro prevede l’uso di una malta pozzolanica speciale sviluppata a tale scopo. I materiali e le tecniche adottate non prevedono il contatto diretto tra malte e parti antiche, né l’impiego di cemento. Il colore delle parti integrate non sarà quello attualmente visibile, ma di una tonalità più scura che consentirà di distinguere chiaramente l’intervento conservativo dalle strutture originali.
Il progetto
Il progetto, diretto dall’arch. Luigi Di Muccio, con la collaborazione del personale tecnico e amministrativo del Parco, ha una doppia finalità: esso non solo contribuisce a una maggiore tutela e conservazione del monumento, ma ne amplierà anche l’accessibilità. Il precedente restauro, risalente agli anni 2000, infatti, prevedeva esplicitamente l’impossibilità di accedere alla cavea e, dunque, di consentire al pubblico una visione ravvicinata del monumento. Il progetto attuale renderà parte della cavea accessibile in sicurezza, sia di giorno sia di notte in quanto provvisto di un nuovo impianto di illuminazione, ispirandosi a una visione di tutela attiva che non si pone in contrasto con la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio, ma tenta di avvicinare il pubblico ai monumenti garantendone, al tempo stesso, la massima salvaguardia.
Onde soddisfare le curiosità del pubblico, come da prassi nei cantieri del Parco, anche quello del teatro antico di Velia sarà aperto ai visitatori. Tutti i venerdì alle ore 15:00, muniti di biglietto d’ingresso, sarà possibile visitare il cantiere con l’accompagnamento di un addetto ai lavori. La prima visita in programma per il 12 febbraio, sarà a cura del direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Gabriel Zuchtriegel, che illustrerà il progetto a tutti gli interessati.
Il Natale si avvicina ed è tempo di regali! Dall’8 dicembre 2020 fino al 31 gennaio 2021 è possibile acquistare l’abbonamento “Paestum&Velia” al prezzo speciale di soli 10 €, in vendita online sul circuito Vivaticket.
Nonostante l’ultimo DPCM abbia prorogato la chiusura dei Musei fino al 15 gennaio 2021, il Parco Archeologico di Paestum e Velia ha voluto lanciare la promozione: un’occasione unica per chi crede in un futuro sereno e ricco di bellezze!
“Non è solo un bellissimo regalo – dichiara il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel – ma anche un investimento nella cultura, che ci aiuterà ad affrontare il nuovo anno con lavori, restauri e servizi che creano sviluppo e occupazione in un settore fortemente colpito dalla crisi sanitaria. Chi regala l’abbonamento, ad altri o a se stesso, regala speranza alla cultura”.
Il 3 Dicembre è la Giornata internazionale delle persone con disabilità e il Parco archeologico di Paestum e Velia rinnova il suo impegno per l’accessibilità e l’inclusione con il progetto “A scuola Nel museo e Dal museo”. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Cilento4all/Il Tulipano, prevede la possibilità per le scuole di tutta Italia di visitare gratuitamente il museo di Paestum da remoto, grazie all’uso delle moderne tecnologie informatiche che abbattono la distanza imposta dall’emergenza sanitaria da coronavirus. A differenza dei tour virtuali, la didattica a Paestum, anche se a distanza, continua a essere fatta di relazioni ed emozioni, quelle che si instaurano tra gli operatori culturali connessi dalle sale del museo e gli alunni e le insegnanti che interagiscono dalla rete.
“Un giorno all’anno tutto l’anno” è questo lo slogan ufficiale della giornata della disabilità con cui domani verranno accolte tre classi collegate da Salerno, Napoli e Como per le visite dal museo.
L’arte e l’archeologia sono strumenti eccezionali di conoscenza di se stessi e degli altri – commenta Giovanni Minucci. – Garantirne la fruizione a tutti, in particolare alle persone con bisogni speciali, significa promuovere il processo di inclusione per una società dove proprio le differenze che ci caratterizzano, diventino un valore aggiunto.
Nel corso degli anni della direzione Zuchtriegel, diversi sono stati i progetti messi in campo dal Parco dedicati a persone con disabilità: dalla realizzazione del percorso accessibile nel Santuario meridionale con la passerella per entrare nel tempio più antico di Paestum, la c.d. Basilica, alle visite per bambini e ragazzi con disturbi dello spettro autistico nominate “Un tuffo nel blu”, sempre in collaborazione con Cilento4all/Il Tulipano e con il coinvolgimento del Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell’Università Federico II di Napoli e con quello di Scienze Motorie e del Benessere dell’Università Parthenope.
“Le visite sono per tutti e per ciascuno – commenta il direttore – perché abbattono barriere fisiche (si possono fare comodamente dal divano di casa), socio- economiche (sono gratuite) e cognitive (i contenuti sono calibrati su differenti livelli di età e difficoltà). La metodologia didattica utilizzata parla ai diversi stili di apprendimento e alle diverse intelligenze e permette una visita realmente inclusiva. Il museo è un luogo in cui si impara sempre, anche quando i bambini diventano grandi, ovvero cittadini consapevoli della bellezza che va sempre tutelata e custodita per essere accessibile anche ai bambini di domani”.
Per informazioni sul Progetto “La scuola Nel museo e Dal museo”:
È indetta dal MiBACT una procedura pubblica di selezione per titoli e colloquio per il conferimento di due borse di studio per lo svolgimento, presso il Parco Archeologico di Paestum e Velia – Comune di Capaccio (SA), per l’analisi scientifica e la documentazione dei reperti archeologici custoditi presso il Museo Archeologico Nazionale di Paestum e presso i depositi dell’area archeologica di Velia, finalizzata anche alla catalogazione, inventariazione, restauro e pubblicazione.
L’attività riguarderà, in particolare:
attività di studio e di catalogazione secondo le procedure ministeriali;
analisi scientifica dei dati con elaborazione di un report mensile e di una relazione finale su tutte le attività svolte;
collaborazione con gli uffici competenti del Parco Archeologico di Paestum e Velia nella comunicazione e nella divulgazione dei risultati tramite pubblicazioni, conferenze, convegni, e canali social;
supporto alla progettazione di indagini scientifiche, con acquisizione ed elaborazione digitale di piante e del materiale grafico.
Requisiti per la candidatura
Per l’ammissione al concorso sono richiesti i seguenti requisiti che devono essere posseduti alla data di pubblicazione del bando:
cittadinanza italiana o di un altro Stato membro dell’Unione Europea, ovvero altra cittadinanza secondo quanto previsto dall’articolo 38 del Decreto Legislativo n. 165 del 30 marzo 2001;
diploma di specializzazione o dottorato di ricerca in Archeologia o titolo di studio straniero equipollente in base ad accordi internazionali o conseguito con le modalità di cui all’art. 2 della L. 11 luglio 2002 n. 148, da non oltre 10 anni dalla pubblicazione del bando;
esperienza nel processo di acquisizione ed elaborazione digitale di documentazione archeologica;
per gli stranieri, buona conoscenza della lingua italiana;
idoneità fisica.
Costituiscono requisiti specifici per la partecipazione alla procedura di richiesta delle borse di studio:
non aver già usufruito della stessa borsa di studio;
non essere titolare di altra borsa di studio di cui alla legge n. 398/1989 o di altre borse conferite dallo Stato o da altri Enti pubblici o privati;
non svolgere attività lavorativa, anche a tempo determinato, presso privati o pubbliche amministrazioni.
Borse di studio: modalità e tempistica
Ciascuna borsa avrà la durata complessiva di sei mesi ed un importo complessivo di € 10.980, comprensivi di oneri previdenziali ed assistenziali nella misura prevista dalle vigenti disposizioni di legge vigenti. La domanda di partecipazione dovrà pervenire al Parco Archeologico di Paestum e Velia entro le ore 12.00 del 7 dicembre 2020. Per ulteriori informazioni e per inviare la candidatura clicca qui.
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