NEWS | La Riserva naturale Grotte di Aisone (CN) si rinnova
La riserva naturale “Grotte di Aisone” è un gioiello naturale e archeologico della Valle Stura. La riserva è, infatti, ricca di varietà di flora e di fauna, in particolare di avifauna.
Per la sua importanza, questa zona ha ottenuto da Marzo 2019 il riconoscimento di riserva naturale e l’Ente Aree Protette delle Alpi Marittime ne cura la gestione.
Da questa settimana la riserva naturale “Grotte di Aisone” è completamente rinnovata. Sono stati sistemati la segnaletica e gli stessi sentieri, il cui accesso è libero e gratuito. Ha subito un rinnovo degli interni anche la struttura Taverna delle Grotte: l’edificio ha nuovi allestimenti e pannelli informativi che spiegano, in modo efficace e a tutti, l’archeologia.
Essenziale per questi lavori è il Progetto Tra[ce]s , di cui il comune di Cuneo è beneficiario. Scopo del Progetto Tra[ce]s è la valorizzazione dei più significativi siti archeologici, dalla Preistoria al Medioevo, presenti nell’area transfrontaliera.
Un’area abitata 7.000 anni fa
Oltre alla ricchezza e alla bellezza naturale della Valle Stura, la Riserva naturale “Grotte di Aisone” è importante a livello archeologico. I ricercatori hanno infatti scoperto molti reperti risalenti al Neolitico. Questi rinvenimenti, riportati alla luce da scavi degli anni Cinquanta e poi Novanta, si trovano ora nel Museo Civico di Cuneo. Nel museo è possibile vedere ossa di animali, macine in pietra, punte di selce, vasi e persino una sepoltura infantile.
Uno dei sentieri più interessanti a livello archeologico è il cosiddetto Sentiero delle Grotte. Il sentiero è un breve percorso ad anello, di circa 5 chilometri, che porta alla scoperta non solo di villaggi tipici costruiti nel modo tradizionale, ma anche di numerose grotte naturali, utilizzate dall’uomo in epoca neolitica e, molto più di recente, dai pastori locali.
Le Grotte di Aisone sono la testimonianza di un insediamento stagionale databile al Neolitico Medio e Finale. Da queste aree e dai resti archeologici si ricavano preziosissime informazioni sui primi abitanti della Valle Stura.