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NEWS | Dieci nuovi archeologi specializzati per valorizzare i beni culturali siracusani

Una formazione specialistica per valorizzare e promuovere al meglio l’immenso patrimonio culturale siracusano. Ma anche importanti investimenti nel campo della formazione e delle strutture per rendere Siracusa sempre più una “città universitaria”. Sono i punti chiave della strada tracciata dall’amministrazione comunale di Siracusa e dall’Università di Catania che nei giorni scorsi, al Palazzo Vermexio, sono stati esposti nel corso della cerimonia di consegna dei  diplomi ai dieci nuovi archeologi specializzati in beni culturali, che hanno completato il percorso di formazione specialistica per l’anno accademico 2020/2021.

Un momento importante per i nuovi archeologi, ma anche per Siracusa e per l’ateneo Catanese

“La giornata di oggi rappresenta un momento importante per i nuovi dieci archeologici, ma anche per Siracusa e per l’ateneo catanese che in questi ultimi anni ha consolidato la sua presenza in questo territorio con investimenti importanti” ha spiegato il rettore Francesco Priolo dell’Università di Catania

“Mi riferisco agli interventi di ristrutturazione per 1,2 milioni di euro del palazzo Impellizzeri, prossima sede delle attività formative, concesso dal Comune e che entro un anno sarà restituito alla città. Altri 9 milioni di euro saranno investiti sull’ex caserma Abela, attuale sede della Struttura didattica speciale di Architettura, con un progetto già esecutivo inserito nel Piano triennale delle opere pubbliche dell’ateneo. Stiamo, inoltre, lavorando per acquisire nuovi finanziamenti tramite bandi ministeriali sull’edilizia universitaria e sulla coesione territoriale per far sì che l’investimento dell’Università di Catania su Siracusa sia a lungo termine”.

archeologi specializzati
Intervento del rettore Francesco Priolo
Gli archeologi specializzati, figure sp di fondamentale importanza

“L’amministrazione comunale, con il prezioso supporto dell’ateneo catanese e grazie ai fondi del Pnrr, è impegnata nella realizzazione di un archeo-parco e di nuovi parchi urbani, finalizzati alla valorizzazione e riqualificazione dell’immenso patrimonio archeologico siracusano. Parliamo di progetti per un ammontare di 50 milioni di euro, alcuni già finanziati, altri ammessi a finanziamento, che vedono protagonista l’archeologia e l’identità di Siracusa”, ha spiegato il primo cittadino Francesco Italia.


“La figura dell’archeologo specializzato è di fondamentale importanza per la valorizzazione del patrimonio archeologico siracusano perché purtroppo ancora oggi ci si limita ad una gestione dei beni culturali finalizzata solo alla custodia” ha aggiunto l’assessore Fabio Granata.

“E, invece, occorrono quelle conoscenze e competenze che i neo archeologi diplomati oggi in questa sede, nella Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici seconda solo a quella di Atene, hanno acquisito per valorizzare quell’immenso patrimonio materiale e immateriale siracusano. Credo che il patrimonio archeologico di Siracusa sia tra i più importanti al mondo e per garantire la migliore gestione possibile dei beni culturali, con investimenti anche nel campo della formazione, è indispensabile che i parchi archeologici abbiano una propria autonomia”.

Nel corso della cerimonia sono intervenuti anche i docenti Daniele Malfitana e Marina Paino dell’ateneo catanese

“La cerimonia di consegna del diploma rappresenta l’esito finale di un impegno di due anni di formazione specialistica che gli allievi hanno ricevuto, sia con didattica frontale in aula che con esperienze maturate sul campo in  scavi archeologici , ricerche in laboratori e depositi di musei e parchi archeologici, tirocini formativi nelle Soprintendenze dell’isola” ha spiegato il direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici

“Con il conseguimento del titolo, l’allievo diventa archeologo professionista e da questo momento in poi può iniziare un percorso di inserimento nel mondo della ricerca, delle professioni, del lavoro, dell’imprenditoria dove il tema “archeologia” dalla forte trasversalità riesce a dialogare molto bene”.
Per la direttrice del Dipartimento di Scienze umanistiche “la rinnovata collaborazione tra l’Università di Catania e il Comune di Siracusa consentirà ai dieci neo archeologi specializzati, grazie alle importanti competenze acquisite tramite questo impegnativo percorso, di poter svolgere una brillante carriera in Italia e all’estero“.

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NEWS| L’UniCt vola in Mesopotamia con un nuovo progetto di archeologia urbana

L’archeologia dell’Università di Catania incrementerà la sua presenza in Medio Oriente.

Dopo le scoperte archeologiche nel Caucaso meridionale, infatti, sarà avviato nel 2022 il primo progetto di archeologia urbana a Baghdad promosso dal prof. Nicola Laneri del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania. Il progetto è reso possibile grazie alla collaborazione con l’Iraqi State Board of Antiquities and Heritage (SBAH), diretto dal prof. Hussein Laith.
Il progetto archeologico è stato definito nel corso dell’incontro avvenuto in questi giorni a Baghdad dove il prof. Laneri siglerà la prossima settimana l’accordo di collaborazione tra l’Università di Catania con le autorità irachene. Gli scavi si svolgeranno nel sito di Tell Muhammed a Baghdad.

Il commento del Prof. Laneri

<<L’accordo che sarà siglato prevede uno scambio di know-how per il quinquennio 2022-26 e avrà l’obiettivo di far ripartire la ricerca archeologica – spiega il prof. Laneri, docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente. Ma soprattutto – continua – una progettualità che possa permettere a Baghdad di tornare ad essere un polo d’attrazione turistica dopo le guerre che hanno martoriato l’Iraq durante il corso degli ultimi vent’anni. L’Urban Archaeology a Baghdad sarà anche una straordinaria opportunità per studiosi e studenti dell’Università di Catania di scoprire le vestigia di antiche società della Mesopotamia, la Terra tra i due fiumi culla delle prime civiltà, lungo il corso del fiume Tigri>>.


L’accordo – che verrà sottoscritto dal docente etneo con il prof. Hussein Laith, direttore dell’Iraqi State Board of Antiquities and Heritage – prevede anche un supporto da parte di studiosi e studenti dell’Università di Catania nello scavo dell’antica città di Baghdad che si trova lungo la sponda orientale del fiume Tigri.

Museo di Baghdad, il prof. Nicola Laneri accanto al Vaso di Warka

Nel corso della missione a Baghdad il prof. Nicola Laneri ha incontrato anche l’ambasciatore italiano in Iraq, Bruno Pasquino.
<<L’ambasciatore italiano – spiega il prof. Laneri – ha evidenziato l’importanza strategica del progetto che potrebbe consentire di mettere a disposizione delle autorità locali la conoscenza e la tradizione italiana nello studio, restauro e promozione del patrimonio archeologico della città di Baghdad creando così il primo parco archeologico urbano della capitale irachena. A partire dal 2022 l’Università di Catania avrà quindi un’altra opportunità per promuovere le straordinarie capacità dei suoi studiosi nello studio delle società antiche>>, conclude il docente etneo.

Da sinistra i docenti Nicolò Marchetti (Università di Bologna), Tim Harrison (Università di Toronto), Hussein Laith (direttore generale SBAH) e Nicola Laneri (Università di Catania)

 

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NEWS| Missione archeologica italo-arzebaijana nel Caucaso meridionale

Ci troviamo a Tava Tepe, un villaggio dell’Arzebaijan occidentale, nella provincia di Agstafa da cui passa la valle del fiume Kura. La zona indagata è in corso di scavo da una missione archeologica italiana, con la collaborazione dell’Università di Catania e del Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies (CAMNES). Ciò che i risultati sembrano far intendere è che questa zona sia stata destinazione prediletta di un gruppo di guerrieri nomadi, i quali vi soggiornavano durante i mesi del lungo inverno. Sembrerebbe infatti che questa popolazione praticasse la transumanza tra i monti della provincia e lungo la valle del Kura. Gruppi come questi infatti hanno lasciato tracce della loro Cultura kurgan, con l’uso dei tumuli funerari circolari a camera coperta con ricchi corredi, tipici dell’età del Bronzo. Infatti, i confronti sono nati grazie alla presenza di siti simili e contemporanei nell’area del Caucaso meridionale, scavati dalla missione in passato. Le indagini si erano concentrate proprio sui tumuli funerari circolari (kurgans), databili ad un periodo che va dal IV al I millennio a.C.

missione archeologica caucaso
Veduta dal sito in corso di scavo (via Bollettino d’Ateneo, Università degli studi di Catania)

 

missione archeologica caucaso
Alcune fasi dello scavo (via Bollettino d’Ateneo dell’Università degli studi di Catania)

 

Le parole dei protagonisti della missione archeologica e il progetto nel Caucaso

«Sono le sei del mattino sulla sommità del sito di Tava Tepe e i primi raggi di sole incontrano il fiume Kura all’orizzonte e, più in là, le asperità dei monti del Caucaso meridionale, scandendo cicli agropastorali millenari . Uno spettacolo, questo, che le comunità che frequentavano il sito più di tremila anni fa dovevano conoscere bene, e che si rinnova ogni giorno davanti agli occhi dei membri della missione italo-azerbaigiana». (Chiara Pappalardo, social media manager del progetto GaRKAP, Ganja Region Kurgan Archaeological Project).

La missione, avviata ad agosto e che si concluderà a metà settembre, ha visto anche la partecipazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, che ha finanziato le ricerche.

In quattro anni di collaborazione, gli archeologi impegnati nel progetto hanno scavato numerosi tumuli. Si ricorda la campagna nella provincia di Goranboy, dove è stato scoperto il più antico kurgan del periodo Kura-Araxes databile al 3.660 a.C. I ritrovamenti comprendevano salme, corredi e slitte carbonizzate, da cui era emerso il ritratto della società nomade egualitaria, con credenze e culti magici. I kurgans rappresentano infatti una tradizione funeraria del V millennio a.C. che dalle steppe russe giunge fino al Caucaso Meridionale. Le strutture, di estrema importanza archeologica, erano già note ad Erodoto.

Lo scavo

I primi risultati, frutto delle ricerche, di ricognizione e di scavo, mostrano la presenza di diverse aree di lavorazione e di stoccaggio delle derrate alimentari. In base ai materiali rinvenuti si potrebbe pensare ad una datazione che va dal 1200 a.C. fino al 900 a.C. circa, tra la Tarda Età del Bronzo e l’Antica Età del Ferro.

Immagini di alcuni reperti dalla campagna di scavo (via Bollettino d’Ateneo, Università degli studi di Catania):

 

 

missione archeologica caucaso

 

Immagine di copertina, via Bolletino d’Ateneo, Università degli studi di Catania.

 

 

 

 

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NEWS | Maria Vita Romeo (UniCt) presenta “Blaise Pascal. Opere complete”

Sarà presentato mercoledì 20 gennaio, alle 16, su piattaforma Zoom, il volume Blaise Pascal. Opere complete, edito da Bompiani (2020). Il volume è curato da Maria Vita Romeo, docente di Filosofia Morale del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania.  È dedicato al grande filosofo, fisico e matematico francese, con testi a fronte in latino e in francese.

Blaise Pascal, opere complete (© Maria Vita Romeo)


Alla presentazione online, oltre alla docente autrice del volume, interverranno Francesco Brancato dello Studio Teologico San Paolo di Catania, e i docenti dell’ateneo catanese Giuseppe Pezzino (Filosofia Morale) e Alessandro Pluchino (Fisica teorica, modelli e metodi matematici).
L’incontro è organizzato dal Centro Interdipartimentale di Studi su Pascal e il Seicento (CESPES). È, inoltre, promosso dal Dipartimento di Scienze Umanistiche, dal Dipartimento di Matematica e Informatica e dal Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Catania.

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NEWS | Stromboli, ricerca italiana mette in guardia dal rischio di eruzioni

Un nuovo studio, coordinato dal prof. Marco Viccaro del Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania, presenta dati all’avanguardia sulle eruzioni vulcaniche a Stromboli.

La necessità di nuovi interventi per incrementare il livello di allerta sull’isola

Lo studio, pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista Scientific Reports del gruppo Nature, ha definito i processi e i tempi di innesco delle eruzioni parossistiche, altamente esplosive, del vulcano Stromboli nell’estate del 2019. Al tempo stesso suggerisce la necessità di nuovi interventi per incrementare il livello di allerta sull’isola, per mitigare i rischi associati ai fenomeni eruttivi.

La ricerca, dal titolo Shallow conduit dynamics fuel the unexpected paroxysms of Stromboli volcano during the summer 2019, è coordinata da Marco Viccaro, docente di Geochimica e Vulcanologia al Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’ateneo catanese. L’analisi è stata sviluppata in collaborazione con un team di ricercatori dell’Università di Catania, dell’Università della Calabria, dell’Università di Perugia e dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

L’elaborazione dei dati micro-analitici alla base della ricerca

Alla base della ricerca l’elaborazione di dati micro-analitici d’avanguardia, ottenuti su cristalli portati alla luce e inclusi nei prodotti piroclastici emessi nel corso della straordinaria attività eruttiva dello Stromboli del 3 luglio e del 28 agosto 2019. Le informazioni sono state integrate anche con dati geofisici relativi alle deformazioni dei fianchi del vulcano registrate nei minuti precedenti le eruzioni parossistiche.

L’interesse della vulcanologia moderna verso questa tipologia di attività deriva dal carattere spiccatamente inaspettato di queste fenomenologie eruttive, che incrementa esponenzialmente i rischi per la popolazione e per le attività antropiche, specialmente turistiche, sull’isola, in quanto risulta pressoché “invisibile” agli attuali strumenti di early warning propedeutici per la mitigazione dei rischi stessi, ha spiegato il prof. Marco Viccaro.

“Attraverso modelli di diffusione intra-cristallina avanzati, capaci di estrarre i tempi di movimento di specifici elementi volatili contenuti all’interno dei cristalli, e l’integrazione delle informazioni relative alle deformazioni del suolo, il gruppo di ricerca ha ricostruito i meccanismi e i tempi che portano all’escalation di fenomeni in grado di scatenare simili eruzioni parossistiche allo Stromboli“, continua il docente dell’ateneo catanese. “Finora la letteratura scientifica ha attribuito le cause primarie per lo sviluppo delle eruzioni parossistiche a processi bottom up, ovvero a ricariche veloci di magmi ricchi in gas, provenienti dai livelli più profondi del sistema di alimentazione del vulcano. L’innovazione apportata con il presente studio si basa sul fatto che l’innesco di eruzioni parossistiche sia, invece, da attribuire a processi top down del tutto accidentali, dovuti ad esempio a repentine modifiche della geometria delle parti più superficiali dei condotti, oppure a ostruzioni transienti degli stessi. Ne consegue che le tempistiche per l’attivazione dei fenomeni eruttivi dell’estate 2019 a Stromboli siano risultate estremamente rapide, ovvero comprese in un range da poche decine di secondi e fino a 2-3 minuti”.

Le implicazioni emergenti da questo studio – conclude il prof. Marco Viccaro – sono rilevanti poiché mettono di fronte alla comunità scientifica vulcanologica e alle autorità preposte alla protezione civile un quadro di sostanziale incapacità, dell’attuale sistema di early warning presente sull’isola, di anticipare con sufficiente preavviso eventi eruttivi di questa portata, stimolando dunque la ricerca di nuovi parametri e segnali precursori utili per incrementare il livello di allerta a preludio di queste fenomenologie.

 

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NEWS | Monastero dei Benedettini, 390 mila euro in arrivo dalla Regione Sicilia

Dalla Regione 390 mila euro per potenziare la fruizione del Monastero dei Benedettini

Il progetto, coordinato dalla prof.ssa Federica Santagati, prevede il completamento dell’allestimento nel Museo della Fabbrica e la realizzazione di nuovi strumenti digitali.

La Regione Siciliana ha stanziato, nell’ambito del Po Fesr 2014-2020, un finanziamento di 390 mila euro per il progetto di potenziamento delle attività di fruizione del Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena e del suo Museo della Fabbrica.

Il progetto, articolato in due sezioni, nel suo insieme è stato elaborato fra fine 2017 e inizi del 2018 dalla prof.ssa Federica Maria Chiara Santagati (responsabile scientifica), ricercatrice di Museologia e critica artistica del restauro nel dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, con la collaborazione di Officine Culturali.

La prima parte del progetto prevede il completamento dell’allestimento del Museo della Fabbrica con contenuti riguardanti le fasi fondamentali della vita del complesso monumentale, la cui storia è in buona parte contenuta nell’Archivio del Museo. L’allestimento permetterà di ricostruire le fasi più significative del cantiere finalizzato al recupero architettonico e sarà accompagnato dal catalogo e da materiale a stampa che ne faciliti la comprensione.

Per questa prima parte il finanziamento approvato dalla Regione Siciliana è di 295 mila euro. Per una migliore fruizione, dovranno poi essere realizzati nuovi strumenti digitali in grado di integrare la mediazione degli operatori museali. Questa seconda parte del progetto, relativa alla digitalizzazione degli allestimenti, sarà finanziata con altri 95 mila euro.

Nel suo insieme il progetto si svilupperà in diverse fasi: ricerca e verifica dei contenuti “Storia del Monastero”; setting degli output educativi (test con campioni di utenza potenziale, coinvolgimento e co-progettazione); adeguamento dei contenuti agli output previsti; sviluppo dei contenuti audiovisivi; realizzazione dell’allestimento permanente e di cataloghi, brochure, proposte didattiche e di altri materiali utili alla fruizione. Oltre alla collaborazione dell’associazione Officine Culturali, che già oggi è impegnata nella gestione e nella valorizzazione del Monastero, nella realizzazione del progetto saranno coinvolti anche gli studenti (soprattutto dei corsi di magistrale).

Il complesso architettonico del Monastero dei Benedettini è un gioiello del tardo barocco siciliano che nasce nel XVI secolo e rappresenta un perfetto esempio di integrazione architettonica tra le epoche. Patrimonio Unesco dal 2002 e restaurato su progetto dell’architetto Giancarlo De Carlo, oggi è sede del dipartimento di Scienze umanistiche dell’Ateneo catanese. Al suo interno si trovano domus romane, chiostri, un giardino pensile, le antiche cucine benedettine (oggi “Museo della Fabbrica”, che ne racconta le fasi costruttive, gli usi e il recupero), sotterranei e corridoi a perdita d’occhio.

“Il Monastero – spiega la prof.ssa Santagati – è fruito oggi da decine di migliaia di persone ogni anno per le sue attività istituzionali e culturali: oltre ai 12 mila iscritti ai corsi di laurea, si stimano circa 55 mila visitatori annui, di cui 32 mila coinvolti in attività di educazione e comunicazione del patrimonio culturale, grazie soprattutto alla convenzione pluriennale con l’Associazione Officine Culturali. Stimiamo che, con questo progetto, nel corso dei quattro anni successivi alla sua realizzazione si possa ottenere un incremento fino al 75% circa degli utenti annui rispetto al presente, anche grazie all’effetto di reciproca positiva influenza che si potrà innescare tra il Monastero e l’Ex Manifattura Tabacchi, non solo molto vicini ma anche complementari per la narrazione urbana”.

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NEWS | Start Cup Catania 2020, pubblicata la graduatoria degli ammessi alla seconda fase

Entra nel vivo della Start Cup Catania 2020, la business plan competition dell’Università di Catania, promossa dall’Area della Terza Missione dell’Ateneo (Ripartizione “Valorizzazione Economica del Sapere Scientifico”), che anche quest’anno premia le migliori idee imprenditoriali più innovative e originali, provenienti dal mondo accademico e della ricerca. E’ stata pubblicata in questi giorni la graduatoria dei team che hanno partecipato al bando e che sono stati ammessi alla seconda fase.
In totale erano state presentate tredici idee imprenditoriali, otto delle quali ammesse dal Comitato Tecnico Scientifico della manifestazione alla fase successiva, in quanto rispondenti alle caratteristiche richieste dal bando: originalità e presenza di un alto contenuto di conoscenza maturata nell’ambito di un’università o di un ente pubblico di ricerca nazionale o internazionale. I progetti selezionati riguardano, in particolare, i seguenti argomenti:
• Tobesia (44 punti): un nuovo sistema informativo che nasce con l’obiettivo di facilitare l’interazione e la comunicazione tra il paziente che vuole curare l’obesità ed il team di professionisti che lo seguono.
• GenoMe (43 punti): creazione di un’azienda di biotecnologia con lo scopo di sviluppare nuovi test riguardami la medicina di precisione. In particolare l’obiettivo è quello di evidenziare la variabilità individuale genetica e del microbioma intestinale per il trattamento e la prevenzione delle malattie benigne e tumorali.
• Herman (42 punti): innovativo sistema indoor di coltivazione idroponica che consente di autoprodurre prodotti vegetali di alta qualità, a Km 0, senza la presenza di pesticidi e metalli pesanti inquinanti, in tempi di produzione ridotti del 50% e di avere alte rese in dimensioni ridotte.
• UaaSApp -University-as-a-Service- App (41 punti): piattaforma mobile che si propone come integratore dei servizi destinati alla comunità universitaria, con un focus su trasporti e accessibilità alle sedi universitarie e ai comportamenti sostenibili in era post pandemica.
• Kerlot (39 punti): sviluppo di progetti IoT nell’ambito di Agricoltura di precisione, Smart cities & Health. Questa tecnologia ha molto da offrire, soprattutto in Sicilia, una terra fertile pronta a trasformarsi con innovazione e ricerca.
• Grain for Brain – Biosnack smart e funzionale per la mente (38 punti): idea imprenditoriale che consiste nella formulazione e nello sviluppo di un prodotto da forno innovativo e funzionale, a base di materie prime tipiche della tradizione siciliana, da produrre e commercializzare nell’ambito dell’Università di Catania.
• Probiotech (37 punti): piattaforma di servizi, per la formulazione e realizzazione di prodotti e processi innovativi per il miglioramento della salute umana e di una ceppoteca nutraceutica del Mediterraneo, per la formulazione di prodotti health-promoting.
• Varcheo – Realtà aumentata per la Valle dei Templi (34 punti): app per la ricostruzione di un paesaggio archeologico tramite realtà aumentata: puntando la fotocamera verso un monumento della Valle dei Templi di Agrigento apparirà un’immagine 3D del sito al suo antico splendore. Agli otto team verrà fornita assistenza alla stesura del business plan da parte di professionisti esperti; i business plan presentati dai gruppi in concorso partecipano alla competizione finale che si concluderà con l’assegnazione di premi in denaro: 5 mila euro al primo classificato; 3 mila euro al secondo e 2 mila euro al terzo. Inoltre, i team vincitori hanno accesso a “Start Cup Sicilia 2020”, la competizione regionale che vede federate le Start Cup delle Università siciliane di Catania, Enna, Messina e Palermo.

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NEWS | L’Università di Catania aderisce a Coursera for Campus, al via i tirocini curriculari a distanza

L’Università di Catania attiva i tirocini a distanza con la piattaforma Coursera for Campus. Dopo aver riattivato le lezioni per tutti i corsi di laurea, gli esami di profitto e gli esami di laurea, oltre alle attività didattiche dei corsi post-laurea (dottorati, master e specializzazioni), erogate tramite la piattaforma Microsoft Teams, l’Ateneo consentirà, in tempi brevissimi, anche se solo fino al termine dell’emergenza, di realizzare le attività di tirocinio per i propri studenti usufruendo della più grande e qualificata piattaforma al mondo di formazione on line che ha messo il proprio catalogo di corsi a disposizione delle università e degli studenti di tutte le zone del mondo interessate dagli effetti del Coronavirus.

Attraverso questa offerta, originariamente prevista per aziende e professionisti, fino a 5 mila studenti e studentesse regolarmente iscritti alle lauree triennali e magistrali dell’Università di Catania potranno avere accesso gratuito a 3.800 corsi di alta qualità e 400 specializzazioni, principalmente in lingua inglese, forniti da importanti università e aziende. Tra i partner di Coursera, sia come clienti che come fornitori di corsi, ci sono atenei quali Yale, Duke University, Johns Hopkins University, Michigan, Colorado, Illinois, e, in Europa, la University of London, l’Hec di Parigi, l’Imperial College of London, e ancora multinazionali quali Ibm, Google, Intel. I contenuti dei corsi – che potranno essere riconosciuti come tirocini curriculari o crediti liberi per ulteriori attività formative, o ancora come formazione specialistica o sviluppo di competenze – riguardano l’economia, la tecnologia, la scienza dei dati, l’informatica, IT e Cloud Computing, arte e letteratura, health care, fisica e ingegneria, le lingue e altro ancora. Gli studenti che aderiranno, prenotandosi sul sito internet dell’Università di Catania entro il 4 maggio prossimo, riceveranno un invito da Coursera nella propria casella di posta istituzionale, e da qui potranno creare il proprio profilo e accedere ai corsi prescelti, attivandoli entro il 31 luglio e completando le attività entro il 30 settembre 2020.

“Siamo uno dei pochi atenei italiani ad aver aderito a questa piattaforma di altissima qualità – sottolinea il rettore Francesco Priolo -, grazie a questo strumento i nostri studenti potranno finalmente completare il loro percorso di laurea e di laurea magistrale frequentando attività certificabili utili al riconoscimento dei crediti del tirocinio curriculare obbligatorio, anche se intendiamo utilizzarla a questo scopo solo fino a quando rimarranno vietate le attività di tipo tradizionale presso aziende o enti”. “Chi aderirà e seguirà con regolarità i corsi proposti – prosegue il rettore – avrà l’importante opportunità di approfondire le proprie conoscenze scientifiche, accrescere le soft skills, imparare le lingue, migliorare le competenze relative ad alcuni software e di utilizzare la frequenza certificata di attività che potranno essere validate in caso di parere positivo dei presidenti dei corsi di studio”.

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NEWS | L’UniCt produrrà soluzione disinfettante per la Protezione civile regionale

L’Università di Catania produrrà gel alcolico disinfettante per conto del Dipartimento della Protezione civile della Presidenza della Regione Siciliana. Un contributo importante previsto dall’accordo di collaborazione finalizzato a contrastare l’emergenza Covid-19 sottoscritto oggi dal rettore Francesco Priolo dell’Università di Catania e dal dirigente del Dipartimento regionale di Protezione civile Calogero Foti.

I laboratori dell’ateneo di Catania – tramite il dipartimento di Scienze chimiche, con un team coordinato dal direttore Roberto Purrello, e il dipartimento di Scienze del Farmaco, con un team coordinato dal direttore Rosario Pignatello – produrranno fino a un massimo di mille litri al giorno di soluzione disinfettante secondo le linee guida dell’Oms con materie prime (etanolo 96%, glicerina, acqua ossigenata) fornite dalla Protezione civile.

“Questa convenzione – spiega il rettore Francesco Priolo – offre alla nostra comunità l’occasione per fare qualcosa di concreto per il nostro territorio, di dare un contributo che si unisce a quello che quotidianamente i nostri colleghi medici danno con il loro impegno in prima linea nella gestione dell’emergenza che stiamo vivendo”. La Protezione civile provvederà successivamente alla distribuzione sul territorio regionale, sulla base delle richieste pervenute. Il rapporto di collaborazione prevede inoltre la realizzazione di attività di ricerca e sviluppo che potranno essere oggetto di tesi di laurea e tirocini formativi.
Già dallo scorso 13 marzo, i laboratori dell’Università di Catania stanno producendo soluzione disinfettante sia per le strutture universitarie, sia per enti pubblici, forze dell’ordine, centri di ricerca e organizzazioni di volontariato che ne hanno fatto richiesta.

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NEWS | “UniCt per Dantedì”, l’iniziativa social per la giornata dedicata a Dante

Il 25marzo – data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia – si celebrerà per la prima volta il “Dantedì”. Una giornata dedicata a Dante Alighieri, recentemente istituita dal Governo.

‪L’appuntamento nazionale è per le ore 12 di mercoledì 25 marzo, orario in cui siamo tutti chiamati a leggere Dante e a riscoprire i versi della Commedia. Le celebrazioni, seppur a distanza, proseguiranno durante tutta la giornata sui social, con pillole, letture in streaming, performance dedicate a Dante, con gli hashtag ufficiali #Dantedì e #IoleggoDante.

UniCt per Dantedì

Anche l’Università degli Studi di Catania ha aderito al progetto nazionale e, grazie alla collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, ha realizzato un video della lettura dell’Inferno. Gli attori Pietro Pace, Luca Iacono, Egle Doria, Simone Luglio, Franco Mirabella e Silvio Laviano leggeranno le terzine del XXVI Canto, sulle musiche originali del compositore Edmondo Romano.

Il video integrale sarà pubblicato alle 12 sul canale YouTube di Zammù Multimedia, la webtv d’Ateneo, che ha realizzato il montaggio dei videoselfie inviati dagli attori.

Anche Radio Zammù rende omaggio al padre della lingua italiana con una poesia, tratta da “Le rime”, letta da quattro speaker, ognuno rigorosamente da casa propria! I versi scelti dalla redazione sono un inno allo stare insieme con gli amici in allegria e spensieratezza, nella speranza di poterlo fare presto anche tutti noi.

Naturalmente, non poteva mancare l’apporto dei docenti dell’Ateneo: anche Rosario Castelli e Andrea Manganaro (Letteratura italiana, Dipartimento di Scienze umanistiche Disum) hanno realizzato due contributi video che saranno pubblicati sullo stesso canale.

Anche le lezioniadistanza di discipline letterarie dei corsi di studio dell’Università di Catania, che saranno tenute il 25 marzo tramite la piattaforma MSTeams, saranno dedicate al Sommo Poeta.

All’iniziativa aderisce inoltre l’Associazione degli Italianisti Italiani, con cui Unict collabora da anni, e che coinvolgerà a distanza gli alunni di moltissime scuole siciliane e non solo.

Mibact

Tra le iniziative istituzionali, si segnala in particolare che sul canale YouTube del Mibact e sul sito del Corriere della Sera sarà trasmesso un filmato, realizzato appositamente per questa prima edizione del “Dantedì”. In questo saranno presenti i preziosi contributi di Paolo Di Stefano, giornalista del suddetto quotidiano e promotore della giornata dedicata a Dante; Alberto Casadei dell’Associazione degli italianisti; Claudio Marazzini presidente dell’Accademia della Crusca; Carlo Ossola presidente del Comitato per le celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante; del linguista e filologo Luca Serianni della Società Dante Alighieri; di Natascia Tonelli dell’Università di Siena; di Sebastiana Nobili dell’Università di Ravenna.

Dante è il simbolo della cultura e della linguaitaliana, ricordarlo insieme sarà un modo per unire ancora di più il Paese in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo.

     XXVI Canto dell’Inferno
Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande
che per mare e per terra batti l’ali,
e per lo ‘nferno tuo nome si spande!

Tra li ladron trovai cinque cotali
tuoi cittadini onde mi ven vergogna,
e tu in grande orranza non ne sali.

Ma se presso al mattin del ver si sogna,
tu sentirai, di qua da picciol tempo,
di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna.

E se già fosse, non saria per tempo.
Così foss’ei, da che pur esser dee!
ché più mi graverà, com’ più m’attempo.

Noi ci partimmo, e su per le scalee
che n’avea fatto iborni a scender pria,
rimontò ’l duca mio e trasse mee;

e proseguendo la solinga via,
tra le schegge e tra ’ rocchi de lo scoglio
lo piè sanza la man non si spedia.

Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio
quando drizzo la mente a ciò ch’io vidi,
e più lo ’ngegno affreno ch’i’ non soglio,

perché non corra che virtù nol guidi;
sì che, se stella bona o miglior cosa
m’ ha dato ’l ben, ch’io stessi nol m’invidi.

Quante ’l villan ch’al poggio si riposa,
nel tempo che colui che ’l mondo schiara
la faccia sua a noi tien meno ascosa,

come la mosca cede a la zanzara,
vede lucciole giù per la vallea,
forse colà dov’e’ vendemmia e ara:

di tante fiamme tutta risplendea
l’ottava bolgia, sì com’io m’accorsi
tosto che fui là ’ve ’l fondo parea.

E qual colui che si vengiò con li orsi
vide ’l carro d’Elia al dipartire,
quando i cavalli al cielo erti levorsi,

che nol potea sì con li occhi seguire,
ch’el vedesse altro che la fiamma sola,
sì come nuvoletta, in sù salire:

tal si move ciascuna per la gola
del fosso, ché nessuna mostra ’l furto,
e ogne fiamma un peccatore invola.

Io stava sovra ’l ponte a veder surto,
sì che s’io non avessi un ronchion preso,
caduto sarei giù sanz’esser urto.

E ’l duca, che mi vide tanto atteso,
disse: “Dentro dai fuochi son li spirti;
catun si fascia di quel ch’elli è inceso”.

“Maestro mio”, rispuos’io, “per udirti
son io più certo; ma già m’era avviso
che così fosse, e già voleva dirti:

chi è ’n quel foco che vien sì diviso
di sopra, che par surger de la pira
dov’Eteòcle col fratel fu miso?”.

Rispuose a me: “Là dentro si martira
Ulisse e Dïomede, e così insieme
a la vendetta vanno come a l’ira;

e dentro da la lor fiamma si geme
l’agguato del caval che fé la porta
onde uscì de’ Romani il gentil seme.

Piangevisi entro l’arte per che, morta,
Deïdamìa ancor si duol d’Achille,
e del Palladio pena vi si porta”.

“S’ei posson dentro da quelle faville
parlar”, diss’io, “maestro, assai ten priego
e ripriego, che ’l priego vaglia mille,

che non mi facci de l’attender niego
fin che la fiamma cornuta qua vegna;
vedi che del disio ver’ lei mi piego!”.

Ed elli a me: “La tua preghiera è degna
di molta loda, e io però l’accetto;
ma fa che la tua lingua si sostegna.

Lascia parlare a me, ch’i’ ho concetto
ciò che tu vuoi; ch’ei sarebbero schivi,
perch’e’ fuor greci, forse del tuo detto”.

Poi che la fiamma fu venuta quivi
dove parve al mio duca tempo e loco,
in questa forma lui parlare audivi:

“O voi che siete due dentro ad un foco,
s’io meritai di voi mentre ch’io vissi,
s’io meritai di voi assai o poco

quando nel mondo li alti versi scrissi,
non vi movete; ma l’un di voi dica
dove, per lui, perduto a morir gissi”.

Lo maggior corno de la fiamma antica
cominciò a crollarsi mormorando,
pur come quella cui vento affatica;

indi la cima qua e là menando,
come fosse la lingua che parlasse,
gittò voce di fuori e disse: “Quando

mi diparti’ da Circe, che sottrasse
me più d’un anno là presso a Gaeta,
prima che sì Enëa la nomasse,

né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né ’l debito amore
lo qual dovea Penelopè far lieta,

vincer potero dentro a me l’ardore
ch’i’ ebbi a divenir del mondo esperto
e de li vizi umani e del valore;

ma misi me per l’alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola da la qual non fui diserto.

L’un lito e l’altro vidi infin la Spagna,
fin nel Morrocco, e l’isola d’i Sardi,
e l’altre che quel mare intorno bagna.

Io e’ compagni eravam vecchi e tardi
quando venimmo a quella foce stretta
dov’Ercule segnò li suoi riguardi

acciò che l’uom più oltre non si metta;
da la man destra mi lasciai Sibilia,
da l’altra già m’avea lasciata Setta.

“O frati,” dissi, “che per cento milia
perigli siete giunti a l’occidente,
a questa tanto picciola vigilia

d’i nostri sensi ch’è del rimanente
non vogliate negar l’esperïenza,
di retro al sol, del mondo sanza gente.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza”.

Li miei compagni fec’io sì aguti,
con questa orazion picciola, al cammino,
che a pena poscia li avrei ritenuti;

e volta nostra poppa nel mattino,
de’ remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.

Tutte le stelle già de l’altro polo
vedea la notte, e ’l nostro tanto basso,
che non surgëa fuor del marin suolo.

Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che ‘ntrati eravam ne l’alto passo,

quando n’apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna.

Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto;
ché de la nova terra un turbo nacque
e percosse del legno il primo canto.

Tre volte il fé girar con tutte l’acque;
a la quarta levar la poppa in suso
e la prora ire in giù, com’altrui piacque,

infin che ’l mar fu sovra noi richiuso”.