È stato approvato di recente un importante progetto per le Vele di Scampia, a Napoli, per cercare di cambiare il modo di vedere il difficile quartiere della città campana. Questa periferia è conosciuta per la camorra, la violenza e lo spaccio, ma grazie alla realizzazione di un Polo didattico della prestigiosa UniversitàFederico II si punta alla riqualificazione del quartiere.
Il progetto universitario
“E’ un messaggio importante per tutto il Paese” ha dichiarato il rettore della Federico II, Matteo Lorito. “Dimostreremo che si può cambiare la reputazione di un quartiere e imprimere così una svolta positiva”. Il progetto è stato avviato dal Comune solo da qualche giorno, con lo scopo di terminare l’edificio dove verrà posto il Polo di Scienze infermieristiche entro il mese di settembre.
Il Polo conterrà una serie di ambulatori di vari ambiti medici come psicologia e diagnostica. Si punta a far trasferire, al termine dei lavori di costruzione, gli studenti del primo anno di professioni sanitarie, circa 1500 ragazzi, con l’obiettivo di fare di Scampia un luogo adatto alla comunità.
L’organizzazione
Il progetto, approvato dal Ministero, sarà anche un presidio per le problematiche sanitarie della zona. Si parla soprattutto di accoglienza dei malati con l’utilizzo di ambulatori aperti al pubblico. Non mancano ovviamente alcune criticità, come il problema trasporti, la cui soluzione sarà il potenziamento del servizio autobus. Tra gli scopi si cerca di allacciare contatti con le associazioni che svolgono attività sociali, in modo da incrementare il rapporto tra l’Ateneo e Scampia. Come ha confermato Lorito, il progetto si estenderà verso altre periferie come Bagnoli e Ponticelli. Un’operazione importante per far cessare gli stereotipi dei quartieri disagiati.
L’appello dei docenti contrari al Green Pass nel mondo universitario si arricchisce di una voce autorevole, lo storico Alessandro Barbero.
L’appello dei docenti contrari
Il 6 agosto è stato varato il decreto-legge che estende l’utilizzo del Green Pass ad una serie di attività; a causa di ciò, alcuni docenti universitari, il 6 settembre, hanno pubblicato un appello contro l’impiego del green-pass all’interno dell’università.
L’appello dei docenti universitari contro la natura discriminatoria del “Green Pass”, per ribadire che l’Università è un luogo di inclusione e per avviare un serio e approfondito dibattito sui pericoli di una tale misura, evitando ogni forma di esclusione e di penalizzazione di studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo.
– la violazione di “quei diritti di studio e formazione che sono garantiti dalla Costituzione”, “pericoloso precedente” nella storia del Paese;
– l’estensione, “di fatto, dell’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico”.
Si chiede quindi:
– che venga preservata la “libertà di scelta di tutti e favorita l’inclusione paritaria, in ogni sua forma”;
– l’avvio di “un serio dibattito politico, nella società e nel mondo accademico tutto […] per evitare ogni penalizzazione di specifiche categorie di persone in base alle loro scelte personali e ai loro convincimenti”;
– l’abolizione e il rifiuto di “ogni forma di discriminazione” all’interno delle università.
Le richieste sono state confuse con le proclamazioni dei No Vax che, quotidianamente, affollano social e mezzi di comunicazione.
Il pensiero critico di Barbero
Lo storico torinese, noto divulgatore televisivo, Alessandro Barbero, ha deciso di firmare l’appello.
Qualcuno mi presenta come una specie di superstizioso fanatico contrario ai vaccini – dice Barbero in un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” – Ma nell’appello che ho firmato non si parla affatto dell’utilità dei vaccini, anzi si dice chiaramente che molti dei firmatari sono vaccinati, me compreso. Il problema che mi preoccupa è l’obbligo del green pass per gli studenti che dopo aver pagato fior di tasse universitarie sono esclusi dalle lezioni se non hanno il certificato.
Il docente risulterebbe maggiormente critico con il mondo della politica che, a suo dire, non si prenderebbe la responsabilità sull’argomento “obbligo vaccinale”:
Il governo ritiene di poter togliere alla gente diritti fondamentali, neppure civili o politici, ma umani, come quello di accedere a un ospedale o a una lezione universitaria, e considera la cosa irrilevante, tanto da non far sentire una parola per dire almeno che è preoccupato e dispiaciuto di doverlo fare, e senza prendersi la responsabilità di rendere obbligatorio per legge il vaccino, misura con cui io, sia pure non senza dubbi, alla fine sarei d’accordo.
L’Università “L’Orientale” di Napoli, che opera in Afghanistan dal 1957, in questo momento di profonda crisi continua a garantire le lezioni agli studenti bloccati nel Paese. Nonostante la situazione non si avvicini nemmeno lontanamente alla normalità, l’Università si adopera per far proseguire l’attività scientifica sui beni archeologici prodotta fino ad oggi. Buone notizie anche per ricercatori e docenti, la drammatica situazione ha bloccato l’attività sul campo, ma i risultati ottenuti non si perderanno, per tale scopo è di fondamentale importanza la collaborazione tra docenti e ricercatori dei due Paesi.
Garantire la sicurezza è uno degli obiettivi principali, collaborazione, anche in questo ambito, è la parola chiave.
«Studiare e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale afghano è un modo per difenderlo». Queste sono state le parole del rettore Roberto Tottoli, un vero e proprio monito di speranza. Intenzione dell’Università per l’immediato futuro è l’attivazione di agevolazioni per gli studenti afghani, con la massima attenzione per la salvaguardia della loro situazione particolarmente difficile. Si tratta di agevolazioni atte a garantire l’apprendimento in un contesto che cerca di ritrovare serenità anche grazie alla Cultura.
Il pensiero degli studenti fuori sede cade spesso nel dimenticatoio in questo difficile periodo, anche quando, raramente, il Governo si ricorda delle Università e dei suoi studenti. Lo studente fuori sede ha dovuto affrontare problemi nuovi con il Covid, non soltanto di natura pratica e logistica: affitti, tasse, borse di studio, ma anche altro. Nessuno può testimoniare meglio di uno studente di Archeologia fuori sede quanto la DAD abbia dato e tolto: ha diminuito le distanze con la famiglia, ma ha allontanato da scavi e laboratori. Un interessante punto di vista a riguardo è offerto da GerlandoDario Fiaccabrino, studente triennale che, partendo da Agrigento tre anni fa, ha deciso di intraprendere il Corso di Scienze Archeologiche alla Sapienza di Roma.
“Essere uno studente fuori sede non è facile, né piacevole, porta ad allontanarti da ciò che ami. Luoghi in cui sei nato e cresciuto, affetti personali: sei costretto a lasciare tutto nella speranza di poterti ricongiungere con essi il prima possibile. Ma esiste qualcosa che mi ha dato la forza di staccarmi dalla mia Sicilia: la passione per l’archeologia. Essa mi ha portato fino a Roma, dove ho avuto la possibilità, tramite laboratori ed esperienze di scavo, di toccare con mano quello che ho letto sui libri, di vivere una storia che parla attraverso la cultura materiale. È sullo studio di quest’ultima che l’archeologia moderna si fonda: è quindi indispensabile per un aspirante archeologo, secondo il mio parere, l’esperienza sul campo che a causa della pandemia è venuta meno. Nonostante la distanza da casa si facesse sempre sentire, amavo la mia nuova vita a Roma. Mi è stata però sottratta dall’emergenza Covid che, come è noto, tra le tante cose, ha portato a sospendere tutto il necessario per la formazione di un archeologo. La DAD, per quanto utile, non può di certo colmare tal vuoto. Mi chiedo se sarà possibile recuperare in futuro le esperienze che avrei dovuto fare quest’anno, se ciò non inciderà sulla mia formazione. Mi domando quando potrò tornare a studiare i reperti e ad emozionarmi osservandoli. Se pur, dunque, la situazione attuale mi abbia permesso di tornare a casa e di stare con la mia famiglia, rimpiango il tempo in cui potevo studiare nei musei o partecipare a scavi archeologici. Rimpiango, per certi versi, anche il sentimento di lontananza da casa, che però sono pronto a sopportare pur di far ciò che amo: vivere l’archeologia“.
La speranza per superare le difficoltà. Un pensiero, anzi una convinzione, che unisce tanti studenti italiani in questo strano, drammatico anno di pandemia che ha colpito tutti. Si, perché l’altra opzione sarebbe rassegnarsi e iniziare a vedere tutto più nero di quanto già non sia. Opzione che la maggior parte degli studenti e giovani laureati che sognano una carriera accademica, come Danielenrico Moschetti, studente magistrale in Etruscologia e Antichità italiche all’Università degli Studi di Napoli Federico II, pare non abbiano mai preso in considerazione; almeno loro. Innumerevoli le difficoltà da affrontare. Di una di queste sentiamo parlare ogni giorno e si traduce con una parola: DAD. Ma non è solo la didattica a distanza ad aver creato guai. A voler andare a fondo nella vita di ogni studente, nel percorso di studi di ognuno e nelle vita accademica, ci si rende conto della varietà di problematiche che l’emergenza da Covid-19 ha causato. Moschetti, con una sua riflessione, ad esempio, ci offre un interessante punto di vista sulla situazione degli studenti di archeologia.
“La pandemia dovuta al Covid-19 ha bloccato la “normalità” di tutti, ha sconvolto in pieno qualsiasi routine, colpendo anche quella degli studenti di archeologia, disciplina che proprio per i suoi obbiettivi richiede la possibilità di muoversi, visitare luoghi, lavorare in gruppo. Proprio per questo noi studenti di archeologia ci siamo visti, per cause di forza maggiore, sottratti tutti i mezzi con cui portavamo avanti la nostra passione e i nostri studi. Il più evidente esempio di queste difficoltà è stata la problematica della laurea a distanza, il sogno di ogni studente universitario è varcare la soglia dell’aula magna e poter discutere nella propria università il frutto del proprio lavoro, con la commissione che ti ascolta e partecipa al dibattito, purtroppo io sono stato uno dei tanti che questa emozione non l’ha potuta vivere, certo laurearsi è sempre un traguardo, ma così è sembrato quasi uno dei tanti esami sostenuti in DAD. Per non parlare poi dell’impossibilità di recarsi in musei, biblioteche e magazzini, luoghi vitali per la ricerca e lo studio, anche per affrontare lezioni e approfondimenti sui reperti, efficaci solo nei musei. Inoltre, tanti studenti che come me stavano portando a termine progetti di tesi sperimentali, che richiedevano di recarsi nei luoghi dei loro contesti e materiali archeologici, e invece si sono ritrovati a dover sopperire alle varie limitazioni della mobilità come meglio potevano, per poter portare a termine i loro studi sui reperti “a distanza”. Ma forse la ferita più grande per tutti gli studenti di archeologia è l’impossibilità di vivere i laboratori didattici su scavi e nei musei, perdendo così una parte fondamentale della propria formazione o addirittura come nel mio caso, oltre a perdere parte della propria formazione si perdono anche ore utili a cumulare l’esperienza necessaria secondo le norme ministeriali per iscriversi alla terza fascia di archeologi in seguito al conseguimento della laurea triennale, ma il mio pensiero è rivolto soprattutto a tutti i nuovi studenti che purtroppo ancora non hanno potuto vivere questa fondamentale ed emozionante esperienza. Spero e non ne dubito che davanti a noi ci sia un futuro di studio e ricerca, che non fa altro che aspettarci.”
Porta di Massa, sede Dipartimento di studi Umanistici, Università degli Studi di Napoli Federico II.
Le Delegazioni dell’AICC concretizzeranno le tante iniziative organizzate nel dettaglio in questi mesi, la Delegazione di Roma ha canalizzato il grande impegno delle forze dell’AICC sul territorio nazionale preparando una manifestazione molto ampia in contenuti e temi. Grande punto di forza della Delegazione AICC della Capitale è il patrocinio della Consulta Universitaria di Studi Latini, delle delegazioni AICC di Viterbo e Gaeta e di tutte le cinque Università statali del Lazio: Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre, Cassino e Tuscia.
“Dinamicità” è la parola che definisce meglio il programma: il pubblico per cui sono pensate le lezioni comprende i liceali, classicisti e non, che si interrogano sul percorso universitario da intraprendere, ma anche i Docenti della Scuola Superiore, per cui la Giornata avrà funzione di corso di aggiornamento. E che dinamicità anche nei contenuti! Le lezioni delle giornate saranno brevi, non più di trenta minuti ciascuna, e le sessioni avranno momenti di discussione. Inoltre, la prima giornata si concluderà con la premiazione di un concorso creato appositamente per l’evento e la seconda con una passeggiata nella basilica di San Paolo f.l.m. (RM), alla scoperta della storia che le epigrafi del chiostro preservano (necessaria la prenotazione secondo le modalità indicate nella locandina).
Intervista al prof. Marcello Nobili, curatore della Giornata per la Delegazione AICC di Roma
Della Giornata Mondiale della Lingua Latina parlerà per la nostra redazione uno dei protagonisti: Marcello Nobili, curatore dell’iniziativa per la Delegazione AICC di Roma, tesoriere della stessa e docente a contratto di Lingua e Letteratura Latina all’Università Sapienza.
Il professor Marcello Nobili, curatore della Giornata
Effettivamente, una volta lanciata, durante lo scorso novembre, la proposta dal presidente nazionale di organizzare una Giornata Mondiale della Lingua Latina sulla falsariga della già avviata Giornata Mondiale della Lingua Greca e della Cultura Ellenica, è stata nostra l’idea di abbinare una serie di brevi lezioni intese a dare un orientamento post diploma agli studenti del triennio liceale insieme a un concorso di videoclip vertenti attorno a un termine o un concetto tipicamente latino. Devo menzionare, per correttezza, il fatto che lo spunto mi è venuto dal concorso gemello,“KineHellenika”, lanciato dalla nostra Delegazione a fine 2020, che ha riscosso un ottimo successo, con una sessantina di Licei Classici partecipanti. Il successo della presente iniziativa è testimoniato dal centinaio di scuole superiori di tutta Italia, e dal centinaio di videoclip, frutto della passione e della perizia di studenti per lo più diciassettenni e diciottenni, che ci sono pervenuti. Quindi sono molto soddisfatto del lavoro.
Mettere a punto un ricco programma durante il periodo di chiusure e restrizioni che stiamo vivendo non è facile. L’idea della Giornata è stata concepita prima dell’arrivo della pandemia o successivamente? Il Covid è stato un ostacolo per la preparazione di un evento di questa portata?
L’idea generica è del presidente nazionale Mario Capasso (Università del Salento) che chiese anni fa il patrocinio UNESCO. Appena lo ha ottenuto, nello scorso novembre, mi sono messo al lavoro. Il Covid, da una parte, ha reso più lunghe le tempistiche e più incerta l’effettiva messa in opera di questa come di altre manifestazioni che abbiamo dovuto ripensare più volte; dall’altra, ha permesso a docenti, studenti e, in generale, al pubblico di località anche lontane dalla nostra sede romana di accostarsi all’iniziativa.
L’idea di coinvolgere i giovani liceali con il concorso “LatineVideo” è degna di nota, la playlist è visibile sul canale dell’AICC – Delegazione di Roma. Ha già avuto modo di dare un’occhiata? Quale dei tanti aspetti che gli studenti hanno analizzato ha attirato la sua attenzione?
La Commissione giudicatrice è già al lavoro dal primo di aprile. Il giorno 7 stabiliremo la lista dei video che, per una o più ragioni, ci appaiono meritevoli di considerazione, che poi mostreremo nel pomeriggio del 9 aprile. Per deformazione professionale ciò che sono portato ad apprezzare di più nella divulgazione è la capacità di rendere accessibile la conoscenza senza dimenticare il rigore; tuttavia, tenendo in conto che si tratta pur sempre di produzione di filmati per l’Internet, presteremo la debita attenzione all’originalità delle soluzioni audiovisive. A tal fine, annuncio che al gruppo di latinisti componenti la commissione si è aggiunto un altro amico, latinista di vaglia certamente, ma che da oltre un decennio si dedica con eccezionali risultati anche alle Digital Humanities e pertanto ci darà pareri tecnici.
Le Delegazioni AICC sul territorio nazionale hanno in programma numerosi eventi. Alcuni saranno registrati, ma l’emozione della diretta si può vivere una volta sola, quali dei tanti appuntamenti consiglierebbe di seguire?
Se mi è concesso fare pubblicità, la prossima, ampia e variegata manifestazione che stiamo organizzando per il mese di maggio, mese del Festival della Cultura classica AICC (segue la locandina), vedrà proiezione di clip tratte da film storici commentate poi da specialisti o da studiosi che vi hanno prestato la consulenza, conferenze su argomenti di storia e archeologia legate a realtà locali minori del Lazio, come Formia e Gaeta, e, infine, la premiazione di un altro corso-concorso che abbiamo lanciato a febbraio: ScriptaLegamus, dove gruppi di scolari della Secondaria di Primo e Secondo grado si ingegnano di descrivere e commentare le scritture esposte, antiche o moderne, del proprio territorio.
Qualche giorno fa L’AICC Nazionale ha ricevuto la Medaglia per l’alto valore culturale, conferita dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, proprio per l’impegno dimostrato nell’organizzazione della Giornata. Si sente parte attiva di questo traguardo?
Beh, non credo il presidente Mattarella abbia visto proprio la locandina romana, che ho faticosamente prodotto nelle lunghe notti di gennaio ma… immodestamente, direi di sì! Da ricordare a tal proposito il validissimo e poliedrico supporto che mi è stato prestato dalla professoressa Marisa Giampietro, archeologa e storica dell’arte, già animatrice delle principali manifestazioni culturali del Liceo “Benedetto Croce” di Roma.
L’Assessorato Regionale dell’Istruzione approva l’Avviso 41/2021: 500 Euro “Una Tantum” agli studenti universitari e AFAM Siciliani fuorisede.
La procedura telematica per la partecipazione sarà disponibile sul portale ERSUdalle ore 9 del giorno 7 aprile 2021 alle ore 14 del giorno 30 aprile 2021.
La concessione del contributo economico straordinario sarà formulata sulla base di un’unica graduatoria, elaborata in ordine crescente del valore ISEE dichiarato. A parità di requisiti economici l’età minore costituisce titolo preferenziale. Il contributo sarà attribuito prioritariamente a tutti i richiedenti con disabilità in condizioni di gravità, di cui all’art. 3 comma 3 della L. 104/92 o con invalidità non inferiore al 66%. La graduatoria sarà pubblicata entro il 30/05/2021.
Il 25 marzo 2021, alle ore 14:30, si terrà un workshop online sulla piattaforma Teams a cura del Piano Nazionale Lauree Scientifiche, Chimica, con le università siciliane. Saranno presenti al Convegno una delegazione di professori e studenti dell’Università di Messina.
Ad aprire il workshop sarà Marco Centorrino, Professore associato di sociologia al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, che parlerà di aspetti sociologici della didattica in era Covid, seguirà un contributo di “Federchimica” su un progetto PCTO in digitale, esempio della conversione in DAD dell’orientamento alla Chimica.
Infine interverranno due studentesse di Scienze dell’Informazione: comunicazione pubblica e tecniche giornalistiche dell’Università di Messina, Martina Maricchiolo e Fiamma Calarco. Il contributo si concentrerà su alcuni cambiamenti che gli studenti hanno riscontrato affrontando il passaggio dal liceo all’università in DAD, mettendone in luce i lati positivi e negativi.
È nato il Podcast fatto da studenti per gli studenti. “Cultural Sound” è un progetto voluto da alcuni universitari appassionati al mondo della Cultura, della Storia, del Cinema e della Politica. Il Podcast che si prefigge come obiettivo l’approfondimento di tematiche rilevanti del presente e del passato, da affrontare con spensierata leggerezza.
Il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia avvierà un ciclo di seminari epici. Si svolgerà secondo un format già sperimentato negli anni precedenti, quest’anno avrà il titolo di “ΙΛΙΟΥΠΕΡΣΙΣ“; si proporrà come un laboratorio di approfondimento per i temi che riguardano la caduta dell’antica Troia e i miti ad essa legati.
Il ciclo “ΙΛΙΟΥΠΕΡΣΙΣ” è aperto alla partecipazione di tutti, ognuno avrà il proprio attestato terminati i sei incontri. L’iscrizione è però obbligatoria e dev’esser effettuata compilando questo modulo; all’email indicata arriveranno di volta in volta tutte le informazioni necessarie. Di seguito la locandina con le date e tutti gli incontri e i temi previsti.
(In copertina il pannello marmoreo frontale di un sarcofago con scena dell’ΙΛΙΟΥΠΕΡΣΙΣ – II sec. a.C.; dalla collezione di Vespasiano Gonzaga conservata nel Palazzo Ducale di Mantova).
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