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NEWS | Evoluzione umana e Antropologia molecolare nelle conferenze della Scuola di Paleoantropologia (UNIPG)

Prenderà avvio a partire dal 18 febbraio e fino al 19 febbraio 2021 il ciclo di conferenze online organizzate dalla scuola di Paleoantropologia dell’Università di Perugia e dedicate al grande tema dell’evoluzione umana della specie. La conferenza si terrà su Teams ma si potrà comodamente seguire tramite la pagina Youtube della Scuola, tutto gratuitamente.

Le giornate sono state organizzate grazie alla collaborazione del Dipartimento di Fisica e Geologia e il Centro d’Ateneo perugino. L’evento raccoglie numerosi professionisti del comitato scientifico della Scuola come il professore Jacopo Moggi Cecchi, associato di Antropologia presso il Dipartimento di Biologia di Perugia; il paleontologo, antropologo e docente universitario presso l’Università La Sapienza di Roma, Giorgio Manzi; il professore Giovanni Boschian, insegnante di Antropologia presso il Dipartimento di Biologia di Pisa; e infine l’antropologa e professoressa di Antropologia Molecolare all’Università di Roma Tor Vergata, Olga Rickards. Si tratta dell’undicesimo anno dalla realizzazione della prima conferenza della Scuola. Le due giornate di videoconferenze si concentreranno sulle scoperte più grandi dell’ultimo decennio nell’ambito dell’evoluzione umana.

A Scuola di Paleoantropologia, il programma delle giornate

Si parte con la prima giornata alle ore 15 del 18 febbraio dal Plio-Pleistocene, sottolineando l’importanza del continente Africano, come già ci tramandava Plinio il Vecchio “Ex Africa semper aliquid novi”, è infatti questo il titolo del primo incontro; a simboleggiare proprio le continue novità che arrivano da questa zona del mondo. La Scuola negli anni ha promosso attività di ricerca e formazione in Tanzania e in particolare nella Gola di Olduvai. Sempre il 18 febbraio alle 16 si parlerà anche di argomenti legati anche alla biologia e allo studio delle grotte e delle impronte umane.

 Il 19 febbraio alle 15 si discuterà di Neanderthal e delle nuove ricerche scientifiche sull’Uomo di Altamura, il più completo scheletro di Neanderthal mai scoperto. Infine, sempre lo stesso giorno, alle ore 16, si terrà una conferenza sulle novità che provengono dal campo dell’Antropologia molecolare, disciplina che negli anni ha permesso di intraprendere numerosi studi sul Dna applicati allo scheletro delle popolazioni antiche.

Paleoantropologia

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NEWS | Unipg, Perugia ricorda la Convenzione di Faro

Una conferenza online dal titolo “La Convenzione di Faro. Dal diritto del patrimonio culturale al diritto al patrimonio culturale” sarà trasmessa in diretta l’1 dicembre 2020 dalle ore 16:30. Gli interventi saranno curati dal Dipartimento di Lettere – Lingue, Letterature e Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Perugia.

Il webinar si svolgerà sulla piattaforma online Microsoft Teams: qui il link per accedere.

Cos’è la Convenzione di Faro

“Riconoscere l’interesse pubblico associato agli elementi dell’eredità culturale, in conformità con la loro importanza per la società; mettere in luce il valore dell’eredità culturale attraverso la sua identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione; assicurare che, nel contesto dell’ordinamento giuridico specifico di ogni Parte, esistano le disposizioni legislative per esercitare il diritto all’eredità culturale; favorire un clima economico e sociale che sostenga la partecipazione alle attività inerenti l’eredità culturale; promuovere la protezione dell’eredità culturale, quale elemento centrale di obiettivi che si rafforzano reciprocamente: lo sviluppo sostenibile, la diversità culturale e la creatività contemporanea” – dall’art. 5 della Convenzione.

Sono questi gli obiettivi della Convenzione di Faro, un trattato stretto nell’omonimo comune del Portogallo il 27 ottobre del 2005. L’Italia aveva firmato il trattato nel febbraio del 2013, ma la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la ratifica soltanto di recente, il 23 settembre 2020. La Convenzione, a oggi ratificata da 29 Paesi membri del Consiglio d’Europa, non impone specifici obblighi per i Paesi firmatari: lascia a essi una discreta autonomia su mezzi e misure. I Paesi membri devono, ovviamente, riconoscere la preziosità del patrimonio e valorizzarlo con leggi e attività dedicate.