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NEWS | La scomparsa del prof. La Torre e il cordoglio delle Istituzioni

La scomparsa del prof. La Torre, avvenuta giorno 12 giugno, lascia sgomento e tristezza nel mondo della cultura e dell’archeologia. Tantissimi enti e istituzioni hanno voluto omaggiare il docente sulle loro pagine social: dall’Università di Messina alla Scuola di Atene, passando per le associazioni di categoria come CIA e ANA, i musei e i parchi archeologici, le soprintendenze e i comuni. 
Abbiamo selezionato per Voi i più significativi, riportati integralmente di seguito.


L’Università di Messina

Il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, esprime il cordoglio di tutta la Comunità Accademia per la scomparsa del Pro Rettore alla Didattica e Ordinario di Archeologia Classica, prof. Gioacchino Francesco La Torre. “È una grave perdita per il nostro Ateneo – ha dichiarato il Rettore – non soltanto perché perdo uno dei miei più validi collaboratori, ma perché viene a mancare uno studioso attento, rigoroso, straordinariamente bravo che lascia traccia indelebile dei suoi tanti anni di lavoro in Italia e nel mondo. Una morte che non lascia nello sgomento soltanto la famiglia, i suoi più stretti collaboratori, ma anche tutti noi che quotidianamente apprezzavamo le sue doti umane e professionali. Il suo percorso accademico, le sue ricerche, i suoi scavi, la sua perseveranza devono essere da esempio per tutti i giovani ricercatori di archeologia. Lascia un grande vuoto la sua scomparsa, ho avvertito e avverto in tutta la Comunità Accademica il grande affetto e la grande stima che meritava”.

La Scuola Archeologica Italiana di Atene

ΜΝΗΜΗΣ ΧΑΡΙΝ GIOACCHINO FRANCESCO LA TORRE

🇮🇹 La SAIA piange la prematura scomparsa di Gioacchino Francesco La Torre, Allievo nel 1984 e co-direttore degli scavi greco-italiani a Skotoussa in Tessaglia dal 2014.

Sit tibi terra levis 🕯

🇬🇷 Η ΙΑΣΑ θρηνεί τον πρόωρο θάνατο του Gioacchino Francesco La Torre, ο οποίος υπήρξε Σπουδαστής της Σχολής το 1984, και συνδιευθυντή των ελληνο-ιταλικών ανασκαφών στη Σκοτούσσα της Θεσσαλίας από το 2014.

Αιωνία αυτού η Μνήμη 🕯

La Confederazione Italiana Archeologi (CIA)

Apprendiamo con sgomento della scomparsa prematura del collega e amico Gioacchino Francesco La Torre, ordinario di archeologia classica all’Università di Messina, eccellente studioso e archeologo militante che nel corso della sua lunga carriera, prima come funzionario della Soprintendenza Archeologica della Calabria e poi come docente universitario, ha sempre difeso il principio costituzionale della tutela del patrimonio culturale.

La CIA lo ricorda attivo nel comune impegno per il riconoscimento del ruolo professionale degli archeologi e si unisce al cordoglio della famiglia e degli amici.

L’Associazione Nazionale Archeologi (ANA)

🔵 L’associazione Nazionale Archeologi apprende della scomparsa del Prof. Gioacchino Francesco La Torre, venuto a mancare oggi 12 giugno 🔵

Professore attento e molto amato dai suoi studenti e numerosi tesisti: “Mi ha seguito nel mio lavoro per la tesi con pazienza e precisione, accompagnandomi perfino a Lipari”, ricorda Morgana Mazzù – Ana Sicilia.

Studioso di rara intelligenza ed acribìa, di una grandezza umana e professionale davvero uniche, ha dedicato con impegno non comune il suo magistero alla ricerca ed alla didattica, formando centinaia di giovani studiosi che oggi gli sono grati e custodiscono i preziosi doni del suo insegnamento.

▪️L’Associazione Nazionale Archeologi si unisce ai familiari e alla comunità scientifica in questo momento di dolore.

 

Il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi

Il Direttore e tutto il personale del Parco esprimono profondo cordoglio per la prematura scomparsa del Prof. Gioacchino Francesco La Torre, studioso di altissimo profilo che in tante occasioni ha prestato la sua intelligenza ed il suo sapere a servizio di questa istituzione. Persona dalle grandi doti umane oltre che professionali, punto di riferimento per la ricerca archeologica in Sicilia, attento alle problematiche della gestione del Patrimonio attraverso una capacità di dialogo con le Istituzioni davvero rara. Lascia una grande eredità a tutta la comunità che lavora nel mondo dei Beni Culturali, che siamo certi sarà custodita e condivisa. Alla moglie, Armida De Miro, già apprezzata Dirigente di questo Parco, le più sentite condoglianze.

 

 

Il Museo Civico di Cetraro

Con profondo dolore lo staff del Museo dei Brettii e del Mare, e più in generale la comunità di Cetraro, esprime le più sentite condoglianze ai familiari e al mondo accademico messinese per l’improvvisa scomparsa del prof. Gioacchino La Torre.
Già funzionario della Soprintendenza archeologica della Calabria, La Torre contribuì, insieme al prof. Fabrizio Mollo, alle attività di scavo che nel 1996 portarono alla scoperta della necropoli Brezia in località Treselle di Cetraro, e che di fatto diedero inizio alla storia delle ricerche archeologiche nel territorio cetrarese. Alla sua collaborazione si deve anche la realizzazione, nel 2001, della prima esposizione archeologica permanente di Palazzo Del Trono.

 

DICAM – Università di Messina

Oggi ci ha lasciato il prof. Gioacchino Francesco La Torre, primo coordinatore di questo Corso di Laurea alla cui creazione ha contribuito più di ogni altro. Con lui se ne va non solo uno studioso di rara finezza, se ne va un amico, un punto di riferimento umano e professionale straordinario per i colleghi e gli studenti dell’intero Ateneo di Messina. Di fronte a tutto quello che perdiamo con la sua scomparsa rimarranno per sempre la dedizione, la limpidezza, la correttezza, la passione che lo hanno caratterizzato. Ciao Francesco e grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Cercheremo di non disperdere la tua eredità.

 

Il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari

Il Parco Archeologico delle Isole Eolie si unisce al cordoglio per la prematura scomparsa del prof. Gioacchino Francesco La Torre, archeologo di fama internazionale e docente ordinario di Archeologia Classica nell’Università di Messina. Il mondo dell’archeologia ha perso un grande studioso.

 

Rubbettino Editore

La scomparsa di Gioacchino Francesco La Torre è la scomparsa di uno degli esponenti più importanti dell’archeologia mondiale. Stimatissimo docente, appassionato studioso che condotto ricerche tra Calabria, Sicilia e l’estero, Rubbettino si onora di avere nel suo catalogo uno dei suoi ultimi lavori: “Le grandi battaglie”.

La Fondazione Paestum

Con sgomento e profonda commozione apprendiamo la notizia della prematura scomparsa del collega ed amico prof. Gioacchino Francesco La Torre.
La Fondazione Paestum esprime le condoglianze più profonde alla famiglia ed alla comunità universitaria messinese così duramente colpita dalla perdita di un valoroso studioso e brillante accademico.

Il Parco Archeologico Naxos-Taormina

Oggi diciamo addio ad un caro amico, il prof. Francesco La Torre, insigne archeologo dell’Università di Messina scomparso prematuramente.
In questa foto, seduto a sinistra, è nostro ospite al Museo di Naxos, qualche tempo fa, per raccontare il mondo antico

Il Direttore, Gabriella Tigano, e il personale tutto del Parco Archeologico di Naxos Taormina partecipa all’immenso dolore dei familiari. 🙏🏻

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NEWS | “Parchi Archeologici”, il convegno Unime alla memoria di La Torre

Nei giorni 16 e 17 giugno, l’Aula Magna del Rettorato (Università degli Studi di Messina) ospiterà il convegno “Parchi Archeologici. Analisi e proposte”, a cura del prof. Gioacchino La Torre, Ordinario di Archeologia Classica, di UniMe e della dott.ssa Silvia Mazza, Storica dell’arte e giornalista. Il Convegno si terrà in memoria del prof. La Torre, prematuramente venuto a mancare il 12 giugno e del quale nel corso dei lavori verrà letto l’intervento che avrebbe voluto pronunciare.

 

Il prof. G.F. La Torre, ideatore del convegno, scomparso qualche giorno fa

 

In dettaglio

L’obiettivo del Convegno vuole essere quello di analizzare l’attuale situazione in Italia e in Sicilia e di formulare qualche proposta di riforma, in particolare per la seconda, che verrà consegnata alla Tavola conclusiva. Un’occasione storica, senza precedenti, di confronto tra un “modello regionale” dei beni culturali e un “modello statale”, insieme ai vertici del Ministero della Cultura e del Dipartimento regionale del Beni culturali e Identità siciliana, illustri personalità del mondo accademico ed esperti del settore. L’evento, che si pregia dell’adesione del prof. Salvatore Settis, Accademico dei Lincei, Presidente del Consiglio Scientifico del Louvre, sarà suddiviso in quattro sessioni, dal taglio interdisciplinare, con una componente accademica di archeologi, architetti, etno-antropologi, economisti e giuristi; due sessioni rispettivamente dedicate alle esperienze statali e della Regione Siciliana e una dedicata al parere delle associazioni.

Programma evento
Un incontro come Terza Missione dell’Università

“I parchi archeologici – spiega la dott.ssa Mazza – con la loro autonomia e un assetto organizzativo che li differenzia da tutti gli altri istituti, costituiscono un settore chiave del patrimonio culturale, che in anni recenti ha visto importanti e decisive riforme sia a livello statale che della Regione Siciliana, con competenza esclusiva in materia di beni culturali”. E aggiunge: “la tragica perdita del prof. La Torre fa sì che l’incontro vada ben oltre i suoi contenuti e le sue finalità, per assurgere a testimonianza di un impegno etico e civile fuori dal comune. Un esempio alto in cui si concretizza il senso della Terza Missione dell’Università, ovvero il trasferimento diretto delle conoscenze scientifiche, tecnologiche e culturali alla società civile, con l’obiettivo di promuovere la crescita culturale, sociale, ma anche economica del territorio”.

Accadde oggi

ACCADDE OGGI | Buon 473° compleanno Università di Messina!

La Bolla Copiosusin misericordia Dominus, emanata dal pontefice Paolo III S. Ignacio de Loyola (1491-1556), istituiva, sulle rive dello Stretto, quella che si può definire la prima Università collegiata gesuitica in Europa. Il 16 Novembre 1548 nasceva così l’Università di Messina.

Uno degli edifici dell’ateneo messinese

 

La storia

La storia dell’Università di Messina è caratterizzata fin dagli inizi dal complesso rapporto creatosi fra Compagnia di Gesù e classe politica locale. Ha inizio, de jure, il 16 novembre del 1548,  quando, per impulso dei giurati messinesi e grazie all’appoggio del viceré Juan de Vega, l’in­tervento di Ignacio de Loyola, che si faceva portavoce presso la curia pontificia delle secolari istanze mes­sinesi di avere uno Studium, induceva il pontefice Paolo III S. Ignacio de Loyola (1491-1556), fondatore della Compagnia di Farnese ad emanare La Bolla Copiosusin misericordia Dominus.

Lo Studium, infatti, veniva ad essere, secondo il disposto della bolla pontificia, governato dalla Societas Iesu e dal suo preposto generale, che ne sceglieva il rettore-cancelliere, i funzionari e i docenti, mentre sulla città gravava l’onere di finanziare l’istituzione. Circa un mese più tardi, lo stesso Paolo III riconosceva, con la bolla Summi sacerdotis ministerio, il Collegio gesuitico operante a Messina già dal marzo del 1548.

Francesco Sicuro, Collegio di San Giovanni Battista dei Gesuiti

Proprio la peculiarità della fondazione dello Studio doveva ostacolarne il regolare funzionamento per almeno mezzo secolo. La Giurazia messinese, infatti, mal tollerava di essere sostanzialmente esclusa dalla gestione dell’Ateneo che aveva tenacemente voluto. Se, dunque, si profilava, all’interno delle mura urbane, uno scontro aperto fra Compagnia di Gesù e Giurazia per il controllo dell’Università, altrettanto paralizzante si rivelava il contrasto esterno con il Siciliae Studium Generale istituito a Catania da Alfonso il Magnanimo, funzionante a partire dal 1445, che rivendicava il privilegio esclusivo di conferire titoli dottorali nell’Isola.

Il controllo dell’Università

Al contrasto con i gesuiti la città rispondeva rigettando il modello del Colegio-Universidad disegnato nella bolla paolina e proponendo, in un primo momento, una forma di gestione mista dell’Università, sancita negli Statuti del 1550, ove lo Studio risultava diviso in due tronconi, uno laico e cittadino (diritto e medicina) gestito dalla Giurazia, l’altro gesuitico (teologia) retto dalla Societas Iesu e, successivamente, nel 1565, ribadendo l’adesione al modello universitario “bolognese” ed escludendo di fatto la Compagnia di Gesù dal controllo sullo Studium.

Il portale del Collegio di San Giovanni Battista dei Gesuiti, Messina

Nonostante proprio nel 1565 si avesse una più consistente articolazione dei corsi accademici (precedentemente saltuari e limitati alle sole cattedre fondamentali di diritto e di medicina), con la chiamata di docenti di prestigio come Giovanni Bolognetti per il diritto e Giovan Filippo Ingrassia per la medicina, nonché la presenza di un buon numero di studenti provenienti anche dalla vicina Calabria, purtuttavia lo Studium non poteva conferire lauree, e ciò in attesa che si risolvesse la lite con il Siculorum Gymnasium di Catania, che si trascinava davanti al tribunale romano della Sacra Rota.

Iscrizione sul portale del Collegio dei Gesuiti

 

Il nuovo scopo dell’Università

La situazione si sbloccava solo quando, nel 1591, Messina, a fronte di un consistente donativo di circa 200.000 onze, otteneva da Filippo II la rifondazione dell’Università con l’esplicita facoltà di conferire titoli dottorali. A quel punto il processo dinnanzi alla Sacra Rota volgeva verso le battute finali. La Giurazia messinese incaricava il doctor iuris napoletano Giacomo Gallo di difendere le ragioni dello Studium Messanae contro la pretesa “privativa di Studio Generale” vantata dall’Università etnea.

Il giureconsulto riusciva, con un articolato parere, a convincere i giudici del tribunale romano della fondatezza delle pretese messinesi ottenendo, fra il 1593 ed il 1595, tre sentenze conformi e il riconoscimento, per lo Studio peloritano, della facoltà di conferire titoli dottorali. Con l’esecutoria viceregia della sentenza definitiva della Rota romana, nell’aprile del 1596, si chiudeva l’annosa questione. Ora lo Studium Messanae era pronto a funzionare regolarmente.

I nuovi Statuti del 1597

Testimonianza della “nuova fondacione delli Studii” erano i nuovi Statuti redatti nel 1597 per impulso della locale classe politica e commissionati ad un gruppo di dottori di diritto. Il nuovo testo disegnava uno Studium Urbis gestito dalle élites cittadine nei momenti fondamentali come la scelta dei docenti (rigorosamen­te “forestieri”, almeno per le cattedre più importanti), del retto­re (che, in omaggio al modello universitario italiano era uno studente), dei rifor­matori (scelti all’in­terno dei componenti della “mastra” sena­toria), del mastro notaro etc.

Aula magna, sezione Diritto privato

A partire dal 1597 e fino al 1679, anno della sua chiusura, l’Università di Messina riusciva a proporsi, all’interno dello spazio urbano, come tappa centrale del percorso formativo delle élites culturali e politiche cittadine e, all’esterno, come istituzione concorrenziale rispetto al Siculorum Gymnasium di Catania. Peraltro, la felice posizione sulle rive dello Stretto doveva favorire lo Studium peloritano rispetto all’Università etnea, rendendolo naturale punto di convergenza da parte di giovani provenienti dalla Calabria e da Malta, secondo l’intuizione che era stata di Ignacio de Loyola e che aveva ad erigere un Colegio-Universidad a Messina, destinato ad accogliere non solum siculi sed etiam ducatus Calabriae et Regni Graeciae ac aliorum maritimorum incolae.

Il nuovo legame Università-città e l’ascesa di Messina

Gli ottant’anni di reale esistenza dell’Università messinese (la prima laurea veniva conferita il 2 dicembre 1599 a Giovan Battista Castelli, in seguito lettore dello Studio e giudice) appaiono caratterizzati dal rinsaldarsi del legame fra la città e lo Studium, in particolare la facoltà di diritto. Infatti, il progetto di ascesa politica, culturale ed economica tentato da Messina tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento doveva trovare sostegno proprio fra i doctores iuris formatisi nell’Università cittadina, poi giudici del locale tribunale della Curia Stratigoziale o iudices presso i tribunali centrali del Regno.

L’antica sede dello Studium messanensis nella Piazza del Grande Ospedale (J. HOUEL, Vue de MessinePlace du Grand Hopital – D. Anciennes Etudes in ID., Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari, Paris 1782, tav. LXXXII)
 

Tanto ai dottori di diritto “stranieri” che reggevano le cattedre più importanti dello Studio e componenti del collegium iuristarum (come il senese Ippolito Piccolomini, il napoletano Giacomo Gallo, il perugino Innocenzo Massini, il padovano Galeotto Ferro, i calabresi Leonardo Amarelli e Ottavio Glorizio), quanto ai giuristi messinesi (come Mario Giurba), impegnati nel giudicato a livello centrale e periferico, la Giurazia (o Senato) poteva commis­sionare articolate allegazioni che difendessero i privilegi cittadini. 

Lo Studium Messanae, controllato sempre più strettamente dal Senato che nel 1641 avrebbe avocato a sé la carica di cancelliere dell’Università sottraendola all’arcivescovo, si presentava, nel corso del Seicento, come un’istituzione peculiare. Laddove, infatti, la facoltà di diritto rappresentava il momento della “conservazione” e della difesa delle prerogative cittadine contro i pretesi attacchi del potere centrale, la facoltà di medicina appariva, in un panorama siciliano dominato dalla tradizione, un “luogo di ricerca attiva” grazie alla presenza di maestri come i bolognesi Giovan Battista Cortesi e Marcello Malpighi.

La rivolta contro la Spagna

Il “legame organico” fra la città e il suo Studio doveva segnare, inevitabilmente, la storia dell’istituzione universitaria destinata a seguire le sorti della classe dirigente della quale aveva sostenuto la politica autonomistica. 

La rivolta contro la Spagna (1674-1678) segnava, infatti, la fine delle velleità messinesi e la città dello Stretto veniva privata, oltre che della sua stessa memoria storica, subendo la confisca dell’Archivio cittadino ove erano custoditi, fra l’altro, i privilegi sui quali si fondava la sua autonomia, anche dello Studio ovvero del “luogo” di progettazione delle strategie di difesa dell’autonomia cittadina e di formazione di intellettuali organici alle posizioni espresse dall’oligarchia politica.

Allegoria della restituzione di Messina alla Spagna di L. Giordano (1678)

 

L’Università tra nuove aperture…

Ad una riapertura dell’Università di Messina, in seguito a vari, reiterati, tentativi, si giungeva sol­tanto nel 1838, quando, con decreto del 29 luglio, n. 4745, Ferdinando II di Borbone elevava la locale Accademia Carolina, fon­data nel secolo XVIII, al rango di Università.
Tuttavia non si può negare che il nuovo Ateneo, lungi dal rispec­chiare i fasti del passato, fosse di tono decisamente minore, così come minore era la dimensione politica della città dello Stretto. 

In base ai “Regolamenti per le tre università della Sicilia” (1841), l’Ateneo messinese veniva ad essere articolato in cinque facoltà (giurisprudenza, teologia, medicina, filosofia e scienze matema­tiche, letteratura) con un totale di 28 cattedre, più 3 di belle arti. L’isti­tuzione era amministrata da una Depu­tazione composta da un presidente, dal rettore e dal segretario cancelliere e da quattro membri “temporanei”. Il rettore era scelto dalla Deputazione fra i professori titolari, proposto al governo e nominato dal sovrano.

Senato Accademico Unime

Le cattedre erano assegnate per concorso. Una recente indagine sul Fondo palermitano della “Commissione di pubblica istruzione ed educazione” ha fatto rilevare le difficoltà nelle quali il rifondato Ateneo si trovava ad ope­rare, soprattutto a causa della man­canza di fondi. Tuttavia, ciò non impe­diva il riproporsi, come nel passato, del legame Università-classe politica cit­tadina.

… e nuove chiusure!

L’istituzione, infatti, non mancava di partecipare, accanto alla cittadinanza, ad un nuovo appuntamento rivoluzionario, quello del 1847-48, che vedeva coinvolti, solo per fare qualche esempio, Carmelo La Farina, docente di geometria con i figli Silvestro e Giuseppe, gli studenti Francesco Todaro, più tardi senatore del Regno, e Giuseppe Natoli, futuro ministro dell’Istruzione. Una partecipazione che, ancora una volta, doveva segnarne l’esistenza. 
L’Ateneo, infatti, a dieci anni dalla sua riapertura, veniva nuovamente soppresso. Riaperto due anni più tardi vedeva però sensibilmente ridotto il suo bacino d’utenza a causa di norme limitative che, allo scopo di attuare un più stretto controllo sugli Atenei, imponevano all’Università di non immatricolare studenti provenienti da altre province siciliane e dalla Calabria.

Prospetto dell’Ateneo messinese prima del terremoto

 

La legge Coppino 

Grazie a tale intervento, con la legge Coppino del 13 dicembre 1885, n. 3572, l’Università di Messina ve­niva elevata al rango di Ateneo pareggiato di primo grado. 
Gli ultimi anni del secolo vedevano il molti­plicarsi di iniziative che dovevano fare sperare in un possibile e dignitoso decollo dell’istituzione: si impiantava un nuovo orto botanico, si potenziavano i gabinetti scientifici, si fondavano i musei di mineralogia, di geologia, di zoologia e ana­tomia comparata.

Il 28 dicembre 1908 anche gli edifici dell’Università vennero distrutti dal disastroso terremoto. La difficile ricostruzione doveva investire anche l’Ateneo, al centro di una polemica dai toni spesso accesi, fra quanti ne chiedevano la definitiva chiusura e quanti lo consideravano momento centrale del processo di rinascita di Messina. Ancora una volta, la battaglia cittadina per l’Università si sarebbe rivelata vincente.

 

Veduta dei nuovi edifici del plesso centrale dell’Università di Messina, ricostruiti e trionfalmente inaugurati nel 1927

 

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REDAZIONALE | Nel ricordo dell’indimenticabile sorriso della prof.ssa Minutoli

Un mese fa si spegneva la prof.ssa Diletta Minutoli, dopo una dura lotta contro un brutto male che non le ha lasciato scampo. Di seguito il ricordo e l’omaggio di Antonio Stornaiuolo.


“Cosa ci fa a Messina? Vada a Firenze!”

Ero appena arrivato a Messina, nell’Ottobre 2018, dopo aver superato – non senza qualche angoscia – le prove per l’ammissione al corso di Dottorato in Scienze Storiche, Archeologiche e Filologiche.
Ero arrivato, confuso e felice, per lavorare al mio progetto di ricerca in Papirologia: una disciplina singolare, a metà strada tra la Filologia e la Storia, alla quale mi avevano conquistato i documenti della vita quotidiana dell’Egitto romano e bizantino e l’amorevole perizia del mio maestro, la Professoressa Messeri.
Avevo già avuto modo di incrociare, durante le mie primissime iniziazioni alla disciplina, il Professor Pintaudi in più di un’occasione: ai miei occhi di allora – giovane studente magistrale – appariva come un gigante; ed è un prodigio singolare che, benché i miei occhi siano oggi un po’ più vecchi, la sua apparente statura non sia mutata. Conoscevo in maniera indiretta la Scuola papirologica messinese, tanto per la fama che nel circuito papirologico le veniva accreditata quanto per aver studiato sui testi del Professore e su quelli di una sua giovane discipula, la Professoressa Minutoli.
Ero ora a Messina, dove la Professoressa Minutoli veniva nominata “tutor” del mio progetto di ricerca. Con un certo imbarazzo e un buon quantitativo di curiosità, mi apprestavo ad incontrarLa per la prima volta. La nostra prima conversazione fu straniante, ma entusiasmante: non appena Le comunicai che mi ero trasferito in città, la Professoressa – un po’ sorpresa e un po’ “fraterna” – mi suggerì di lasciare appena possibile i Monti Peloritani per dirigermi a Firenze, dove lavorare all’Istituto Papirologico Vitelli.

Papyri Graecae Schøyen – Una pubblicazione dei proff. Minutoli e Pintaudi


Che l’Accademia sia, in generale, un mondo peculiare – e, in verità, piuttosto distorto – non è certo scoperta recente; e le pagine della stampa mostrano in quanti casi le storture accademiche traggano alimento da relazioni personali, amicizie e conoscenze trasformate poi in collaborazioni di indebito lavoro. All’interno di un tale contesto generale, quel suggerimento di lasciare la città per inseguire i papiri fu, ai miei occhi, un cristallino atto di serietà metodologica e di amore verso la disciplina papirologica: da un lato, tale suggerimento cancellava con un colpo di spugna la logica corporativa dell’Accademia; dall’altro, mostrava senza ombra di dubbio che il papirologo deve vivere in mezzo ai testi, tra le antiche carte, senza badare ad altro che al suo lavoro. Che il lavoro di un papirologo consiste innanzitutto nel dedicare il proprio tempo e le proprie migliori energie alla inesausta ricerca di risposte a nuove e vecchie domande. E che non sono possibili risposte senza l’applicazione di un metodo rigoroso, puntuale, costante nell’attenzione e continuo nella passione, quale quello che la Professoressa ha adottato durante tutta la Sua carriera scientifica.

La prof. Minutoli al lavoro
“Ancora un’occasione per farmi ricordare!”

Con questo messaggio la Professoressa Minutoli chiudeva una mail di auguri natalizi. I Suoi messaggi, a ben pensare, non avevano quasi mai nulla di superfluo o di inessenziale, ma si caratterizzavano per chiarezza ed inflessibilità; non nego che, al comparire del suo nome nella casella della “Posta in arrivo”, un timore sordo si insinuava nella mente con una serie di domande senza risposta (cosa ho sbagliato?, cosa Le avrei dovuto scrivere?, cosa Le avrei dovuto chiedere?).
I caposaldi di una tale chiarezza espositiva erano, forse, frutto del rigido metodo scientifico interiorizzato e, non meno, del serissimo e genuino amore verso la disciplina prediletta, verso la quale la Professoressa profondeva una cura ed un’attenzione impareggiabili.
Eppure i Suoi modi estremamente diretti e, a tratti, bruschi non avevano alcun tratto dell’affettazione o dell’artificio: chi conversava con Lei comprendeva immediatamente che il Suo desiderio più alto era rappresentato dal servire la Papirologia e la ricerca papirologica con tutte le forze; ogni altra attività avrebbe ingiustificatamente portato via del tempo e delle energie dai papiri, il che Le sembrava – a giudizio di chi scrive – ingiusto e deprecabile.
Una mia cara collega di dottorato, la quale ha avuto la fortuna di conoscere la Professoressa per un buon numero di anni, ha ricordato che si trattava di una persona straordinariamente dedita al lavoro, onesta con se stessa e gli altri. Davvero non si può aggiungere nulla ad una tale osservazione. Tranne forse una piccola riflessione: che una tale, spietata onestà non era mai venata da sentimenti malevoli, ed anzi sapeva farsi – pur raramente – bonaria e persino amichevole.

La Cerimonia di consegna del premio ANASSILAOS 2018 sezione “AREA DELLO STRETTO” alla Prof.ssa Diletta Minutoli – Anassilaos 2018

“Un papirologo deve saper fare tutto!”

Una discussione sempre viva tra i papirologi riguarda lo statuto epistemologico della disciplina: ci si può interrogare, infatti, ancora oggi su quanto peso vi abbia – o vi debba avere – la componente filologica, indirizzata in definitiva alla ricostruzione testuale, e quanto peso vi abbia – o vi debba avere – la componente storico-contestuale, finalizzata alla ricostruzione degli ambienti storici. Come è ben evidente, non è possibile una sola risposta; le gradazioni di risposta, per lo più, dipendono dalle curiosità o, per meglio dire, dalle esigenze del singolo studioso, né può esistere papirologo – a ben vedere – che possa essere del tutto imparziale in questa contesa. C’è però una verità di fondo, lampante, della quale la Professoressa Minutoli mi ha più di una volta reso partecipe: che un papirologo deve saper fare tutto; perché il papirologo – come soleva ancora continuare la Professoressa – è null’altro che un tecnico dei testi scritti (almeno quelli in greco su papiro, pergamena o altro supporto) e non può e non deve in nessuna misura rischiare di essere un tecnico dimezzato, pena il raggiungimento di risultati altrettanto dimezzati.
La vita e la produzione scientifica della Professoressa Minutoli, d’altra parte, sono un evidente manifesto di tale verità: la severa, gentile versatilità intellettuale della Professoressa Le ha permesso di lavorare con uguale profitto all’edizione di testi letterari e documentari, alla direzione di quel gioiello papirologico che è Analecta Papyrologica, alla realizzazione di contributi relativi alla storia della disciplina, tra cui spiccano i suoi lavori sui Carteggi di Filologi, oltre alla redazione di indici e curatele; e tutto questo senza dimenticare i lunghi periodi passati in Egitto, a lavorare e a dirigere numerose campagne di scavo.

La prof. Minutoli (al centro) in missione in Egitto con il prof. Pintaudi (a destra)


Un impegno totalizzante, condotto costantemente all’insegna di una feroce acribia di cui ho sperimentato più volte il giudizio: sempre equanime, sempre severo. Indimenticabili rimangono nella mia mente le correzioni che la Professoressa volle suggerirmi per i miei primi contributi scientifici: dalle osservazioni minute ai suggerimenti bibliografici, dai semplici errori di battitura fino ai consigli di stile, nessuna sbavatura passava indenne al suo vaglio accorto. Rimango ancora incredulo dinanzi ad una tale lucidità e ad una tale capacità di perscrutare ogni passo.
Un papirologo deve saper fare tutto, dunque, proprio come la Professoressa Minutoli mi ha detto, proprio come la Professoressa Minutoli mi ha mostrato. Studiare sempre un po’ di più, scrivere in maniera sempre più chiara e scientifica; conservare l’onesta intellettuale per riconoscere i meriti altrui e i punti oltre i quali non vi è più scientificità, ma solo possibilità indimostrabile. Questo insegnamento, a un tempo teorico e pratico, continui ad accompagnare tutta la comunità papirologica, insieme al ricordo del Suo austero, appassionato sorriso.

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NEWS | “Unime For Afghanistan”: Abdul Sammy è il primo studente a usufruire della borsa

E’ stato ricevuto dal Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea e dal Prorettore vicario, prof. Giovanni Moschella, lo studente Abdul Sammy, immatricolato al I anno del CdL in Scienze politiche e relazioni internazionali; è il primo dei ragazzi afghani che fruirà del progetto “Unime for Afghanistan”, approvato nei giorni scorsi dagli organi collegiali, a seguito del coordinamento fra gli Atenei, promosso della CRUI per gli studenti provenienti dallo sfortunato Paese.

Il rettore e il prorettore, nel dare il benvenuto ad Abdul Sammy nell’Ateneo peloritano, hanno espresso grande soddisfazione per il lavoro svolto dall’ Unità operativa  Welcome office del Dipartimento Amm. Servizi Didattici e Alta Formazione che, sin dalla primissima fase della crisi in Afghanistan, si è impegnato a contattare il maggior numero di studenti afghani, che avevano scelto l’Università di Messina come ateneo in cui studiare, per sincerarsi della loro situazione e della possibilità di lasciare il Paese in sicurezza per venire in Italia.

Immagine diffusa da Unime.it

#UnimeForAfghanistan: il progetto

Di durata triennale e per un importo pari a 45 mila euro, il progetto offrirà l’opportunità agli studenti dall’Afghanistan di ottenere dei visti per perfezionare i loro studi in Italia attraverso l’erogazione di 30 borse di studio UniMe; ciascuna borsa  comprenderà un contributo economico una tantum di 500 Euro, l’esonero totale dal pagamento del Contributo Onnicomprensivo d’Ateneo (COA), il vitto presso le mense universitarie dell’ERSU e l’alloggio in strutture individuate dall’Università. Gli studenti potranno usufruire anche di strumenti digitali per la didattica, dell’accesso gratuito ai mezzi di trasporto, del supporto psicologico del CERIP e  dell’assistenza degli Enti e stakeholder locali, già coinvolti dal CEMI nel programma UNICORE dei corridoi universitari. 

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NEWS | Concluso lo scavo a Laino Borgo (CS), Mollo: “spirito di sacrificio e grande senso di responsabilità”

Il simbolo del team

Si conclude oggi, giovedì 23 settembre, la seconda  campagna di indagini archeologiche sul colle di S. Gada di Laino Borgo, in corso dal 29 agosto scorso.
Una campagna strana – afferma il prof. Fabrizio Mollo dell’Università degli Studi di Messina e direttore dello scavo – gravata da mille incertezze e paure per l’emergenza COVID, affrontata tuttavia con spirito di sacrificio e grande senso di responsabilità da parte di tutti i componenti della missione. Alla fine, grazie all’aiuto di Dio, tutto è andato bene.

La campagna di scavo

Frutto di una concessione ministeriale del Ministero della Cultura (Decreto nr. 233 DG-ABAP del 17/02/2020) al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina (sotto la direzione scientifica del prof. Fabrizio Mollo), l’indagine ha favorito la riscoperta di un vasto abitato di epoca lucana, impostato in parte su di un insediamento di epoca arcaica (VI-V sec. a.C.), ancora da definire nelle dinamiche insediative e nelle problematiche scientifiche, ma di grande valore documentale. L’intervento, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Cosenza e la costante collaborazione dell’amministrazione comunale di Laino Borgo e dell’Ente Parco Nazionale del Pollino (che ha finanziato lo scavo dal 2019 con un importo totale di 25.000 euro totali per le due annualità), ha contribuito a riportare alla luce un centro ‘urbano’ di notevoli dimensioni, con un sistema viario ed organizzato in isolati regolari che occupano grande parte dei terrazzi collinari di Santa Gada, vasto plateau di oltre 40 ha, al centro della valle del Lao-Mercure e a ridosso del corso del fiume.

L’area dell’antico insediamento

L’indagine di quest’anno 

Quest’anno è stato completato lo scavo di una grande casa di IV-metà III sec. a.C., organizzata intorno ad un cortile rettangolare e con una serie di vani che ruotano intorno ad essi, tra i quali un vano con una grande vasca centrale per la raccolta dell’acqua, con rivestimento e un complesso sistema di adduzione e smaltimento, che lascia pensare anche ad attività di tipo sacrale. La straordinaria conservazione delle strutture e dei manufatti, di grande pregio storico, suggeriscono di avviare un più organico progetto scientifico e di valorizzazione del sito, sicuramente il più importante insediamento abitativo di VI-III sec. a.C. presente nel bacino del Lao-Mercure.

 

I ringraziamenti del docente…

In una nota sul suo profilo Facebook personale, il prof. Fabrizio Mollo commenta questa campagna e ringrazia addetti ai lavori e istituzioni che hanno reso possibile la ripresa della ricerca: ancora una volta voglio ringraziare per l’ospitalità, l’accoglienza e la collaborazione, in ogni momento e per ogni aspetto, il dinamico e vulcanico Sindaco di Laino Borgo, Mariangelina Russo, il vicesindaco, Innocenzo Donato, il consigliere Gina Calvosa, il consiglio comunale tutto, l’architetto Mario Cantisani, responsabile dell’ufficio tecnico, il proprietario del terreno, sig. De Luca, che ha favorito le nostre attività con gentilezza e disponibilità, tutta la comunità di Laino e della valle (Agostino e Terenzio Calvosa, Mario Mazza, Luciano Longo in mezzo a tanti altri) la dottoressa Flavia Gazineo, per il prezioso lavoro di restauro degli splendidi reperti. La sinergia con la città di Laino Borgo (e con tutti gli Enti territoriali) sta incoraggiando risultati scientifici straordinari, dei quali presto discuteremo pubblicamente a Laino, ma sta gettando il seme anche per un’auspicabile attività di valorizzazione, che diventerà un ulteriore volano di crescita per tutta la comunità del territorio della valle del Lao-Mercure.
Grazie al Soprintendente Dott. Fabrizio Sudano ed al funzionario competente per territorio, dott.ssa Mariangela Barbato per il sostegno e l’incoraggiamento continui, per la disponibilità e l’attenzione che dedicano alla nostra missione. Grazie al Magnifico Rettore, Prof. Salvatore Cuzzocrea ed al mio Direttore del Dicam Prof. Giuseppe Giordano, perché mi concedono fiducia e mi mettono nelle condizioni ideali per lavorare ed operare con il costante sostegno del nostro glorioso Ateneo; grazie alla Dottoressa Giuseppa La Spada per il supporto tecnico e amministrativo, al suo splendido ufficio ed alle sue collaboratrici. Grazie al collega Prof. Francesco Pira, per la costante attività editoriale e di promozione del nostro lavoro.
Un grazie particolare anche e soprattutto al Parco Nazionale del Pollino, nella persona del suo presidente, on. Domenico Pappaterra, per il sostegno continuo in questi anni e si spera anche in futuro. Al Presidente mi legano stima e amicizia e una visione comune verso il raggiungimento di obiettivi comuni, che sono anche quelli statutari della terza missione delle università italiane. Grazie di cuore al dott. Luigi Bloise, funzionario del Parco, insostituibile amico e collega.

 

… anche e soprattutto agli allievi presenti
Un momento di scavo con gli allievi impegnati

Infine grazie ai veri protagonisti sullo scavo, ai miei ragazzi, che mi hanno supportato e mi hanno sopportato. Abbiamo lavorato tutti con grande impegno e alacrità, con abnegazione e senza lesinare energie. Grazie al dott. Marco Sfacteria, alle dottoresse Valentina Casella e Antonella Laino, al prof. Eugenio Donato, per il rilievo e la documentazione topografica, a tutti i miei collaboratori, a tutti gli studenti che hanno condiviso la nostra esperienza. Grazie a tutti, senza distinzione alcuna. Tutti hanno offerto un contributo, tutti hanno contribuito ai risultati che anche quest’anno, straordinari, sono arrivati. Sono davvero fiero della vostra collaborazione. Domenica a Taranto, per il Convegno Internazionale di Studi sulla Magna Grecia, nel corso di una delle tavole rotonde finali, avrò l’onore di comunicare a nome di tutti ed in maniera assolutamente preliminare i risultati della ricerca, foriera sicuramente di notevoli soddisfazioni future. Grazie di cuore a tutti, grazie a tutta la comunità locale che ci ha accolti in maniera stupenda e che personalmente mi fa sentire un cittadino di Laino!

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REDAZIONALE | ELEUNIME: Grillo, Vadalà e Croos, la super vittoria del trio di ArcheoMe che darà voce agli studenti

“Perseveranza, tenacia e voglia di fare”, scrive Kevin Vadalà sul proprio profilo Instagram per presentare la sua candidatura – e quella del gruppo S.U.D. – al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne di Messina. E proprio queste sono le caratteristiche principale dei tre nostri associati che, da ieri, sono ufficialmente Consiglieri di Dipartimento e di CdS, esprimendo, inoltre, la maggior preferenza dei votanti. 

 

La coalizione “Genesi”

Atreju – La Compagnia degli studenti, Chirone – Associazione Studentesca Universitaria, Gea Universitas, MUST – Associazione, UDU Messina e Associazione S.U.D. hanno deciso di unire le forze per “scardinare gli schemi che regnano da troppo tempo sulla componente studentesca dell’ateneo”, secondo quanto riportato da uno degli esponenti principali della nuova coalizione Fortunato Grillo, membro di Associazione S.U.D. e di ArcheoMe. Obiettivo “nuovo inizio”, dunque, rappresentato anche dal nome dell’unione: Genesi.

Fortunato Grillo, il carisma del leader

L’artefice del successo dei tre è, senza timore di smentita, Fortunato Grillo, massimo rappresentante di Associazione S.U.D., associazione studentesca che, dalla sua fondazione, è sempre stata vicina alle sorti della popolazione universitaria. Motivato, intelligente e carismatico, tutte doti che gli hanno consentito di diventare il punto di riferimento di ogni studente del DiCAM di Messina. E le preferenze degli studenti confermano questo dato: Fortunato è lo studente più votato dell’intero Dipartimento e, con ben 174 voti, è nominato ufficialmente Consigliere di Dipartimento DiCAM e riconfermato Consigliere del CdS in Lettere.

“Determinazione è la parola che mi affascina di più e che forse fa parte di me” scrive il classe ’97 sulla presentazione della propria candidatura. “Determinazione nel cercare di aiutare gli studenti in questi 2 anni da rappresentante. Determinazione che ho trovato nella mia squadra.
Determinazione nel non mollare mai.”

Grillo terminava il suo mandato da Consigliere del CdS in Lettere, grazie al quale è riuscito, negli ultimi anni, a coordinare un gruppo di studenti inserito anche nell’ambito dei progetti di ArcheoMe, per dare continuità, voce e un peso specifico al lavoro dei giovani universitari. 

“Dopo 2 anni da rappresentante ho deciso di ricandidarmi, per rappresentare ancora una volta la mia famiglia “Dicam” e forse per l’ultima volta. Amo tutto del mio dipartimento gli studenti, quei corridoi lunghi, l’ascensore che si blocca ed ogni suo spazio. Ma forse la notizia più bella e che non lo faccio da solo, ma con il supporto della mia grande famiglia. Resterò per sempre l’amico degli studenti.”

Kevin Vadalà, la “luccicanza” al servizio degli studenti

Consentitemi il parallelismo con The Shining che, secondo il parere di chi scrive, rappresenta al meglio le caratteristiche di Kevin, studente appassionato, “fratello” acquisito e braccio destro insostituibile di Fortunato Grillo. Si, perchè Kevin è dotato di quel qualcosa in più che lo distingue dai suoi coetanei, quella luccicanza di cui, di tanto in tanto, troviamo traccia nei suoi lunghi e brillanti articoli pubblicati sul nostro giornale online o sulla rivista ArcheoMe. 

Vadalà è il secondo più votato dagli studenti e, con ben 92 preferenze, in classifica si lascia superare soltanto dal collega Grillo. Un piazzamento che consente al giovane di approdare al Consiglio di Dipartimento DiCAM e affiancare il collega Fortunato. Kevin è stato nominato, inoltre, Consigliere di CdS in Filosofia

“Secondo Consigliere più votato al Dipartimento” scrive Vadalà sul suo profilo Instrgram. “L’epilogo di un capitolo iniziato quasi un anno fa, affianco dell’Associazione S.U.D. La costanza, l’impegno e la dedizione con cui il nostro gruppo ha lavorato sono state ripagate. Questa è la fine di un percorso e l’inizio di un altro nuovo percorso a fianco di quella grande famiglia di studenti che si chiama DiCAM”

Gianni Croos, il nuovo che emerge

A fianco dei due senatori si è aggiunta la new entry Gianni Croos, anche lui, come i precedenti colleghi, membro di ArcheoMe e di Associazione S.U.D. Classe 2001, il giovane è stato notato dal gruppo universitario durante i primi mesi del suo primo anno universitario. Croos, infatti, è iscritto da poco meno di un anno al Corso di Laurea in Storia del DiCAM di Messina; nonostante il poco tempo a sua disposizione e la DAD che ha rallentato la possibilità di costruire rapporti umani, lo studente è riuscito a farsi spazio in un mondo estremamente complesso come quello universitario. 

Con i suoi 29 voti è il quarto più votato nella graduatoria dei CdS e, grazie ai cinque seggi a disposizione, viene nominato ufficialmente Consigliere del CdS in Lettere a fianco di Grillo. Ne raccoglierà anche il testimone? Lo scopriremo.

Non nobis solum nati sumus. Ad Maiora!

Nel frattempo, la Redazione di ArcheoMe si stringe attorno ai suoi ragazzi che, ancora una volta, danno dimostrazione di tutto il loro valore, inorgogliendo tutti e motivando, ancora di più, la loro inclusione all’interno dei nostri progetti.

Ragazzi, avete la fiducia di tutti, adesso andate a ribaltare il mondo, affinchè insieme lo si possa ricostruire su misura per noi. Quello che ci hanno consegnato i nostri genitori è un luogo arido, privo di buoni propositi e mortificante per chi vuole realmente fare.

Proprio come noi. Avete una responsabilità, sappiamo già che non la sprecherete. 

Non nobis solum nati sumus. Ad Maiora, Associazione S.U.D!

(Cicerone,  De Officiis, 1:22)

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STUDENTI | UNIME ed ERSU, tutte le novità per gli studenti dell’A.A. 2020/2021

L’Università di Messina (UNIME), in collaborazione con E.R.S.U. (Ente per il Diritto allo Studio Universitario), ha pubblicato diversi bandi di concorso rivolti a tutti gli studenti

L’iniziativa “CASA UNIME”

Pubblicato il bando 2020/2021 del programma “CASA UNIME”: una nuova iniziativa dell’Università di Messina che per questo anno accademico mette a disposizione degli studenti fuori sede 300mila euro complessivi (sulla base del reddito) perché possano più agevolmente frequentare le lezioni del proprio corso di studio. Termini e condizioni per aderire sono i seguenti:

  • la somma stanziata è utilizzabile dagli studenti UniMe domiciliati a Messina e residenti in un altro comune, che abbiano stipulato e registrato un regolare contratto di locazione relativamente a un immobile sito nel Comune di Messina per almeno 10 mesi;
  • i vincitori potranno ottenere il rimborso del canone d’affitto fino a un massimo di duemila euro;
  • per candidarsi è necessario seguire un apposito iter sulla piattaforma Esse3, accessibile con le proprie credenziali a questo link entro 15 giorni dalla data di pubblicazione del bando;
  • la scadenza è fissata al 10 giugno 2021;
  • l’apertura della piattaforma Esse3 per candidarsi al bando è fissata al 27 maggio, ore 12.
Le graduatorie di merito per Erasmus+

In questi giorni sono state pubblicate le graduatorie di merito relative al bando per l’assegnazione delle borse di mobilità Erasmus+ relative alla prima chiamata dell’A.A. 2021/22.

  • Tutti gli studenti che risultano assegnatari e assegnatari “con riserva” per scorrimento potranno procedere all’accettazione della Sede attribuita una mail all’indirizzo erasmus@unime.it con i seguenti dati: Nome, Cognome, Matricola, Dipartimento, Corso di Studi, Sede assegnata, indicazione del semestre di partenza (tenuto conto della durata concordata negli Accordi ed indicata nel bando per ciascuna sede) entro e non oltre le ore 13 del 4 giugno 2021;
  • Il Bando e gli allegati sono disponibili nella sezione “Mobilità Erasmus+ studio” sul sito dell’Università di Messina.
Le novità da E.R.S.U.

Sul fronte E.R.S.U. vi sono due importanti novità:

  1. sono aperte le iscrizioni per il corso di preparazione ai test universitari dell’area medico-sanitaria dell’A.A. 2021/2022. Il costo ammonta a 500 euro per 226 ore di didattica, 30 simulazioni dei test e 15 ore di didattica seminariale. Altre informazioni sono disponibili cliccando qui;
  2. sono nuovamente disponibili i termini per la borsa di studio dell’A.A. 2020/2021 per gli studenti risultati esclusi nella graduatoria pubblicata il 30/04/2021. Gli interessati potranno accedere alla sezione “Fascicolo” della pagina personale del portale E.R.S.U. con le credenziali rilasciate dal sistema al momento della registrazione e inserire la copia del documento d’identità mancante entro e non oltre 10 giorni a decorrere dalla data odierna, pertanto entro il 07/06/2021. Si specifica che l’iniziativa non riguarda gli studenti che non hanno presentato in precedenza la richiesta, ma solo coloro i quali l’hanno presentata dimenticandosi di inserire i documenti o inseriti e scaduti nel mentre. Ulteriori informazioni cliccando qui.

Queste e altre informazioni riguardanti l’Università di Messina sono online sui canali social dell’Associazione studentesca S.U.D.

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STUDENTI | UNIME, come nasce il progetto “Classics’ R-Evolution”: parola al prof. Claudio Meliadò

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Claudio Meliadò, professore associato di Letteratura Greca all’Università di Messina e coordinatore del progetto “Classics’ R-Evolution”.

Ogni fenomeno letterario è frutto del tempo che l’ha generato e i veri capolavori impregnano di sé la storia. Sono concepiti per non lasciare le cose nel modo in cui le trovano. Pensiamo ai grandi testi concepiti dall’uomo: la Poetica di Aristotele, la Repubblica di Platone, la Divina Commedia, Il Principe di Machiavelli fino ad arrivare ai testi del ‘900. Ci sono delle opere letterarie che apportano una rivoluzione, imprimono alla storia e alla visione del mondo un dinamismo nuovo tanto da creare una evoluzione nella storia; ma non esauriscono la propria vita in questo. Vengono ripresi, riscritti, adattati alla sensibilità, allo spirito alle necessità del tempo, fino a evolversi loro stesse e a essere, ogni volta capaci di ridiventare strumento di affermazione di ideali, di bellezza e di rivoluzione. Mi è capitato più volte di citare Simone Weil, che in apertura di un lavoro sull’Antigone di Sofocle, scritto per rendere accessibili agli operai delle fonderie di Rosières i capolavori della letteratura greca, dice: «Sono passati circa duemilacinquecento anni da quando in Grecia si scrivevano bellissimi poemi. Ormai, a leggerli, sono quasi soltanto coloro che si specializzano in questo studio, ed è un peccato. Perché questi antichi poemi sono talmente umani da essere ancora molto vicini a noi e possono interessare tutti. Sarebbero persino molto più commoventi per quanti sanno cosa significhi lottare e soffrire, piuttosto che per coloro che hanno trascorso la loro vita tra le quattro mura di una biblioteca». L’Antigone è stata rappresentata per la prima volta tra il 456 e il 446 a.C., ha segnato il tempo e la storia, divenendo paradigma per ogni uomo, tuttora può ridiventare strumento di interpretazione del mondo di oggi e di quell’evidente conflitto tra legge naturale e diritto positivo. Da qui nasce il progetto Classics’ R-Evolution, da me coordinato, che vede riuniti in stretta collaborazione il DiCAM, le delegazioni dell’AICC di Acireale, Locride, Messina, Milazzo, Reggio Calabria e Villa San Giovanni, e numerose scuole della Sicilia e della Calabria. Si tratta di un percorso di lettura, che mira a indagare il testo classico dalla sua creazione letteraria, legata a un preciso contesto sociale, etico, filosofico e culturale, alle forme e alle motivazioni della sua fortuna antica e moderna. Il fine del progetto è cogliere la portata rivoluzionaria del testo e la sua metamorfica evoluzione attraverso il tempo, nella convinzione che in ogni fase della sua vita esso sia stato portatore della bellezza che tanto cerchiamo. La IV Giornata di Studi chiude la riflessione avviata lo scorso anno su Ifigenia in Tauride e Baccanti. Se nel 2020, poco prima del lockdown, ci siamo ritrovati in 500 nell’Auditorium del DiCAM per approfondire queste due tragedie, la messa in scena antica, i loro aspetti musicali e religiosi, anche con l’apporto di docenti e studenti della scuola superiore, quest’anno volgiamo l’attenzione alla strada percorsa da quei due testi dalla letteratura latina alle riprese di Racine, Goethe e Pavese, senza tralasciare il dionisismo in età cristiana e gli apporti della filosofia. Fondamentali sono gli interventi degli studenti dei Licei di Acireale, Capo d’Orlando e Villa San Giovanni, che tra le altre  cose ampliano la prospettiva alla filmografia”.

Classics

 

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STUDENTI | ERSU, pubblicati gli elenchi per saldo borsa di studio e rimborso tassa regionale

Pubblicati a questo link gli elenchi, così come predisposti dall’Ufficio competente, degli studenti di primo anno dell’Università di Messina aventi diritto al saldo della borsa di studio ed al rimborso della tassa regionale relative all’A.A. 2019/2020, per verifica dei crediti conseguiti alla data del 28/02/2021. L’accredito delle somme sul codice IBAN comunicato è previsto in data 12/04/2021.

borsa