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UNICT scopre importanti reperti di Tell Muhammad, II millennio a.C.

UNICT protagonista a Baghdad

A Baghdad, ricercatori dell’Università di Catania hanno riportato alla luce reperti del sito di Tell Muhammad del II millennio a.C. La missione archeologica è stata diretta dal prof. Nicola Laneri in collaborazione con lo State Board of Antiquities and Heritage dell’Iraq.

La missione e lo State Board of Antiquities and Heritage

La porta monumentale nella cinta muraria, magnifici vasi e due edifici risalenti al II millennio a.C. sono solo alcuni ritrovamenti delle attività di scavo condotti nel sito di Tell Muhammad. Nella periferia meridionale di Baghdad, infatti, ha lavorato la missione archeologica dell’Università di Catania diretta dal prof. Nicola Laneri del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’ateneo catanese denominata “Baghdad Urban Archaeological Project”. Una missione realizzata in collaborazione con lo State Board of Antiquities and Heritage dell’Iraq e grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Durante le attività di scavo sono stati esposti ampi tratti della cinta muraria monumentale di quasi 6 metri di spessore (tra cui anche la porta monumentale) edificata in mattoni crudi all’epoca di Hammurabi di Babilonia (risalenti al periodo 1792-1750 a.C.).

La scoperta di Tell Muhammad

“La scoperta conferma ciò che nel 1850 Sir Ernst Layard e, successivamente (tra il 1978 e il 1985), gli archeologi dello State Board of Antiquities and Heritage avevano evidenziato grazie al ritrovamento di tavolette e iscrizioni su teste di mazza in bronzo e cioè che Hammurabi, sesto re della I dinastia di Babilonia, aveva rafforzato con avamposti militari il suo confine settentrionale nel corso delle campagne militari che lo portarono a conquistare ampia parte della Mesopotamia”, spiega il prof. Nicola Laneri, docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente.

La missione è stata impreziosita dalla visita dell’ambasciatore italiano in Iraq Maurizio Greganti e del Direttore dello SBAH, dott. Laith Hussein, durante la quale è stata definita una possibile strategia per rendere fruibili le aree precedentemente scavate, ovvero l’area sacra sulla sommità del monticolo e il circuito di mura che lo cinge, magnifici vasi e due edifici risalenti al II millennio a.C.

Un momento della visita dell’ambasciatore Maurizio Greganti, del dott. Laith Hussein e il prof. Nicola Laneri

Attraverso un programma di restauro degli edifici in mattoni crudi e di creazione di coperture e pannelli esplicativi, in collaborazione anche coi dipartimenti dell’ateneo catanese e con enti di ricerca internazionale, il sito di Tell Muhammad potrà diventare un prezioso strumento per stimolare la conoscenza di una delle epoche più importanti della storia mondiale, cioè l’Età Paleobabilonese, nel centro della capitale dell’Iraq.

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NEWS | Progetto “Montevergine”, a Catania riparte lo scavo di Palazzo Ingrassia

Riparte il progetto “Archeologia partecipata” presentato lo scorso 7 luglio, con protagonista il cantiere di scavo di Palazzo Ingrassia. Un progetto che consente agli studenti e agli abitanti del quartiere di toccare con mano l’archeologia in un’esperienza pubblica e partecipata.

Palazzo Ingrassia, ingresso all’area di scavo
Archeologia partecipata

Il Progetto Archeologico di Montervergine vede per protagonisti gli studenti del corso di laurea triennale in Beni culturali e laurea magistrale in Archeologia del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.

Nato nel 2019 da un’iniziativa dell’Università degli studi di Catania, è divenuto realtà il 7 luglio scorso: promosso dall’Ateneo catanese, in collaborazione con la Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali e il Parco archeologico di Catania, con il supporto logistico dell’amministrazione comunale e con la collaborazione del comitato popolare Antico Corso, il progetto ha ripreso le sue attività di ricerca e di archeologia partecipata proprio l’11 maggio scorso.

Il piano ha una durata di tre anni e prevede interventi di valorizzazione dell’area, con specifiche azioni di archeologia pubblica e partecipata dirette agli abitanti del quartiere così come a visitatori e turisti della città di Catania.

Area di scavo
Lo scavo di Palazzo Ingrassia

Il progetto è finalizzato ad approfondire la conoscenza delle fasi di occupazione della collina di Montevergine e favorire la rinascita socioculturale dei quartieri Antico Corso e San Nicolò l’Arena che rappresentano delle vere e proprie periferie del centro storico.

In questa campagna di scavo, gli allievi dei corsi di studio del DISUM entreranno in azione insieme agli abitanti del quartiere, coadiuvati dagli studenti del Liceo Artistico Emilio Greco e del Liceo linguistico Lombardo Radice di Catania. A coordinarli è la docente Simona Todaro, insieme a Michela Ursino della Soprintendenza ai Beni archeologici e Ambientali di Catania, e Gioconda Lamagna, direttore del Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle delle Aci.

“Le attività ruotano attorno ad una trincea di scavo aperta all’interno del giardino di via Biblioteca che, strategicamente collocato tra piazza Dante, punto di ritrovo della popolazione del quartiere, e gli edifici che ospitano i locali dell’università, rappresenta una sorta di cerniera ideale tra due mondi che non si sono mai integrati veramente“, spiega l’archeologa Simona Todaro, docente di Archeologia Sperimentale del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania.

Alcuni reperti provenienti dal saggio di scavo
Scavare trincee per costruire ponti

Le operazioni di apertura e messa in sicurezza del cantiere di scavo sono state compiute in tempi brevissimi dai tecnici della ditta Di Maria Costruzioni di Santa Venerina. La ditta, operante nel centro storico etneo, oltre a mettere a disposizione un miniscavatore e un operaio per la rimozione del terreno estratto a seguito del primo scavo del dicembre scorso, ha provveduto con mezzi propri alla realizzazione di una recinzione in ferro e alla messa in sicurezza l’area di scavo.

La recinzione non rinnega lo spirito partecipato delle fasi precedenti, ma rappresenta una misura necessaria e imprescindibile per continuare in sicurezza l’impresa di scavare trincee per costruire ponti, per parafrasare una felice espressione di Salvo Castro, presidente del Comitato popolare Antico Corso“, spiega l’archeologa responsabile del progetto, Simona Todaro.

Attività di scavo presso il Giardino di Via Biblioteca, Palazzo Ingrassia
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ATTUALITÀ | Canti e racconti natalizi dei primi del ‘900: l’evento musicale a Catania

Giovedì 23 dicembre, alle 16.00, nella Chiesa Monumentale di San Nicolò l’Arena, l’evento musicale dedicato alle tradizioni musicali natalizie dei quartieri catanesi nei primi del ‘900, organizzato dal Dipartimento di Scienze della formazione.

Tradizioni musicali catanesi nei primi del ‘900

Riscoprire gli antichi “suoni” dei quartieri catanesi tra canti e racconti natalizi dei primi del ‘900. È una dimostrazione, aperta a tutta la cittadinanza, per far conoscere le risorse culturali, materiali e immateriali, proprio per preservarne e promuoverne l’identità culturale. Si terrà appunto giovedì 23 dicembre nella Chiesa Monumentale di San Nicolò l’Arena, grazie all’evento musicale “Natale in quartiere. Alla scoperta delle tradizioni musicali natalizie dei quartieri catanesi nei primi del ‘900”.

Angoli di Natale a Catania

Ad organizzarlo il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania in collaborazione col Comune di Catania (assessorato alla Cultura) e con le associazioni di quartiere Antico Corso e Acque Dotte.

All’evento interverranno Francesco Priolo, rettore dell’Università di Catania, il sindaco Salvo Pogliese e l’assessore alla Cultura Barbara Mirabella. Insieme ad essi, inoltre, anche la direttrice del Dipartimento di Scienze della formazione Loredana Cardullo e la docente Eleonora Pappalardo, delegata alla Comunicazione del Disfor.

nanareddi

Protagonisti saranno i Nanareddi, gruppo musicale guidato da Alfio Leocata (voce, friscalettu e zampogna) e composto da Francesco D’Arrigo (poeta), Rosa Alba Nicolosi (violino), Torquato Tricomi (chitarra), Piero Pia (chitarra) e Roberto Pia (contrabasso). Un gruppo che da anni conduce una meticolosa ricerca filologica sulle tradizioni novenistiche catanesi, in particolare quelle relative ai primi decenni del ‘900.

I Nanareddi

In quegli anni, infatti, i Nanareddi, artisti di strada improvvisati, dal 16 al 24 dicembre giravano per la Civita (antico quartiere etneo) esibendosi in canti e racconti natalizi, davanti alle case, alle botteghe ed alle cone (icone sacre), coniugando episodi del nuovo testamento a vanniate profane.

<<Incoraggiati dalla Chiesa, con lo scopo di diffondere il linguaggio “evangelico”, i Nanareddi traducevano, a modo proprio, i testi dal latino al siciliano, per renderli comprensibili a tutti gli abitanti del quartiere>>, spiega Alfio Leocata. <<La rappresentazione>>, continua il musicista, <<viene infatti riproposta così com’è nata all’origine, e questo è reso possibile grazie al ritrovamento “eccezionale” di un disco in 78 giri in bachelite del 1934 ed alle preziose testimonianze civitote>>.

Le parole della prof.ssa Pappalardo

«L’idea di un’esibizione dei Nanareddi aperta a tutta la cittadinanza è stata maturata nel tempo – ha spiegato la prof.ssa Eleonora Pappalardo, delegata alla comunicazione del Dipartimento di Scienze della formazione -. Abbiamo infatti la possibilità, grazie a questo evento, di assistere ad una “dimostrazione” concreta delle sonorità della tradizione catanese, e il Dipartimento di Scienze della Formazione ha, giustamente, voluto coinvolgere il territorio».

«Catania è senz’altro un grande “contenitore” eccezionale di risorse culturali, materiali e immateriali, e proprio quest’ultime sono senz’altro le più fragili, quelle che maggiormente rischiano di essere perdute e non tramandate alle generazioni future – ha aggiunto la docente dell’ateneo catanese -. Tuttavia, la cultura immateriale, che comprende, tra le altre cose, la lingua, le leggende, le tradizioni e la musica, costituisce una parte fondamentale della nostra identità. Una cultura, infatti, che va preservata, valorizzata e promossa; annoverata con orgoglio tra le risorse che rendono unica la nostra città. Proprio in questa direzione, dunque, l’Ateneo catanese si muove negli ultimi anni, all’insegna dei principi della Terza Missione che vedono l’Università come una realtà attiva nel territorio, al fine di preservarne e promuovere l’identità culturale».

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NEWS| L’UniCt vola in Mesopotamia con un nuovo progetto di archeologia urbana

L’archeologia dell’Università di Catania incrementerà la sua presenza in Medio Oriente.

Dopo le scoperte archeologiche nel Caucaso meridionale, infatti, sarà avviato nel 2022 il primo progetto di archeologia urbana a Baghdad promosso dal prof. Nicola Laneri del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania. Il progetto è reso possibile grazie alla collaborazione con l’Iraqi State Board of Antiquities and Heritage (SBAH), diretto dal prof. Hussein Laith.
Il progetto archeologico è stato definito nel corso dell’incontro avvenuto in questi giorni a Baghdad dove il prof. Laneri siglerà la prossima settimana l’accordo di collaborazione tra l’Università di Catania con le autorità irachene. Gli scavi si svolgeranno nel sito di Tell Muhammed a Baghdad.

Il commento del Prof. Laneri

<<L’accordo che sarà siglato prevede uno scambio di know-how per il quinquennio 2022-26 e avrà l’obiettivo di far ripartire la ricerca archeologica – spiega il prof. Laneri, docente di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente. Ma soprattutto – continua – una progettualità che possa permettere a Baghdad di tornare ad essere un polo d’attrazione turistica dopo le guerre che hanno martoriato l’Iraq durante il corso degli ultimi vent’anni. L’Urban Archaeology a Baghdad sarà anche una straordinaria opportunità per studiosi e studenti dell’Università di Catania di scoprire le vestigia di antiche società della Mesopotamia, la Terra tra i due fiumi culla delle prime civiltà, lungo il corso del fiume Tigri>>.


L’accordo – che verrà sottoscritto dal docente etneo con il prof. Hussein Laith, direttore dell’Iraqi State Board of Antiquities and Heritage – prevede anche un supporto da parte di studiosi e studenti dell’Università di Catania nello scavo dell’antica città di Baghdad che si trova lungo la sponda orientale del fiume Tigri.

Museo di Baghdad, il prof. Nicola Laneri accanto al Vaso di Warka

Nel corso della missione a Baghdad il prof. Nicola Laneri ha incontrato anche l’ambasciatore italiano in Iraq, Bruno Pasquino.
<<L’ambasciatore italiano – spiega il prof. Laneri – ha evidenziato l’importanza strategica del progetto che potrebbe consentire di mettere a disposizione delle autorità locali la conoscenza e la tradizione italiana nello studio, restauro e promozione del patrimonio archeologico della città di Baghdad creando così il primo parco archeologico urbano della capitale irachena. A partire dal 2022 l’Università di Catania avrà quindi un’altra opportunità per promuovere le straordinarie capacità dei suoi studiosi nello studio delle società antiche>>, conclude il docente etneo.

Da sinistra i docenti Nicolò Marchetti (Università di Bologna), Tim Harrison (Università di Toronto), Hussein Laith (direttore generale SBAH) e Nicola Laneri (Università di Catania)

 

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NEWS | UNICT e Aci Castello (CT) insieme per valorizzare cultura e ambiente

Rafforzare la promozione di Aci Castello (CT) e delle sue bellezze architettoniche, naturalistiche e ambientali presenti nella Riviera dei Ciclopi: sono gli obiettivi dell’accordo di collaborazione siglato nei giorni scorsi dal Comune di Aci Castello e dal Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania.

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Veduta di Aci Castello (CT)
Cosa prevede il progetto


La convenzione prevede l’elaborazione di proposte di progetti di formazione per la valorizzazione delle risorse culturali e ambientali del territorio attraverso le attività degli studenti. «Negli ultimi anni questa amministrazione si è mossa in una direzione chiara: quella della promozione del territorio», così ha spiegato il sindaco di Aci Castello (CT), Carmelo Scandurra. «Una ricca serie di eventi e manifestazioni di interesse culturale, per lo più realizzati nello splendido scenario del Castello Normanno, e l’istituzione dell’ecomuseo “Riviera dei Ciclopi” costituiscono segnali chiari dell’intenzione di mettere in atto azioni precise, di sviluppo turistico e valorizzazione del territorio».

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Carmelo Scandurra, sindaco di Aci Castello (CT)
Le aspettative della collaborazione

Saranno portate avanti attività di analisi di modelli di sviluppo turistico in altri contesti europei ed elaborati nuovi modelli di attuazione di politiche strategiche per la destinazione Aci Castello attraverso la realizzazione di prodotti multimediali e non finalizzati alla comunicazione e valorizzazione del territorio.

La Riviera dei Ciclopi
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NEWS | L’archeologia partecipata: al via lo scavo didattico a Palazzo Ingrassia (CT)

Protagonisti dell’attività di bonifica da sterpaglie e rifiuti dell’area dei giardini di Palazzo Ingrassia (via Biblioteca) sono stati gli studenti di Beni Culturali e Archeologia dell’Università di Catania. L’operazione di bonifica è stata necessaria in vista dell’avvio dello scavo archeologico previsto dal “Progetto  Archeologico di Montevergine“.

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Durante i lavori di bonifica dell’area da indagare
Il lavoro di bonifica

Le azioni di bonifica, alla quale seguirà lo scavo archeologico, sono state supportate anche dal Comitato popolare Antico Corso (che ha messo a disposizione la strumentazione per ripulire l’area e parte attiva del progetto) e dal Servizio Igiene urbana e ambientale del Comune di Catania. Un progetto che prevede attività di ricerca, didattica e divulgazione e che, soprattutto, consentirà per la prima volta di toccare con mano l’archeologia in un’esperienza pubblica e partecipata, aperta a studenti e ai cittadini.

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L’area di Palazzo Ingrassia (CT)
L’archeologia partecipata

Previsti anche interventi di valorizzazione dell’area con specifiche azioni di archeologia partecipata, dirette agli abitanti del quartiere e ai visitatori e turisti della città di Catania. Il progetto sarà realizzato dall’ateneo catanese in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali, il Parco archeologico di Catania e con il supporto logistico del Comune.

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Gli studenti dell’Università di Catania impegnati nel lavoro di bonifica
Uno scavo archeologico con funzione didattica

«Gli interventi di scavo stratigrafico saranno avviati nelle prossime settimane e consentiranno di far scoprire l’archeologia da un punto di vista scientifico e didattico in un processo continuo e costante di integrazione con i residenti del quartiere». Ha spiegato così la docente Simona Todaro dell’ateneo catanese, responsabile del progetto, coadiuvata da Gioconda Lamagna del Parco archeologico di Catania e da Michela Ursino della Soprintendenza.

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NEWS | Elefante africano, al Museo di Zoologia dell’UNICT c’è l’antenato del “Liotru”

Tra la tigre, la zebra e il leone spicca proprio lui: l’Elefante africano. E non poteva essere altrimenti. È il simbolo di una città, “u Liotru” è per i catanesi un “marchio” a cui hanno affidato la protezione contro le eruzioni dell’Etna. E, ovviamente, da protagonista indiscusso, non può che fare bella mostra di sé al centro del salone grande del rinnovato Museo di Zoologia e Casa delle Farfalle dell’Università di Catania che ha riaperto i battenti.

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L’Elefante africano al Museo di Zoologia dell’Università di Catania

Ad accogliere i visitatori al Museo è, ovviamente, il padrone di casa, eletto “simbolo” di MuZoo: l’Elefante africano, arrivato nel giardino della villa Bellini a Catania nel lontano 1889, un “regalo” dell’imperatore d’Etiopia Menelik II al re d’Italia Umberto I a seguito della firma del trattato di Uccialli. Una volta imbalsamato è stato donato al Museo di Zoologia e, nel corso della cerimonia di riapertura, ha affascinato i primi visitatori.

I primi visitatori del Museo di Zoologia dell’Università di Catania
Orgogliosi i responsabili del Museo

«Un progetto che parte da lontano con il pieno contributo dell’Ateneo per offrire alla società civile un’altra struttura museale di prestigio e con una concezione moderna», ha spiegato il rettore Francesco Priolo. «Ancora una volta ci apriamo ai cittadini con una proiezione sul futuro di questo territorio».

«Oggi abbiamo restituito a tutti un museo open, grazie anche al prezioso contributo di studenti e dottorandi. In tempi brevi sarà ulteriormente implementato con una sezione dedicata alle specie aliene». Così ha spiegato il responsabile scientifico della struttura, Giorgio Sabella, alla presenza del responsabile delle attività didattiche e divulgative della struttura museale, Fabio Viglianisi.

I responsabili del Museo alla cerimonia d’inaugurazione
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NEWS | Archeologia Pubblica al Teatro di Agrigento: cantiere in diretta Facebook

Sono ripartiti a fine maggio gli scavi del Teatro antico di Agrigento. Si tratta di un edificio ellenistico-romano scoperto nel 2016, non lontano dalla chiesa di San Nicola. Il cantiere, inserito nel Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, è aperto al pubblico ed è visitabile il mercoledì e il venerdì. È necessaria la prenotazione all’indirizzo mail teatroakrags2021@gmail.com.

Il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento

Lo scavo in corso vede la collaborazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e dell’Università di Catania, con la direzione del Professore Luigi Caliò.

L’avvio e il prosieguo della campagna

Ogni lunedì, per tutta la durata della campagna, il Parco ha avviato la pubblicazione di contenuti audiovisivi in diretta su Facebook per informare sul progresso delle ricerche. I vari saggi sono distribuiti sia nel centro che nella sommità della cavea e comprendono anche ambienti posti a sud-ovest della stessa. Da quest’area stanno infatti venendo alla luce strutture con varie fasi che vanno dal V secolo a.C. all’età romana.

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Il prof. Luigi Caliò in diretta dal cantiere di scavo alla Valle dei Templi di Agrigento

Non mancano, inoltre, i dati sullo stato di abbandono dell’edificio teatrale. Infatti, proprio nelle scorse settimane si è aperto un saggio di oltre 300 metri quadri in direzione est-ovest: sono stati scoperti numerosi sedili, in parte crollati, e altri blocchi architettonici, tra cui un capitello dorico. Al centro della zona scavata vi è una calcara (fornace) a fiamma bassa, sintomo di frequentazione fino in età tardoantica. Da qui proverrebbe un’epigrafe in marmo, destinata ad essere ridotta in calce.

Le nuove scoperte e la collaborazione con l’Università di Catania

Il professore Caliò si dice soddisfatto dall’avvio dei lavori, grazie alla grande partecipazione degli studenti alla campagna. Si tratta di circa 80 ragazzi, distribuiti in tre turni, che hanno subito colto l’occasione di rendersi protagonisti di uno scavo di una certa importanza,  dopo il lungo periodo di stallo della pandemia. Gli studenti stanno al momento scavando intorno alla cavea, cercando di portare alla luce le strutture dell’anello più ampio del teatro, quello di epoca più tarda; si spera anche in qualche ritrovamento appartenente alla scena del teatro. Nella summa cavea continuano ad venire alla luce nuove strutture, in particolare due absidi di un grande edificio ancora tutto da interpretare. 

L’ambiente sud-ovest della Valle dei Templi (AG)

Dagli ambienti a sud-ovest, informa il professore Caliò, stanno venendo in luce quelli che probabilmente erano gli accessi/parodoi della parte anteriore del teatro. I muri sono ben conservati con strutture di malta ancora ben visibili, che dovevano probabilmente tenere, tramite dei chiodi, delle lastre di marmo. L’angolo sud-occidentale ha restituito nei giorni scorsi un imponente edificio di probabile età tardoantica con un pavimento a lastroni calcarei. Il pavimento insisterebbe su strati di II secolo d.C., forse appartenenti a strutture dello stesso teatro, utilizzate proprio quando l’edificio andò in disuso.

Il pavimento tardoantico rinvenuto nella Valle dei Templi (AG) – foto: Le Vie dei Tesori

In copertina: foto aerea del settore in corso di scavo da Le Vie dei Tesori.

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NEWS | La Notte degli Archivi dell’UNICT sarà in diretta streaming

Questa sera, venerdì 4 giugno, alle 20 il dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania presenterà alla città gli Archivi del Museo della Fabbrica del Monastero dei Benedettini, con una diretta streaming sul canale YouTube di Zammù Tv. L’iniziativa, promossa in collaborazione con Officine culturali, in occasione della sesta edizione della Notte degli Archivi, s’intitola “Un progetto per Catania – L’archivio, l’Università e Giancarlo De Carlo” e sarà condotta da Claudia Cantale, ricercatrice al DISUM e responsabile della comunicazione dell’Archivio del Museo della Fabbrica.

archivi
Giancarlo De Carlo
L’iniziativa

L’Ateneo e il Museo della Fabbrica, di cui è responsabile scientifica la prof.ssa Federica Santagati, offriranno a tutta la cittadinanza e alla comunità accademica l’opportunità di conoscere, attraverso le carte d’archivio, il progetto di Giancarlo De Carlo, l’ultimo architetto dei Benedettini che ha curato il recupero dell’ex complesso monastico e la sua ridestinazione a sede universitaria.

L’accesso agli scaffali dell’Archivio del Museo della Fabbrica permetterà di osservare da vicino disegni, gli schizzi, le lettere e i verbali di cantiere che raccontano la storia di una Università in evoluzione e di una sede che venne progettata per gli studenti e le studentesse. La visita si sposterà poi dalla carta fino allo spazio materiale: agli spettatori verranno mostrati i luoghi di incontro e relazione del Monastero, dove generazioni di allievi e studiosi, ricercatori e personale, hanno contribuito a un’attività che ancora oggi rimane intensa. Qui il virtual tour del Monastero dei Benedettini (CT).

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NEWS | “L’antica Corona d’Aragona”, online un seminario sulle arti siracusane nel Rinascimento

L’Università di Catania informa su un seminario che si terrà interamente online e avrà come protagonista la città di Siracusa sotto la dominazione della Corona d’Aragona.

Oggi, lunedì 24 maggio, alle ore 17.30, online sulla piattaforma Microsoft Teams, si terrà il seminario dal titolo L’antica Corona d’Aragona. Il mondo iberico e Siracusa nell’età del Rinascimento, organizzato dalla prof.ssa Lucia Trigilia, docente della Struttura Didattica Speciale di Architettura di Siracusa dell’ateneo catanese.

Interverranno il direttore dell’Archivio Storico Siracusano Giuseppe M. Agnello che parlerà di “Istituzioni, società ed economia a Siracusa nel periodo aureo della Camera reginale (1420-1536)”, Antoni Conejo Da Pena dell’Universitat de Barcelona con la relazione “L’architettura civile a confronto. Un viaggio dalla Catalogna alla Sicilia, secoli XIV-XV”, Licia Buttà dell’Universitat Rovira i Virgili con il contributo “Tra Gotico internazionale e Rinascimento mediterraneo: la pittura del Quattrocento a Siracusa”.

A seguire le docenti dell’Università di Catania Simona Gatto con una riflessione su “Lo stato degli studi sulle arti figurative a Siracusa tra Quattrocento e Cinquecento” e Lucia Trigilia sul tema “Architettura e città nell’età delle regine a Siracusa e l’antica Corona d’Aragona”.

Per partecipare all’evento ti basterà  nell’orario stabilito.

aragona