Tutankhamon

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GEMMOLOGIA | “100 anni di una scoperta”, anche in Italia iniziano le celebrazioni per la scoperta della tomba di Tutankhamon

A Genova si celebrano i 100 anni di una esperienza umana e scientifica senza precedenti, la scoperta della tomba del faraone Tutankhamon da parte dell’archeologo inglese Howard Carter.

Genova celebra la scoperta con un’opera teatrale

È stata eseguita, il 28 maggio 2022, al Teatro Rina e Gilberto Govi di Genova, l’opera teatrale Le tre regine d’Egitto, dialoghi sull’enigma del tempo a cura dell’Egittologo Giacomo Cavillier. Lo spettacolo si è svolto grazie al lavoro della compagnia teatrale di Anna Giarrocco e Andrea Benfante, con coreografie e danze egizie di Ailema mille e una notte di Genova.

Foto scattata durante la rappresentazione teatrale

Si parte dunque con l’opera teatrale e si proseguirà con le iniziative estive presso i suggestivi scenari delle ville di Cornigliano: conferenze e presentazione di volumi sulla tematica, per poi concludere con la giornata del 4 novembre dedicata a Carter presso la Sala Solimena di villa Durazzo Bombrini. Qui la gemmologa Stefania Ferrari e il Regista Enrico Cirone cureranno il collegamento con la diretta dalla Carter House di Luxor, nei pressi della Valle dei Re, con il prof. Giacomo Cavillier che illustrerà gli affascinanti luoghi dove Howard Carter ha pianificato e realizzato il suo metodo di ricerca della tomba del faraone. Scenografie, misticismo e incanti dei luoghi e dei momenti costituiscono il vero e il più tangibile segno della più straordinaria scoperta dell’archeologia.

La dott.ssa Ferrari e il prof. Cavillier (da sinistra) alla presentazione dell’inizio delle celebrazioni

 

Un Diadema d’altri tempi

Lo stargate, la porta del tempo nell’opera teatrale, è rappresentato da un diadema, un lapislazzuli da 66 ct che legherà nell’enigma del tempo le tre regine, diadema coevo nella sua realizzazione, curata dalla gemmologa genovese Stefania Ferrari, sia per la scelta della gemma, a taglio cabochon (con la superficie a cupola e la parte inferiore piatta, spesso grezza), sia per la lavorazione dell’oro.

 

 

La ricchezza delle risorse naturali

L’Egitto e la Nubia sono da sempre regioni ricche di risorse naturali, risorse minerarie come metalli e pietre preziose. Si possono, tuttavia, rintracciare alcune località primarie di rinvenimento ed estrazione: Turchese e Malachite in Sinai, Diaspro rosso dalla Catena Arabica, Lapislazzuli lato Afghanistan, Smeraldo sulle coste meridionali del Mar Rosso e Ametista nelle regioni di Assuan. Ma sono presenti anche Calcare, Arenaria, Basalto, Porfido e Granito.

E, nell’Antico Egitto, ogni gemma e colore ha un significato ben preciso. Ne sono un esempio il Lapislazzuli, il cielo, la Turchese, il Nilo, e il Diaspro Rosso, il sole al tramonto, ma anche il sangue, nel suo legame con la procreazione.

 

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NEWS | Oxford celebra Howard Carter e Lord Carnarvon a cento anni dalla scoperta della tomba di Tutankhamon

Alla Bodleain Library è stata allestita, fino a febbraio 2023, una piccola mostra con i diari di scavo e le relative foto della scoperta di Tutankhamon; Oxford celebra Carter per la scoperta di Tutankhamon.

La scoperta
Howard Carter mentre esamina il sarcofago di Tutankhamon

Nell’autunno del 1922, Carter sta scavando all’ingresso della tomba di Ramses VI, quando, fortuitamente, si imbattono in alcuni gradini di una tomba ancora sconosciuta. La tenacia fu premiata con l’inattesa scoperta della tomba di Tutankhamon, il faraone bambino destinato a gloria imperitura.

Una mattina di novembre il giovane archeologo decise di effettuare un buco nella porta della tomba, la quale risultava intatta e presentava ancora il sigillo di corda degli antichi sacerdoti egizi; all’interno della stanza vi erano ammassati centinaia di oggetti. Tutto è rimasto intatto per oltre 3000 anni e quello è il primo occhio che ci posa.

Prima pagina del 17 febbraio 1923 del New York Times sulla scoperta di Tutankhamon

 

La complessa tomba sotterranea che venne alla luce era così ricca di reperti, che per lo sgombero degli oggetti, tutti scrupolosamente catalogati e rimossi, ci vollero dieci anni.

La mostra

L’esposizione, Tutankhamon: excavating the archive, è formata da una piccola stanza all’ingresso del complesso librario. La curatrice Daniela Rosenow si è concentrata a non allestire l’ennesima mostra sul faraone egiziano, ma sulla storia della scoperta della tomba.

È una mostra d’archivio, basata sui diari e sui documenti donati dallo stesso Carter alla sua morte nel 1945; a supporto del materiale dell’archeologo vi sono gli scatti originali del fotografo Harry Burton che fu chiamato appositamente per testimoniare lo storico evento.

È una sorta di “Dietro le quinte” di Tutankhamon che racconta i vari passaggi del lavoro che archeologo e operai hanno dovuto svolgere, come ad esempio: una mini-ferrovia portatile e smontabile con la quale hanno potuto trasferire i reperti trovati fino al Nilo da cui, poi, hanno raggiunto il museo del Cairo.

Howard Carter vicino ad uno dei carrelli con cui hanno trasportato i reperti

La mostra è stata inaugurata il 13 aprile 2022 e terminerà a febbraio 2023.

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NEWS | Tutankhamon, una scoperta passata alla storia

Il Centro Studi di Egittologia e Civiltà Copta “J. F. Champollion” di Genova organizza un ciclo di lezioni online su piattaforma “Zoom”, per 4 giovedì a partire dal 7 gennaio 2021 dalle ore 18.00 alle 19.30 su uno dei più noti faraoni della necropoli tebana.

Il direttore del Centro Studi, nonchè membro del Comitato Scientifico della Rivista ArcheoMe, il professor Giacomo Cavillier racconterà la storia della scoperta della sepoltura di Tutankhamon nella Valle dei Re.

Date le numerose richieste di partecipazione, il seminario sarà replicato nei venerdì successivi alle date previste (8, 15, 22, 29 gennaio 2021) per coloro che si iscriveranno dopo il 30 dicembre 2020; basta inviare un’email all’indirizzo della segreteria del Centro: segreteria.centrochampollion@gmail.com.

Archeologia e mito di un faraone

Dopo sei lunghe e deludenti stagioni di scavo, lo sconforto era ormai sovrano nella Valle dei Re. Howard Carter e, soprattutto, il suo “sponsor” George Edward Stanhope Molyneux Herbert, V Conte di Carnarvon, stavano davvero perdendo ogni speranza di trovare qualcosa nella Valle. Il finanziatore inglese aveva ottenuto le concessioni di scavo dall’allora direttore del Servizio delle Antichità, Gaston Maspero, nel 1914 e i risultati erano decisamente al di sotto delle aspettative. Carter stava per dichiararsi sconfitto e, sempre in cerca di fortuna, stava per destinare altrove le sue attenzioni, quando un colpo di zappa cambiò il corso della storia.

L’emozione della scoperta

Il 4 novembre, recandosi alla necropoli, Carter avvertì uno strano silenzio… i lavori erano fermi. Questa cosa insospettì immediatamente l’archeologo che, infatti, fu accolto dai suoi con la notizia che sotto la prima baracca demolita avevano trovato qualcosa: forse un gradino tagliato nella roccia. Possiamo solo immaginare con quanta concitazione ed emozione, nonché stupore, Carter si precipitò di corsa a verificare di persona… con il cuore in gola diceva a sé stesso che sarebbe stato troppo bello se si fosse trattato realmente di un gradino di accesso ad una tomba e che, magari, poteva trattarsi proprio della sepoltura del faraone che tanto desiderava trovare. Gli bastò ripulire un po’ la roccia dai detriti e dalla sabbia, quando si rese immediatamente conto che si trattava proprio di una rampa, scavata nella pietra con una tecnica comune agli altri accessi sepolcrali della Valle. I lavori proseguirono alacremente per tutto il giorno e la mattina seguente; ma soltanto nel pomeriggio del 5 novembre la rampa venne completamente scavata ed apparve il primo vero gradino di una scalinata. Un’emozione quasi febbrile pervase Carter; ormai ciò che stava riportando alla luce era indubbio, gli indizi portavano tutti verso una direzione: avevano trovato una tomba!

Howard Carter davanti al sarcofago con la mummia del faraone Tutankhamon
Un dialogo passato alla storia

È il 24 novembre 1922. Siamo nella Valle dei Re, a Tebe Ovest, quindi sulla sponda occidentale del Nilo, davanti a Luxor, sulla riva opposta. Quel breve dialogo, che è passato alla storia dell’archeologia, intercorre tra l’archeologo Howard Carter e il suo finanziatore Lord Carnarvon e sancisce la conferma di una scoperta che avrebbe lasciato il segno non solo negli studi egittologici ma nel costume della società: la tomba del faraone Tutankhamon. Ma solo il successivo 17 febbraio 1923, quando l’anticamera era stata sgombrata, furono ammessi i primi visitatori per assistere all’apertura della tomba: membri del governo e scienziati. E la notizia fece il giro del mondo.

La prima pagina del New York Times del febbraio 1923 con la notizia della scoperta della tomba di Tutankhamon

“Era venuto il momento decisivo. Con mani tremanti praticammo una piccola apertura nell’angolo superiore sinistro…”

“Potete vedere qualche cosa?”

“Sì, cose meravigliose.”