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NEWS | Volterra celebra in grande le “Giornate degli Etruschi”

Il 16 e il 17 settembre saranno celebrate le Giornate degli Etruschi a Volterra con il progetto Velathri Volaterrae: dalla città etrusca al municipio romano”.

Enti partecipanti

A collaborare al progetto della città toscana ci saranno la Soprintendenza di Pisa e Livorno, l’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa, la Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, il Comitato Organizzatore del Convegno Velathri Volaterrae e il Consorzio Turistico Volterra Valdicecina.

Gli eventi

Il primo evento, che si svolgerà il 16 settembre, prevede delle visite guidate su due cantieri di scavo:

  • La necropoli etrusca a Le Colombaie, tenuto dall’Università di Pisa;
Cantiere di scavo della necropoli La Colombaie
  • L’Anfiteatro di Volterra, tenuto dalla Soprintendenza di Pisa e Livorno.
Anfiteatro di Volterra

Le visite guidate prevedono la prenotazione obbligatoria. La partecipazione è gratuita.

Il secondo evento, che si svolgerà il 17 settembre, prevede la presentazione del volume Velathri Volaterrae. La città etrusca e il municipio romano, gli atti del convegno tenutosi a Volterra nel 2017, pubblicato nella Biblioteca di Studi Etruschi, a cura di Marisa Bonamici ed Elena Sorge.

Le parole del sindaco
Sindaco di Volterra, Giacomo Santi

«Sono molto orgoglioso dell’iniziativa messa in campo quest’anno per le “Giornate degli Etruschi”. Avere la collaborazione di prestigiose istituzioni come la Soprintendenza, l’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, l’Università di Pisa, oltre alla Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra e il Comitato Organizzatore del Convegno Velathri Volaterrae è di per sé indice di grande lustro per la nostra città e per l’evento».

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ATTUALITÀ | Tutti a bordo con Dante Alighieri: arriva il treno del Sommo Poeta

Il Treno di Dante ha percorso il suo viaggio inaugurale il 3 luglio 2021. Intorno alle 9 è partito dalla stazione Santa Maria Novella di Firenze diretto a Ravenna, ripercorrendo le terre del sommo poeta nell’anno del 700esimo anniversario della sua morte. Dalla sua natia Firenze, fino al luogo della sua sepoltura ravennate, passando per le terre che hanno contrassegnato parte della sua vita, sull’antica ferrovia Faentina, a bordo di un convoglio storico. Il treno, infatti, si compone di tre carrozze del modello “100 porte”, realizzato ai primi del ‘900, a cui si aggiungono la motrice diesel D445, il vagone postale (visitabile) e il vagone-deposito per le biciclette. Un treno già di per sé molto suggestivo, con gli interni in legno, che riporta il viaggiatore in un’altra epoca.

treno
Una delle carrozze con interni in legno (fonte Treno di Dante)

A far da cornice, inoltre, anche la tratta storica di una linea ferroviaria che, inaugurata nel 1893, finalmente collegava Adriatico e Tirreno. Proprio su questo storico percorso, il Treno di Dante accompagnerà i viaggiatori lungo un itinerario d’eccezione. Dopo la partenza da Firenze, prevista alle 8.50, il treno fermerà a Borgo San Lorenzo, a Marradi, Brisighella e Faenza con arrivo a Ravenna intorno alle 12.20.

Il treno porterà i viaggiatori sulle orme di Dante tutti i weekend fino al 10 ottobre 2021. Vengono offerte, inoltre, diverse soluzioni d’acquisto del biglietto, tra le quali una che dà diritto alla visita gratuita, nei comuni delle fermate, ad alcuni luoghi del patrimonio storico-artistico.

fonte: Ravenna per Dante

In copertina: immagine via SiViaggia.

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NEWS | Scoperti nuovi tratti della Via Clodia ad Anguillara Sabazia (RM)

Affiorati due tratti dell’antica Via Clodia nel Comune di Anguillara Sabazia (RM). La strada è in antico basolato romano ed è venuta fuori durante i lavori per l‘estensione della rete Italgas in via Mainella, a un metro di profondità dal terreno di calpestio attuale. I lavori hanno visto la collaborazione tra la società di distribuzione gas e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.

Il tratto diella Via Clodia emerso ad Anguillara Sabazia (RM) – foto: Roma Today

Dalle fonti si sa che questa parte dell’antica viabilità romana collega Roma con i centri dell’Etruria interna. La soprintendente Margherita Eichberg si è così espressa: «Il rinvenimento di questi due ulteriori tratti contribuisce a fare luce su quale fosse il suo esatto tracciato, andando ad aggiungere un ulteriore importante tassello alla conoscenza della viabilità antica e ad arricchire il variegato panorama dei beni culturali di Anguillara Sabazia».

Anche l’amministratore delegato di Italgas, Pier Lorenzo dell’Orco, ha voluto esprimere il suo pensiero sul rinvenimento: «I ritrovamenti  testimoniano come l’approccio verso i territori in cui operiamo sia costantemente ispirato alla salvaguardia del patrimonio storico e archeologico del nostro Paese. Un impegno volto alla massima collaborazione con le Soprintendenze, anche oltre le norme, per favorire il recupero e la valorizzazione dei singoli ritrovamenti. Un valore per la comunità».

Via clodia
Il percorso dell’antica Via Clodia (da anticaviaclodia.it)

Il tracciato si presenta in buono stato di conservazione, tanto che si possono ancora ammirare i solchi lasciati dai carri. Una prima parte è stata rinvenuta sotto la strada moderna verso Nord. L’altra porzione è venuta fuori verso Occidente ed è visibile parzialmente, ma sarà studiata al meglio nei giorni a venire. Sappiamo inoltre che si conservano poche centinaia di metri della Via Clodia in località Cancelli (FI), restituiti da scavi della fine dell’Ottocento. Doveva essere una strada larga circa 4 metri e mezzo, secondo il parare degli studiosi.

Una porzione della Via Clodia nei pressi di Saturnia (GR), in Toscana (foto: Podere Santa Pia)

Immagine in copertina (via AgCult)

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NEWS | Lago di Vagli (LU): il “paese fantasma” torna alla luce

A causa dell’emergenza Covid-19, lo svuotamento del lago artificiale di Vagli, inizialmente previsto per il 2021, verrà rimandato al 2022; a dare l’annuncio è stato l’ormai ex sindaco Mario Puglia. Il lago, situato nel comune di Vagli Sotto, in provincia di Lucca, è un vero e proprio custode di segreti, tra cui anche un paese fantasma.

lago di vagli
Lago di Vagli (LU) – foto: Vagli Park

L’origine del Lago e i suoi segreti

Di origine artificiale, il Lago si è formato in seguito allo sbarramento del Torrente Edron per la costruzione della diga idroelettrica, iniziata nel 1941 e terminata, anche a causa della guerra, nel 1947.

lago di vagli
Diga del Torrente Edron (LU)

Le acque, salendo di livello, andarono a coprire diversi borghi medievali tra cui il più importante, Fabbriche di Careggine (LU), conosciuto anche come “paese fantasma”; fondato nel 1270, era un tempo borgo di fabbri ferrai provenienti da Brescia, che lavoravano il ferro estratto dal Monte Tambura. Per motivi di manutenzione venne più volte svuotato: nel 1958, nel 1974, nel 1983 e nel 1994.

Progetto di valorizzazione

Il progetto di svuotamento del Lago, previsto ora per il 2022, è stato pensato nell’ottica di valorizzazione turistica del territorio; l’amministrazione comunale, guidata da Giovanni Lodovici, ha affermato che, a causa dell’emergenza sanitaria, non sarà possibile effettuare l’opera entro la fine del 2021; le restrizioni non permetterebbero un libero spostamento tra regioni o comuni, limitando di fatto l’arrivo dei turisti da tutta l’Italia. Per ovviare al problema, si è deciso di spostare l’evento al prossimo anno nella speranza che la situazione migliori.

Borgo di Fabbriche di Careggine (LU), foto: Vagli Park
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NEWS | Spazi culturali ai tempi del Covid: la “Ferita” di JR su Palazzo Strozzi

Lo street artist francese JR stupisce con una nuova installazione sulla facciata di Palazzo Strozzi a Firenze. L’artista porta all’attenzione del pubblico la situazione dei luoghi di cultura durante la pandemia. L’opera, intitolata “La Ferita”, rappresenta un enorme squarcio sulla facciata del Palazzo. 

L’artista JR di fronte alla sua installazione su Palazzo Strozzi

Costruita come un gioco illusionistico, l’installazione permette di vedere all’interno del palazzo, permette di accedere con lo sguardo alle sue stanze e ai suoi tesori temporaneamente inaccessibili. Si possono scorgere il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva con i quadri della Primavera e della Nascita di Venere del Botticelli, e una biblioteca. JR ha realizzato questa enorme installazione servendosi di una tecnica da egli stesso ampiamente utilizzata: un collage fotografico in bianco e nero, alto 28 metri e largo 33.

Significato dell’opera di JR

La colossale opera dell’artista francese, famoso per i suoi progetti dall’impatto invasivo e di protesta, vuole portare l’attenzione su un tema estremamente attuale e spesso complesso: la cultura ai tempi del Covid-19. 

Installazione dell’artista JR realizzata per il Museo del Louvre nel 2019

L’inaccessibilità ai luoghi di cultura, la chiusura di musei, ma anche di teatri e cinema lascia spazio alla nostalgia, al ricordo dei luoghi, e all’immaginazione degli stessi. È per questo motivo che “La Ferita”, apre la visione su un interno in parte reale, in parte solo immaginato. Immaginato proprio perché oramai inaccessibile.

Dice l’artista: “E’ un piacere essere qui. Questa opera risveglia tante cose in tutti noi e quello che mi interessa è che ognuno la interpreterà in base alla sua storia, ognuno avrà una lettura differente. Un’opera del genere resta per pochi mesi, ma la sua immagine resterà nella testa delle persone anche in futuro e penso che anche quando non ci sarà più le persone che l’hanno vista andranno a vedere cosa c’è dietro a quel muro”. 

 

 

 

 

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NEWS | Lunigiana, ritrovata la testa di una statua stele di 5000 anni fa

In Lunigiana, a Nord della Toscana, più precisamente nei pressi di Pontremoli (MS), è stata ritrovata la testa di un’eccezionale statua stele risalente a 5000 anni fa. Il ritrovamento è stato casuale: durante una passeggiata, il sig. Paolo Pigorini ha trovato una pietra di forma anomala. Dopo averla trasportata presso la propria abitazione, Pigorini ha riconosciuto la statua e l’ha consegnata al Direttore del Museo delle Statue Stele di Pontremoli (MS), Angelo Ghiretti, che ha segnalato il ritrovamento alla funzionaria della Soprintendenza, Marta Colombo e al sindaco di Pontremoli, Lucia Baracchini. Ghiretti ha confermato l’autenticità del manufatto: si tratta probabilmente di una testa raffigurante un volto femminile, come si nota dagli orecchini stilizzati scolpiti, è in buono stato di conservazione e risale a circa 5000 anni fa (Età del Rame)

Lunigiana
Paolo Pigorini insieme al direttore del Museo, Angelo Ghiretti, e alla Dottoressa Marta Colombo – ©Museo delle Statue Stele Lunigianesi

 

Le misteriose statue stele della Lunigiana

Le statue stele sono manufatti preistorici e protostorici, tipici della Lunigiana, realizzati dalla popolazione dei Liguri Apuani. Raffigurano personaggi maschili o femminili stilizzati e connotati nel genere dagli oggetti che portano (armi o monili). Le statue risalgono a un periodo compreso tra il III millennio a.C. e il VI secolo a.C. Se ne conoscono in tutto 80 esemplari, classificabili in tre gruppi (A, B e C a seconda della loro forma).

Il manufatto rinvenuto si può classificare nel gruppo “B”: presenta la testa con la tipica forma della mezza luna. Il reperto è stato inserito nel catalogo delle statue stele con il numero 85. Secondo il Direttore del Museo di Pontremoli (MS) non si tratta di un ritrovamento insolito poiché avvenuto in un luogo già molto perlustrato dagli studiosi. Proprio sulla sella di Monte Galletto probabilmente esisteva un allineamento di statue stele, quasi come un santuario. Un ritrovamento dunque casuale che permette di fare ulteriormente luce su questi affascinanti e misteriosi reperti.

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NEWS | “Luci dalle tenebre, dai lumi degli Etruschi ai bagliori di Pompei” in mostra al Maec

Riparte il Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona, il Maec, che ospiterà dal 23 aprile al 12 dicembre la mostra “Luci dalle tenebre, dai lumi degli Etruschi ai bagliori di Pompei”. Un tema innovativo. Difatti, l’esposizione sarà dedicata ai sistemi di illuminazione e ai rituali connessi all’epoca etrusca. 

L’idea di tale tematica nasce da uno dei reperti del Maec più interessante e unico, il Lampadario Etrusco. Con questo spirito, la mostra diviene simbolo della riaccensione della cultura: 

“Il passaggio da una stagione fredda e buia a un’altra radiosa era salutato già nell’antichità con le suggestive celebrazioni della fiamma, auspichiamo che questo passaggio possa avvenire al più presto possibile, rispetto al difficile momento che stiamo vivendo”. Questa la dichiarazione del presidente del Comitato tecnico del Maec, Nicola Caldarone.

Lampadario etrusco al Museo dell’Accademia Etrusca e della città di cortona.
Dettaglio del Lampadario Etrusco, Maec.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al Maec una mostra che rinasce dal buio 

L’esposizione sarebbe dovuta partire l’anno passato, ma dal buio della chiusura il Maec ha tratto la luce. Infatti, il Museo durante il fermo ha stretto accordi con i musei che conservano i più notevoli reperti etruschi, arricchendo la futura mostra. Saranno esposti i reperti provenienti dal Museo Archeologico di Firenze, dal Museo Archeologico nazionale di Tarquinia e da Villa Giulia di Roma. Il prestito più interessante arriva dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli che, oltre a numerose lucerne, ha concesso al Maec un Efebo con candelabro ritrovato a Pompei. La statua bronzea, di circa un metro e mezzo, sarà il fulcro dell’allestimento della sala dei Mappamondi, ricalcando il suo antico ruolo del ricevere gli ospiti.

Efebo usato come porta lampade da via dell’Abbondonza Pompei, MANN.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La comunicazione instaurata tra Maec e MANN vuole anche sottolineare il forte legame tra gli Etruschi e Pompei, come affermato dall’assessore alla Cultura Francesco Attesti.

Come numerosi musei italiani anche il Maec si servirà delle nuove tecnologie, per una didattica 2.0. Sarà allestita una “sala Immersiva” con modelli tridimensionali e una copia interattiva del Lampadario Etrusco. 

 

 

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NEWS | Netsuke, preziosissimi capolavori in mostra a Pisa

Il Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi espone i netsuke una delle collezioni più importanti dell’egittologa di fama mondiale Edda Bresciani

A Pisa, l’8 febbraio avrà inizio la mostra intitolata “Netsuke. Capolavori dalla Collezione Bresciani” e vedrà come protagonisti degli oggetti molto piccoli ma dal grandissimo valore storico-artistico.

Cosa sono?

I netsuke sono piccole sculture di legno o d’avorio prodotte in Giappone tra il XVII e il XX secolo. Questi oggettini venivano fissati alla cintura del chimono maschile in modo da fare contrappeso al contenitore di tabacco o altro. Oggetti di straordinaria fattura, raffigurano un’infinità di temi e soggetti. Essi raccontando l’arte e l’artigianato, la cultura e le credenze religiose, insomma la vita nei molteplici aspetti del Giappone nel corso di quasi quattro secoli.

Esempio di netsuke
La mostra a Palazzo Lanfranchi

Gli oggetti esposti, fanno parte della collezione privata di Edda Bresciani. Infatti, oltre al suo amore per l’Egitto, la scomparsa professoressa emerita dell’Ateneo Pisano, ed egittologa di fama internazionale, era un’appassionata  collezionista e studiosa di Netsuke. Oltre al suo interesse per questi meravigliosi oggetti, Edda Bresciani era una riconosciuta Haijin (maestra di Haiku).

Cos’altro comprende la mostra?

Al di là dell’esposizione di questi capolavori formato tascabile, la mostra comprenderà anche una visualizzazione multimediale di un netsuke attraverso la ricostruzione 3D fotogrammetrica, realizzata dal Laboratorio di Robotica Percettiva dell’Istituto TeCIP della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

 

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NEWS | “Firenze insolita”, alla scoperta delle dimore dei grandi scrittori

Sono già sold-out le prime date dell’evento che accompagnerà alcuni fortunati alla scoperta di una Firenze insolita.
Firenze insolita , infatti, è l’iniziativa che mette a disposizione dei visitatori ben 55 itinerari differenti: dalla Firenze esoterica degli antichi culti solari al trekking urbano dedicato alla volta del cielo e alle stelle medicee;  dalle passeggiate alla scoperta della Firenze ebraica alla Firenze delle donne.
Si tratta di un progetto promosso, all’interno di Feel Florence, dalle guide turistiche di Federagit Firenze in collaborazione con Confesercenti Toscana, Confesercenti Firenze e con il contributo dell’assessorato al Turismo del Comune di Firenze.

Il percorso letterario

Uno dei percorsi di spicco all’interno della varietà di itinerari proposti è sicuramente quello letterario. Il fil rouge della visita guidata è costituito dai luoghi legati ai grandi scrittori del passato: dalla casa natale di Collodi ai quartieri descritti da Vasco Pratolini; dai luoghi del cuore di Dostoevskij all’albergo che ospitò George Eliot (pseudonimo della scrittrice Mary Anne Evans) e fino al palazzo dove soggiornò Manzoni. E, ancora, dal quartiere di Santa Maria Novella, dove soggiornò Percy Bysshe Shelley, a quello di Santa Croce dove visse Piero Bargellini.

Mappa dell’itinerario letterario  (© Archètipo)


Infatti, luoghi e dimore, che hanno segnato i trascorsi fiorentini di grandi scrittori italiani e stranieri, saranno al centro di Firenze Insolita: un ciclo di passeggiate teatrali organizzato dall’associazione culturale Archètipo, finanziate dal Comune di Firenze e volute dall’assessora Cecilia Del Re, per un turismo sostenibile.

Il programma

Da venerdì 22 gennaio a domenica 28 febbraio, Firenze Insolita proporrà tre appuntamenti settimanali, dal venerdì alla domenica – venerdì e sabato ore 15, domenica ore 10 – , svelando al pubblico luoghi intimi e segreti di Firenze e della sua architettura: Spazi rimasti impressi nella storia della letteratura, come sottolinea Archètipo.

Ogni visita avrà una durata di circa 3 ore e saranno ammesse un massimo di 12 persone. Per la piena sicurezza e il pieno rispetto delle normative anti-Covid, sarà l’associazione a fornire auricolari sanificati e mascherine.
La partecipazione sarà gratuita ma con prenotazione obbligatoria: al numero 3381002655 o via mail a firenzeinsolita@archetipoac.it.
Il tutto è reso possibile grazie al contributo delle guide turistiche Laura Gensini e Chiara Migliorini.

Al termine delle visite guidate, l’attore Rosario Campisi darà vita alle opere letterarie che quei luoghi hanno saputo ispirare; sono brani composti dagli autori durante il loro soggiorno fiorentino o nel ricordo di esso. Archètipo promette una contaminazione fra bellezza artistica ed esperienza teatrale che permetterà allo spettatore di vivere un’esperienza unica.

Caffè Le Giubbe Rosse, sede fiorentina dei Futuristi (© Il Primato Nazionale)



Firenze Insolita sarà, inoltre, l’occasione per ricordare anche molti altri intellettuali che hanno amato il capoluogo toscano, tra cui i Futuristi con cui si concluderanno gli incontri al famoso Caffè Letterario Le Giubbe Rosse.

A questo link gli eventi proposti da Archètipo.
A questo link, invece, tutti gli itinerari in programma proposti da Federagit e Confesercenti.

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NEWS | Il Carro “celeste” di Populonia in mostra al Museo delle Navi Antiche di Pisa

Il Carro cerimoniale trovato a Populonia è eccezionalmente esposto al Museo fino al 1 novembre

Il museo delle Navi Antiche di Pisa, fiore all’occhiello della città toscana, lo ospiterà dal 15 ottobre al 1 novembre. Successivamente il reperto verrà trasferito nella sua sede definitiva, presso il Museo Archeologico del Territorio di Populonia a Piombino.

La scoperta

Nel 1955 a Populonia gli archeologi scoprirono una fossa, contenente gli scheletri di due cavalli, i loro finimenti metallici e un carro cerimoniale etrusco. Dalla foto a sinistra (A. CAMMILLI, M. MAIOLI 2020) è ben chiara la ricostruzione degli avvenimenti: la rimozione delle scorie che coprivano il tumulo lo ha fatto collassare. Successivamente, del sito monumentale è rimasta solo la fossa.

Il carro celeste: la ricostruzione del manufatto

Lo studio degli elementi metallici del rivestimento del carro cerimoniale è andato di pari passo con il loro restauro. Il funzionario Alfredo De Agostino aveva interpretato il carro cerimoniale come biga; da allora in poi il luogo di rinvenimento venne ribattezzato “fossa della biga”.

“Iniziato lo scavo archeologico, vennero scoperti, assieme alle ossa di due cavalli, le parti metalliche, in ferro e in bronzo, di una biga. ” (A. De Agostino, 1955) 

Un attento riesame dell’iconografia antica ha portato oggi a ricostruire la forma originaria del carro. Il carro era caratterizzato da una cassa semplice, decorata da placche e terminali in bronzo applicati direttamente sul legno. Se il legno non si è conservato, gli elementi in metallo sì.

Gli elementi bronzei applicati sulla riproduzione del carro sono molti, tra cui diverse piastre e lamine, collegate tra loro mediante chiodi ribattuti. Di altissima qualità è il timone a forma di testa di ariete. Il timone unisce la praticità all’estetica, ma il carro cerimoniale, che appartiene alla tipologia delle carrozze monoposto, è strettamente connesso all’aldilà, e per questo può definirsi «celeste»: le piastre a forma “semilunata” del carro rimandano all’ideologia del viaggio nell’aldilà. 

BIBLIOGRAFIA

A. CAMMILLI, M. MAIOLI (a cura di), Il carro “celeste” di Populonia, Pisa 2020.