Titanic

Accadde oggi

The Unsinkable Titanic, the sad ending of a fairytale

The shipwreck of the Titanic

Today marks the anniversary of one of the most dramatic events in the history of maritime navigation: the shipwreck of the Titanic, known as “the ship of dreams”.
The RMS Titanic was a British transatlantic of the Olympic class which, shortly after the start of its voyage, sank on April 15th, 1912, after colliding with an iceberg in the Atlantic Ocean. To this day, the wreck is still being studied.

The Titanic

The beginning of the voyage

In 1908, at the Harland and Woolf shipyards in Belfast, the entrepreneurs J. Bruce Ismay and W. James Pirrie financed a project which involved the construction of massive vessels that could face any type of sea voyage and demonstrate how much naval technology had progressed. The project included the making of three sister ships: the Olympic, the Titanic and the Gigantic.
The Titanic was launched in May 1911 and a year later, its memorable voyage began.
On 11 April 1912, the ship sailed from the port of Southampton, England, with lots of passengers on board, including Irish emigrants looking for a better future in America.

The departure of the transatlantic

The iceberg

The first days of the trip were peaceful and the Titanic gave the impression of being the ship of dreams.
There was every kind of comfort onboard, and the passengers enjoyed a stunning view, it was like they were living in a fairytale.

However, the ship had some flaws. The transatlantic didn’t have adequate spyglasses while crossing the Atlantic Ocean at high speed, probably due to an excessive sense of human safety which is a frequent mistake during sea voyages.

On April 14th, 1912, at 23:40, the Titanic hit a massive iceberg that heavily damaged its right side.

The iceberg that caused the sinking of the Titanic (reconstrunction)

The end of a dream

Initially, what seemed to be a minor inconvenience was, eventually, the cause of the sinking of the Titanic.
The iceberg had struck a crucial spot of the vessel which began to fill with water, with critical consequences. Within a few hours the first five compartments were flooded: the forepeak, the mail-holder and the boiler.
The ship tilted so much that it broke in two parts; one of the two parts, the bow, sank immediately. Then, the stern initially straightened up but later plummeted. What was meant to be a trip in the ship of dreams turned out to be a nightmare that caused the death of most of the passengers on board.
Some vanished with the ship; others couldn’t face the low temperatures of the Atlantic Ocean; and others died waiting for the rescuers who arrived several hours after the sinking.

The sinking (reconstruction)
Approfondimento

APPROFONDIMENTO| Non solo l’Endurance: la barca di Uruk

Prima è abbandonata, poi s’insabbia, in fine riemerge alla luce. No, non si tratta del Titanic. Nemmeno parliamo del sensazionale ritrovamento dell’Endurance. Questa è invece la storia della barca di Uruk, recentemente rinvenuta in uno degli antichi canali che scorrevano presso questo antico centro sumerico. Un’occasione per imbarcarsi una una breve crociera attraverso la Mesopotamia, non solo per scoprirne l’ambiente e le dinamiche umane, ma anche ricordare i forti legami che stringono l’Italia all’Iraq, l’Italia alla storia del paese di Sumer. 

Orientarsi nel Tempo

Roma venne fondata nel 753 a.C. in seguito all’aggregazione di più villaggi. Una data simbolo, uno spartiacque temporale per quanto riguarda la nostra storia. Più indietro, verso la fine del IV millennio a.C. incontriamo l’uomo del Similaun, Ötzi, il cacciatore dell’età del rame. Se invece parliamo di Mesopotamia la percezione del mondo cambia: ai tempi di Romolo e Remo, l’Impero Assiro gettava le basi per la propria egemonia nel vicino oriente, dal Levante alla Babilonia; ai tempi di Ötzi, la scrittura iniziava ad essere praticata nella città di Uruk, che già contava parecchie migliaia di abitanti e colonie sparse un po’ ovunque. Non a caso, la culla della civiltà è individuata tra i fiumi Tigri ed Eufrate, un contesto che, campagna archeologica dopo campagna archeologica, continua a offrire fonti per ricostruirne la storia. Ma quando è un’intera barca a rispuntar fuori dalla sabbia, lo stupore conquista anche l’orientalista più incallito.

Il profilo dell’imbarcazione visto da una foto aerea. © Deutschen Archäologischen Institutes
Il reperto archeologico, dal canale al museo

Il merito dell’intervento va alla missione tedesco-irachena del Consiglio di Stato per le Antichità e del Dipartimento Oriente dell’Istituto Archeologico Tedesco. La barca era stata già individuata nel 2018, tuttavia il suo scavo si è realizzato solo nel mese di marzo 2022 per preservare il reperto dall’erosione. Nello specifico si tratta di un’imbarcazione costruita in materiale organico e bitume, lunga 7 m e larga fino a 1,4 m. Ovviamente il materiale organico non ha superato la prova del tempo ma ha letteralmente lasciato il proprio segno sul nero rivestimento. Per quanto riguarda la datazione, si stima che il reperto risalga alla fine del III millennio a.C., quando il canale in cui navigava s’insabbiò, imprigionando la barca sotto strati di sedimento. Un’incredibile crociera attraverso il tempo la sua: dai canali di Uruk all’Iraq Museum di Baghdad, dove i ricercatori ne studieranno i segreti.

Dettaglio del rivestimento bituminoso che calafatava l’imbarcazione. © Deutschen Archäologischen Institutes
Non solo tedeschi: italiani pionieri della ricerca

Il ritrovamento della barca di Uruk accende l’attenzione sulla questione della navigazione del mondo antico, e di conseguenza della gestione dei corsi d’acqua agli albori della storia. La ricerca ha messo in evidenza come quello che si riteneva un’arida steppa fosse invece un’immensa palude. Tema interessante soprattutto per il mondo accademico italiano che, ormai da anni, conduce importanti ricerche sul suolo iracheno. Ad esempio, l’università Sapienza di Roma finanza gli scavi nella città sumerica di Niĝen, e nel sito di Abu Tbeirah in cui è stato scavato un porto risalente al III millennio a.C. Sotto il nome Sapienza è stato anche realizzato il primo Primo Congresso di Archeologia del Paesaggio e di Geografia Storica del Vicino Oriente che ha visto, nella sua prima giornata d’incontri, una massiccia presentazione di studi in relazione al paesaggio acquatico della Mesopotamia. In quest’occasione, un’analisi sulla navigazione è stata proposta proprio da chi scrive.

localizzazione delle città sumeriche di Niĝen e Abu Tbeirah
Barche a confronto: da Sumer a oggi

Osservando la barca di Uruk viene spontaneo chiedersi come si navigasse quattromila anni fa. In realtà sono gli stessi sumeri a fornire la risposta. Sinteticamente gli spostamenti via fiume avvenivano in due modi distinti: a traino, nei territori a monte, o a spinta, nei territori a valle in cui la corrente era più debole. Nel primo caso si sfruttava la forza animale che, dal margine dei canali, trainava l’imbarcazione controcorrente. Nel secondo caso, si usava spingere il mezzo con un grosso palo di legno, come fosse una gondola. Ovviamente le forme erano varie: sono attestati imbarcazioni con equipaggi di un paio di persone ma anche di 20, persino 45 barcaioli. Per quanto riguarda la barca di Uruk osserviamo un mezzo di piccole dimensioni, tipologicamente simile a quello ancora in uso nelle Marshland irachene. Allora, che sia il nostro oggi la guida per immaginare il passato, come nel video che segue.

Accadde oggi

ACCADDE OGGI | L’inaffondabile Titanic, il triste epilogo di una favola

Ricorre oggi l’anniversario di uno degli eventi più drammatici della storia della navigazione marittima: il naufragio del Titanic, la nave dei sogni, avvenuto il 15 aprile del 1912. L’RMS Titanic era un transatlantico britannico della classe Olympic, che pochi giorni dopo l’inizio del suo viaggio naufragò a causa della collisione con un iceberg nell’oceano Atlantico. Ad oggi il relitto è ancora oggetto di studi.

Il Titanic 
L’inizio del viaggio

Nel 1908, presso i cantieri Harland and Woolf di Belfast, gli imprenditori J. Bruce Ismay e W. James Pirrie finanziarono un progetto che prevedeva la nascita di navi di dimensioni imponenti con cui poter affrontare ogni tipo di viaggio per mare e in grado di mostrare quanto la tecnologia navale avesse fatto passi avanti. Il progetto doveva portare alla nascita di tre imponenti navi gemelle, l’Olympic, il Titanic e il Gigantic.

Il Titanic venne varato nel maggio 1911 e un anno dopo iniziò il viaggio che rimase impresso nella mente di tutti. La nave partì l’11 aprile 1912 dal porto di Southampton, in Inghilterra, con a bordo molti passeggeri, tra cui emigranti irlandesi che speravano di far fortuna in America.

La partenza del transatlantico
L’iceberg

I primi giorni di viaggio trascorsero sereni, il Titanic dava l’impressione di essere la nave dei sogni. A bordo era presente ogni tipo di agio, e la vista di cui i passeggeri godevano era invidiabile: sembrava di vivere dentro una bellissima favola.

La nave, però, non era così esente da difetti come poteva sembrare. Il transatlantico non era dotato di adeguati cannocchiali e stava attraversando l’immenso Oceano Atlantico ad altissime velocità, forse spinto da un eccessivo senso di sicurezza umano, errore frequente nei viaggi marittimi.

Il 14 Aprile 1912, alle ore 23:40, la nave si scontrò con un grosso iceberg che danneggiò pesantemente il fianco destro del transatlantico.

L’iceberg responsabile dell’affondamento del Titanic
La fine del sogno

Quello che sembrava un piccolo inconveniente, si rivelò la causa dell’affondamento del Titanic. L’iceberg aveva colpito un punto particolare della nave che, piena d’acqua, iniziò a presentare diverse criticità. Nel giro di poco tempo si allagarono i primi cinque compartimenti stagni, il gavone di prua, le stive postali e la caldaia.

La nave si inclinò tanto da spezzarsi in due parti: una delle due, la prua, sprofondò immediatamente; la poppa in un primo momento tornò alla sua posizione iniziale, raddrizzandosi, per poi precipitare. 

Quello che era nato come un viaggio a bordo della nave dei sogni si trasformò in un incubo che causò la morte di oltre la metà dei passeggeri complessivi del Titanic. Molti precipitarono con la nave, altri morirono a causa del contatto con le basse temperature dell’Atlantico e altri, infine, morirono aspettando i soccorsi che arrivarono molto tempo dopo l’inabissamento del transatlantico.

L’inabissamento