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NEWS | Samonà annuncia: “Nuova illuminazione per i dipinti del Caravaggio del Museo di Messina (MuMe)”

È stata realizzata una nuova illuminazione per due tele del Caravaggio in esposizione al Museo Regionale di Messina (MuMe); Adorazione dei pastori e Resurrezione di Lazzaro hanno ricevuto nuova luce e, quindi, nuova vita. Si tratta di uno dei tanti interventi di valorizzazione che il Museo ha realizzato approfittando della chiusura dovuta all’emergenza sanitaria.

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Michelangelo Merisi da Caravaggio, Adorazione dei pastori, 1609. Olio su tela. Museo Regionale di Messina (foto da: Alberto Samonà)
A cosa serve la luce?

L’operazione «ha risposto alle moderne esigenze di illuminazione, coniugando i vincoli dettati dalla conservazione delle opere con l’esigenza di migliorare e renderne più interessante la fruizione». L’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Alberto Samonà, sintetizza così lo scopo dell’intervento; compreso appieno dalla società di illuminotecnica che si è occupata di realizzarlo: ERCO. ERCO ha infatti esperienza maturata per molti anni in illuminazioni museali internazionali; la luce che accarezza le opere deve quindi avere cinque funzioni: accogliere, sperimentare, conservare, scoprire e commercializzare. Clicca qui per saperne di più riguardo agli studi di illuminazione ERCO applicati ai beni culturali.

L’illuminazione museale non è semplice e deve dunque soddisfare una molteplicità di esigenze. Nelle opere di Michelangelo Merisi la luce ha quindi il compito di esaltare la drammaticità dei volti, riempire le scene e trasportare il visitatore. Un comfort visivo infatti pienamente realizzato al MuMe: i visitatori resteranno sbalorditi!

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Resurrezione di Lazzaro, 1609. Olio su tela. Museo Regionale di Messina (foto da: Alberto Samonà)

In copertina: le due opere del Caravaggio protagoniste dell’intervento all’interno del Museo Regionale di Messina (foto: Foto Parrinello).

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NEWS | Recuperate tele settecentesche rubate 23 anni fa

Cinque tele settecentesche sono state recuperate dopo 23 anni dal loro furto. Le opere, commissionate all’artista lombardo Francesco Antoniani, raffigurano episodi della vita di Mosè. I carabinieri del nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino le hanno ritrovate monitorando il mercato dell’arte; erano quindi state messe in vendita sul sito di una nota casa d’aste piemontese, senza documenti che ne comprovassero la legittima appartenenza. 

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I carabinieri del nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Torino

Le tele torneranno nel castello di Moretta, in provincia di Cuneo. Una banda di ladri le aveva trafugate nel 1998, insieme ad altri beni di valore storico artistico: il tutto per un valore complessivo stimato all’epoca in 160 milioni di vecchie lire. I carabinieri hanno quindi avuto conferma che si trattasse delle opere rubate grazie al riscontro fornito dalla Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, il più grande database di opere d’arte rubate al mondo.