Teatro

Accadde oggi

Luigi Pirandello, il premio Nobel siciliano

L’evento 

Il 10 dicembre 1936 moriva a Roma Luigi Pirandello, uno degli scrittori e drammaturghi italiani più influenti del Novecento, premio Nobel per la letteratura nel 1934.

Pirandello mentre fuma una sigaretta nel suo studio (immagine presa via lebiografie.it)
Pirandello mentre fuma una sigaretta nel suo studio (immagine via lebiografie.it)

Formazione 

Luigi Pirandello nacque in Sicilia il 28 giugno 1867, a Girgenti, l’attuale Agrigento. Egli crebbe in una famiglia relativamente agiata dal punto di vista economico, legata ad un patriottismo antiborbonico. Questo influenzò la sua educazione e i suoi ideali politici. 

Inoltre, furono importanti nella formazione letteraria dell’autore tre ambienti: quello siciliano, pieno di suggestioni magico-popolari, quello romano, che lo avvicina a Luigi Capuana e quello tedesco, dove scoprirà Nietzsche e Freud

Poetica 

Nel 1889 pubblica la sua prima opera: la raccolta poetica, Mal Giocondo. Nel 1904 l’autore pubblicò sulla rivista Nuova Antologia Il fu Mattia Pascal. In questo romanzo troviamo i tratti caratteristici delle sue opere: come l’umorismo, la derisione della borghesia, la presenza della psicoanalisi, la teoria delle maschere nello stesso individuo ed il relativismo. Tra le altre opere si ricordano: L’Esclusa (1901), Quaderni di Serafino Gubbio operatore (1916/1925), Sei personaggi in cerca d’autore (1921), Enrico IV (1922), Novelle per un anno (1922), Ciascuno a suo modo (1924), Uno, nessuno e centomila (1925), Questa sera si recita a soggetto (1930) ed i Giganti della montagna, pubblicata postuma (1937).

Prima edizione de Il fu Mattia Pascal (immagine via pirandelloweb.com)

L’eredità pirandelliana 

Insieme a Franz Kafka, Robert Musil e James Joyce, Luigi Pirandello introdusse un nuovo approccio al racconto breve e al romanzo, liberandolo dalle arretratezze del romanzo ottocentesco. Infatti, se l’impalcatura esterna continuò a sembrare tradizionale, i contenuti inseriti furono quelli delle avanguardie del primo Novecento: l’Espressionismo e il Surrealismo. Infine, ancora oggi le opere dello scrittore siciliano, continuano ad essere studiate e tradotte in tutto il mondo. 

 

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NEWS | Cento anni di spettacoli in mostra ad Ostia Antica

“Chi è di scena! Cento anni di spettacoli a Ostia antica (1922 – 2022)” è una mostra che si svolge all’interno del teatro romano di Ostia Antica. Questa mostra racconta la lunga storia di manifestazioni che si sono tenute, e che ancora si svolgono, nel teatro romano.

La mostra

La mostra, iniziata il 21 maggio, sarà disponibile fino al 23 ottobre 2022. Tale esposizione ripercorre i momenti più significativi di storici spettacoli. Rivela la frequentazione degli scavi e mostra elementi emblematici del paesaggio archeologico ostiense nelle varie epoche. Ad introdurre l’esposizione vi è una sezione incentrata sulla storia del monumento. La rassegna, e il ricco catalogo che l’accompagna, ricostruiscono per la prima volta, attraverso materiali in molti casi inediti, la lunga storia di rappresentazioni quali le commedie, tragedie, balletti e concerti. Eventi che hanno visto coinvolti artisti tra i più celebri nel mondo dell’arte e dello spettacolo.

Poster della Mostra “Chi è di scena! Cento anni di spettacoli a Ostia antica (1922 – 2022)”.
Locandina ufficiale della mostra “Chi è di scena! Cento anni di spettacoli a Ostia Antica (1922-2022)”

L’esposizione è introdotta da una sezione incentrata sul monumento, a partire dagli scavi archeologici, passando per restauri avvenuti in passato e finendo su quelli ad oggi programmati. L’interno stesso del teatro costituisce il luogho dell’esposizione. Ad essere esposti sono numerosi materiali provenienti dagli archivi della Biblioteca Museo Teatrale SIAE, dell’INDA, di Cinecittà Luce e degli artisti, tra cui l’Archivio dell’Opera di Duilio Cambellotti, e da numerose collezioni private come la Collezione Andrea Sironi-Strauβwald

Dal 1922 ad oggi

“Chi è di scena! Cento anni di spettacoli a Ostia antica (1922 – 2022)” è una mostra che racconta la storia centenaria delle manifestazioni che si sono tenute, e che ancora si svolgono, nel teatro romano. L’esposizione, curata da Alessandro D’Alessio, Nunzio Giustozzi e Alberto Tulli, con l’organizzazione di Electa, è aperta al pubblico dal 21 maggio al 23 ottobre 2022.

Il teatro di Ostia al termine degli scavi di Dante Vaglieri, 1913.
Il teatro di Ostia al termine degli scavi di Dante Vaglieri, 1913 (Archivio Fotografico Pa-Oant B2090)

Le prime rappresentazioni si svolsero nella primavera del 1922. Il teatro romano aspettava ancora i restauri e, come attori, vi erano dei bambini delle scuole elementari di Ostia. Quelle prime rappresentazioni furono il banco di prova per l’introduzione di una forma teatrale più impegnativa ed organizzata, per la quale si rese necessario operare una profonda trasformazione dell’edificio. La programmazione  degli spettacoli prosegue ancora oggi: al fine di garantirne l’alta qualità avviene un’attenta selezione di registi e attori, coreografi e danzatrici, scenografi e costumisti.

Il restauro del teatro romano

Come rivela una serie inedita di foto storiche, i primi spettacoli teatrali si svolsero nel teatro romano non ancora ricostruito. L’intuizione dell’archeologo Guido Calza, allora direttore dell’area, sostenuta anche dall’artista Duilio Cambellotti, a Ostia scenografo e costumista, portò a profondi modifiche dell’edificio: risultò indispensabile l’attività di restauro e parziale ricostruzione del monumento. Tale intervento portò a diverse polemiche. A seguito dei lavori lo spazio per il pubblico aumentò fino a poter accogliere fino a 2700 spettatori dando così una nuova vita al monumento.

Teatro: i lavori di ricostruzione della cavea quasi ultimati, 1927
Teatro: i lavori di ricostruzione della cavea quasi ultimati, 1927 (Archivio Fotografico PA-OANT A2485)

 

In copertina: Teatro di Ostia Antica in una foto di © Frank Kovalchek.

 

 

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NEWS | Al via le visite per ammirare lo spettacolo dell’alba sulla Valle dei Templi

“Risveglio sul Mediterraneo” è il programma di visite teatralizzate all’alba, dal 25 luglio al 29 agosto 2021 nella Valle dei Templi (AG). In collaborazione con CoopCulture, il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle propone questo nuovo progetto di valorizzazione e narrazione.

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Il musical sul mito greco all’alba nella Valle dei Templi (AG) – 25 luglio 2021

Teatro e musica si fondono e, proprio attraverso i valori dello spettacolo, creano una narrazione unica e coinvolgente all’alba in uno dei centri più rappresentativi della Magna Grecia. Il percorso di visita si snoda dal Tempio di Giunone al Tempio della Concordia, passando per mura megalitiche, memorie della civiltà romana e dei primi cristiani, con uno story telling alternativo e di ampio respiro: la musica – si sa – sin dai tempi più antichi è il linguaggio universale che unisce; il teatro trasforma la quotidianità in arte e la narrazione lega tutto in un percorso senza precedenti.

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Un momento della rappresentazione al Tempio della Concordia – Valle dei Templi (AG), 25 luglio 2021
Al passo coi Templi

Nelle diverse giornate, le visite straordinarie proporranno nel percorso Dei ed Eroi della mitologia greca, al passo coi Templi. Si risveglieranno nella loro candida fierezza proprio alle prime luci, tra colonne e templi in edizione rinnovata, ma sempre rispettosa delle emozioni che negli anni hanno animato i visitatori della Valle. Ma non solo: ci saranno attori, musicisti e cantanti, danze e sortilegi, personaggi grotteschi, capitani fanfaroni, servi furbi, donne diaboliche e candide fanciulle. E non mancherà il teatro greco che, direttamente al Tempio della Concordia, racconterà la storia dell’uomo omerico: l’Iliade.

Si aprono le danze alla Valle dei Templi (AG) – 25 luglio 2021
Come prenotare

Sono già aperte le prenotazioni per le visite all’alba sulla Valle. Per acquistare i biglietti online, avere ulteriori informazioni e conoscere i termini di gratuità si prega di visitare questo sito.

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NEWS | Archeologia Pubblica al Teatro di Agrigento: cantiere in diretta Facebook

Sono ripartiti a fine maggio gli scavi del Teatro antico di Agrigento. Si tratta di un edificio ellenistico-romano scoperto nel 2016, non lontano dalla chiesa di San Nicola. Il cantiere, inserito nel Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, è aperto al pubblico ed è visitabile il mercoledì e il venerdì. È necessaria la prenotazione all’indirizzo mail teatroakrags2021@gmail.com.

Il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento

Lo scavo in corso vede la collaborazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e dell’Università di Catania, con la direzione del Professore Luigi Caliò.

L’avvio e il prosieguo della campagna

Ogni lunedì, per tutta la durata della campagna, il Parco ha avviato la pubblicazione di contenuti audiovisivi in diretta su Facebook per informare sul progresso delle ricerche. I vari saggi sono distribuiti sia nel centro che nella sommità della cavea e comprendono anche ambienti posti a sud-ovest della stessa. Da quest’area stanno infatti venendo alla luce strutture con varie fasi che vanno dal V secolo a.C. all’età romana.

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Il prof. Luigi Caliò in diretta dal cantiere di scavo alla Valle dei Templi di Agrigento

Non mancano, inoltre, i dati sullo stato di abbandono dell’edificio teatrale. Infatti, proprio nelle scorse settimane si è aperto un saggio di oltre 300 metri quadri in direzione est-ovest: sono stati scoperti numerosi sedili, in parte crollati, e altri blocchi architettonici, tra cui un capitello dorico. Al centro della zona scavata vi è una calcara (fornace) a fiamma bassa, sintomo di frequentazione fino in età tardoantica. Da qui proverrebbe un’epigrafe in marmo, destinata ad essere ridotta in calce.

Le nuove scoperte e la collaborazione con l’Università di Catania

Il professore Caliò si dice soddisfatto dall’avvio dei lavori, grazie alla grande partecipazione degli studenti alla campagna. Si tratta di circa 80 ragazzi, distribuiti in tre turni, che hanno subito colto l’occasione di rendersi protagonisti di uno scavo di una certa importanza,  dopo il lungo periodo di stallo della pandemia. Gli studenti stanno al momento scavando intorno alla cavea, cercando di portare alla luce le strutture dell’anello più ampio del teatro, quello di epoca più tarda; si spera anche in qualche ritrovamento appartenente alla scena del teatro. Nella summa cavea continuano ad venire alla luce nuove strutture, in particolare due absidi di un grande edificio ancora tutto da interpretare. 

L’ambiente sud-ovest della Valle dei Templi (AG)

Dagli ambienti a sud-ovest, informa il professore Caliò, stanno venendo in luce quelli che probabilmente erano gli accessi/parodoi della parte anteriore del teatro. I muri sono ben conservati con strutture di malta ancora ben visibili, che dovevano probabilmente tenere, tramite dei chiodi, delle lastre di marmo. L’angolo sud-occidentale ha restituito nei giorni scorsi un imponente edificio di probabile età tardoantica con un pavimento a lastroni calcarei. Il pavimento insisterebbe su strati di II secolo d.C., forse appartenenti a strutture dello stesso teatro, utilizzate proprio quando l’edificio andò in disuso.

Il pavimento tardoantico rinvenuto nella Valle dei Templi (AG) – foto: Le Vie dei Tesori

In copertina: foto aerea del settore in corso di scavo da Le Vie dei Tesori.

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NEWS | Riapre al pubblico il Teatro Antico di Taormina (ME) con un’esposizione unica (PHOTOGALLERY)

Come annunciato dall’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà, il Parco Archeologico Naxos Taormina (ME) riapre oggi, 17 maggio 2021. Oggi ricorre anche il centenario della nascita dell’artista siciliano Pietro Consagra e, per l’occasione, è stata allestita un’esposizione all’interno del Teatro. Una selezione di opere dell’artista, realizzate tra il 1964 e il 2003, intrecciano un inedito dialogo con le memorie del Teatro Antico di Taormina e con il paesaggio circostante, in un percorso en plein air aniconico e atemporale.

esposizione
Pietro Consagra, Ferro e Fuoco (1997) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
esposizione
Pietro Consagra, Oracolo di Tebe (1988) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021

«Oggi la poetica di Consagra – sottolinea Gabriella Tigano, direttrice Parco Archeologico Naxos Taormina (ME) – approda qui, nel Teatro Antico di Taormina, spazio scenico che da millenni accoglie e consacra – in un unicum fra natura, architettura e paesaggio – il verbo dell’arte, declinato in infinite pluralità di linguaggio. Lo accogliamo con gioia certi che il dialogo ravvicinato fra archeologia e arte contemporanea sarà per i visitatori una nuova e vibrante esperienza di viaggio e di conoscenza in Sicilia».

esposizione
Pietro Consagra, Ferro trasparente rosso (1965) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
esposizione
Pietro Consagra, Controluce n. 2 (1976) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Il percorso espositivo

La scultura da cui muove il percorso espositivo è Piano sospeso bianco del 1964, una rottura semantica netta realizzata dall’artista siciliano nella sua carriera, dirompente rispetto alle opere precedenti; l’opera è sospesa su una delle due pàrodoi del Teatro, frontale alla cavea e agli spettatori. Attraverso la poetica della frontalità, Consagra ha infatti instaurato le condizioni di un dialogo immediato, con un osservatore libero e a sua volta reattivo, creando le premesse dell’arte “partecipata”. Quest’opera appartiene allo stesso momento di svolta dei Giardini e dei Ferri trasparenti del 1964-66, opere tutte monocrome, bianche, rosa, violette, blu, carminio, lilla, nere, che si incurvano, si frammentano e si gonfiano come sul punto di levitare, ponendosi agli occhi dello spettatore come oggetti sensitivi mobili dalla doppia frontalità, in un allentamento liberatorio della tensione morale.

esposizione
Pietro Consagra, Piano sospeso bianco (1964), opera sospesa su una delle due pàrodoi del Teatro – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021

Come sarà possibile vedere in mostra anche con il Giardino bianco del 1966, il colore assume una tale intensità e uniformità da cancellare il materiale da cui è invisibilmente supportato, esprimendo la nuova apertura di Consagra a una felicità individuale. Nuove dinamiche dello sguardo e del corpo saranno attivate anche dal Matacubo esposto, scultura dalle forme tondeggianti e sensuali che attirerà il visitatore a sedersi sopra. La voce, in dialetto siciliano, definisce oggetti molto compatti e spesso ingombranti, ma viene utilizzata dall’artista come termine “paradossale” per indicare opere ludiche, realizzate in marmo e in ferro dipinto, proposte in alternativa alle panchine, costituite comunemente da rigide sbarre di ferro e legno, considerate dall’artista “repressive”.

esposizione
Pietro Consagra, Giardino bianco (1966) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Pietro Consagra, Metacubo (1985) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Il messaggio dell’esposizione

Il confronto diretto, faccia a faccia, con le opere di Consagra, strategicamente disposte negli spazi del Teatro sarà un’esperienza emozionante: l’artista stesso non escludeva che si potesse alleviare la sofferenza umana con il piacere della bellezza, con la forza di un artificio intelligente, nella consapevolezza che ci può essere una essenzialità, un rigore, un pensiero anche nell’aspetto leggiadro di una scultura. E l’opera di Consagra continua a essere un messaggio di speranza perché proprio oggi l’arte sia nuovamente «la salvezza della spiritualità collettiva e della fiducia in crisi».
La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita da Electa.

Pietro Consagra, Ferro rosso (2003) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Pietro Consagra, Nero del Belgio e diaspro rosso (1990) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021

In copertina: le opere viste dalla cavea del Teatro Antico di Taormina (ME) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021.

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NEWS | Agrigento, riprenderanno gli scavi al teatro antico

Si ritorna a parlare del teatro antico di Agrigento, edificio ellenistico-romano scoperto nel 2016. È stato uno dei grandi enigmi dell’archeologia: negli anni sono state avviate numerose campagne di scavo per individuare il luogo dove già il monaco domenicano Tommaso Fazello, a metà Cinquecento, asseriva di aver visto i resti appena riconoscibili delle fondazioni di un imponente edificio teatrale, non lontano dalla chiesa di San Nicola.

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I resti visibili in superficie del teatro antico (da Alberto Samonà)

Una prima parte di progetto da 200 mila euro sarà finanziato dal Parco archeologico di Agrigento e durerà sei mesi. Si vuol portare alla luce l’edificio monumentale che costituiva l’ingresso scenografico all’area pubblica della città. Si tratterà di un “cantiere aperto” con la possibilità di seguire gli scavi in un’area che è rimasta finora interdetta al pubblico.

«Sono molto felice di testimoniare la ripresa della campagna di scavi che consentirà di riportare in luce l’antico teatro ellenistico della città di Akragas. Si tratta di una scoperta archeologica tra le più significative degli ultimi anni e che aggiungerà un altro importante tassello nella ricostruzione dell’antica città di Agrigento, definendo ancora meglio la struttura e il contesto delle grandi città siciliane dell’antichità. Il Governo regionale sta cercando di puntare molto sulla ripresa degli scavi archeologici nella consapevolezza che l’unicità della Sicilia è nella forza della sua storia, nella grandezza dei suoi monumenti e nella bellezza della natura che rende ogni esperienza unica e irripetibile».

Roberto Sciarratta, direttore del Parco archeologico della Valle dei Templi, firma l’accordo per la ripresa degli scavi (da Alberto Samonà)

È quanto ha dichiarato lo scorso 30 aprile ad Agrigento, l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, insieme al direttore del Parco della Valle dei Templi Roberto Sciarratta, che ha firmato l’avvio del cantiere. Erano presenti anche il sindaco di Agrigento Franco Miccichè, le archeologhe del Parco, Valentina Caminneci, Maria Concetta Parello e Maria Serena Rizzo.

Lo scavo vedrà anche la partecipazione del professore e archeologo Luigi Caliò, dell’Università di Catania, grazie alla convenzione scientifica stipulata con il Parco della Valle dei Templi. Gli studenti dell’ateneo catanese potranno dunque partecipare a tirocini durante la campagna di scavo. Le archeologhe del parco daranno altresì la possibilità di approfondire il cantiere di scavo. 

 
Il teatro di Agrigento durante uno scavo (da il Sicilia.it)
Ipotesi ricostruttiva dello schema urbano alla luce dei dati dello scavo del teatro e delle prospezioni geofisiche (Brienza 2017)
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ATTUALITÀ | Teatro Greco di Siracusa, la stagione 2021 tra dramma classico e contemporaneità

Una buona notizia per la stagione teatrale a Siracusa. Al Teatro Greco tornano, infatti, le rappresentazioni classiche che ogni anno attirano un pubblico vario e vasto. Sarà la volta delle “Baccanti di Euripide per la regia di Carlus Padrissa, “Le Coefore e “Le Eumenidi di Eschilo, diretta da Davide Livermore, e “Le nuvole di Aristofane con la regia di Antonio Calenda. Si prevede, come sempre, lo schema rappresentativo mutuato dall’Antica Grecia: tre tragedie e una commedia.

Dramma classico e contemporaneità

La Fondazione INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) ha previsto, per la stagione 2021tre produzioni inedite. L’obiettivo è il rinnovo del dramma classico attraverso le intuizioni di grandi artisti contemporanei.

La 56esima stagione in programma dal 3 luglio al 22 agosto 2021 prevede due ritorni e un esordio assoluto.

Al suo esordio, con la regia delle “Baccanti“, si trova il catalano Carlus Padrissa, tra i fondatori della Fura dels Baus, compagnia teatrale osannata per la capacità di adattare il teatro a un linguaggio contemporaneo.

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Le “Baccanti” di Euripide in una rappresentazione passata al Teatro Greco di Siracusa (foto: Eco del Sud)

Davide Livermore invece, dopo il successo del 2019 con “Elena” di Euripide, torna a Siracusa con Eschilo. Fra i registi italiani più apprezzati del momento, Livermore, propone il secondo e il terzo atto dell’”Orestea” di Eschilo, “Le Coefore e “Le Eumenidi“, in coproduzione con il Teatro Nazionale di Genova. Si tratta di una collaborazione voluta in occasione del centenario della ripresa delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco dopo la Grande Guerra e l’epidemia di Spagnola. Un evento, inoltre, a cui l’INDA dedicherà una mostra interattiva di foto d’epoca, che sarà esposta nella sede dell’INDA dall’estate 2021 all’inverno 2022. Infine, ritorna anche Antonio Calenda, uno dei maestri della regia italiana, alla direzione della commedia “Le nuvole” di Aristofane.

Una rappresentazione passata al Teatro Greco di Siracusa (foto: Fondazione INDA)

Sarà una stagione in cui verrà riproposto, in parte, il programma del 2020, annullato a causa della situazione pandemica. “Ifigenia in Tauride di Euripide con la regia di Jacopo Gassmann, invece, prevista per il 2020, è riprogrammata per il 2022.  

A partire da oggi, giovedì 29 aprile, è possibile prenotare i biglietti per la Stagione 2021 e convertire i biglietti acquistati nel 2020 per assistere agli spettacoli in programma quest’anno. Sarà possibile prenotare i biglietti e avere maggiori informazioni scrivendo un messaggio a questo indirizzo mail.

Immagine di copertina: rappresentazioni al Teatro Greco di Siracusa (via Balarm).

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NEWS | Fiera di Messina, l’appello di Principato: “Realizziamo un Museo del cinema, non lasciatemi solo”

La demolizione dell’ex quartiere fieristico di Messina ha lasciato molti strascichi e tante perplessità. Il panorama mozzafiato che la Città dello Stretto ha riscoperto dopo l’abbattimento dell’ex “Teatro in fiera” è stato oggetto di discussione tra chi vorrebbe destinare a verde l’intero spazio liberato (o ancora da liberare) e chi vorrebbe, invece, veder costruito qualcosa di funzionale per la città. 
Non mancano le ipotesi, non mancano le polemiche. Ma tra le tante proposte, alcune certamente bislacche, altre di sicuro interesse, spicca quella dell’architetto Nino Principato, storico locale e memoria della città, membro del Consiglio di amministrazione del Teatro Vittorio Emanuele di Messina

L’area dell’ex Teatro in fiera e lo scorcio “liberato” (Tempostretto)

 

Lo sfogo

Di qualche ora fa un post su Facebook in cui Principato da libero sfogo al suo pensiero, titolando “UN MUSEO DEL CINEMA ALL’IRRERA A MARE”. Già dal titolo si evince la portata della proposta, accompagnata da un incipit con una sferzata al “sistema” che da anni prova a raddrizzare: Ormai ci ho fatto il callo: è da oltre 40 anni che combatto – debutta l’architetto – in perfetta solitudine, in difesa delle testimonianze della nostra Storia e della nostra Cultura. Molte sono riuscito a salvarle dalla demolizione e dal trafugamento, come il palazzo ottocentesco all’inizio di via Martino-piazza Padre di Francia destinato ad essere raso al suolo ed oggi egregiamente restaurato e abitato, e, lo splendido portale settecentesco dell’originaria Chiesa Madre di San Nicola a Zafferia, insieme a Francesco Gallo, pronto per essere asportato. Oggi tocca all’Ex “Irrera Mare” per il quale una scellerata proposta ne vuole la demolizione in nome di un mistificatorio affaccio a mare che, per ora si vede dal viale della Libertà perché è stato demolito l’ex Teatro in Fiera e che una volta edificato il nuovo edificio col Teatro e gli uffici dell’Autorità di Sistema portuale dello Stretto, sarà nuovamente nascosto.

Irrera a Mare – Prima Rassegna Cinematografica Internazionale 1-9 agosto 1953 (foto Michelangelo Vizzini)

La proposta

Dell’ ”Irrera Mare” di Vincenzo Pantano, vincolato ope legis perché edificio di proprietà pubblica il cui autore non è più vivente e la cui esecuzione risale ad oltre 70 anni e di cui si sta interessando la Soprintendenza ai Beni Culturali per effettuarne la verifica di conferma del vincolo di tutela, in un mio precedente intervento ne ho messo in luce alcuni dei tantissimi pregi architettonici; adesso, contro l’insensato scippo di questa importante testimonianza della storia di Messina, avanzo la mia proposta: perché non farne un Museo del Cinema?

Irrera Mare – Autografo di Nino Manfredi a un Vigile Urbano di Messina
 

I motivi ci sono, – continua Principato – e tantissimi. Il più importante risiede proprio nella natura dell’edificio, sede della prestigiosa Rassegna Cinematografica Internazionale. Dall’1 al 9 agosto 1955, infatti, all’ ”Irrera Mare” si tenne la Prima “Rassegna Cinematografica Internazionale”: si concretizzava così l’idea che nacque fra un gruppo di amici, fra i quali Arturo Arena titolare del cinema Garden e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici, Salvatore Bernava (cinema Olimpia), Giuseppe Di Stefano (cinema Metropol), Giovanni Bellamacina (cine-teatro Savoia) ed Enzo Calveri segretario dell’AGIS (Associazione Generale Italiana Spettacolo). Dal terrazzo frontistante e dai locali dell’ ”Irrera Mare”, passarono centinaia di attori e attrici di fama internazionale ma anche musicisti di altissimo livello, fra i quali l’orchestra cubana del Maestro Orefice; Peggy Wolsh che intonava “Amorre basciami”; Abbe Lane che incarnava i desideri morbosi degli italiani con le sue sculettature mozzafiato, accompagnata dall’orchestra del marito Xavier Cugat con in mano l’inseparabile Cachita, un cagnolino Chiwawa; il chitarrista Peter Wan Wood, detto l’ ”Olandese Volante”, che faceva addirittura “parlare” la sua chitarra con “Butta la chiave”.

Vittorio Gassman legge il numero unico della Rassegna Cinematografica di Messina

Ricordo quanto disse Nino Genovese, grande storico messinese del Cinema, durante una puntata de “L’Altra Messina” condotta da Anthony Greco e Daniela Conti: “A Torino c’è il Museo del Cinema, a Catania un Museo pubblico e a Siracusa e Gela due privati, io penso che anche a Messina si potrebbe creare un Museo. Intanto la base potrebbe essere una Cineteca, con tutte le pellicole fatte acquistare dal Cineforum Orione al Comune di Messina dall’Angelicus Film insieme ai grandi manifesti, senza dimenticare che a Messina Giovanni Rappazzo inventò il cinema sonoro nel 1914 e che Messina è stata la location di film di grande successo e città natale di attori del calibro di Adolfo Celi, Febo Mari, Nino Frassica, Tano Cimarosa, Maria Grazia Cucinotta e tanti altri”.
Bene, “Iacta alea est”, un Museo del Cinema in un luogo storico da preservare ad ogni costo qual è l’ ”Irrera Mare” che significa attrazione turistica, indotto economico, posti di lavoro!

Ma, vi prego, almeno in questa battaglia a favore di Messina, non lasciatemi solo.

Nino Principato

La proposta di realizzazione di un polo museale in una città che soffre la mancanza di iniziative culturali e, di conseguenza, non approfitta della possibile economia che ne deriverebbe, è sicuramente intelligente e interessante.

Non ti lasciamo solo, caro Nino.
Puoi contare su ArcheoMe per questa e tante altre battaglie.

Irrera Mare – Rassegna Cinematografica Internazionale (foto Michelangelo Vizzini)
Gina Lollobrigida immersa nella lettura del numero unico sulla Rassegna di Messina (foto Michelangelo Vizzini)
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ATTUALITÀ | Giornata Mondiale del Teatro 2021 ancora a porte chiuse

Il 27 marzo doveva essere la data simbolica per la riapertura dei luoghi di Cultura, in particolare cinema e teatri, in occasione della Giornata Mondiale del Teatro. Anche quest’anno la Giornata Mondiale del Teatro sarà celebrata a porte chiuse. I numeri dei contagi in risalita e il perdurare della pandemia hanno costretto l’esecutivo a rimandare la riapertura di teatri e cinema, ormai chiusi da oltre un anno.

Quest’anno, come lo scorso, la celebrazione verrà festeggiata su palcoscenici soltanto “digitali”, tra web, tv, radio e social.

Teatro
Sipari chiusi in occasione della Giornata Mondiale del Teatro
La Giornata Mondiale del Teatro nella storia

La Giornata Mondiale del Teatro fu istituita a Vienna nel 1961 – da un’idea del drammaturgo finlandese Arvi Kivimaa – dall’International Theatre Institute (ITI), la più vasta organizzazione di teatro nel mondo fondata dall’UNESCO nel 1948. La prima di queste giornate fu celebrata il 27 marzo 1962 su iniziativa del poeta e drammaturgo Jean Cocteau. Ogni anno, il 27 marzo, nei teatri e nelle realtà culturali che aderiscono all’iniziativa, risuona un messaggio unico, affidato a una personalità della cultura mondiale.

Messaggio internazionale 2021 di Helen Mirren

È di Helen Mirren il messaggio internazionale per la Giornata Mondiale del Teatro 2021. Attrice di fama mondiale, apprezzata e conosciuta in tutto il globo, la cui carriera abbraccia il teatro, il cinema e la televisione. Dice l’attrice:

“Questo è un momento così difficile per lo spettacolo dal vivo e molti artisti, tecnici, artigiani e artigiane hanno lottato in una professione già piena di insicurezze. Forse questa insicurezza sempre presente li ha resi più capaci di sopravvivere, con intelligenza e coraggio, a questa pandemia. La loro immaginazione si è già tradotta, in queste nuove circostanze, in modi di comunicare creativi, divertenti e toccanti, naturalmente soprattutto grazie a internet. Da quando esistono sul pianeta, gli esseri umani si sono raccontati storie. La bellissima cultura del teatro vivrà finché ci saremo. L’urgenza creativa di scrittori, designer, danzatori, cantanti, attori, musicisti, registi non sarà mai soffocata e nel prossimo futuro rifiorirà con una nuova energia e una nuova comprensione del mondo che noi tutti condividiamo”. 

Teatro
L’attrice Helen Mirren

La redazione di ArcheoMe esprime la sua vicinanza a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori del mondo dello spettacolo e della cultura, con l’augurio e la speranza che le iniziative e le attività possano riprendere al più presto.

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NEWS | Grandi eventi per la Giornata della Lingua Greca

Martedì 9 febbraio 2021, alle ore 10:30, si svolgerà l’incontro telematico dal titolo “Il Greco a teatro; l’evento è promosso in occasione della Giornata mondiale della Lingua Greca 2021. Il tutto è organizzato dal Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, nonché dall’Associazione Italiana di Cultura Classica. Ci saranno anche contributi di docenti da altri atenei: la Prof.ssa Domenica Minniti Gonias parlerà degli Italianismi nel linguaggio del teatro neogreco; quindi continuerà la Prof.ssa Sotera Fornaro con Le parole del teatro greco.

L’incontro avverrà sulla piattaforma Zoom a questo link o inserendo le credenziali presenti nella locandina.

Lingua greca

Un’altra iniziativa in occasione della Giornata sarà curata dal Prof. Daniele Macris, docente di Latino e Greco del Liceo Classico “F. Maurolico” (ME). Il Professore terrà una conferenza dal titolo “La lingua Greca tra Omero e Solomos” che verrà pubblicata sui canali social dell’AICC.

Lingua greca