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NEWS | Taormina, al via le aperture serali al Teatro Antico

Dal 1° giugno 2022 riaprono le aperture serali al Teatro Antico di Taormina. Inoltre, apre il punto ristoro nello storico edificio “Ex Semaforo”, belvedere sospeso tra mare e cielo che in passato era una postazione della rete costiera di telegrafi ottici.

Il progetto

“Anche quest’anno – spiega la direttrice del Parco, Gabriella Tigano – abbiamo blindato alcune date a giugno, agosto e settembre per offrire ai viaggiatori questa esperienza unica di conoscenza che è la visita serale del teatro: un’iniziativa, per la quale ringrazio la fattiva collaborazione di tutto il personale, concepita per valorizzare la storia del teatro, che nei secoli non ha perso la sua funzione di contenitore d’arte – musica, prosa, lirica, danza – e che col buio, anche senza spettacoli, restituisce agli ospiti una emozione immensa: il tempo sembra dilatarsi, i ritmi sono più lenti e il silenzio della sera invita alla contemplazione di un paesaggio unico al mondo”.

TAO, famiglia in visita serale, 2021
In dettaglio

Con il mese di giugno prende il via al Teatro Antico di Taormina la stagione 2022 delle aperture serali con visite al complesso monumentale fino a mezzanotte (ultimo ingresso alle ore 23): un’occasione molto apprezzata dai turisti che spesso trascorrono al mare le ore più calde della giornata e possono così programmare la visita per il tardo pomeriggio o per la sera e godersi il fascino del tramonto sull’Etna o un tour sotto le stelle accompagnato dal canto dei grilli. 

Taormina, Teatro Antico, a dx il Semaforo e la sua grande antenna
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NEWS | Taormina si rifà il look: al via il restauro delle gradinate del Teatro Antico

Primo intervento al Teatro Antico di Taormina, dopo quello storico del 1959 diretto da Luigi Bernabò Brea. Sessantadue anni fa, il grande archeologo consegnò il monumento alla fruizione combinata di viaggiatori di giorno e spettatori la sera.

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Ricostruzione del manto terroso della cavea, 1939
Il primo di una serie di interventi di restauro per il Teatro Antico

Sono cominciati in questi giorni, nel Teatro antico di Taormina, i lavori di restauro della gradinata, l’emiciclo che abbraccia con un solo sguardo la scena, il mare e l’Etna e che nel 1787 fece dire a Goethe che “mai, forse, il pubblico di un teatro ha avuto innanzi a sé uno spettacolo simile”.

Si tratta del primo di una serie di interventi programmati dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano. Tali interventi interesseranno, in vari periodi di bassa stagione, più parti del grande complesso monumentale senza compromettere la fruizione da parte dei visitatori. La ditta di restauri procede infatti per piccoli lotti, perimetrando il cantiere di lavoro e dunque non intralciando le consuete attività di visitatori e guide turistiche. Entro maggio saranno ultimati gli interventi sulle gradinate per dar corso al montaggio degli allestimenti per la stagione degli spettacoli. 

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Operai al lavoro al Teatro Antico
I primi interventi, indispensabili dopo sessant’anni di turismo di massa

“Sono interventi assolutamente improcrastinabili per garantire la conservazione del monumento – spiega la direttrice Tigano – e sono i primi a sessant’anni di distanza dallo storico restauro del grande archeologo Luigi Bernabò Brea, che consentì l’avvio della doppia fruizione del Teatro Antico, sia come sito archeologico che come contenitore di eventi in uno scenario unico al mondo. Ma non solo: ci consentiranno di mettere in sicurezza e ripristinare le sedute della cavea, reduci dai sessant’anni più intensi e faticosi nella millenaria storia del monumento. Anni che coincidono con l’inizio del turismo di massa e con l’avvio delle stagioni di spettacoli ed eventi estivi”.

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Sopralluogo della direttrice Gabriella Tigano

“La manutenzione e la buona tenuta del patrimonio monumentale regionale – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samoná – è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con grande impegno, nella consapevolezza che è il presupposto indispensabile per programmare una compiuta valorizzazione della nostra Isola”.

Mappatura digitale e laser scanner serviranno per il restauro della scenae frons

Più complesso e impegnativo l’intervento di restauro che dovrà interessare la scena (scenae frons). Fondamentale la mappatura digitale realizzata con drone e laser scanner nello scorso mese di dicembre: rappresenta il primo passaggio propedeutico che, dopo l’elaborazione dei dati, consegnerà alla direzione del Parco una radiografia completa dei resti monumentali, ma soprattutto un report aggiornato dello stato di degrado con precisione millimetrica.

“Il successivo progetto di restauro dello scenae frons – conclude la Tigano – sarà elaborato con formula interdisciplinare, e sarà oggetto di approfondimenti da parte di un’equipe di professionisti (archeologi, restauratori, architetti, ingegneri) nel quale si farà tesoro anche degli studi preliminari svolti all’inizio del nuovo millennio dal Centro Regionale per la Progettazione e  il Restauro, che per primo monitorò lo stress e i danni causati al monumento dalle vibrazioni sonore degli spettacoli. Un impegno che è e sarà tra gli obiettivi del Parco nei prossimi anni per garantire il miglior equilibrio tra conservazione e salvaguardia del monumento, e un suo uso “moderno” e sostenibile”.

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Teatro Antico, anni ’30.
Cortesia dell’Archivio Storico Antonino Castorina
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NEWS | Archeologia Pubblica al Teatro di Agrigento: cantiere in diretta Facebook

Sono ripartiti a fine maggio gli scavi del Teatro antico di Agrigento. Si tratta di un edificio ellenistico-romano scoperto nel 2016, non lontano dalla chiesa di San Nicola. Il cantiere, inserito nel Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, è aperto al pubblico ed è visitabile il mercoledì e il venerdì. È necessaria la prenotazione all’indirizzo mail teatroakrags2021@gmail.com.

Il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento

Lo scavo in corso vede la collaborazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e dell’Università di Catania, con la direzione del Professore Luigi Caliò.

L’avvio e il prosieguo della campagna

Ogni lunedì, per tutta la durata della campagna, il Parco ha avviato la pubblicazione di contenuti audiovisivi in diretta su Facebook per informare sul progresso delle ricerche. I vari saggi sono distribuiti sia nel centro che nella sommità della cavea e comprendono anche ambienti posti a sud-ovest della stessa. Da quest’area stanno infatti venendo alla luce strutture con varie fasi che vanno dal V secolo a.C. all’età romana.

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Il prof. Luigi Caliò in diretta dal cantiere di scavo alla Valle dei Templi di Agrigento

Non mancano, inoltre, i dati sullo stato di abbandono dell’edificio teatrale. Infatti, proprio nelle scorse settimane si è aperto un saggio di oltre 300 metri quadri in direzione est-ovest: sono stati scoperti numerosi sedili, in parte crollati, e altri blocchi architettonici, tra cui un capitello dorico. Al centro della zona scavata vi è una calcara (fornace) a fiamma bassa, sintomo di frequentazione fino in età tardoantica. Da qui proverrebbe un’epigrafe in marmo, destinata ad essere ridotta in calce.

Le nuove scoperte e la collaborazione con l’Università di Catania

Il professore Caliò si dice soddisfatto dall’avvio dei lavori, grazie alla grande partecipazione degli studenti alla campagna. Si tratta di circa 80 ragazzi, distribuiti in tre turni, che hanno subito colto l’occasione di rendersi protagonisti di uno scavo di una certa importanza,  dopo il lungo periodo di stallo della pandemia. Gli studenti stanno al momento scavando intorno alla cavea, cercando di portare alla luce le strutture dell’anello più ampio del teatro, quello di epoca più tarda; si spera anche in qualche ritrovamento appartenente alla scena del teatro. Nella summa cavea continuano ad venire alla luce nuove strutture, in particolare due absidi di un grande edificio ancora tutto da interpretare. 

L’ambiente sud-ovest della Valle dei Templi (AG)

Dagli ambienti a sud-ovest, informa il professore Caliò, stanno venendo in luce quelli che probabilmente erano gli accessi/parodoi della parte anteriore del teatro. I muri sono ben conservati con strutture di malta ancora ben visibili, che dovevano probabilmente tenere, tramite dei chiodi, delle lastre di marmo. L’angolo sud-occidentale ha restituito nei giorni scorsi un imponente edificio di probabile età tardoantica con un pavimento a lastroni calcarei. Il pavimento insisterebbe su strati di II secolo d.C., forse appartenenti a strutture dello stesso teatro, utilizzate proprio quando l’edificio andò in disuso.

Il pavimento tardoantico rinvenuto nella Valle dei Templi (AG) – foto: Le Vie dei Tesori

In copertina: foto aerea del settore in corso di scavo da Le Vie dei Tesori.

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NEWS | Riapre al pubblico il Teatro Antico di Taormina (ME) con un’esposizione unica (PHOTOGALLERY)

Come annunciato dall’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà, il Parco Archeologico Naxos Taormina (ME) riapre oggi, 17 maggio 2021. Oggi ricorre anche il centenario della nascita dell’artista siciliano Pietro Consagra e, per l’occasione, è stata allestita un’esposizione all’interno del Teatro. Una selezione di opere dell’artista, realizzate tra il 1964 e il 2003, intrecciano un inedito dialogo con le memorie del Teatro Antico di Taormina e con il paesaggio circostante, in un percorso en plein air aniconico e atemporale.

esposizione
Pietro Consagra, Ferro e Fuoco (1997) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
esposizione
Pietro Consagra, Oracolo di Tebe (1988) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021

«Oggi la poetica di Consagra – sottolinea Gabriella Tigano, direttrice Parco Archeologico Naxos Taormina (ME) – approda qui, nel Teatro Antico di Taormina, spazio scenico che da millenni accoglie e consacra – in un unicum fra natura, architettura e paesaggio – il verbo dell’arte, declinato in infinite pluralità di linguaggio. Lo accogliamo con gioia certi che il dialogo ravvicinato fra archeologia e arte contemporanea sarà per i visitatori una nuova e vibrante esperienza di viaggio e di conoscenza in Sicilia».

esposizione
Pietro Consagra, Ferro trasparente rosso (1965) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
esposizione
Pietro Consagra, Controluce n. 2 (1976) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Il percorso espositivo

La scultura da cui muove il percorso espositivo è Piano sospeso bianco del 1964, una rottura semantica netta realizzata dall’artista siciliano nella sua carriera, dirompente rispetto alle opere precedenti; l’opera è sospesa su una delle due pàrodoi del Teatro, frontale alla cavea e agli spettatori. Attraverso la poetica della frontalità, Consagra ha infatti instaurato le condizioni di un dialogo immediato, con un osservatore libero e a sua volta reattivo, creando le premesse dell’arte “partecipata”. Quest’opera appartiene allo stesso momento di svolta dei Giardini e dei Ferri trasparenti del 1964-66, opere tutte monocrome, bianche, rosa, violette, blu, carminio, lilla, nere, che si incurvano, si frammentano e si gonfiano come sul punto di levitare, ponendosi agli occhi dello spettatore come oggetti sensitivi mobili dalla doppia frontalità, in un allentamento liberatorio della tensione morale.

esposizione
Pietro Consagra, Piano sospeso bianco (1964), opera sospesa su una delle due pàrodoi del Teatro – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021

Come sarà possibile vedere in mostra anche con il Giardino bianco del 1966, il colore assume una tale intensità e uniformità da cancellare il materiale da cui è invisibilmente supportato, esprimendo la nuova apertura di Consagra a una felicità individuale. Nuove dinamiche dello sguardo e del corpo saranno attivate anche dal Matacubo esposto, scultura dalle forme tondeggianti e sensuali che attirerà il visitatore a sedersi sopra. La voce, in dialetto siciliano, definisce oggetti molto compatti e spesso ingombranti, ma viene utilizzata dall’artista come termine “paradossale” per indicare opere ludiche, realizzate in marmo e in ferro dipinto, proposte in alternativa alle panchine, costituite comunemente da rigide sbarre di ferro e legno, considerate dall’artista “repressive”.

esposizione
Pietro Consagra, Giardino bianco (1966) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Pietro Consagra, Metacubo (1985) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Il messaggio dell’esposizione

Il confronto diretto, faccia a faccia, con le opere di Consagra, strategicamente disposte negli spazi del Teatro sarà un’esperienza emozionante: l’artista stesso non escludeva che si potesse alleviare la sofferenza umana con il piacere della bellezza, con la forza di un artificio intelligente, nella consapevolezza che ci può essere una essenzialità, un rigore, un pensiero anche nell’aspetto leggiadro di una scultura. E l’opera di Consagra continua a essere un messaggio di speranza perché proprio oggi l’arte sia nuovamente «la salvezza della spiritualità collettiva e della fiducia in crisi».
La mostra è accompagnata da una pubblicazione edita da Electa.

Pietro Consagra, Ferro rosso (2003) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021
Pietro Consagra, Nero del Belgio e diaspro rosso (1990) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021

In copertina: le opere viste dalla cavea del Teatro Antico di Taormina (ME) – fotografia di Fabrizio Villa ©Pietro Consagra, by SIAE 2021.

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NEWS | Agrigento, riprenderanno gli scavi al teatro antico

Si ritorna a parlare del teatro antico di Agrigento, edificio ellenistico-romano scoperto nel 2016. È stato uno dei grandi enigmi dell’archeologia: negli anni sono state avviate numerose campagne di scavo per individuare il luogo dove già il monaco domenicano Tommaso Fazello, a metà Cinquecento, asseriva di aver visto i resti appena riconoscibili delle fondazioni di un imponente edificio teatrale, non lontano dalla chiesa di San Nicola.

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I resti visibili in superficie del teatro antico (da Alberto Samonà)

Una prima parte di progetto da 200 mila euro sarà finanziato dal Parco archeologico di Agrigento e durerà sei mesi. Si vuol portare alla luce l’edificio monumentale che costituiva l’ingresso scenografico all’area pubblica della città. Si tratterà di un “cantiere aperto” con la possibilità di seguire gli scavi in un’area che è rimasta finora interdetta al pubblico.

«Sono molto felice di testimoniare la ripresa della campagna di scavi che consentirà di riportare in luce l’antico teatro ellenistico della città di Akragas. Si tratta di una scoperta archeologica tra le più significative degli ultimi anni e che aggiungerà un altro importante tassello nella ricostruzione dell’antica città di Agrigento, definendo ancora meglio la struttura e il contesto delle grandi città siciliane dell’antichità. Il Governo regionale sta cercando di puntare molto sulla ripresa degli scavi archeologici nella consapevolezza che l’unicità della Sicilia è nella forza della sua storia, nella grandezza dei suoi monumenti e nella bellezza della natura che rende ogni esperienza unica e irripetibile».

Roberto Sciarratta, direttore del Parco archeologico della Valle dei Templi, firma l’accordo per la ripresa degli scavi (da Alberto Samonà)

È quanto ha dichiarato lo scorso 30 aprile ad Agrigento, l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, insieme al direttore del Parco della Valle dei Templi Roberto Sciarratta, che ha firmato l’avvio del cantiere. Erano presenti anche il sindaco di Agrigento Franco Miccichè, le archeologhe del Parco, Valentina Caminneci, Maria Concetta Parello e Maria Serena Rizzo.

Lo scavo vedrà anche la partecipazione del professore e archeologo Luigi Caliò, dell’Università di Catania, grazie alla convenzione scientifica stipulata con il Parco della Valle dei Templi. Gli studenti dell’ateneo catanese potranno dunque partecipare a tirocini durante la campagna di scavo. Le archeologhe del parco daranno altresì la possibilità di approfondire il cantiere di scavo. 

 
Il teatro di Agrigento durante uno scavo (da il Sicilia.it)
Ipotesi ricostruttiva dello schema urbano alla luce dei dati dello scavo del teatro e delle prospezioni geofisiche (Brienza 2017)
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ATTUALITÀ | Continuano online le “Conversazioni sul teatro antico”

«Tragedia è dunque imitazione di un'azione seria e compiuta […], la quale per mezzo di pietà e paura porta a compimento la depurazione di siffatte emozioni».

Aristotele, Poetica 1449B 24, 27-28

Imitazione. Attraverso la mimesi di forti esperienze umane la tragedia, secondo Aristotele, è capace di suscitare piacere, hedoné, nello spettatore che, immedesimatosi nel personaggio, elimina le tensioni provate in prima persona durante lo spettacolo. Con lo scioglimento dell’azione si verifica la kàtharsis, dunque, la purificazione e il conseguente riequilibrio con le vicende dolorose vissute dai personaggi e, giustappunto, molto sentitamente anche dallo spettatore.

La rappresentazione tragica, pertanto, è intesa come momento catartico finalizzato al piacere attraverso una messa in scena di emozioni che travolge ogni individuo a prescindere dal ruolo che investe. I veri protagonisti sono in realtà le debolezze umane, comuni a tutti. Il coinvolgimento, l’immedesimazione, l’empatia sono tali da accompagnare il pubblico alla scoperta del piacere liberatorio dopo un viaggio interiore attraverso la sofferenza. Nietzsche addirittura, in Nascita della tragedia, interpreta la catarsi come trasformazione dello spettatore, un’esperienza irreversibile dalla quale non ci si può sottrarre, che costringe ad un andamento oscillante e duale tra ascesa e decadenza; una decadenza nobile, però, la presa di coscienza dell’imperfezione umana, un avvicinamento all’altro nella consapevolezza che nelle emozioni siamo sovrapponibili, l’accettazione dell’incomprensibilità e dell’irrazionalità.

Gli strumenti della mimesi; Eracle e Papposileno (dettaglio). Pittura vascolare da un cratere a figure rosse, 400 a.C. da Ruvo di Puglia – Napoli, Museo Archeologico Nazionale

Attori tragici e al contempo coro, con uno sguardo gettato nell’abisso. Questo è il principale scopo da perseguire per il ciclo di venticinque incontri webinar sull’espressione tragica e comica del teatro antico nato da un’iniziativa congiunta di Velia Teatro Festival, Fondazione Alario per Elea – Velia e SFI – Società Filosofica Nazionale, patrocinata dal Liceo Umberto di Napoli: un invito virtuale alla riscoperta di luci e ombre dell’essere umano attraverso il teatro con incursioni nel diritto, nella storia, nella filosofia, nell’antropologia, nell’oratoria, nell’archeologia.

Fino a dicembre 2021 temi, autori e generi saranno trattati con finalità divulgative in una prospettiva comparatistica, la cultura classica e il teatro antico in un inscindibile dualismo di persistenza e alterità nel moderno e nel contemporaneo.

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ATTUALITÀ | Teatro Greco di Siracusa, la stagione 2021 tra dramma classico e contemporaneità

Una buona notizia per la stagione teatrale a Siracusa. Al Teatro Greco tornano, infatti, le rappresentazioni classiche che ogni anno attirano un pubblico vario e vasto. Sarà la volta delle “Baccanti di Euripide per la regia di Carlus Padrissa, “Le Coefore e “Le Eumenidi di Eschilo, diretta da Davide Livermore, e “Le nuvole di Aristofane con la regia di Antonio Calenda. Si prevede, come sempre, lo schema rappresentativo mutuato dall’Antica Grecia: tre tragedie e una commedia.

Dramma classico e contemporaneità

La Fondazione INDA (Istituto Nazionale del Dramma Antico) ha previsto, per la stagione 2021tre produzioni inedite. L’obiettivo è il rinnovo del dramma classico attraverso le intuizioni di grandi artisti contemporanei.

La 56esima stagione in programma dal 3 luglio al 22 agosto 2021 prevede due ritorni e un esordio assoluto.

Al suo esordio, con la regia delle “Baccanti“, si trova il catalano Carlus Padrissa, tra i fondatori della Fura dels Baus, compagnia teatrale osannata per la capacità di adattare il teatro a un linguaggio contemporaneo.

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Le “Baccanti” di Euripide in una rappresentazione passata al Teatro Greco di Siracusa (foto: Eco del Sud)

Davide Livermore invece, dopo il successo del 2019 con “Elena” di Euripide, torna a Siracusa con Eschilo. Fra i registi italiani più apprezzati del momento, Livermore, propone il secondo e il terzo atto dell’”Orestea” di Eschilo, “Le Coefore e “Le Eumenidi“, in coproduzione con il Teatro Nazionale di Genova. Si tratta di una collaborazione voluta in occasione del centenario della ripresa delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco dopo la Grande Guerra e l’epidemia di Spagnola. Un evento, inoltre, a cui l’INDA dedicherà una mostra interattiva di foto d’epoca, che sarà esposta nella sede dell’INDA dall’estate 2021 all’inverno 2022. Infine, ritorna anche Antonio Calenda, uno dei maestri della regia italiana, alla direzione della commedia “Le nuvole” di Aristofane.

Una rappresentazione passata al Teatro Greco di Siracusa (foto: Fondazione INDA)

Sarà una stagione in cui verrà riproposto, in parte, il programma del 2020, annullato a causa della situazione pandemica. “Ifigenia in Tauride di Euripide con la regia di Jacopo Gassmann, invece, prevista per il 2020, è riprogrammata per il 2022.  

A partire da oggi, giovedì 29 aprile, è possibile prenotare i biglietti per la Stagione 2021 e convertire i biglietti acquistati nel 2020 per assistere agli spettacoli in programma quest’anno. Sarà possibile prenotare i biglietti e avere maggiori informazioni scrivendo un messaggio a questo indirizzo mail.

Immagine di copertina: rappresentazioni al Teatro Greco di Siracusa (via Balarm).

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NEWS | Intervista al direttore uscente Zuchtriegel: concluso l’intervento di manutenzione del teatro di Velia

Si è concluso a fine marzo l’intervento di manutenzione straordinario dell’antico teatro di Elea-Velia. I lavori, finalizzati a tutelare il monumento e a renderlo accessibile ai visitatori del sito, sono stati eseguiti secondo dei progetti che rientravano da circa un anno tra le competenze del Parco archeologico di Paestum e Velia. Per la conoscenza e la valorizzazione dell’area dell’acropoli, il Parco ha varato un progetto di indagini stratigrafiche sull’altura dominata dal castello medievale e alle sue pendici.

Il teatro di Velia venne costruito intorno al 400 a.C. sul versante sud-orientale dell’acropoli, su un’area che aveva un assetto precedentemente abitativo. Il primo impianto fu realizzato secondo imponenti opere di terrazzamento, funzionali alla costruzione del teatro, ma anche alla monumentalizzazione del santuario, forse dedicato al culto dell’antica Athana e costruito alle spalle dell’edificio teatrale. In seguito, il teatro subì opere di ristrutturazione e ampliamento, raggiungendo massimo splendore in età imperiale. L’ultima fase si data al III secolo d.C. 

Intervista al direttore Zuchtriegel

La redazione di ArcheoMe ha voluto intervistare il direttore uscente Gabriel Zuchtriegel, che da poco ha preso le redini del Parco archeologico di Pompei.

Direttore, come è nato il progetto di valorizzazione e di manutenzione del teatro antico e quanto sarà importante per il futuro del Parco?

Il progetto è nato in base a una ricognizione effettuata dopo l’accorpamento dell’area archeologica di Velia alla gestione autonoma di Paestum. Il degrado del teatro antico di Velia era molto avanzato e dunque rientrava tra le priorità che abbiamo voluto affrontare in tempi brevi con il bilancio del Parco archeologico Autonomo. Oltre alla tutela, questo era importante anche per la fruizione del sito in sicurezza“. 

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Il teatro di Velia dopo gli interventi di manutenzione (foto: Parco archeologico Paestum&Velia)
Saprebbe dirci quando è stato compiuto l’ultimo lavoro di rinnovo di questa zona del Parco prima dell’ultimo progetto?

“L’intervento di restauro del teatro risale al 2003. Negli anni ’80, la cavea fu scavata e i blocchi smontati. Il restauro del 2003 prevedeva la creazione di una struttura in terra armata sulla quale venivano riposizionati i blocchi antichi originali. Questa struttura, nel corso degli anni, ha subito un degrado progressivo che bisognava fermare”.

Come mai il teatro versava in quelle condizioni, come si evince da alcune foto di quest’estate? Il Covid come ha influito sulla gestione di parchi come il vostro? Abbiamo notato le preziose strategie avviate dal Parco soprattutto durante il periodo del primo lockdown.

“Lo statuto da Parco Autonomo, con un proprio bilancio, ci ha consentito di intervenire in una situazione dove la precedente gestione non aveva i mezzi per eseguire questi lavori in tempi rapidi. Credo che si tratti di un esempio come l’autonomia possa aiutare ad accorciare tempi e reperire finanziamenti“.

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Il teatro prima dei lavori di manutenzione nell’estate 2020 (foto: Parco archeologico Paestum&Velia)
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Il teatro di Velia in seguito agli ultimi lavori di manutenzione del 2003 (foto: Parco archeologico Paestum&Velia)
Quali sono state le figure partecipanti che hanno collaborato al progetto, atto anche a migliorare l’accessibilità del teatro?

“Oltre alla ditta che ha eseguito i lavori sulla base di un appalto e sotto la supervisione di una restauratrice, il progetto è stato gestito dai nostri funzionari e assistenti interni all’amministrazione e con una mia continua supervisione. Anche se l’importo non è particolarmente alto rispetto ad altri interventi, parliamo di 130mila Euro di lavori, ho tenuto molto a questo intervento e ho visitato il cantiere almeno una volta a settimana“.

Da questo momento in poi sarà possibile usufruire dunque delle sedute della cavea? Avete in programma eventi di rappresentazioni tragiche o spettacoli all’aperto da ambientare nella quinta scenografica del teatro, come già viene fatto ad esempio a Segesta, Taormina, Catania e Siracusa?

“Il teatro di Velia è più piccolo di quelli di Siracusa e Taormina. Ma sicuramente la futura direzione di Paestum e Velia potrà programmare delle iniziative culturali all’interno del monumento. Ma soprattutto i visitatori che vengono a Velia tutti i giorni, che che spero presto potranno tornare, dunque scolaresche, famiglie, persone del posto e turisti, potranno sperimentare la straordinaria acustica del teatro, che ancora oggi ci può fare apprezzare la maestranza degli architetti antichi. Anche in ultima fila si sente perfettamente quello che si dice al centro dell’orchestra del teatro, anche senza microfoni che ovviamente in antico non esistevano”.

L’importanza del progetto nell’organizzazione del Parco
Pensate che il nuovo progetto, che ha avuto come fine il miglioramento delle condizioni del teatro, possa rendere più piacevole il percorso all’interno del parco da parte del visitatore?

Sicuramente, ma è un tassello in un mosaico molto più grande. A Velia abbiamo tanti progetti in corso, perché è un sito eccezionale che merita di essere tutelato e valorizzato al meglio. Oltre ai monumenti che consentono di farsi un’idea del paesaggio urbano e del suo sviluppo attraverso i secoli, Velia è importante per la sua storia e eredità immateriale. Come sede della scuola eleatica, fondata da Parmenide nella prima metà del V secolo a.C., ha avuto un impatto enorme sul pensiero occidentale, a cominciare da Socrate e Platone e fino alla filosofia del ‘900. Il XXI secolo svilupperà una sua visione del pensiero eleatico, che dunque continua a essere attuale“.

Avete altri progetti in cantiere per migliorare fruibilità, accesso e valorizzazione del sito archeologico?  Abbiamo notato l’uscita della nuova iniziativa: il restauro delle mura di Paestum e dello slogan “adotta un blocco e partecipa al restauro anche tu”. Può darci qualche informazione in merito?

Ci sono tanti progetti in corso tra Paestum e Velia. Il nostro obiettivo è sempre quello di congiungere la tutela e la conservazione dei siti con la fruizione e l’accessibilità, nell’ottica di una condivisione della conoscenza e del patrimonio che appartiene a tutti. A volte, i nostri progetti di manutenzione, restauro e scavo comportano anche scoperte inaspettate, come quella di un tempietto dorico di V secolo a.C. nel quartiere NO di Paestum. Anche a Velia si sta avviando un progetto di scavo stratigrafico e indagini, funzionale a una maggiore conoscenza e accessibilità del sito. Sono curioso di vedere i risultati, anche se ora seguo da spettatore, dal momento che ho iniziato il mio lavoro a Pompei“.

Massimo Osanna e la direzione temporanea del Parco: i suoi commenti alla conclusione dei lavori

Da pochi giorni l’accademico e funzionario, Massimo Osanna, ha avocato la direzione del Parco archeologico di Paestum&Velia a sé nell’attesa della selezione del futuro dirigente attraverso un bando internazionale. Con lui anche la dott.ssa Maria Luisa Rizzo che lo affiancherà in questo nuovo percorso come direttore facente funzioni. Dopo la conclusione dei lavori al teatro, nell’ambito della sua direzione generale dei Musei, Osanna ha visionato i lavori e ha così espresso la sua opinione: “Ho molto apprezzato il lavoro che l’équipe del Parco archeologico di Paestum e Velia sta realizzando. Ho voluto visionare personalmente quanto fatto su questo monumento, anche dopo aver letto l’accurata relazione tecnica di Francesca Condò, funzionaria architetto della Direzione generale Musei, che qualche settimana fa era venuta al Parco per un sopralluogo. Devo dire che il risultato finale mi sembra molto positivo, anche in considerazione della storia travagliata del monumento che rende gli interventi di restauro e manutenzione particolarmente complessi. Come è noto, il teatro è stato completamente scavato e poi ricostruito e l’intervento di manutenzione attuale va a migliorare una situazione che era di grande degrado.

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NEWS | Lavori al teatro antico di Velia, il cantiere apre al pubblico

Ogni venerdì, a partire dal 12 febbraio 2021, sarà aperto al pubblico il cantiere dei lavori al teatro antico di Velia. Sarà il direttore Zuchtriegel a curare la prima visita.


In merito ad alcune notizie diffuse recentemente riguardo alla manutenzione del teatro ellenistico-romano di Velia, la direzione del Parco precisa quanto segue. Attualmente è in corso un intervento di manutenzione straordinaria, nel pieno rispetto della normativa e dei principi fondamentali del restauro; ovvero, della riconoscibilità e della reversibilità. L’intervento consiste nel ripristino delle integrazioni delle sedute che si trovavano in uno stato di degrado avanzato al momento dell’avvio del cantiere. Il restauro prevede l’uso di una malta pozzolanica speciale sviluppata a tale scopo. I materiali e le tecniche adottate non prevedono il contatto diretto tra malte e parti antiche, né l’impiego di cemento. Il colore delle parti integrate non sarà quello attualmente visibile, ma di una tonalità più scura che consentirà di distinguere chiaramente l’intervento conservativo dalle strutture originali.

Lavori di manutenzione al teatro di Velia

 

Il progetto

Il progetto, diretto dall’arch. Luigi Di Muccio, con la collaborazione del personale tecnico e amministrativo del Parco, ha una doppia finalità: esso non solo contribuisce a una maggiore tutela e conservazione del monumento, ma ne amplierà anche l’accessibilità. Il precedente restauro, risalente agli anni 2000, infatti, prevedeva esplicitamente l’impossibilità di accedere alla cavea e, dunque, di consentire al pubblico una visione ravvicinata del monumento. Il progetto attuale renderà parte della cavea accessibile in sicurezza, sia di giorno sia di notte in quanto provvisto di un nuovo impianto di illuminazione, ispirandosi a una visione di tutela attiva che non si pone in contrasto con la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio, ma tenta di avvicinare il pubblico ai monumenti garantendone, al tempo stesso, la massima salvaguardia.

Onde soddisfare le curiosità del pubblico, come da prassi nei cantieri del Parco, anche quello del teatro antico di Velia sarà aperto ai visitatori. Tutti i venerdì alle ore 15:00, muniti di biglietto d’ingresso, sarà possibile visitare il cantiere con l’accompagnamento di un addetto ai lavori. La prima visita in programma per il 12 febbraio, sarà a cura del direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Gabriel Zuchtriegel, che illustrerà il progetto a tutti gli interessati.

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NEWS | Online l’evento firmato SNS “Teatro Antico Scena Contemporanea”

Il “Forum degli Allievi”, in collaborazione con il Gruppo Teatrale della SNS Scuola Normale Superiore e FAcT, presenta l’incontro “Teatro antico scena contemporanea”. Maddalena Giovannelli e Massimiliano Civica dialogheranno della messa in scena di opere classiche nel teatro contemporaneo.

L’evento sarà trasmesso online oggi 18 dicembre alle ore 18 e sarà raggiungibile a questo link.

Massimiliano Civica si è formato all’Università La Sapienza di Roma in “Metodologia della ricerca teatrale” e ha studiato presso l’OdiN Teatret di Eugenio Barba e presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio d’Amico. Nel 2007 ha vinto il premio “Hystrio – Associazione Nazionale Critici Teatrali” e il premio “Lo Straniero” per la sua attività teatrale. Sempre nel 2007 è diventato Direttore Artistico del “Teatro della Tosse” di Genova. È stato vincitore nel 2008 del premio “Ubu” per la miglior regia de “Il Mercante di Venezia” di Shakespeare, “Alcesti” di Euripide nel 2015 e “Un quaderno per l’inverno” di Armando Pirozzi nel 2017.

Maddalena Giovannelli insegna Storia del Teatro presso l’Università della Svizzera Italiana (Lugano). I suoi campi d’interesse sono la commedia e la tragedia greca, la ricezione del teatro classico nel contemporaneo, la formazione del pubblico di teatro e di danza. Ha pubblicato il libro Aristofane nostro contemporaneo (Carocci 2018) e Il pubblico in danza. Comunità, memorie, dispositivi con Lorenzo Conti e Francesca Serrazanetti (Scalpendi 2019). Ha fondato la rivista semestrale Stratagemmi_prospettive teatrali e l’associazione culturale Prospettive Teatrali.

L’evento è raggiungibile anche dalla pagina Facebook a questo link.