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NEWS | Archeologia Pubblica al Teatro di Agrigento: cantiere in diretta Facebook

Sono ripartiti a fine maggio gli scavi del Teatro antico di Agrigento. Si tratta di un edificio ellenistico-romano scoperto nel 2016, non lontano dalla chiesa di San Nicola. Il cantiere, inserito nel Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, è aperto al pubblico ed è visitabile il mercoledì e il venerdì. È necessaria la prenotazione all’indirizzo mail teatroakrags2021@gmail.com.

Il Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento

Lo scavo in corso vede la collaborazione del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e dell’Università di Catania, con la direzione del Professore Luigi Caliò.

L’avvio e il prosieguo della campagna

Ogni lunedì, per tutta la durata della campagna, il Parco ha avviato la pubblicazione di contenuti audiovisivi in diretta su Facebook per informare sul progresso delle ricerche. I vari saggi sono distribuiti sia nel centro che nella sommità della cavea e comprendono anche ambienti posti a sud-ovest della stessa. Da quest’area stanno infatti venendo alla luce strutture con varie fasi che vanno dal V secolo a.C. all’età romana.

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Il prof. Luigi Caliò in diretta dal cantiere di scavo alla Valle dei Templi di Agrigento

Non mancano, inoltre, i dati sullo stato di abbandono dell’edificio teatrale. Infatti, proprio nelle scorse settimane si è aperto un saggio di oltre 300 metri quadri in direzione est-ovest: sono stati scoperti numerosi sedili, in parte crollati, e altri blocchi architettonici, tra cui un capitello dorico. Al centro della zona scavata vi è una calcara (fornace) a fiamma bassa, sintomo di frequentazione fino in età tardoantica. Da qui proverrebbe un’epigrafe in marmo, destinata ad essere ridotta in calce.

Le nuove scoperte e la collaborazione con l’Università di Catania

Il professore Caliò si dice soddisfatto dall’avvio dei lavori, grazie alla grande partecipazione degli studenti alla campagna. Si tratta di circa 80 ragazzi, distribuiti in tre turni, che hanno subito colto l’occasione di rendersi protagonisti di uno scavo di una certa importanza,  dopo il lungo periodo di stallo della pandemia. Gli studenti stanno al momento scavando intorno alla cavea, cercando di portare alla luce le strutture dell’anello più ampio del teatro, quello di epoca più tarda; si spera anche in qualche ritrovamento appartenente alla scena del teatro. Nella summa cavea continuano ad venire alla luce nuove strutture, in particolare due absidi di un grande edificio ancora tutto da interpretare. 

L’ambiente sud-ovest della Valle dei Templi (AG)

Dagli ambienti a sud-ovest, informa il professore Caliò, stanno venendo in luce quelli che probabilmente erano gli accessi/parodoi della parte anteriore del teatro. I muri sono ben conservati con strutture di malta ancora ben visibili, che dovevano probabilmente tenere, tramite dei chiodi, delle lastre di marmo. L’angolo sud-occidentale ha restituito nei giorni scorsi un imponente edificio di probabile età tardoantica con un pavimento a lastroni calcarei. Il pavimento insisterebbe su strati di II secolo d.C., forse appartenenti a strutture dello stesso teatro, utilizzate proprio quando l’edificio andò in disuso.

Il pavimento tardoantico rinvenuto nella Valle dei Templi (AG) – foto: Le Vie dei Tesori

In copertina: foto aerea del settore in corso di scavo da Le Vie dei Tesori.

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NEWS | Agrigento, riprenderanno gli scavi al teatro antico

Si ritorna a parlare del teatro antico di Agrigento, edificio ellenistico-romano scoperto nel 2016. È stato uno dei grandi enigmi dell’archeologia: negli anni sono state avviate numerose campagne di scavo per individuare il luogo dove già il monaco domenicano Tommaso Fazello, a metà Cinquecento, asseriva di aver visto i resti appena riconoscibili delle fondazioni di un imponente edificio teatrale, non lontano dalla chiesa di San Nicola.

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I resti visibili in superficie del teatro antico (da Alberto Samonà)

Una prima parte di progetto da 200 mila euro sarà finanziato dal Parco archeologico di Agrigento e durerà sei mesi. Si vuol portare alla luce l’edificio monumentale che costituiva l’ingresso scenografico all’area pubblica della città. Si tratterà di un “cantiere aperto” con la possibilità di seguire gli scavi in un’area che è rimasta finora interdetta al pubblico.

«Sono molto felice di testimoniare la ripresa della campagna di scavi che consentirà di riportare in luce l’antico teatro ellenistico della città di Akragas. Si tratta di una scoperta archeologica tra le più significative degli ultimi anni e che aggiungerà un altro importante tassello nella ricostruzione dell’antica città di Agrigento, definendo ancora meglio la struttura e il contesto delle grandi città siciliane dell’antichità. Il Governo regionale sta cercando di puntare molto sulla ripresa degli scavi archeologici nella consapevolezza che l’unicità della Sicilia è nella forza della sua storia, nella grandezza dei suoi monumenti e nella bellezza della natura che rende ogni esperienza unica e irripetibile».

Roberto Sciarratta, direttore del Parco archeologico della Valle dei Templi, firma l’accordo per la ripresa degli scavi (da Alberto Samonà)

È quanto ha dichiarato lo scorso 30 aprile ad Agrigento, l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, insieme al direttore del Parco della Valle dei Templi Roberto Sciarratta, che ha firmato l’avvio del cantiere. Erano presenti anche il sindaco di Agrigento Franco Miccichè, le archeologhe del Parco, Valentina Caminneci, Maria Concetta Parello e Maria Serena Rizzo.

Lo scavo vedrà anche la partecipazione del professore e archeologo Luigi Caliò, dell’Università di Catania, grazie alla convenzione scientifica stipulata con il Parco della Valle dei Templi. Gli studenti dell’ateneo catanese potranno dunque partecipare a tirocini durante la campagna di scavo. Le archeologhe del parco daranno altresì la possibilità di approfondire il cantiere di scavo. 

 
Il teatro di Agrigento durante uno scavo (da il Sicilia.it)
Ipotesi ricostruttiva dello schema urbano alla luce dei dati dello scavo del teatro e delle prospezioni geofisiche (Brienza 2017)