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NEWS | Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile: nuovi interventi di riqualifica in Sicilia

Nell’ambito dell’Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile, si prospettano in Sicilia, per un valore pari a oltre 5.000.000 euro, nuovi interventi di riqualifica e valorizzazione. L’assessore Samonà si è detto entusiasta e così si è espresso: «Si tratta di interventi di riqualifica strategici alla realizzazione di una rete regionale dei Beni Culturali. I progetti, finanziati dall’Agenda Urbana, rientrano nella filosofia di un processo di complessivo miglioramento dell’offerta culturale».

Sarà il Dipartimento dei Beni Culturali a notificare ai sindaci dei comuni interessati la graduatoria definitiva per le opere che verranno finanziate con fondi comunitari PO FESR Sicilia 2014/2020, Azione 6.7.1 e 6.7.2. Ricordiamo come infatti l’Agenda Urbana sia un valido strumento di programmazione comunitaria, che interessa i poli metropolitani dell’Isola e le aggregazioni di comuni che superano i 100mila abitanti. L’Agenda è destinata infatti a favorire lo sviluppo urbano per l’ammodernamento delle strutture, l’informatizzazione e la sostenibilità ambientale attraverso il finanziamento di progetti.

Le aree siciliane coinvolte nell’Agenda

I comuni interessati sono i seguenti: Siracusa, con opere pari a trecentomila euro per il recupero e la riconfigurazione della Latomia dei Cappuccini e di seicentomila euro per le opere riservate al Teatro Grande e al Teatro Piccolo

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Latomie dei Cappuccini, Siracusa (via Nuovo Sud)

Segue l’hinterland Catania-Acireale a cui andranno circa 990mila euro per un progetto denominato “#aroundCatania“, che riguarda l’informatizzazione degli itinerari di valorizzazione della zona non solo urbana. Particolare riguardo infatti sarà dato alla Riserva Naturale della Timpa, per favorire una maggiore conoscenza e fruizione dell’ambiente circostante la città di Catania.

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Riserva naturale orientata della Timpa, Catania (via Guida Sicilia)

All’Autorità di Ragusa-Modica arriverà un milione e centomila euro per opere che prevedono la ristrutturazione del Castello di Donnafugata e di 650mila euro per la riqualificazione dell’ accesso al Palazzo dei Mercedari e al Sagrato del Santuario della Madonna delle Grazie. Questo edificio non a caso ospita attualmente la Biblioteca Comunale, il Museo Civico e il Museo Ibleo delle Arti e Tradizioni Popolari

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Il Castello di Donnafugata a Ragusa (via ragusaoggi.it)

Per l’Autorità Urbana di Agrigento, gli interventi ammontano ad un totale di un milione e 400mila euro e si concentreranno su due progetti: il restauro dell’edificio ex Collegio dei Padri Filippini e l’allestimento del Museo della Città, che avrà lo scopo di ripercorrere non solo le memorie antiche di Agrigento, ma anche quelle più vicine nel tempo. Il nuovo Museo sarà dotato di tecnologie all’avanguardia: realtà aumentata, sale immersive, oltre alla creazione di un archivio digitale del patrimonio materiale e immateriale della città di Agrigento e della Valle dei Templi.

Il collegio dei Padri Filippini (via BlogSicilia)

Immagine di copertina (via Weekend Premium).

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NEWS | Proposta Lega per sospendere l’Archeologia preventiva, gli archeologi promettono battaglia

Le tante associazioni di Archeologia aderenti al Tavolo sono in allarme per la proposta di emendamento n. 13.183 della I Commissione Permanente (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni). Il documento raccoglie gli emendamenti proposti dal cosiddetto “Decreto Milleproroghe” (D.l. 31 dicembre 2020, n. 183 ); si tratta dunque di una modifica al comma 1 dell’art. 25 del D.Lgs. 50 del 18 aprile 2016 riguardo la verifica preventiva dell’interesse archeologico. Nonché firmato dagli On. Silvana Andreina Comaroli, Massimo Garavaglia, Giuseppe Ercole Bellachioma, Claudio Borghi, Vanessa Cattoi, Emanuele Cestari, Rebecca Frassini, Vannia Gava, Paolo Paternoster e tutti del Gruppo della Lega.

L’emendamento in oggetto chiede dunque che “per l’attuazione dei contratti disciplinati dal decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50, i cui lavori non siano stati avviati alla data di entrata in vigore della presente disposizione e fino alla data del 31 dicembre 2025, la verifica preventiva dell’interesse archeologico, di cui all’articolo 25 comma 1 del, decreto Legislativo 18 aprile 2016 n. 50, è necessaria solo per le aree soggette a specifica tutela negli interventi urbanistici. Per i casi non ricompresi nel precedente periodo è sufficiente l’autocertificazione a firma di un progettista abilitato”.

L’articolo 25 del DL 50/2016 deriva dall’Articolo 28 del DL 42/2004 che al comma 4 recita: “In caso di realizzazione di lavori pubblici ricadenti in aree di interesse archeologico, anche quando per esse non siano intervenute la verifica di cui all’articolo 12, comma 2, o la dichiarazione di cui all’articolo 13, il soprintendente può richiedere l’esecuzione di saggi archeologici preventivi sulle aree medesime a spese del committente”.

Patrimonio culturale, un interesse prioritario?

La Confederazione Italiana Archeologi (CIA) fa notare che l’emendamento e l’articolo del DL su riportati ignorano l’articolo 9 della Costituzione Italiana, che indica come interesse prioritario della Nazione la tutela del patrimonio archeologico, e la Convenzione Internazionale per la Protezione del Patrimonio Archeologico firmata a La Valletta nel 1992 e ratificata dall’Italia nel 2015.

Questa proposta inquadra l’Archeologia preventiva come un ostacolo ai lavori pubblici. Ciò significa che non ne è mai stata compresa la ratio: l’intervento dell’Archeologia pubblica deve esser messo in campo prima dell’inizio dei lavori, non in corso d’opera; è cruciale la sua applicazione per comprendere la fattibilità del progetto, appunto per non gravare su costi a carico dei privati durante la realizzazione. Necessario risulta più che altro rendere gli interventi dell’Archeologia preventiva concordi con le esigenze dello sviluppo; visione corretta è, per l’appunto, quella anglosassone per cui l’Archeologia preventiva è: development-led Archaeology, ovvero “Archeologia guidata dallo sviluppo”. La proposta in questione porta alla sospensione dell’Archeologia preventiva: ciò procurerebbe dei danni non solo al Patrimonio, ma anche all’economia del Settore. La realizzazione dei lavori pubblici conoscerebbe un’esponenziale crescita dei costi, nonché di tempi di consegna.

La nostra Redazione si unisce all’allarme delle Associazioni già in campo chiedendo il respingimento di tale emendamento, attraverso il quale non è possibile attuare le garanzie previste dalla Costituzione e dalla Legge a tutela del patrimonio archeologico nazionale.

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NEWS | Sviluppo Culturale e Turistico, il nuovo regolamento della Consulta del Comune di Messina

La V Commissione consiliare Cultura e Turismo, presieduta dal Presidente Pietro La Tona, ha approvato all’unanimità dei presenti il regolamento, proposto dal Vice Presidente Giuseppe Schepis, che istituisce e disciplina un nuovo organismo assembleare del Comune di Messina.

La Consulta comunale per lo Sviluppo Culturale e Turistico della città di Messina – dichiara il Presidente La Tona – è un organo dotato di funzioni consultive e propositive, in attuazione dell’articolo 17 dello Statuto comunale, nei settori culturali e turistici. La Consulta si articolerà in 3 organi: Presidente, Assemblea e Comitato Tecnico e sarà composta da associazioni, enti e/o comitati a vocazione culturale e turistica, agenzie di viaggio diportistiche e croceristiche, librerie, pro loco, etc… che ne facciano espressa richiesta. Le organizzazioni saranno inserite in un registro tenuto dal Comune di Messina.

Promozione e valorizzazione di Cultura e Turismo locale

Gli obiettivi della Consulta possono essere così riepilogati:

1) Promuovere e incoraggiare periodicamente attività di programmazione culturale nei confronti dell’Amministrazione comunale, volte alla valorizzazione del teatro, della musica, dell’arte, del cinema, dei beni culturali, degli scambi culturali e alle diverse forme di turismo come quello balneare, enogastronomico, naturalistico, religioso, croceristico, nautico, etc…;

2) Esprimere parere obbligatorio non vincolante preventivo e consuntivo su programmi, piani di attuazione, progetti e attività dell’Amministrazione comunale, nonché modifiche ai regolamenti nell’ambito dell’attività turistico-culturale;

3) Promuovere la progettazione e l’attuazione di forme e strumenti atti a fornire una completa e puntuale informazione ai cittadini e ai turisti in merito al patrimonio artistico, storico e culturale;

4) Definire un piano di sviluppo turistico-culturale, ossia un programma di interventi e di azioni a regia comunale che, valorizzando e mettendo in rete le emergenze e i poli culturali della città, favorisca l’incremento, la destagionalizzazione, la qualificazione e l’internazionalizzazione della domanda e dell’offerta turistica;

5) Collaborare per la raccolta periodica dei dati statistici richiesti dall’Amministrazione comunale in ambito turistico-culturale;

6) Favorire il rapporto fra gli enti e le associazioni che operano nel settore turistico-culturale con gli operatori in campo sociale, scolastico e sportivo, per garantire una maggiore integrazione tra i destinatari delle iniziative proposte.

La sede della Consulta è il Municipio di Messina e dura in carica contestualmente al Consiglio Comunale, salvo prorogatio nelle fasi transitive. La partecipazione – conclude La Tona –è assolutamente volontaria e soprattutto non prevede nessuna forma di indennizzo o rimborso delle spese per i componenti designati.

Le parole del Vice Presidente Schepis

Sono felice di aver condiviso con i colleghi commissari questo regolamento – aggiunge il Vice Presidente Schepis – perché i lavori d’Aula hanno portato al perfezionamento formale del documento, che su proposta degli stessi colleghi consiglieri è stato posto in votazione per farlo diventare una proposta di delibera da inviare all’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale. Ero certo che i colleghi commissari avrebbero posto la massima attenzione e sensibilità, dimostrando la volontà di promuovere e valorizzare la Cultura e il Turismo locale, ad oggi fin troppo vituperati o dimenticati negli anni da chi avrebbe dovuto considerare lo sviluppo culturale e turistico della nostra città, come un trampolino di lancio per la crescita del territorio messinese e dei suoi abitanti”.