subacquea

News

NEWS | Dal mare israeliano riemerge una spada crociata

Le acque della Carmel Coast sono ricche di tesori archeologici, grazie alle numerose calette dove le navi si rifugiavano dalla tempesta sin dall’antichità; infatti, il mare israeliano ci regala una spada crociata insieme ad alcuni manufatti in metallo, in pietra e frammenti di ceramiche.

La scoperta

I reperti sono stati scoperti in una delle numerose calette, nella Carmel Coast, che, fin dall’età del bronzo, ben 4.000 anni fa, le imbarcazioni utilizzavano come riparo naturale.

La zona era sotto monitoraggio dalle autorità archeologiche sin da giugno ma, a causa delle correnti marine i ritrovamenti sono molto elusivi, perché appaiono e scompaiono a seconda del movimento della sabbia.

Lo scopritore della spada, il sub Shlomi Katzin

A individuare la spada e gli altri reperti è stato il sub Shlomi Katzin, il quale li ha subito consegnati alla Israel Antiquities Authority, la quale ha effettuato l’annuncio della scoperta sensazionale.

Il direttore dell’Unità di Archeologia Marina della Israel Antiquities, Jacob Sharvit, ha così parlato della scoperta, ipotizzando anche la cronologia della spada:

“La recente scoperta della spada suggerisce che la caletta naturale sia stata utilizzata anche nel periodo crociato, circa 900 anni fa”.

Il direttore dell’Unità di Archeologia Marina della Israel Antiquities, Jacob Sharvit
La spada
La spada ricoperta di conchiglie e incrostazioni

Il reperto più sensazionale è sicuramente la spada, sia per dimensioni che per stato di conservazione; l’arma risulta essere formata da un’elsa di 30 centimetri e una lama lunga un metro. Nir Distelfeld, ispettore dell’Unità di prevenzione dei furti dell’Autorità israeliana per le antichità ha così espresso il suo stupore:

“La spada, che è conservata in perfette condizioni. È un reperto bello e raro ed evidentemente apparteneva a un cavaliere crociato”.

Dirstelfeld ha poi aggiunto:

“È stato trovato incrostato di organismi marini, ma a quanto pare è di ferro. È emozionante incontrare un oggetto così personale, che ti riporta indietro di 900 anni nel tempo in un’era diversa, con cavalieri, armature e spade”.

L’ispettore dell’Unità di prevenzione dei furti dell’Autorità israeliana per le antichità, Nir Distelfeld

 

News

ARCHEOLOGIA SUBACQUEA | Il mare fonte di vita e cultura

Amando la cultura della nostra terra, non potevamo non dare uno sguardo, ampliando il nostro interesse, a quel “Blu” che avvolge l’amata isola; la finalità è quella di porre la conoscenza dei nostri fondali in termini di “musei naturali”, valorizzandoli affinché diventino un incentivo alla scoperta – e alla riscoperta – di queste meraviglie.

La Sicilia, bagnata da nord a sud da un velo di mare meraviglioso, presenta, in sé, un grande riscontro biologico ed ecologico di pluri-diversità autoctone e non, che enunceremo in breve. Le specie e i fondali, che si interscambiano, per struttura e conformità, lungo le coste siciliane, rappresentano uno dei più affascinanti “acquari naturali” del mondo.

I fondali siciliani danno riparo e vita a una miriade di specie acquatiche, le quali vivono, da sempre, come quel macro-organismo che lo compone. Quest’isola mediterranea, la più grande, è scenario dell’incontro di “due mari”, lo Ionio e il Tirreno, che si “fondono” nelle acque dello stretto di Messina, mitologicamente conosciuto come lo stretto di Scilla e Cariddi.

Oltre alla bellezza, che si rispecchia nelle loro cristallinità antistanti, queste coste rappresentano la giacenza storica di centinaia e migliaia di anni di cultura. Ciò fa sì che i fondali diventino dei musei non istituzionalizzati, i cui reperti sopravvivono in acqua anche grazie ai fattori chimici e fisici del mare. Tale rubrica ben si accosta agli obiettivi culturali dell’associazione Archeome, poiché affronterà tematiche che potrebbero condurre le persone a innamorarsi di questo meraviglioso ambiente, troppe volte sottovalutato e sfruttato. Obiettivo primario è, quindi, quello di  incrementare l’interesse e la salvaguardia dell’integrità dei suoi fondali e dei suoi tesori.

News

ARCHEOLOGIA | Taormina, “VI Convegno nazionale di archeologia subacquea” alla memoria di Sebastiano Tusa

Per tre giorni, dal 10 al 12 ottobre, Taormina ospita a Palazzo Ciampoli il VI Convegno nazionale di Archeologia Subacquea insieme alla XV rassegna internazionale di Giardini Naxos, storica manifestazione della cittadina jonica che torna a distanza di ben diciotto anni dall’ultima edizione del 2001. Il meeting è organizzato dalla Soprintendenza del Mare, diretta da Valeria Li Vigni, e dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, e giunge in Sicilia, dopo la tappa di tre anni fa a Udine, per volere di Sebastiano Tusa, l’insigne archeologo scomparso prematuramente nel marzo scorso.

Sulla destra il compianto archeologo Sebastiano Tusa

Obiettivo dello studioso era infatti quello di riorganizzare nella Baia di Naxos, prima colonia greca in Sicilia – e una delle aree che, insieme alle Eolie, è stata la più battuta dai pionieri dell’archeologia subacquea degli anni Sessanta – lo storico appuntamento internazionale con docenti e ricercatori universitari, tecnici subacquei, esperti delle Soprintendenze regionali, del Mibac (Ministero dei Beni Culturali), dell’INGV di Roma (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia), dirigenti di poli museali e centri di restauro e conservazione.

Oltre un centinaio di studiosi, ricercatori, archeologi e tecnici subacquei da tutta Italia e da Malta, cinque sezioni di studio, circa 70 relazioni sulle ultime scoperte e sugli scavi in corso, 30 contributi da Università e centri di ricerca per la sezione poster, il focus sulla “Carta di Udine” con il decano degli archeologi subacquei, Luigi Fozzati; tre mostre destinate al grande pubblico con reperti unici e l’esperienza immersiva con visori hi-tech per sperimentare dal vivo una vera esplorazione subacquea.

Il “visore 3D” utilizzato per la ricostruzione grafica

Fra tante presenze, emerge un’unica immensa e manifesta assenza: quella di Sebastiano Tusa, l’ideatore della Soprintendenza del Mare che un anno fa aveva progettato questo grande appuntamento in Sicilia con la comunità scientifica per un confronto corale sul tema dei tesori sommersi e della loro valorizzazione. Tusa sarà tuttavia idealmente presente a Taormina con
il libro postumo sulla “Battaglia delle Egadi” (editore L’Erma di Bretschneider) presentato agli ospiti e alla città mercoledì 9 ottobre, alle ore 19, a Palazzo Ciampoli: 300 pagine in inglese in cui lo studioso, nei mesi che precedettero la sua scomparsa a causa dell’incidente aereo in Etiopia, ripercorre insieme al collega Jeffrey Royal le tappe del ritrovamento del monumentale rostro al largo dell’isola di Levanzo, a 80 metri di profondità. L’indomani, alle 9.30, l’apertura del convegno.

Il rostro rinvenuto da Tusa e oggetto del suo studio

«La Sicilia – commenta il Presidente della regione, Nello Musumeci – ospita il Convegno nazionale di archeologia subacquea che riunisce i grandi nomi di un settore che tanto lustro ha dato alla nostra regione. E’ per noi motivo di orgoglio e soddisfazione questo segno tangibile tracciato da
Sebastiano Tusa, che dopo la rassegna nazionale di Udine del 2016 ha fortemente voluto questa edizione in Sicilia. In questa tre giorni si metteranno a confronto le migliori esperienze scientifiche del nostro Paese: è la conferma che la Sicilia svolge un ruolo internazionale nel campo dell’archeologia subacquea».

Ospitato per ragioni logistiche nelle sale polifunzionali di Palazzo Ciampoli – edificio storico di Taormina, di recente annesso fra i beni posti sotto la tutela del Parco Naxos Taormina – il VI Convegno nazionale di Archeologia Subacquea non si limita al serrato cronoprogramma con le
sessioni di studio e dibattiti fra gli addetti ai lavori, ma è l’occasione per raccontare il mondo delle esplorazioni subacquee anche al pubblico dei “profani”, grandi e piccoli curiosi del mestiere dell’archeologo “sottomarino”. Tre le interessanti mostre (due delle quali in italiano e una in inglese) allestite nei due piani dello storico palazzo e visitabili fino al 1° dicembre, con ingresso gratuito e idealmente collegate – per contenuti e contesto narrativo – alla sezione di archeologia subacquea del Museo di Naxos, ospitato nella Torre cinquecentesca recentemente ristrutturata.

Il VI Convegno nazionale di Archeologica Subacquea (Taormina 2019) – i cui atti saranno pubblicati nei prossimi mesi – sarà diretto da un Comitato scientifico costituito da Marco Anzidei, Lorenz E. Baumer, Massimo Capulli, Luigi Fozzati, Adriana Fresina, Tim Gambin, Roberto La Rocca, Valeria Li Vigni, Domenico Marino, N. Martinelli, Giovanni Mastronuzzi, Franco Marzatico, Pier Giorgio Spanu, Gabriella Tigano, Edoardo Tortorici, Annalisa Zarattini