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ATTUALITÀ | Un tempo sospeso in attesa del decadimento: l’arte del “Poetic Hotel” di Padova

«Il Poetic Hotel  è uno spazio per l’arte contemporanea chiuso al pubblico e inaccessibile». Così si legge nel manifesto del progetto artistico, ideato da Simone Berno. Si tratta di un’istallazione situata a Padova, in un hotel abbandonato. Le stanze, lasciate nel loro stato di decadenza, sono state trasformate in uno spazio d’arte contemporanea con numerose opere artistiche. L’hotel, ormai abbandonato dal 1997, rimane in una sorta di spazio sospeso nel tempo, dove tutto è immobile e silente. Ad “animare” le sue stanze si trovano sculture, fotografie, dipinti, ma anche street art, poesia, letteratura e installazioni audio-visive.

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Poetic Hotel, Padova (©poetichotel.org)

«Gli artisti, “ospiti” dell’hotel», si legge al punto 1 del manifesto, «hanno interagito e sono intervenuti nelle stanze e nei locali adibiti all’allestimento partendo dalle suggestioni del luogo, rielaborando la loro visione dell’hotel, dell’abbandono e della sospensione del tempo tra l’allora e l’attuale, rianimando di vita vissuta e vivente il tessuto di storia e di tempo che caratterizza questo luogo»

Ma la particolarità di un luogo già così originale risiede nella sua forma di fruizione. L’hotel-museo è visitabile esclusivamente online, assecondando la scelta del fondatore di preservare il microclima delle stanze, altrimenti alterato dai visitatori.

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Una stanza dell’hotel (©poetichotel.org)

Ogni ambiente, infatti, abbandonato per oltre vent’anni, ha sviluppato caratteristiche proprie, comprendenti ragnatele, muffe, infiltrazioni d’acqua ecc. Ognuno di questi aspetti manifesta il naturale scorrere del tempo e l’inesorabile degrado cui tendono tutte le cose materiali. In questo contesto le opere si configurano come fugace attimo di vita, teso a “rianimare” un luogo cristallizzato nel tempo; divengono però, a loro volta, parte dell’immobilità e del decadimento. Le opere presenti, installate dagli artisti, sono state intenzionalmente abbandonate per sempre.

Il Poetic Hotel, dunque, si configura come luogo inaccessibile, visibile solo attraverso i vari media pubblicati online, che costituiscono sia la memoria sia l’archivio di un sito d’Arte contemporanea unico nel suo genere.

Un luogo immobile che attende la fine

L’albergo, in via Sorio 73 a Padova, nasce negli anni ’50 in un edificio utilizzato come locanda, poi divenuto hotel nel corso degli anni ’80. L’abbandono dell’edificio risale al 1997, prima di una sua riapertura, 22 anni dopo, nel 2019, quando l’artista padovano Simone Berno ha dato vita al Poetic Hotel. «Una volta rielaborati gli spazi interni e le stanze» – si legge sul manifesto – «ultimate le installazioni e le performance, avviene il Check-Out ovvero il distacco definitivo dalle opere da parte degli artisti, conferite a loro volta a quella che potremmo definire ora la “persona artistica” Poetic Hotel».

La “stanza del ricordo” (© poetichotel.org)

Un collettivo di circa 30 artisti ha avuto modo di interagire con le camere abbandonate, rendendole speciali set in cui collocare le proprie opere. Berno, in un’intervista per Artribune, ha dichiarato di aver chiamato per primi i ragazzi del Mep, il Movimento per l’Emancipazione della Poesia, chiedendo loro di tappezzare di poesie intere camere (non solo muri, ma anche gli arredi).

Le poesie del Mep in una stanza dell’hotel (© poetichotel.org)
Il destino delle opere

«Il Poetic è in quarantena dal 1997» – spiega ancora Berno – «Era già non visitabile prima, nel suo manifesto riporta chiaramente che è un luogo visitabile solo online, precursore dei tempi, tristemente». L’accordo tra l’artista e il proprietario, inoltre, prevede di lasciare nuovamente l’hotel, con tutta la sua installazione artistica, ad uno stato di abbandono. L’hotel non è restaurabile e sarà lasciato al decadimento fino al momento in cui sarà necessaria la sua demolizione.

«Le installazioni allestite al loro interno» – si legge ancora nel manifesto – «relegate all’inesorabile usura del tempo, non potranno più essere ammirate dal vivo fin quando lo stabile non verrà abbattuto e assieme ad esso sarà distrutta l’intera collezione di opere. Solo allora sarà possibile recuperarle, tra le macerie dell’hotel».

Mep al Poetic Hotel, Padova (© poetichotel.org)

No one will access the hotel until the “fade”, when the “Poetic Hotel” will be demolished and the Project will be accomplished – Manifesto del Poetic Hotel

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ATTUALITÀ | “Super Walls”, sui muri di Padova la street art che guarda alla rinascita (PHOTOGALLERY)

Tra il 5 e il 20 giugno 2021 la città di Padova è stata invasa da artisti di strada provenienti da tutto il mondo per la seconda edizione della Biennale Street Art. A “Super Walls”, infatti, hanno preso parte 39 artisti che hanno colorato Padova con ben 35 opere di street art sul tema della rinascita.

L’iniziativa, curata dal gallerista Carlo Silvestrin e dalla critica d’arte Dominique Stella, ha quindi lo scopo di rendere fruibile un’arte pubblica attraverso la valorizzazione del paesaggio urbano. Ai 39 artisti, di cui 13 donne, con una forte presenza femminile rispetto al passato, è stato chiesto di interpretare con il loro filtro creativo il tema della rinascita, nell’era post-pandemica.

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Alessio-B presso La Cittadella, Padova (immagine via lapiazzaweb.it)

I nuovi murales, inoltre, si aggiungono ai 20 già realizzati in occasione della prima edizione della Biennale Street Art e si collocano su superfici messe a disposizione non solo da privati, ma anche da enti pubblici: scuole, ospedali, istituti religiosi e supermercati.

Le opere

Sia i cittadini sia i visitatori hanno accolto di buon grado le coloratissime opere che contribuiscono alla valorizzazione degli spazi abitati (e non solo). Tra le opere più apprezzate, un posto d’onore spetta al murales di 4000 mq realizzato sull’acquedotto padovano. Ben 6 artisti del collettivo francese La Crémerie hanno lavorato su piattaforme sospese per quasi un mese per dare colore a un grigio edificio ormai tra i simboli della città.

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La Crémerie, Impianto idrico di via Bottazzo, Padova (immagine via lapiazzaweb.it)

L’Università di Padova, inoltre, in occasione delle celebrazioni per i suoi 800 anni, ha messo due muri a disposizione degli artisti, uno dei quali sapientemente occultato dall’artista Peeta all’interno di un suo murales.

Peeta presso Università degli Studi di Padova (immagine via lapiazzaweb.it)

Un altro murales che è già entrato nel cuore di molti è quello dell’abbraccio tra un uomo e una donna su un muro dell’Ospedale Sant’Antonio di Padova. Alto più di 20 metri, il murale è un dono di nozze dell’artista olandese JDL al fratello adottivo e alla moglie malata di cancro. Un invito all’amore, alla resistenza e alla rinascita, non solo dalla pandemia.

JDL presso Ospedale Sant’Antonio, Padova (immagine via RaiNews)

«Cominciano a crederci un po’ tutti» – dichiara Silvestrin ad ANSA – «non solo i cittadini che ci seguivano già da prima, ma anche persone che per la prima volta si avvicinano a questo mondo». Il curatore spera in un nuovo modo di pensare ai percorsi turistici, introducendo, sulle mappe digitali e non, un itinerario apposito per la street art.

In copertina: Axe presso Alí Supermercati, Tombelle di Saonara. Immagini, dove non specificato, via lapiazzaweb.it.

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NEWS | Il MIUR finanzia un progetto di street art: “L’archeologia delle parole”

La libertà d’espressione è una conquista apparentemente acquisita dalla nostra società poiché, in realtà, è fortemente vittima di condizionamenti che la trattengono, seppur inconsciamente. Si fa sempre più asfissiante il peso del giudizio altrui, la suscettibilità, l’ipercriticismo, e viviamo nella costante paura di offendere qualcuno anche involontariamente ed essere tacciati, per questo, di scorrettezza. In particolar modo, sui social è ormai appannaggio degli audaci esprimersi liberamente senza massificazione e uniformazione perché ogni pensiero si apre a un pubblico sempre più ampio e, conseguentemente, a quelli chiamati leoni da tastiera. Schiavi del politically correct a tutti i costi altrimenti si è mostri, ormai, siamo davvero ancora liberi di esprimerci?

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La stele di Nora, famoso esempio di epigrafe fenicia

Ebbene, se dovessi pensare a qualcosa di molto simile ai social nel passato, il mio pensiero andrebbe senz’altro alle epigrafi per quanto con finalità, contenuti e mandanti diversi e ben lontane dal caos dei nostri mezzi. Collocate principalmente in luoghi aperti affinché potessero essere lette da tutti, iscritte su materiali non deperibili, senz’altro non saranno state esenti dal giudizio e, chissà, magari anche condizionate. Certo è che il fine comune è quello diffusionistico. Spesso, ci insegnano a non parallelizzare o attualizzare la storia, che gli eventi vanno fissati nel loro tempo e nel loro spazio; però altri, invece, ci chiedono di fare proprio questo, conoscere il passato per comprendere il presente. «Historia magistra vitae» avrebbe detto Cicerone. Nel dubbio di poter sbagliare dicendo la mia, nella mia libertà d’espressione, decido di non esprimermi, demando tutto al relativismo, dipende dalle circostanze insomma, entrambe le visioni sono giuste. Quanto sono compiaciuta, come sono “politically correct”, ma… bando alle ciance: succede che a Civitanova, in provincia di Macerata, la scuola media «Annibal Caro» ha ottenuto dal Ministero dell’Istruzione e dell’Università diecimila euro di finanziamenti per L’archeologia delle parole.

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Scuola media «Annibal Caro» in provincia di Macerata

Dall’epigrafe alla calligraffiti art:il progetto di street art consentirà la realizzazione, da parte di un professionista, di un murales raffigurante appunto il letterato Annibal Caro, sulla facciata della scuola; la finalità è di invogliare all’arricchimento e all’approfondimento delle conoscenze iniziando dallo studio delle epigrafi, partendo dal muro di un edificio scolastico che può essere soltanto d’ispirazione per gli studenti che tutti i giorni varcano quella porta. Un’epigrafe contemporanea, insomma, che ci fa riflettere su quanto gli antichi abbiano sempre da insegnarci qualcosa e su quanto non siamo dei buoni studenti, oltre che fantasticare sui muri di una città ideale modernamente decorata dalla cultura necessariamente sotto gli occhi di tutti.

Esempio di calligraffiti art su una scuola di Ibiza (Spagna) – artista: Said Dokins (foto: Graffiti Street)
«D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda».

- Italo Calvino, Le città invisibili
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ATTUALITÀ | “All about Banksy”, a Roma la mostra sul misterioso artista

«Ovunque si sente parlare di Banksy. Ma cosa sapete di lui se non che è famoso e che la sua identità è ignota? Abbiamo documentato la sua carriera dall’inizio degli anni Duemila, tra la strada e le mostre e ora apriamo il nostro archivio». Con queste parole, i curatori Butterfly & David Chaumet – Butterfly Art News introducono una mostra unica nel suo genere.

250 opere per presentare l’arte di Bansky, artista di strada contemporaneo circondato da quell’aura di mistero che contribuisce a dar fama alle sue opere. Da Bristol a Londra, a New York, a Gerusalemme fino a Venezia con graffiti e varie performance e incursioni, Banksy è uno degli artisti contemporanei di maggior successo. Ad omaggiarlo una mostra al Chiostro del Bramante, nel centro di Roma, in programma dal 5 maggio 2021 al 9 gennaio 2022.

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Si tratta quasi di un vero e proprio un approfondimento enciclopedico del suo lavoro. Le opere saranno presentate grazie a un’importante sezione documentaria composta da fotografie, reportage e video.

Sarà possibile, anzi, fortemente consigliato, acquistare i biglietti online su questo sito. In ogni caso, l’acquisto online è obbligatorio per i giorni di sabato e domenica. Durante la settimana, invece, sarà possibile acquistarli presso la biglietteria fisica (orario 10.00 – 20.00). Per ulteriori informazioni (costi, orari, biglietti omaggio e modalità di fruizione in sicurezza) è possibile visitare il sito del Chiostro del Bramante.

Street art e critica sociale

ALL ABOUT BANKSY” si configura come un «catalogo ragionato da visitare». Il percorso presenta opere realizzate dal 1999 fino al 2020, con sezioni tematiche sui lavori oramai iconici e sui temi fondamentali dell’artista. Tra questi ritroviamo i primi Black Books, i tanti rats (topi) e poi la politica, la religione, il potere, la guerra, i diritti dell’infanzia, i fenomeni migratori, i rifugiati, la società della sorveglianza, l’ambiente, l’ecologia, il mercato dell’arte.

Tutte opere realizzate con tecniche e supporti differenti e, soprattutto, in differenti contesti per accentuare il carattere di critica sociale che l’opera stessa assume. Il percorso espositivo termina con tre video per rivivere i momenti più significativi del percorso di Banksy, tra cui un documentario esclusivo e inedito che racconta vent’anni di carriera dell’artista.

«Dipingere per me rappresenta la libertà». 

- Bansky
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NEWS | TOward 2030, a Torino l’arte urbana sposa la sostenibilità

Torino si trasforma in un museo a cielo aperto con la realizzazione di 18 opere di arte urbana ispirate all’Agenda 2030 dell’Onu.

“TOward  2030, what are you doing?” è un progetto che coniuga street art e sostenibilità. Torino diventa portavoce degli obiettivi di sviluppo sostenibile. 

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Mr Fijodor, The rubbish whale, 2018 – “TOward 2030 – What are you doing?” GOAL 14: “Life Below Water”

Il progetto nasce dalla collaborazione tra la Città di Torino, Lavazza e ASviS (Alleanza Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile). Sono stati coinvolti 18 artisti internazionali che hanno realizzato, a partire dal 2018, altrettante opere in diversi luoghi della città. Le opere corrispondono ai 17 Sustainable Development Goals, più uno pensato da Lavazza (il Goal zero). Ogni opera ha lo scopo di rappresentare e divulgare i punti dellAgenda 2030 delle Nazioni Unite

Le opere e il loro messaggio

Difesa dell’ambiente, fonti energetiche sostenibili, lotta a fame e povertà, istruzione, consumo responsabile, salute e benessere per ogni persona. Sono questi alcuni dei goals dell’Agenda 2030 che hanno ispirato gli artisti provenienti da varie parti del mondo. 

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Luis Masai, Swimming towards a new existence, 2018 – “TOward 2030 – What are you doing?” GOAL 16: “Peace, Justice and Strong Institutions”

I muri di Torino sono diventate tele di una galleria urbana. Le opere sono rivolte soprattutto ai più giovani, ma non solo. Pensate per coinvolgere il pubblico e i cittadini a riflettere e agire in maniera concreta.

La domanda provocatoria del progetto What are you doing?” (“Cosa stai facendo?”) vuole essere un invito, espresso attraverso l’arte, a ricordare che la cura e la salvaguardia del pianeta dipendono da ognuno di noi. Il progetto ha trasformato Torino in una delle città con più opere di arte urbana al mondo. Progetto documentato e raccontato nel volume “TOward 2030. L’arte urbana per lo sviluppo sostenibile”, edito da Feltrinelli e illustrato dagli scatti della fotografa statunitense Martha Cooper.

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Dzmitryi Kashtalyan, ProgressiveTechnology in your hand, 2018 – “TOward 2030 – What are you doing?” GOAL 9: “Industry, Innovation and Infrastructure”
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NEWS | Banksy, l’opera “Game Changer” battuta a 19,4 milioni

L’opera “Game Changer” dello street artist Banksy è stata battuta all’asta da Christie’s a Londra alla cifra di 16.758.000 sterline (19.422.522 euro), nell’ambito della 20th Century Art Evening Sale. Il dipinto è apparso lo scorso 6 maggio presso l’ospedale universitario di Southampton

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L’opera di Banksy intitolata “Game Changer”

La cifra ricavata dalla vendita dell’opera sarà utilizzata per sostenere progetti di beneficienza e per sostenere gli operatori sanitari del Servizio Sanitario Nazionale della Gran Bretagna. Una riproduzione di “Game Changer” rimarrà visibile nell’ospedale inglese. Banksy ha rappresentato un bambino inginocchiato che gioca: nella mano stringe una bambola vestita da infermiera con mascherina e mantello, in secondo piano un bidone in cui sono stati gettati invece i tradizionali supereroi.

La donazione dell’artista

L’anonimo artista di Bristol ha deciso di donare e mettere in vendita la sua opera in occasione della commemorazione dell’ anniversario del primo lockdown anti Covid nazionale nel Regno Unito, il 23 marzo 2020. La base di partenza dell’asta era di 2,5 milioni di euro ed è stato quindi battuto alla cifra record di oltre 19 milioni di euro.  Una cifra vertiginosa che, come anticipato, sarà devoluta in beneficenza. Nobile gesto dell’anonimo artista. 

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Banksy, “Naufrago Bambino”, realizzato a Venezia nel 2019

Di certo, non ci troviamo di fronte al lavoro più brillante e originale dello street artist, noto per le sue opere polemiche e politiche.

“Game changer”, difatti, risulta pervasa da una patina stancamente buonista e populista, tuttavia non si può non considerare il contesto ospedaliero in cui è stata realizzata e soprattutto il difficile momento storico che il mondo intero sta ancora vivendo. Dunque la lettura dell’opera è immediata. Il messaggio arriva forte, chiaro, non si lascia spazio a fraintendimenti: gli eroi tradizionali sono stati accantonati. Nuovi eroi, umani e senza super poteri, diventano il simbolo della lotta contro un nemico invisibile e pericoloso

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Banksy, “Madonna con la pistola”, Napoli
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NEWS | Spazi culturali ai tempi del Covid: la “Ferita” di JR su Palazzo Strozzi

Lo street artist francese JR stupisce con una nuova installazione sulla facciata di Palazzo Strozzi a Firenze. L’artista porta all’attenzione del pubblico la situazione dei luoghi di cultura durante la pandemia. L’opera, intitolata “La Ferita”, rappresenta un enorme squarcio sulla facciata del Palazzo. 

L’artista JR di fronte alla sua installazione su Palazzo Strozzi

Costruita come un gioco illusionistico, l’installazione permette di vedere all’interno del palazzo, permette di accedere con lo sguardo alle sue stanze e ai suoi tesori temporaneamente inaccessibili. Si possono scorgere il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva con i quadri della Primavera e della Nascita di Venere del Botticelli, e una biblioteca. JR ha realizzato questa enorme installazione servendosi di una tecnica da egli stesso ampiamente utilizzata: un collage fotografico in bianco e nero, alto 28 metri e largo 33.

Significato dell’opera di JR

La colossale opera dell’artista francese, famoso per i suoi progetti dall’impatto invasivo e di protesta, vuole portare l’attenzione su un tema estremamente attuale e spesso complesso: la cultura ai tempi del Covid-19. 

Installazione dell’artista JR realizzata per il Museo del Louvre nel 2019

L’inaccessibilità ai luoghi di cultura, la chiusura di musei, ma anche di teatri e cinema lascia spazio alla nostalgia, al ricordo dei luoghi, e all’immaginazione degli stessi. È per questo motivo che “La Ferita”, apre la visione su un interno in parte reale, in parte solo immaginato. Immaginato proprio perché oramai inaccessibile.

Dice l’artista: “E’ un piacere essere qui. Questa opera risveglia tante cose in tutti noi e quello che mi interessa è che ognuno la interpreterà in base alla sua storia, ognuno avrà una lettura differente. Un’opera del genere resta per pochi mesi, ma la sua immagine resterà nella testa delle persone anche in futuro e penso che anche quando non ci sarà più le persone che l’hanno vista andranno a vedere cosa c’è dietro a quel muro”. 

 

 

 

 

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NEWS | Il Premio di Poesia e Fotografia “Cesare Filangieri” per la valorizzazione del territorio

Giunto alla sua terza edizione, il Premio di Poesia e Fotografia “Cesare Filangieri”, nasce per promuovere e valorizzare il territorio vesuviano di Napoli.

Lo scopo principale è far conoscere ai turisti, nazionali e internazionali, le bellezze del Patrimonio Culturale territoriale, tra cui la propria sede, la Parrocchia “Immacolata e Sant’Antonio” di Cercola, un tempo Cappella dei Principi Filangieri di Napoli:

“Siamo davvero felici ed orgogliosi di essere giunti alla terza edizione! Questo concorso, che coinvolge adulti e bambini, mira alla conoscenza e alla valorizzazione del Patrimonio culturale materiale e immateriale di Napoli e provincia, ponendo tracce tanto profonde da fungere come mezzo di denuncia non solo della condizione odierna nella quale versano i nostri giovani senza lavoro e privati dei sogni, ma anche dell’incuria e dell’abbandono in cui versano i nostri più preziosi monumenti. Il nostro obiettivo, dunque, è porre le basi di una tutela e di una sensibilizzazione più forte sul territorio, per preservare la memoria del passato e tramandarla ai posteri.” Questa la dichiarazione del Dott. Giancarlo Piccolo, scrittore e autore di “Cappella Filangieri. Indagini sulla Parrocchia Immacolata e Sant’Antonio-Cercola”, che da anni si occupa di studio e divulgazione storica e archeologica.

I partecipanti potranno presentare poesie e fotografie edite o inedite, inerenti alle tematiche annuali sancite dagli organizzatori. L’equipe del Premio è infatti composta dalla dott.ssa Ilaria Guardasole, dalla dott.ssa Anna Falco, dal dott. Fabio Germino e dal dott. Mattia Esposito, figure impegnate costantemente nell’ambito del giornalismo e dei beni culturali.

Per quanto riguarda la poesia, in lingua italiana o napoletana, i componimenti dovranno rappresentare i “Sogni senza voce”, esprimendo l’impossibilità di poter coltivare i propri sogni al giorno d’oggi. La seconda sezione poetica richiede agli autori di esprimere la bellezza del Parco Nazionale del Vesuvio con il tema “Il Vesuvio. Il Gigante che abbraccia la città”.

Per la sezione fotografica, invece, una delle tracce proposte è “Love art, Street art”, un ambito artistico in crescita nel territorio urbano di Napoli. Il secondo tema fotografico verte sulla denuncia: “Antichità insanguinate. Crimini contro il Patrimonio Culturale”, per dar voce a contesti in stato di degrado e abbandono in cui sono numerosi Beni Culturali del territorio.

L’evento, che avrà inizio il 1 Febbraio 2021, terminerà  nel mese di Luglio. Ai vincitori saranno consegnati non solo buoni Amazon dal valore di 50 €, ma anche targhe e trofei. Il concorso non prevede alcuna quota di partecipazione.

Qui il Bando per la partecipazione al concorso.

I grandi nomi della cultura nella giuria

Il Premio Cesare Filangieri promosso dall’Ente Ecclesiastico “Immacolata e Sant’Antonio”, con il patrocinio del Comune di Cercola, del Comune di Napoli e dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, vanta in giuria grandi nomi del mondo culturale.

Tra questi la Dott.ssa Antonella Ferraro, assessore alla cultura del Comune di Cercola e il Dott. Francesco Amoruso, scrittore e cultore della materia di Letteratura Italiana moderna e contemporanea all’Università di Napoli “Federico II”.

Presente anche la Dott.ssa Angela Marmolino, collaboratrice della collana istituzionale “Percorsi D’Arte” con la Soprintendenza di Napoli e Provincia e responsabile della Biblioteca di Cultura Vesuviana di “Padre Alagi”.

Inoltre, ci sarà la presenza straordinaria del Dott. Marco Perrillo, giornalista di “Il Mattino” e autore di “Misteri e Segreti dei quartieri di Napoli”.

La Cappella Filangieri, sede storica del Premio

Il Premio Cesare Filangieri deve il suo nome al padre del giurista illuminato Gaetano Filangieri, Cesare Filangieri.

Il Principe Cesare Filangieri trascorreva le giornate estive al casino di Cercola, sub umbra quercus, sotto l’ombra di una quercia. È proprio dalla secolare quercia che la città di Cercola trae il suo nome. Tale toponimo avrebbe radici proprio dove sorge la Cappella Filangieri, dove è presente, come testimonianza, un’antica epigrafe.

“ELICIO SACRATA IOVI FORTISSIMA QUERCUS, HIC STETERAT VILLAE NOMEN ET OMEN ADEST”

Epigrafe (1775)

Protagonista nel 2019 della XXV edizione del “Maggio dei Monumenti” e delle “Giornate Europee del Patrimonio” 2019 e 2020, la parrocchia, ex Cappella dei Principi Filangieri, conserva il suo patrimonio storico-artistico immutato. Tra i preziosi beni di interesse storico-artistico, citiamo la tela San Francesco da Paola, oggi in restauro grazie ad una campagna di crowdfunding e forse dono del Re di Napoli Ferdinando IV.

La chiesa-museo conserva al suo interno anche la cripta funeraria, luogo di sepoltura di principi e fedeli, visitabile su prenotazione.

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NEWS | Alice Pasquini, quando la street art diventa un workshop online

Sarà online il workshop tenuto da Alice Pasquini, giovane street artist romana, illustratrice e scenografa, con all’attivo progetti in diverse parti del mondo (Londra, Buenos Aires, Berlino e Australia).

Alice Pasquini, Belo Horizonte, 2019 (fonte arte.it)

Il workshop, dal titolo Oltre il muro: arte e contesto, si inserisce all’interno del progetto SuperaMenti. Pratiche artistiche per un nuovo presente, organizzato dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. La collezione si inquadra perfettamente nel panorama artistico contemporaneo: è proprio questo valore di contemporaneità la forza della collezione che, in un momento difficile come quello attuale, rende disponibili incontri a distanza con alcuni dei maggiori artisti italiani contemporanei.

Con Alice Pasquini si porrà l’accento sulla street art a 360°: come nasce un progetto di street art, come cambia la street art “a distanza”, qual è il confine tra street art e vandalismo e qual è il ruolo delle donne nel panorama artistico dei graffiti.

Alice Pasquini, CVTà street fest (foto: Alessia Di Risio, fonte arte.it)

“Nel mio lavoro – dichiara Alice in merito al rapporto tra la sua arte e l’emergenza Covid – il rapporto con le persone è fondamentale e a volte entro quasi nelle loro case, potremmo prendere un caffè insieme dalla finestra. Ma per me è normalissimo lavorare con la maschera, isolata in cima a un braccio meccanico.”

Inizialmente pensato in forma ibrida, online e presenza, Oltre il muro si sposta completamente online. Si terranno su Zoom due incontri aperti a tutti, il 16 e il 19 novembre, e giornate di workshop a distanza tra il 20 e il 29 novembre. Sarà possibile ottenere il link per l’incontro online sulla piattaforma Zoom compilando questo form sul sito della Collezione Peggy Guggenheim.