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NEWS | Scoperti nuovi tratti della Via Clodia ad Anguillara Sabazia (RM)

Affiorati due tratti dell’antica Via Clodia nel Comune di Anguillara Sabazia (RM). La strada è in antico basolato romano ed è venuta fuori durante i lavori per l‘estensione della rete Italgas in via Mainella, a un metro di profondità dal terreno di calpestio attuale. I lavori hanno visto la collaborazione tra la società di distribuzione gas e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale.

Il tratto diella Via Clodia emerso ad Anguillara Sabazia (RM) – foto: Roma Today

Dalle fonti si sa che questa parte dell’antica viabilità romana collega Roma con i centri dell’Etruria interna. La soprintendente Margherita Eichberg si è così espressa: «Il rinvenimento di questi due ulteriori tratti contribuisce a fare luce su quale fosse il suo esatto tracciato, andando ad aggiungere un ulteriore importante tassello alla conoscenza della viabilità antica e ad arricchire il variegato panorama dei beni culturali di Anguillara Sabazia».

Anche l’amministratore delegato di Italgas, Pier Lorenzo dell’Orco, ha voluto esprimere il suo pensiero sul rinvenimento: «I ritrovamenti  testimoniano come l’approccio verso i territori in cui operiamo sia costantemente ispirato alla salvaguardia del patrimonio storico e archeologico del nostro Paese. Un impegno volto alla massima collaborazione con le Soprintendenze, anche oltre le norme, per favorire il recupero e la valorizzazione dei singoli ritrovamenti. Un valore per la comunità».

Via clodia
Il percorso dell’antica Via Clodia (da anticaviaclodia.it)

Il tracciato si presenta in buono stato di conservazione, tanto che si possono ancora ammirare i solchi lasciati dai carri. Una prima parte è stata rinvenuta sotto la strada moderna verso Nord. L’altra porzione è venuta fuori verso Occidente ed è visibile parzialmente, ma sarà studiata al meglio nei giorni a venire. Sappiamo inoltre che si conservano poche centinaia di metri della Via Clodia in località Cancelli (FI), restituiti da scavi della fine dell’Ottocento. Doveva essere una strada larga circa 4 metri e mezzo, secondo il parare degli studiosi.

Una porzione della Via Clodia nei pressi di Saturnia (GR), in Toscana (foto: Podere Santa Pia)

Immagine in copertina (via AgCult)

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NEWS | Madonie (PA), nuova luce sulla via romana “Catina-Thermae”

Dichiarato d’interesse archeologico il tratto della via romana “Catina-Thermae” emerso lo scorso settembre nelle campagne di scavo di Caltavuturo, sulle Madonie (PA). Ciò è stato indicato in un decreto firmato dal dirigente del servizio tutela e acquisizioni del Dipartimento dei Beni Culturali, Caterina Perino. Il tratto corrisponde a parte dell’attuale Statale 120 ed è una delle più importanti vie consolari dell’Isola che collegava Catania e Termini Imerese. Secondo gli archeologi, la Statale 120 seguirebbe in parte il tracciato dell’antica via romana “Catina-Thermae”. La strada moderna sembra ripercorrere la viabilità e presentare nelle vicinanze una simile predisposizione nella distribuzione insediativa

L’archeologa che aveva diretto gli scavi, Rosa Maria Cucco, ha dichiarato che potrebbe trattarsi “dell’unico tratto di strada romana costruita in Sicilia, fino ad oggi attestato“. Tramite studi, si è giunti alla conclusione che la massicciata, conservata sotto lo strato basaltico, ha subito danneggiamenti intorno agli anni ’60/70 del 1900, a causa dei lavori legati al metanodotto. Si tratta di un rinvenimento datato al II secolo d.C. ed emerso in seguito ai lavori di Archeologia preventiva della Soprintendenza di Palermo in accordo con la Snam Rete Gas, durante il rifacimento del metanodotto Gagliano-Termini Imerese.

Prevenzione e vigilanza della Via

La Soprintendenza ha imposto un vincolo sui terreni soggiacenti all’area del tratto di Via per i proprietari. Il decreto infatti recita: “è fatto divieto di adibirla ad usi non compatibili con il suo carattere archeologico oppure tali da recare pregiudizio alla sua conservazione”. Quindi si possono eseguire lavori soltanto nei casi di assoluta urgenza e sotto la vigilanza della Soprintendenza.

via romana Catina-Thermae
La Via vista dall’alto (via Giornale di Sicilia)
 
Immagine di copertina: via Agi.it.
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ARCHEOLOGIA | Gerusalemme, scoperta strada monumentale costruita da Ponzio Pilato

Per più di centocinquanta anni gli scavi nella Città di Davide, il sito originale di Gerusalemme, hanno riportato alla luce porzioni della città nella sua facies romana. In un simile lasso di tempo, in particolare, è emersa la strada monumentale a gradoni che, partendo dal cancello meridionale, fiancheggiava la piscina di Siloe e giungeva al Monte del Tempio.

La larghezza della carreggiata, che misura circa 8 m, e la qualità della sua costruzione, che, indubbiamente, avrà richiesto grande impiego di abili lavoratori specializzati, sono chiaro sintomo dell’importanza che questa strada dovette avere in antico.

 

Ipotesi di datazione

Inizialmente, le prime ipotesi di datazione, basate sui vari ritrovamenti ceramici e numismatici, fissavano vagamente la costruzione della strada tra il regno di Erode il Grande (37-4 a.C.) e la Prima Rivolta Giudaica (66 d.C.). Recentemente, invece, gli archeologici hanno portato alla luce due segmenti della strada monumentale, come quello vicino la Piscina di Siloe, lungo circa 220 m, le cui analisi gettano nuova luce sulla cronologia. Dall’area di scavo vicino la piscina, precisamente dal riempimento costruttivo al di sotto dei lastroni, che costituivano il piano pavimentale della strada, sono state recuperate numerose monete: le più recenti non vanno oltre il 31 d.C. – data che determina un terminus post quem per la realizzazione della strada – e sono state coniate, quindi, dal governatore della Giudea sotto l’imperatore Tiberio. All’interno del riempimento di fondazione del secondo segmento stradale, corrispondente all’area di scavo S, sono state rinvenute altre monete, le più antiche delle quali si collocano tra il 17 e il 25 d.C.

La strada

 

Gli scavi dell’area S ci rivelano come la strada fosse delimitata, da entrambi i lati, da un cordolo, in pietra calcarea, largo 0,6 m e rialzato dal livello stradale di circa 0,15 m. La strada è stata sigillata da uno spesso strato di distruzione, risalente al devastante attacco a Gerusalemme operato dall’imperatore Tito nel 70 d.C; tale strato, a sua volta, è stato coperto da grosse pietre, derivanti dal collasso delle strutture durante la distruzione della città. Al livello di distruzione appartengono i resti di un podio a gradoni, frammenti ceramici e gruppi di monete risalenti alla Prima Rivolta Giudaica: questi dati fissano il terminus ante quem al 70 d.C.

Secondo il parere di Nahshon Szanton, Moran Hagbi, Joe Uziel e Donald T. Ariel, dal momento che gran parte delle monete di I secolo d.C., rinvenute durante gli scavi a Gerusalemme, si data dopo il 41/42 d.C., quando Agrippa I cominciò a battere moneta come governatore della Giudea per conto dell’imperatore Claudio, la progettazione e l’inizio della costruzione della strada di Gerusalemme sarebbero da attribuire a Ponzio Pilato, che fu governatore della Giudea per un decennio – dal 26 al 35/36 d.C. – per conto dell’imperatore Tiberio; la strada doveva, quindi, essere stata completata sotto il governatorato di Agrippa I.    

 

Ponzio Pilato

 

Ponzio Pilato è un personaggio storico malvisto tanto dagli Ebrei quanto dai Cristiani. La motivazione di questi ultimi è da ricercarsi nel ruolo centrale che il governatore ebbe nell’esecuzione di Gesù intorno al 30 d.C. Per i primi, invece, egli fu un cattivo amministratore che, volendo imporre il paganesimo romano, suscitò la rabbia del popolo, ignorando il tabù delle immagini scolpite e rubando i donativi del Tempio per costruire un nuovo acquedotto. Così agendo, dunque, costui pose le basi per la ribellione, che avrebbe portato alla distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C., per mano dell’imperatore Tito.

Tuttavia, l’attribuzione della costruzione della strada monumentale a Ponzio Pilato proverebbe che il governatore abbia avuto cura di abbellire Gerusalemme, che attirava pellegrini e visitatori da tutto l’Impero Romano. Infatti, Nahshon Szanton, archeologo dell’Università di Tel Aviv, ipotizza che la costruzione della strada sia stata pensata da Ponzio Pilato proprio “per placare gli animi dei cittadini di Gerusalemme”, ma anche “per accrescere il suo nome attraverso importanti progetti edili”.

 

L’antitesi

 

Non mancano i pareri contrari alla ricostruzione storica proposta dai già menzionati studiosi. Jodi Magness, ad esempio, archeologo dell’Università della Carolina del Nord, afferma che “il materiale che stanno trovando proviene da riempimenti che potrebbero essere stati portati con carriole da qualsiasi luogo”, dimostrandosi scettico riguardo la datazione. Inoltre, definisce “inaccettabile” il metodo di scavo utilizzato dagli archeologi che, invece di procedere in senso verticale, dalla superficie verso il basso, hanno realizzato un grande tunnel, preferendo un andamento orizzontale e, a detta di Magness, non considerando il contesto. Tuttavia, gli archeologi si giustificano affermando che un simile metodo è stato pensato per evitare di evacuare e smantellare il densamente popolato quartiere palestinese che si trova al di sopra degli scavi in questione.