Storico

News

LIVE | Valerio Massimo Manfredi: paura per lo scrittore intossicato dal monossido (IN AGGIORNAMENTO)

Lo scrittore e archeologo Valerio Massimo Manfredi, l’11 febbraio, è stato ritrovato privo di sensi nel suo appartamento romano, insieme alla scrittrice Antonella Prenner: i due sono rimasti intossicati da una fuga di monossido di carbonio. Sono in corso le indagini. 

Valerio Massimo Manfredi e Alessandra Prenner.
Valerio Massimo Manfredi e Antonella Prenner

La figlia dello scrittore ha dato l’allarme. Sono successivamente intervenuti i vigili del fuoco e subito dopo le forze dell’ordine del commissariato di Trastevere.

Manfredi è stato subito trasportato all’ospedale San Camillo e intorno alle ore 19:00 è stato poi trasferito presso l’ospedale Misericordia di Grosseto, dove fa la spola tra la camera iperbarica e la terapia intensiva. La Prenner è ricoverata nell’ospedale Umberto I di Roma. Sia Manfredi che Prenner sono in gravi condizioni, ma secondo i medici non dovrebbero essere fortunatamente in pericolo di vita.

I vigili del fuoco hanno evacuato in via cautelare i sei appartamenti del palazzo. Hanno fatto aerare le case. L’attenzione è caduta sull’ex galleria d’arte (vuota) al piano terra, proprio di fronte all’appartamento di Manfredi.

Le esalazioni proverrebbero proprio dalla caldaia posizionata in una nicchia al piano seminterrato, riscontrata qualche criticità ai tubi di scarico. Il locale è stato messo sotto sequestro.

Valerio Massimo Manfredi e Antonella Prenner hanno superato la notte, restano gravi le condizioni, ma stabili.

Con la speranza che le condizioni di salute migliorino, la redazione augura una pronta guarigione agli scrittori.

News

NEWS | Il «capra, capra, capra» di Vittorio Sgarbi diventa un marchio

Lo storico e critico d’arte: «Da oggi sono in vendita!»

Polo, agende, tazze da caffè, cuscini. E in preparazione camicie, occhiali, sciarpe. Una parte del ricavato delle vendite sarà destinato al finanziamento di borse di studio rivolte agli studenti delle scuole medie e superiori. Dopo il successo del «Diario della Capra», edito da Baldini+Castoldi (proprio in questi giorni è uscita l’edizione 2020-2021 con una nuova serie di vignette disegnate Staino) il maniacale “capra capra capra” lanciato da Vittorio Sgarbi conto la “vittima” di turno, diventa adesso anche un marchio per una serie di prodotti identificativi del “mondo sgarbiano”: si va dalle tradizionali magliette di cotone (Sgarbi ha avvertito: «detesto la parola t-shirt!») alle polo, dalle tazze da caffè alle sacche per la spesa, dalle agende ai cuscini. Ma in preparazione ci sono sciarpe, mantelle, cappelli, occhiali e numerosi altri accessori.

Il progetto, nato da un’idea di Sabrina Colle e Nino Ippolito, e coordinato da Beatrice Gigli, è nato dalla collaborazione con «Ydeo», azienda specializzata nella progettazione e gestione di piattaforme di e-commerce e nella produzione di merchandising.

I prodotti saranno acquistabili online sul sito:
https://vittoriosgarbi.joyd.it

Una parte del ricavato sarà destinato al finanziamento di borse di studio rivolte agli studenti delle scuole medie e superiori, da individuare con
apposito bando che sarà pubblicato prossimamente sul sito www.vittoriosgarbi.it

Sull’iniziativa lo storico e critico d’arte commenta: «Da oggi si può dire che Sgarbi si mette in vendita. Mio malgrado, il “capra capra capra” rivolto alle “vittime” delle mie intemerate verbali, è diventato anche un segno distintivo, una sorta di richiamo nel quale si riconoscono le persone libere, anticonformiste, imprevedibili, direi anche ribelli, capaci di sorprendere. Me ne sono reso conto durante le restrizioni della pandemia con una mascherina che riportava proprio una capra: in tanti me la chiedevano, tutti la cercavano. Ovviamente, non venderemo mai mascherine, ma i miei collaboratori mi hanno convinto della bontà di questo progetto che comunque serve a creare quel senso di appartenenza tra i miei sostenitori. Che sono in gran parte giovani: la maggioranza degli utenti che mi segue sui social ha un’età compresa tra i 18 e i 30 anni. Del resto, il “Diario della Capra”, nato dalla felice intuizione del mio ufficio stampa e concretizzato per volontà di mia sorella Elisabetta, è stato un successo editoriale. E la nuova edizione mi dicono che sta andando letteralmente a ruba».

«Non parlerei di operazione commerciale – spiega Sabrina Colle, che di Sgarbi è anche la compagna –  piuttosto di una sorta di divertimento visto che molti sostenitori di Vittorio alle fine di uno spettacolo, di una conferenza o anche solo incontrandolo per strada gli portano sempre qualcosa da firmare, fosse solo un tovagliolo del ristorante»