NEWS | Misteriosa scoperta nel sottosuolo di Paestum (SA)
Nota sin dall’Ottocento una grande galleria sotterranea che occupa lo spazio tra il tempio c.d. di Nettuno, già teatro di importanti interventi, e il tempio noto come “Basilica” nel santuario meridionale del Parco Archeologico di Paestum (SA).
Per la prima volta è stato realizzato un rilievo dettagliato del monumento sotterraneo: la galleria ha una lunghezza di quasi cinquanta metri! La malta idraulica che riveste interamente le pareti della struttura lascia ipotizzare la presenza di una grande cisterna.
Il problema dell’acqua
“A Paestum l’approvvigionamento delle acque rappresentava una criticità. L’acqua del Capodifiume era malsana e i pozzi non risolvevano il problema perché l’acqua di falda tendeva a essere salmastra vista la vicinanza della città al mare. Così, raccogliere l’acqua piovana che scorreva dai tetti dei due templi più grandi della città in una grande cisterna poteva essere una buona idea” – spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel.
Come sottolinea il funzionario archeologo del Parco, Francesco Scelza, la posizione della cisterna all’interno del grande santuario urbano della città antica non è casuale. Nei riti antichi l’acqua giocava un ruolo fondamentale, anche se spesso non è facile distinguerne un uso cultuale da un uso corrente.
Paestum fa grandi progetti: la galleria sarà visitabile
Intanto, si sta già pensando al futuro: “Sarebbe bellissimo poter far visitare un giorno Paestum sotterranea a tutti – dichiara il direttore – ovviamente solo dopo un restauro attento della struttura e con tutte le misure di sicurezza. È un monumento che come pochi altri illustra come i templi fossero parte di una società, di un’economia e di una vita quotidiana nella quale la gestione delle acque rivestiva un ruolo centrale, dalla bonifica della piana da parte dei coloni greci fino all’impaludamento nell’Alto Medioevo. La storia di Poseidonia, come abbiamo raccontato in una mostra recente su archeologia e cambiamenti climatici, è anche la storia del rapporto tra la comunità e l’acqua”.
Il sopralluogo nella cisterna tra i due templi ha rivelato anche testimonianze molto più recenti: graffiti che viaggiatori dell’Otto- e del Novecento hanno lasciato sulle pareti della galleria sotterranea, a volte datandoli; il più antico finora riscontrato risale al 1855, il più recente al 1965.