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13 dicembre 1250, muore lo “stupor mundi” Federico II

L’evento

Il 13 dicembre 1250 moriva, a Fiorentino di Puglia, Federico II di Svevia. Costui viene ricordato come l’ultimo imperatore del Sacro Romano Impero. Dopo la sua morte, infatti, non ci fu più un impero né tantomeno un imperatore. La sua influenza fu tale che il figlio, Manfredi, lo definì “il sole del mondo, dei giusti. L’asilo della pace.”

Ritratto dell’imperatore dal trattato De arte venandi cum avibus, di cui è autore lo stesso Federico II (immagine presa via Puglia.com)

Giovinezza

Federico II nacque a Jesi, nelle Marche, il 26 dicembre 1194, dal matrimonio tra Costanza d’Altavilla, figlia di Ruggero II re di Sicilia, ed Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa. Dalla madre ereditava così il regno di Sicilia e dal padre l’Impero. Nel 1198, a distanza di un anno l’uno dall’altra, morirono entrambi i genitori e la sua educazione fu affidata a papa Innocenzo III. Egli crebbe presso la corte siciliana, venendo a contatto con la cultura dinamica del regno.

La politica e le scomuniche

Nel 1208, raggiunta la maggiore età, divenne a pieno titolo Re di Sicilia e nel 1215 venne incoronato Imperatore da papa Onorio III, a seguito della morte degli altri pretendenti. Per quel che riguarda la Sicilia, egli unificò il regno e rafforzò la monarchia attraverso alcuni provvedimenti: combatté contro i baroni troppo autonomi, attuò una riorganizzazione del diritto e della cultura, liberandola dagli influssi saraceni, e deportò in Puglia gli ultimi musulmani rimasti. Parallelamente, l’alleanza tra papato ed impero si incrinò poiché entrambi volevano il potere assoluto, sia temporale che spirituale.

 

Augustale, moneta d’oro fatta coniare dall’Imperatore a partire dal 1231 nelle zecche di Messina e Brindisi


Le lotte che
iniziarono tra le due istituzioni sfociarono in ben due scomuniche ai danni di Federico II da diversi papi: Gregorio IX e Innocenzo IV. La prima volta, il 23 marzo 1228, perché non mantenne la promessa di una sesta crociata in Terrasanta, voluta da Onorio III. Per ritornare nelle grazie del papa, nonostante la scomunica, partì lo stesso verso la Terrasanta e, nel 1229, si fece incoronare Re di Gerusalemme. La seconda scomunica la ottenne nominando suo figlio Ezio Re di Sardegna. Tale possedimento, in realtà, apparteneva al papa. L’imperatore venne scomunicato durante la Settimana Santa e, per evitare la conferma del provvedimento, Federico II arrivò a prendere in ostaggio i cardinali che avrebbero dovuto partecipare al consiglio indetto dal papa.

I tentativi di annessione dei Comuni

L’imperatore si trovò ancora ad affrontare altri nemici della corona: i Comuni italiani. Difatti, Federico voleva annettere l’Italia ai domini imperiali ma ciò contrastava con l’indipendenza ottenuta dai Comuni, oltre che con gli interessi papali. I Comuni decisero di ricreare la cosiddetta Lega Lombarda, costituita da Milano, Bologna, Piacenza, Mantova, Lodi, Bergamo, Torino e Padova, per opporsi a Federico II e lottare per la libertà che avevano acquisito già sotto Federico Barbarossa. Nemmeno in Germania l’imperatore ebbe un appoggio; anzi, emersero delle spinte centrifughe che portarono all’affermarsi dei signori locali tedeschi e ben poco poté fare Federico per evitare che il potere imperiale si sgretolasse. Gli scontri contro i Guelfi, ormai alleati dei comuni e appoggiati dal papa, segnarono la fine di Federico II nel 1250.

 

Miniatura del XIV secolo rappresentante Federico II e la sua passione per la falconeria

 

Lascito federiciano

Federico II, definito dai suoi alleati stupor mundi e anticristo dai suoi nemici, fu, in realtà, un grande uomo di cultura. Grazie alla sua azione venne fondata la prima università laica a Napoli nel 1224, in contrapposizione all’Università di Bologna di stampo religiosa, e inoltre venne costruito nel 1240 uno dei castelli più suggestivi al mondo, ovvero Castel del Monte. La fortezza, un prezioso esempio di architettura gotica, romanica e araba, unica nel suo rigore matematico ed astronomico, si trova in Puglia e a partire dal 1996 fa parte dei beni dichiarati Patrimoni dell’umanità dell’Unesco.

La scuola poetica siciliana

La sua iniziativa, però, non si limitò soltanto a questo. Egli, infatti, fu il fondatore della Scuola poetica siciliana nel 1230, da cui deriva il volgare italiano. Questa si incentrò sull’attività dei funzionari imperiali incentivati dallo stesso imperatore, come Giacomo da Lentini, Guido delle Colonne, Cielo d’Alcamo, l’autore di Rosa fresca aulentissima, e Pier delle Vigne, che viene citato addirittura da Dante nella Commedia, precisamente nel XIII canto dell’Inferno tra i suicidi, dopo essere stato accusato ingiustamente di tradimento.

Lo scopo era quello diffondere il volgare italiano, in particolar modo il siciliano, ispirandosi alla lirica cortese dei trovatori; infatti, la produzione poetica della Scuola siciliana costituì la prima produzione lirica in volgare e soprattutto del componimento noto come sonetto. Ma non solo, l’attività poetica dei siciliani anticipò anche alcuni tratti stilistici che furono tipici dello Stilnovismo toscano.

Gli intellettuali della Scuola siciliana, rappresentati in una miniatura (immagine via Lavocedell’Jonio)
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19 ottobre 1434, nasce l’Università di Catania

La più antica università di Sicilia

È 19 ottobre 1434: il re di Spagna e Sicilia Alfonso di Trastámara, detto il Magnanimo, fonda il Siciliae Studium Generale. Ad autorizzarne la costruzione sarà la bolla pontificia emanata il 18 aprile del 1444 da papa Eugenio IV; grazie ad essa il Siculorum Gymnasium inizierà a tenere insegnamenti di Teologia, Giurisprudenza, Medicina e Arti liberali.

Eccoci dunque dinnanzi la più antica Università di Sicilia, un ateneo tra i più antichi e attualmente frequentati in Italia.

Ingresso monumentale del Monastero dei Benedettini, sede del dipartimento di Scienze Umanistiche

 

Un Ateneo, secoli di storia

Grazie ad alcune fonti epigrafiche sappiamo che la presenza di un Gymnasium caratterizzò la città di Catania a partire dal V secolo a.C. Dell’antica struttura purtroppo non rimane nulla, sappiamo solo che fu il terzo gymnasium per prestigio dopo Rodi e Cnido. Vittima di spolia, l’edificio fu smantellato per costruire il Castello Ursino.

La fondazione di un’università a Catania matura nuovamente tra il 1434 e il 1444, come risarcimento alla città per il trasferimento della capitale di Sicilia a Palermo. In origine esistevano tre facoltà, caratterizzate da due insegnamenti l’una: Teologia, GiurisprudenzaMedicina. Il rapido crescere dell’università permise l’apertura della facoltà di Arti Libere e l’inserimento di nuovi insegnamenti nei principali dipartimenti.

I corsi vennero inizialmente tenuti presso alcuni locali della Platea Magna o Piano di Sant’Agata, ossia l’odierna Piazza Duomo: a fianco della Cattedrale, con l’annesso Seminario, e del palazzo del Comune. Con la distruzione dei locali (a causa del terremoto prima e della sistemazione della piazza poi), per molti anni l’Università ebbe sede mobile, ospite per lo più in luoghi privati, civili ed ecclesiastici. La costruzione del nuovo palazzo dell’Università fu completata soltanto intorno al 1760. La piazza preposta ad ospitare la nuova sede, tradizionalmente nota come Piazza della fiera del lunedì, prese il nome di Piazza degli Studi, oggi Piazza dell’Università.

Palazzo Università, piazza dell’Università a Catania

Siciliae Studium Generale

Fino al XIX secolo gli studenti provenivano dall’intera Sicilia. Catania fu per quasi quattro secoli l’unica università del regno di Sicilia: questo permise all’ateneo di godere della privativa, ossia del privilegio esclusivo di rilasciare lauree nel Regno di Sicilia.

Lo Studio venne più volte riformato: nel 1873 fu soppressa Teologia e, a seguire, furono riorganizzate tutte le altre facoltà. Gli attuali dipartimenti sono di istituzione novecentesca.

Anche la figura stessa del rettore mutò. Inizialmente, come in uso in tutte le antiche università, la carica veniva eletta tra gli studenti dell’ultimo anno e aveva il compito di proteggere e giudicare gli studenti stessi. Nel 1779 venne abolita per essere ripristinata solo nel 1840 con sostanziali cambiamenti. Il rettore novecentesco è ora un professore posto al vertice del governo dell’Ateneo.

Sigillo storico dell’Università di Catania

 

Unict, Università degli studi di Catania 

Ad oggi sono circa 40 mila gli studenti iscritti all’Università degli studi di Catania. Presenta un’offerta di 104 corsi di studio, suddivisi tra triennali, magistrali e a ciclo unico, cosi come presenta 20 corsi di dottorato di ricerca ed oltre 30 master. L’Ateneo permette inoltre l’iscrizione presso le scuole di specializzazione per medici, archeologi, fisici e specialisti delle professioni legali. L’organizzazione della didattica è affidata a 17 dipartimenti, tra questi abbiamo il Dipartimento di Scienze Umanistiche (DiSUm), situato all’interno di uno dei gioielli del patrimonio culturale siciliano, il Monastero dei Benedettini di San Nicolò l’Arena.

Patrimonio mondiale dell’Unesco, l’edificio monastico nasce nel 1558 e fu più volte sconvolto da calamità naturali. Distrutto e ricostruito, si sviluppa fino ai giorni nostri conservando tracce evidenti di ogni sua fase. Il Monastero è un luogo unico, un monumentale testimone, in grado di raccontare le vicende umane e storiche di Catania e di Monte Vergine. Oggetto di continui studi e scavi, il complesso custodisce sotto di sé i resti di una domus romana e tracce di Katane, la Catania Greca.

Resti di domus, età romana, Monastero dei benedettini di San Nicolò l’Arena

Articolo a cura di Chiara Ansini ed Eliana Fluca.

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“Sacred Landscape Sicily”, un viaggio nella storia

Il progetto “Sacred Landscape Sicily”

Il progetto In the Footsteps of Early Christian Rural Communities (social: Fb – Sacred Landscape; IG – Sacred Landacape Sicily) finanziato dalla Society for Church Archaeology e dall’Università di Leicester sta per prendere il via. ArcheoMe ha scelto di seguire passo passo questa attività di ricerca accademica per la sua singolarità. Non si tratta, infatti, di pura analisi documentaria, ma di un “viaggio nel tempo”: un’esplorazione fisica del territorio per ricostruire la mobilità nella Sicilia centrale tra le prime comunità rurali cristiane dell’isola.

Un momento di ricognizione e ricerca sul campo

Vivere il paesaggio sacro

L’esplorazione del paesaggio sacro nella Sicilia centrale si concentrerà nelle aree di Enna, Caltanissetta e Catania. Un scelta non casuale: numerosi studi scientifici rivelano l’esistenza di un paesaggio archeologico decisamente ricco e articolato. Scopo della ricerca è quello di individuare i possibili percorsi che, secoli fa, vennero seguiti dai primi cristiani. Parliamo delle comunità rurali che abitarono la regione tra IV e  IX secolo d.C. e che lasciarono a ricordo di sé chiese rurali, monumenti, necropoli. Proprio per comprendere le dinamiche di viaggio di quest’epoca così antica l’esplorazione avverrà a piedi ma non senza un piccolo aiuto: per il trasporto delle attrezzature, infatti, ci si avvarrà di due asini, i principali “veicoli” del passato, che contribuiranno a dare il giusto passo all’attività di ricerca. Il progetto Sacred Landscape Sicily riscrive, dunque, la pura attività di ricerca accademica in una forma nuova, sperimentale, uno studio attivo del territorio in cui s’immerge.

Sacred Landscape Sicily
Veduta aerea della chiesa rurale di Philosophiana.

Il percorso tra paesaggio ed archeologia

L’esplorazione Sacred Landscape Sicily, che ArcheoMe avrà cura di documentare, sarà guidata dalla dottoressa Margherita Riso dell’University of Leicester, direttrice e ideatrice del progetto. Il viaggio ci permetterà di scoprire un paesaggio siciliano inedito ai più: parliamo di un orizzonte archeologico poco noto, eppure di fondamentale importanza e indescrivibile bellezza. ArcheoMe seguirà il gruppo di ricerca attraverso le ville romane di Gerace, Rasalgone e del Casale; tra il grande villaggio rurale di  Philosophiana ed altri insediamenti abitati dalla preistoria al medioevo; lungo l’asse viario di epoca romana imperiale che collegava Catania ad Agrigento. Tasselli di un puzzle separati tra loro, che il team di ricerca tenterà di riunire ancora una volta. Rifacendoci alle parole della dott.ssa Riso, i tempi e le difficoltà di viaggio “verranno sperimentati dal nostro team all’interno di un paesaggio culturale divenuto un vero e proprio contenitore della memoria, individuale e collettiva”.

La dottoressa Margherita Riso

Prima del primo passo

È bene chiarire che alle spalle di un’indagine sperimentale come quella di Sacred Landscape Sicily corre un lungo tempo di studio e preparazione scientifica. Quella che potrebbe sembrare una “passeggiata spensierata” in realtà non lo è. I possibili percorsi individuati dal gruppo di ricerca non sono influenzati dalla moderna morfologia del territorio ma da quella ricostruibile per l’era passata presa in esame, in questo caso l’alto medioevo. In particolare, la ricerca filologica e le ricognizioni di superficie si accompagnano alle elaborazioni digitali GIS (Geographic Information Sistem). Tramite questo software possono essere mappati i principali elementi del territorio, archeologici e ambientali, elementi con cui intendere l’ipotetico tracciato delle antiche rete stradali. Il riscontro “umano” è indispensabile, a questo punto, per validare o meno il ventaglio di possibilità ottenute dall’analisi informatica.

Il team archeologico in posa per un selfie

Non manca molto: il 24 settembre 2022 Sacred Landscape Sicily muoverà il primo passo con una conferenza di presentazione che si terrà a Piazza Armerina, il caratteristico comune ennese che ospita la famosa Villa Romana del Casale e da sempre al centro di una sistematica ricerca archeologica. Presente alla conferenza di avvio anche l’immancabile Gruppo Archeologico “Litterio Villari”, da sempre al fianco degli archeologi che operano sul territorio della Sicilia centrale.

Sacred Landscape Sicily
Logo del progetto Sacred Landscape Sicily, che potrete seguire sui canali Fb e Instagram dedicati

 

Per la versione inglese clicca qui.

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NEWS | Sicilia, quando l’archeologia non conta: nomine nonsense per i Parchi archeologici

Il 15 giugno scorso sono state rese note le nomine dei nuovi direttori dei Parchi archeologici siciliani: soltanto due di essi sono archeologi! I decreti assessoriali preferiscono lasciare tale incarico ad architetti, geologi e agronomi, molti dei quali non hanno mai svolto alcun servizio nell’Assessorato dei Beni Culturali.

Il vano titolo di “archeologo”!

Da mesi, infatti, si parla delle preoccupanti novità che potrebbero interessare il mondo dell’Archeologia preventiva. Allo stesso modo, da giorni si parla della disavventura di Niccolò Daviddi. E sulla stessa scia si colloca, appunto, la sconcertante rimodulazione del Dipartimento Regionale dei Beni Culturali.

Siamo davanti all’ennesimo schiaffo dato a una classe di lavoratori specializzati che vede vanificare i molti anni di studio e ricerche. Ancora una volta, notiamo che la selezione della classe dirigente degli Istituti Regionali di tutela non avviene sulla base di una valutazione meritocratica dei titoli scientifici e di servizio. Addirittura, tale scelta pare prescindere dallo stesso possesso dei requisiti professionali richiesti dalle leggi regionali e nazionali.

Le leggi in materia di Beni Culturali

L’art. 9 bis del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, successivamente attuato nel D.M 244/2019, prescrive che la responsabilità dei compiti di tutela e valorizzazione dei beni archeologici debba essere assegnata ad archeologi con un ben determinato curriculum. Inoltre, alcune nomine contravvengono la stessa legge regionale n. 20/2000, che ha istituito il sistema dei Parchi archeologici siciliani: l’articolo 22, comma 1 recita «l’incarico di direttore di Parco è conferito, a tempo determinato, dall’Assessore ad un dirigente tecnico in servizio presso l’Assessorato Regionale dei Beni Culturali».

Area Archeologica di Solunto (immagine via Beni Culturali Online)

Altre nomine nonsense?

Dopo le nomine dirigenziali, si attendono con preoccupazione quelle di centinaia di responsabili delle unità operative degli Istituti di tutela: posizioni che solo in Sicilia sono considerate dirigenziali e, soprattutto, senza nessuna garanzia del rispetto dei requisiti professionali richiesti dalle mansioni tecnico scientifiche rivestite.

Tutto ciò non è una novità nel panorama culturale siciliano. Da molti anni, infatti, le sezioni archeologiche, storico-artistiche e bibliografiche sono affidate alla responsabilità di architetti, ingegneri e geologi. Figure ben lontane dai funzionari a cui il Ministero della Cultura, assegna gli stessi incarichi. Figure professionali che non mancherebbero sul territorio isolano se solo gli si lasciasse il giusto spazio.

Ad aggravare questo caos organizzativo è giunto il D.P.R.S. n. 9 del 5 aprile 2022, pubblicato in GURS il 1° giugno 2022, con il quale l’esecutivo regionale ha soppresso la distinzione disciplinare delle Sezioni tecnico scientifiche (L.R. 80/1977 ancora vigente) e dei rispettivi direttori. Questi, ai sensi della L.R. 116/1980, avevano la competenza di emanare gli atti di tutela relativi a ciascuna area di competenza.

Una delle decorazioni musive della Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (immagine via LiveUniCt)

Tiriamo le somme

In conclusione, il Governo regionale sovverte la gerarchia delle fonti del diritto, poiché fa prevalere un atto amministrativo su una norma legislativa; sopprime le Sezioni tecnico scientifiche delle Soprintendenze; trasforma i “Parchi archeologici siciliani” da organi di tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e paesaggistico in megaservizi burocratici che dovrebbero gestire tutte le aree archeologiche e i musei provinciali. Dulcis in fundo, il tutto è condito dall’assenza di personale direttivo scientifico qualificato.

CIA, insieme alle associazioni di tutela Italia Nostra, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli e Associazione Memoria e Futuro, alle quali si unisce l’Associazione culturale ArcheoMe, esprimono il loro sconcerto dinnanzi a una situazione che continua a schiaffeggiare un’intera categoria di studiosi e lavoratori.

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NEWS | La scomparsa del prof. La Torre e il cordoglio delle Istituzioni

La scomparsa del prof. La Torre, avvenuta giorno 12 giugno, lascia sgomento e tristezza nel mondo della cultura e dell’archeologia. Tantissimi enti e istituzioni hanno voluto omaggiare il docente sulle loro pagine social: dall’Università di Messina alla Scuola di Atene, passando per le associazioni di categoria come CIA e ANA, i musei e i parchi archeologici, le soprintendenze e i comuni. 
Abbiamo selezionato per Voi i più significativi, riportati integralmente di seguito.


L’Università di Messina

Il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, esprime il cordoglio di tutta la Comunità Accademia per la scomparsa del Pro Rettore alla Didattica e Ordinario di Archeologia Classica, prof. Gioacchino Francesco La Torre. “È una grave perdita per il nostro Ateneo – ha dichiarato il Rettore – non soltanto perché perdo uno dei miei più validi collaboratori, ma perché viene a mancare uno studioso attento, rigoroso, straordinariamente bravo che lascia traccia indelebile dei suoi tanti anni di lavoro in Italia e nel mondo. Una morte che non lascia nello sgomento soltanto la famiglia, i suoi più stretti collaboratori, ma anche tutti noi che quotidianamente apprezzavamo le sue doti umane e professionali. Il suo percorso accademico, le sue ricerche, i suoi scavi, la sua perseveranza devono essere da esempio per tutti i giovani ricercatori di archeologia. Lascia un grande vuoto la sua scomparsa, ho avvertito e avverto in tutta la Comunità Accademica il grande affetto e la grande stima che meritava”.

La Scuola Archeologica Italiana di Atene

ΜΝΗΜΗΣ ΧΑΡΙΝ GIOACCHINO FRANCESCO LA TORRE

🇮🇹 La SAIA piange la prematura scomparsa di Gioacchino Francesco La Torre, Allievo nel 1984 e co-direttore degli scavi greco-italiani a Skotoussa in Tessaglia dal 2014.

Sit tibi terra levis 🕯

🇬🇷 Η ΙΑΣΑ θρηνεί τον πρόωρο θάνατο του Gioacchino Francesco La Torre, ο οποίος υπήρξε Σπουδαστής της Σχολής το 1984, και συνδιευθυντή των ελληνο-ιταλικών ανασκαφών στη Σκοτούσσα της Θεσσαλίας από το 2014.

Αιωνία αυτού η Μνήμη 🕯

La Confederazione Italiana Archeologi (CIA)

Apprendiamo con sgomento della scomparsa prematura del collega e amico Gioacchino Francesco La Torre, ordinario di archeologia classica all’Università di Messina, eccellente studioso e archeologo militante che nel corso della sua lunga carriera, prima come funzionario della Soprintendenza Archeologica della Calabria e poi come docente universitario, ha sempre difeso il principio costituzionale della tutela del patrimonio culturale.

La CIA lo ricorda attivo nel comune impegno per il riconoscimento del ruolo professionale degli archeologi e si unisce al cordoglio della famiglia e degli amici.

L’Associazione Nazionale Archeologi (ANA)

🔵 L’associazione Nazionale Archeologi apprende della scomparsa del Prof. Gioacchino Francesco La Torre, venuto a mancare oggi 12 giugno 🔵

Professore attento e molto amato dai suoi studenti e numerosi tesisti: “Mi ha seguito nel mio lavoro per la tesi con pazienza e precisione, accompagnandomi perfino a Lipari”, ricorda Morgana Mazzù – Ana Sicilia.

Studioso di rara intelligenza ed acribìa, di una grandezza umana e professionale davvero uniche, ha dedicato con impegno non comune il suo magistero alla ricerca ed alla didattica, formando centinaia di giovani studiosi che oggi gli sono grati e custodiscono i preziosi doni del suo insegnamento.

▪️L’Associazione Nazionale Archeologi si unisce ai familiari e alla comunità scientifica in questo momento di dolore.

 

Il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi

Il Direttore e tutto il personale del Parco esprimono profondo cordoglio per la prematura scomparsa del Prof. Gioacchino Francesco La Torre, studioso di altissimo profilo che in tante occasioni ha prestato la sua intelligenza ed il suo sapere a servizio di questa istituzione. Persona dalle grandi doti umane oltre che professionali, punto di riferimento per la ricerca archeologica in Sicilia, attento alle problematiche della gestione del Patrimonio attraverso una capacità di dialogo con le Istituzioni davvero rara. Lascia una grande eredità a tutta la comunità che lavora nel mondo dei Beni Culturali, che siamo certi sarà custodita e condivisa. Alla moglie, Armida De Miro, già apprezzata Dirigente di questo Parco, le più sentite condoglianze.

 

 

Il Museo Civico di Cetraro

Con profondo dolore lo staff del Museo dei Brettii e del Mare, e più in generale la comunità di Cetraro, esprime le più sentite condoglianze ai familiari e al mondo accademico messinese per l’improvvisa scomparsa del prof. Gioacchino La Torre.
Già funzionario della Soprintendenza archeologica della Calabria, La Torre contribuì, insieme al prof. Fabrizio Mollo, alle attività di scavo che nel 1996 portarono alla scoperta della necropoli Brezia in località Treselle di Cetraro, e che di fatto diedero inizio alla storia delle ricerche archeologiche nel territorio cetrarese. Alla sua collaborazione si deve anche la realizzazione, nel 2001, della prima esposizione archeologica permanente di Palazzo Del Trono.

 

DICAM – Università di Messina

Oggi ci ha lasciato il prof. Gioacchino Francesco La Torre, primo coordinatore di questo Corso di Laurea alla cui creazione ha contribuito più di ogni altro. Con lui se ne va non solo uno studioso di rara finezza, se ne va un amico, un punto di riferimento umano e professionale straordinario per i colleghi e gli studenti dell’intero Ateneo di Messina. Di fronte a tutto quello che perdiamo con la sua scomparsa rimarranno per sempre la dedizione, la limpidezza, la correttezza, la passione che lo hanno caratterizzato. Ciao Francesco e grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Cercheremo di non disperdere la tua eredità.

 

Il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari

Il Parco Archeologico delle Isole Eolie si unisce al cordoglio per la prematura scomparsa del prof. Gioacchino Francesco La Torre, archeologo di fama internazionale e docente ordinario di Archeologia Classica nell’Università di Messina. Il mondo dell’archeologia ha perso un grande studioso.

 

Rubbettino Editore

La scomparsa di Gioacchino Francesco La Torre è la scomparsa di uno degli esponenti più importanti dell’archeologia mondiale. Stimatissimo docente, appassionato studioso che condotto ricerche tra Calabria, Sicilia e l’estero, Rubbettino si onora di avere nel suo catalogo uno dei suoi ultimi lavori: “Le grandi battaglie”.

La Fondazione Paestum

Con sgomento e profonda commozione apprendiamo la notizia della prematura scomparsa del collega ed amico prof. Gioacchino Francesco La Torre.
La Fondazione Paestum esprime le condoglianze più profonde alla famiglia ed alla comunità universitaria messinese così duramente colpita dalla perdita di un valoroso studioso e brillante accademico.

Il Parco Archeologico Naxos-Taormina

Oggi diciamo addio ad un caro amico, il prof. Francesco La Torre, insigne archeologo dell’Università di Messina scomparso prematuramente.
In questa foto, seduto a sinistra, è nostro ospite al Museo di Naxos, qualche tempo fa, per raccontare il mondo antico

Il Direttore, Gabriella Tigano, e il personale tutto del Parco Archeologico di Naxos Taormina partecipa all’immenso dolore dei familiari. 🙏🏻

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NEWS | “Parchi Archeologici”, il convegno Unime alla memoria di La Torre

Nei giorni 16 e 17 giugno, l’Aula Magna del Rettorato (Università degli Studi di Messina) ospiterà il convegno “Parchi Archeologici. Analisi e proposte”, a cura del prof. Gioacchino La Torre, Ordinario di Archeologia Classica, di UniMe e della dott.ssa Silvia Mazza, Storica dell’arte e giornalista. Il Convegno si terrà in memoria del prof. La Torre, prematuramente venuto a mancare il 12 giugno e del quale nel corso dei lavori verrà letto l’intervento che avrebbe voluto pronunciare.

 

Il prof. G.F. La Torre, ideatore del convegno, scomparso qualche giorno fa

 

In dettaglio

L’obiettivo del Convegno vuole essere quello di analizzare l’attuale situazione in Italia e in Sicilia e di formulare qualche proposta di riforma, in particolare per la seconda, che verrà consegnata alla Tavola conclusiva. Un’occasione storica, senza precedenti, di confronto tra un “modello regionale” dei beni culturali e un “modello statale”, insieme ai vertici del Ministero della Cultura e del Dipartimento regionale del Beni culturali e Identità siciliana, illustri personalità del mondo accademico ed esperti del settore. L’evento, che si pregia dell’adesione del prof. Salvatore Settis, Accademico dei Lincei, Presidente del Consiglio Scientifico del Louvre, sarà suddiviso in quattro sessioni, dal taglio interdisciplinare, con una componente accademica di archeologi, architetti, etno-antropologi, economisti e giuristi; due sessioni rispettivamente dedicate alle esperienze statali e della Regione Siciliana e una dedicata al parere delle associazioni.

Programma evento
Un incontro come Terza Missione dell’Università

“I parchi archeologici – spiega la dott.ssa Mazza – con la loro autonomia e un assetto organizzativo che li differenzia da tutti gli altri istituti, costituiscono un settore chiave del patrimonio culturale, che in anni recenti ha visto importanti e decisive riforme sia a livello statale che della Regione Siciliana, con competenza esclusiva in materia di beni culturali”. E aggiunge: “la tragica perdita del prof. La Torre fa sì che l’incontro vada ben oltre i suoi contenuti e le sue finalità, per assurgere a testimonianza di un impegno etico e civile fuori dal comune. Un esempio alto in cui si concretizza il senso della Terza Missione dell’Università, ovvero il trasferimento diretto delle conoscenze scientifiche, tecnologiche e culturali alla società civile, con l’obiettivo di promuovere la crescita culturale, sociale, ma anche economica del territorio”.

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NEWS | A Taormina apre la mostra “Umiltà e Splendore”, l’arte nei Conventi Cappuccini

A Taormina, all’interno del suggestivo Palazzo Ciampoli, apre al pubblico, dal 14 giugno, “Umiltà e Splendore”, l’arte nei conventi cappuccini di Messina, Catania ed Enna. Dalla Controriforma al Barocco, in arrivo a Palazzo Ciampoli grandi capolavori: fra gli artisti di spicco Scipione Pulzone, Durante Alberti, Giovanni Lanfranco, l’olandese Stomer e il fiammingo Borremans. Le visite saranno garantite tutti i giorni, dalle 10 alle 19, in ingresso gratuito, fino al 14 settembre.

Un’occasione unica nel suo genere

“Esposizione unica per qualità delle opere, restauri e rivelazioni” afferma l’Assessore Samonà. “Un progetto irripetibile: capolavori inediti o semisconosciuti provenienti da eremi, sacrestie e magazzini dei musei”, sono invece le parole della direttrice Tigano.

Lavori di allestimento (immagine via Giornale di Sicilia)

“Siamo particolarmente orgogliosi – spiega la direttrice del Parco Naxos Taormina – di aver prodotto questa mostra sull’arte nei Conventi Cappuccini. Si tratta di un progetto unico e irripetibile che consentirà di avere riuniti a Palazzo Ciampoli capolavori semisconosciuti o addirittura mai esposti al pubblico provenienti da eremi remoti, chiese raramente aperte, sacrestie, magazzini dei musei. Una grande opportunità di studio e approfondimento per gli storici dell’arte, che potranno esaminare da vicino opere mai pubblicate o definire con certezza attribuzioni ad autori del tempo; ma anche un’occasione per fare un check-up sullo stato di conservazione di tele e pale d’altare perfezionare interventi di restauro o programmarne nuovi per garantire anche alle future generazioni la possibilità di godere del grande patrimonio artistico della Sicilia”.

Opera di Borremans, ospitata alla mostra, durante i lavori di restauro (immagine via Messina Today)
La mostra

Suddivisa in quattro sezioni espositive, la mostra ospita circa 30 opere d’arte. Stefania Lanuzza, storica dell’arte e curatrice della mostra, spiega: “In un arco temporale che va dalla fine del ‘500 sino ai primi decenni del ‘700 sono state selezionate quelle opere che documentano i mutamenti epocali, gli orientamenti stilistici e la varietà degli idiomi parlati dagli artisti apprezzati nel viceregno spagnolo. Un itinerario trasversale che affronta i contenuti religiosi trascorrendo dal rigore delle canoniche composizioni controriformate all’efficacia narrativa dei testi d’intonazione caravaggesca, per approdare alle ariose atmosfere della pittura barocca senza tralasciare le diverse declinazioni dei temi messe in atto dai pittori stranieri attivi nell’isola e da quelli autoctoni”.

Restauro sull’opera di Ignoto, Incoronazione di spine, ospitata alla mostra (immagine via Gazzetta del Sud)

“In tal modo – continua Lanuzza – si offrirà uno spaccato della cultura artistica seicentesca penetrata nei cenobi cappuccini attraverso il confronto tra le splendide tele eseguite da figure di spicco del panorama pittorico nazionale (Scipione Pulzone, Durante Alberti, Mathias Stomer, Giovanni Lanfranco) e la produzione di alcuni artisti cappuccini formatisi presso rinomate botteghe messinesi”.

In copertina: Locandina mostra (via Parco Archeologico Naxos Taorimina).

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NEWS | Antico bacile in ceramica riemerge dalle acque di San Vito Lo Capo

Nelle acque della tonnara del Secco a San Vito Lo Capo (TP) è stato recuperato un antico bacile di ceramica. Il reperto, quasi intatto, è stato localizzato dall’istruttore subacqueo Marcello Basile, il quale ha poi dato notizia a Pietro Selvaggio, funzionario della Soprintendenza del Mare.

Il recupero

Il bacile, recuperato dalla Soprintendenza del Mare, sarebbe stato identificato in un un louterion, oggetto di tipo rituale, utilizzato tanto a terra che sulle navi nell’antichità. Ulteriori studi ne chiariranno la datazione, che sarebbe da collocarsi fra epoca greca e romana. Il recupero è avvenuto per opera dei sub Marcello Basile e Andrea Mineo, con la presenza in immersione di Ferdinando Maurici, Soprintendente del Mare.

Il bacile localizzato a San Vito Lo Capo

“Il nostro mare – sottolinea Alberto Samonà, assessore Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – continua a restituire interessanti reperti archeologici, che testimoniano la ricchezza storico culturale della Sicilia. Un patrimonio immenso, che vede la Soprintendenza del Mare costantemente impegnata con azioni di individuazione, interventi di recupero e una capillare e incessante attività di valorizzazione”.

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NEWS | Taormina, al via le aperture serali al Teatro Antico

Dal 1° giugno 2022 riaprono le aperture serali al Teatro Antico di Taormina. Inoltre, apre il punto ristoro nello storico edificio “Ex Semaforo”, belvedere sospeso tra mare e cielo che in passato era una postazione della rete costiera di telegrafi ottici.

Il progetto

“Anche quest’anno – spiega la direttrice del Parco, Gabriella Tigano – abbiamo blindato alcune date a giugno, agosto e settembre per offrire ai viaggiatori questa esperienza unica di conoscenza che è la visita serale del teatro: un’iniziativa, per la quale ringrazio la fattiva collaborazione di tutto il personale, concepita per valorizzare la storia del teatro, che nei secoli non ha perso la sua funzione di contenitore d’arte – musica, prosa, lirica, danza – e che col buio, anche senza spettacoli, restituisce agli ospiti una emozione immensa: il tempo sembra dilatarsi, i ritmi sono più lenti e il silenzio della sera invita alla contemplazione di un paesaggio unico al mondo”.

TAO, famiglia in visita serale, 2021
In dettaglio

Con il mese di giugno prende il via al Teatro Antico di Taormina la stagione 2022 delle aperture serali con visite al complesso monumentale fino a mezzanotte (ultimo ingresso alle ore 23): un’occasione molto apprezzata dai turisti che spesso trascorrono al mare le ore più calde della giornata e possono così programmare la visita per il tardo pomeriggio o per la sera e godersi il fascino del tramonto sull’Etna o un tour sotto le stelle accompagnato dal canto dei grilli. 

Taormina, Teatro Antico, a dx il Semaforo e la sua grande antenna
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NEWS | Anche la Sicilia aderisce alla “Notte Europea dei Musei”: gli eventi in programma

𝗥𝗶𝘀𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗮 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗦𝗶𝗰𝗶𝗹𝗶𝗮. 𝗧𝗼𝗿𝗻𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗮𝗽𝗲𝘃𝗼𝗹𝗶

Sabato 14 maggio, in occasione della “Notte Europea dei Musei”, i luoghi della cultura siciliani rimarranno aperti con l’ingresso simbolico di 1€. Una nuova straordinaria opportunità di visitare i beni culturali siciliani! La Regione Siciliana, su indicazione dell’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, ha aderito alla Notte Europea dei Musei, l’appuntamento annuale che si svolge contemporaneamente nei musei di tutt’Europa.

A partire dalle 19 e fino alle 23 (in alcuni siti alle 24) sarà possibile visitare, quindi, i principali musei regionali della Sicilia, molti dei quali, per l’occasione, proporranno visite guidate e allestimenti particolari.

La Notte dei Musei promuove la cultura e invita, soprattutto le famiglie, ad avvicinarsi all’arte e coltivare la bellezza. Occasioni come la notte europea e le prime domeniche del mese con ingresso gratuito, costituiscono un forte incentivo alla conoscenza del nostro ricchissimo patrimonio di opere d’arte. Avvicinarsi ai luoghi della Cultura, scoprendo la storia della nostra Isola e di coloro che la abitarono, portare anche i più piccoli al Museo, è il modo migliore per conoscere la Sicilia, la sua identità, la sua dimensione universale. È il modo migliore per tornare a essere consapevoli della nostra Sicilia, una Terra unica al mondo, nonostante le tante, troppe, ferite subite.

Per celebrare la serata, molti dei musei siciliani hanno programmato iniziative speciali. Per una maggiore certezza dell’orario di apertura e delle proposte di visita è sempre consigliabile consultare le pagine web o Fb delle singole strutture museali.

Gli eventi in programma nell’isola

In particolare si segnalano:

AGRIGENTO – Il Museo archeologico Griffo di Agrigento sarà aperto dalle 19 alle 22 con il seguente programma: alle 19 nel giardino del Museo concerto della U.S. Naval Forces Europe and Africa Band; alle 20 e alle 20.45 visita guidata all’itinerario tematico “L’etica della guerra nel mondo greco antico”, alle 20.30 e alle 21.45 nella Sala Zeus Gaetano Aronica legge “Omero, Iliade” di Alessandro Baricco.

CATANIA – In provincia di Catania aperti dalle 20 alle 22: il Museo di Adrano e le Mura Dionigiane. Il Museo della Ceramica di Caltagirone sarà visitabile dalle 18.30 alle 21.00.

ENNA – Il Parco archeologico di Piazza Armerina e della Villa Romana del Casale propone la visita della Villa Romana, del Museo di Palazzo Trigona ad Aidone e del Museo Regionale di Aidone. Inoltre, alle Terme della Villa del Casale alle 21.00 si terrà una conversazione per illustrare il mosaico pavimentale del Tepidarium con resti di scena di ludi, tra cui la corsa con le fiaccole. La conversazione sarà tenuta dal Prof. Paolo Barresi dell’Università Kore di Enna e dal Dott. Rosario Patanè, responsabile delle attività di valorizzazione del Parco archeologico.

Alcuni mosaici della Villa Romana del Casale (immagine via RestaurArs)
 

MESSINA – Al MuMe – Museo Interdisciplinare di Messina (apertura dalle 20 alle 24) sarà allestita una piccola sezione espositiva e didascalica del culto mariano della Lettera, patrona di Messina, la cui festività ricorre il 3 giugno. Alle opere già esposte nel circuito museale del primo piano si aggiungerà una trascrizione in cinese del XVII secolo della lettera della Madonna ai messinesi (42 d.C.) e alcune opere artistiche tra cui due Cartagloria del XVII secolo in argento bulinato e sbalzato. Durante la serata le guide turistiche della provincia di Messina effettueranno visite guidate approfondite con gratuità per i giovani fino a 18 anni di età.

Una delle sale del MuMe (immagine via Discover Messina Sicily)
 

Sempre in provincia di Messina aperto (dalle 20 alle 24) il Parco archeologico di Tindari dove sarà possibile visitare: l’Antiquarium di Milazzo e la possibilità di visitare la cittadella fortificata, a Tusa l’area archeologica di Halaesa Arconidea limitatamente all’Antiquarium, al Lapidarium e alla Chiesa di Santa Maria delle Palate. A Patti negli stessi orari aperta l’area archeologica e l’Antiquarium di Tindari e la Villa romana. A Capo d’Orlando ingresso libero dalle 20 alle 24 per l’area archeologica di Bagnoli.

A Taormina, dalle 20 alle 23 sarà aperto il Teatro Antico e a Giardini Naxos apertura, sempre dalle 20 alle 23, per il Museo Archeologico.

Locandina del Teatro Antico di Taormina (Adius Culture)
 

Nell’Isola di Lipari il Museo archeologico Eoliano Bernabò Brea resterà aperto alle visite dalle 20 alle 23.

PALERMO – Al Museo di Arte Moderna di Palazzo Riso (chiusura alle ore 24.00, ultimo ingresso ore 23.30) è l’ultimo giorno utile per visitare “Seductions”, la mostra del fotografo tedesco Uli Weber a cura di Daniela Brignone. Al Museo archeologico regionale A. Salinas apertura fino a mezzanotte. Con un sovrapprezzo è possibile prenotare la visita guidata alla collezione del Museo e alla statua di Athena, proveniente dal museo dell’Acropoli di Atene, e gustare un calice di vino. Al Museo Regionale di Palazzo Abatellis apertura dalle 20 alle 24: Notturno a Palazzo Abatellis “Umanità del MedioEvo nel Trionfo della Morte” e “Umanità del Rinascimento in Laurana e Gagini”.

RAGUSA – Aperto dalle19 alle 22 il Convento della Croce a Scicli.

SIRACUSA – Alla Galleria regionale di Palazzo Bellomo in mostra “Le figure del presepe” in collaborazione con il Liceo artistico Gagini di Siracusa. Aperti anche l’Ipogeo di Piazza Duomo (dalle 20 alle 24) e il Museo Archeologico Paolo Orsi (dalle 19 alle 23). Aperto anche il Castello Maniace (dalle 20 alle 24) dove, nella Sala Ipostila, si potrà ammirare la mostra “Passi” di Alfredo Pirri.

La mostra “Passi” di  Alfredo Pirri al Castello Maniace (immagine via Palermo – La Repubblica)
 

A Palazzolo Acreide dalle 19 alle 23 si può visitare Palazzo Cappellani. A Lentini, dalle 16 alle 22, visitabile con un euro l’area archeologica di Monte San Basilio – San Mauro e il Parco archeologico di Leontinoi che resterà aperto fino alle 22.00.

TRAPANI – L’area monumentale del Parco archeologico di Selinunte resta aperta dalle 19 alle 24. Stesso orario per il Museo del Satiro che si trova nella nella chiesa di S. Egidio a Mazara del Vallo. Al Parco archeologico di Segesta apertura straordinaria dalle 20.00 alle 24.00. A Marsala restano aperti 19.30 alle 22.30 il Parco archeologico Lilibeo e il Museo archeologico di Baglio Anselmi.

Fonte: Alberto Samonà.

Immagine di copertina ©Dario Giannobile