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NEWS | Anche la Sicilia aderisce alla “Notte Europea dei Musei”: gli eventi in programma

𝗥𝗶𝘀𝗰𝗼𝗽𝗿𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗮 𝗯𝗲𝗹𝗹𝗲𝘇𝘇𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗦𝗶𝗰𝗶𝗹𝗶𝗮. 𝗧𝗼𝗿𝗻𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗮𝗽𝗲𝘃𝗼𝗹𝗶

Sabato 14 maggio, in occasione della “Notte Europea dei Musei”, i luoghi della cultura siciliani rimarranno aperti con l’ingresso simbolico di 1€. Una nuova straordinaria opportunità di visitare i beni culturali siciliani! La Regione Siciliana, su indicazione dell’Assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà, ha aderito alla Notte Europea dei Musei, l’appuntamento annuale che si svolge contemporaneamente nei musei di tutt’Europa.

A partire dalle 19 e fino alle 23 (in alcuni siti alle 24) sarà possibile visitare, quindi, i principali musei regionali della Sicilia, molti dei quali, per l’occasione, proporranno visite guidate e allestimenti particolari.

La Notte dei Musei promuove la cultura e invita, soprattutto le famiglie, ad avvicinarsi all’arte e coltivare la bellezza. Occasioni come la notte europea e le prime domeniche del mese con ingresso gratuito, costituiscono un forte incentivo alla conoscenza del nostro ricchissimo patrimonio di opere d’arte. Avvicinarsi ai luoghi della Cultura, scoprendo la storia della nostra Isola e di coloro che la abitarono, portare anche i più piccoli al Museo, è il modo migliore per conoscere la Sicilia, la sua identità, la sua dimensione universale. È il modo migliore per tornare a essere consapevoli della nostra Sicilia, una Terra unica al mondo, nonostante le tante, troppe, ferite subite.

Per celebrare la serata, molti dei musei siciliani hanno programmato iniziative speciali. Per una maggiore certezza dell’orario di apertura e delle proposte di visita è sempre consigliabile consultare le pagine web o Fb delle singole strutture museali.

Gli eventi in programma nell’isola

In particolare si segnalano:

AGRIGENTO – Il Museo archeologico Griffo di Agrigento sarà aperto dalle 19 alle 22 con il seguente programma: alle 19 nel giardino del Museo concerto della U.S. Naval Forces Europe and Africa Band; alle 20 e alle 20.45 visita guidata all’itinerario tematico “L’etica della guerra nel mondo greco antico”, alle 20.30 e alle 21.45 nella Sala Zeus Gaetano Aronica legge “Omero, Iliade” di Alessandro Baricco.

CATANIA – In provincia di Catania aperti dalle 20 alle 22: il Museo di Adrano e le Mura Dionigiane. Il Museo della Ceramica di Caltagirone sarà visitabile dalle 18.30 alle 21.00.

ENNA – Il Parco archeologico di Piazza Armerina e della Villa Romana del Casale propone la visita della Villa Romana, del Museo di Palazzo Trigona ad Aidone e del Museo Regionale di Aidone. Inoltre, alle Terme della Villa del Casale alle 21.00 si terrà una conversazione per illustrare il mosaico pavimentale del Tepidarium con resti di scena di ludi, tra cui la corsa con le fiaccole. La conversazione sarà tenuta dal Prof. Paolo Barresi dell’Università Kore di Enna e dal Dott. Rosario Patanè, responsabile delle attività di valorizzazione del Parco archeologico.

Alcuni mosaici della Villa Romana del Casale (immagine via RestaurArs)
 

MESSINA – Al MuMe – Museo Interdisciplinare di Messina (apertura dalle 20 alle 24) sarà allestita una piccola sezione espositiva e didascalica del culto mariano della Lettera, patrona di Messina, la cui festività ricorre il 3 giugno. Alle opere già esposte nel circuito museale del primo piano si aggiungerà una trascrizione in cinese del XVII secolo della lettera della Madonna ai messinesi (42 d.C.) e alcune opere artistiche tra cui due Cartagloria del XVII secolo in argento bulinato e sbalzato. Durante la serata le guide turistiche della provincia di Messina effettueranno visite guidate approfondite con gratuità per i giovani fino a 18 anni di età.

Una delle sale del MuMe (immagine via Discover Messina Sicily)
 

Sempre in provincia di Messina aperto (dalle 20 alle 24) il Parco archeologico di Tindari dove sarà possibile visitare: l’Antiquarium di Milazzo e la possibilità di visitare la cittadella fortificata, a Tusa l’area archeologica di Halaesa Arconidea limitatamente all’Antiquarium, al Lapidarium e alla Chiesa di Santa Maria delle Palate. A Patti negli stessi orari aperta l’area archeologica e l’Antiquarium di Tindari e la Villa romana. A Capo d’Orlando ingresso libero dalle 20 alle 24 per l’area archeologica di Bagnoli.

A Taormina, dalle 20 alle 23 sarà aperto il Teatro Antico e a Giardini Naxos apertura, sempre dalle 20 alle 23, per il Museo Archeologico.

Locandina del Teatro Antico di Taormina (Adius Culture)
 

Nell’Isola di Lipari il Museo archeologico Eoliano Bernabò Brea resterà aperto alle visite dalle 20 alle 23.

PALERMO – Al Museo di Arte Moderna di Palazzo Riso (chiusura alle ore 24.00, ultimo ingresso ore 23.30) è l’ultimo giorno utile per visitare “Seductions”, la mostra del fotografo tedesco Uli Weber a cura di Daniela Brignone. Al Museo archeologico regionale A. Salinas apertura fino a mezzanotte. Con un sovrapprezzo è possibile prenotare la visita guidata alla collezione del Museo e alla statua di Athena, proveniente dal museo dell’Acropoli di Atene, e gustare un calice di vino. Al Museo Regionale di Palazzo Abatellis apertura dalle 20 alle 24: Notturno a Palazzo Abatellis “Umanità del MedioEvo nel Trionfo della Morte” e “Umanità del Rinascimento in Laurana e Gagini”.

RAGUSA – Aperto dalle19 alle 22 il Convento della Croce a Scicli.

SIRACUSA – Alla Galleria regionale di Palazzo Bellomo in mostra “Le figure del presepe” in collaborazione con il Liceo artistico Gagini di Siracusa. Aperti anche l’Ipogeo di Piazza Duomo (dalle 20 alle 24) e il Museo Archeologico Paolo Orsi (dalle 19 alle 23). Aperto anche il Castello Maniace (dalle 20 alle 24) dove, nella Sala Ipostila, si potrà ammirare la mostra “Passi” di Alfredo Pirri.

La mostra “Passi” di  Alfredo Pirri al Castello Maniace (immagine via Palermo – La Repubblica)
 

A Palazzolo Acreide dalle 19 alle 23 si può visitare Palazzo Cappellani. A Lentini, dalle 16 alle 22, visitabile con un euro l’area archeologica di Monte San Basilio – San Mauro e il Parco archeologico di Leontinoi che resterà aperto fino alle 22.00.

TRAPANI – L’area monumentale del Parco archeologico di Selinunte resta aperta dalle 19 alle 24. Stesso orario per il Museo del Satiro che si trova nella nella chiesa di S. Egidio a Mazara del Vallo. Al Parco archeologico di Segesta apertura straordinaria dalle 20.00 alle 24.00. A Marsala restano aperti 19.30 alle 22.30 il Parco archeologico Lilibeo e il Museo archeologico di Baglio Anselmi.

Fonte: Alberto Samonà.

Immagine di copertina ©Dario Giannobile

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NEWS | Taormina si rifà il look: al via il restauro delle gradinate del Teatro Antico

Primo intervento al Teatro Antico di Taormina, dopo quello storico del 1959 diretto da Luigi Bernabò Brea. Sessantadue anni fa, il grande archeologo consegnò il monumento alla fruizione combinata di viaggiatori di giorno e spettatori la sera.

taormina teatro antico
Ricostruzione del manto terroso della cavea, 1939
Il primo di una serie di interventi di restauro per il Teatro Antico

Sono cominciati in questi giorni, nel Teatro antico di Taormina, i lavori di restauro della gradinata, l’emiciclo che abbraccia con un solo sguardo la scena, il mare e l’Etna e che nel 1787 fece dire a Goethe che “mai, forse, il pubblico di un teatro ha avuto innanzi a sé uno spettacolo simile”.

Si tratta del primo di una serie di interventi programmati dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto dall’archeologa Gabriella Tigano. Tali interventi interesseranno, in vari periodi di bassa stagione, più parti del grande complesso monumentale senza compromettere la fruizione da parte dei visitatori. La ditta di restauri procede infatti per piccoli lotti, perimetrando il cantiere di lavoro e dunque non intralciando le consuete attività di visitatori e guide turistiche. Entro maggio saranno ultimati gli interventi sulle gradinate per dar corso al montaggio degli allestimenti per la stagione degli spettacoli. 

taormina teatro antico
Operai al lavoro al Teatro Antico
I primi interventi, indispensabili dopo sessant’anni di turismo di massa

“Sono interventi assolutamente improcrastinabili per garantire la conservazione del monumento – spiega la direttrice Tigano – e sono i primi a sessant’anni di distanza dallo storico restauro del grande archeologo Luigi Bernabò Brea, che consentì l’avvio della doppia fruizione del Teatro Antico, sia come sito archeologico che come contenitore di eventi in uno scenario unico al mondo. Ma non solo: ci consentiranno di mettere in sicurezza e ripristinare le sedute della cavea, reduci dai sessant’anni più intensi e faticosi nella millenaria storia del monumento. Anni che coincidono con l’inizio del turismo di massa e con l’avvio delle stagioni di spettacoli ed eventi estivi”.

taormina teatro antico
Sopralluogo della direttrice Gabriella Tigano

“La manutenzione e la buona tenuta del patrimonio monumentale regionale – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samoná – è un obiettivo che stiamo cercando di portare avanti con grande impegno, nella consapevolezza che è il presupposto indispensabile per programmare una compiuta valorizzazione della nostra Isola”.

Mappatura digitale e laser scanner serviranno per il restauro della scenae frons

Più complesso e impegnativo l’intervento di restauro che dovrà interessare la scena (scenae frons). Fondamentale la mappatura digitale realizzata con drone e laser scanner nello scorso mese di dicembre: rappresenta il primo passaggio propedeutico che, dopo l’elaborazione dei dati, consegnerà alla direzione del Parco una radiografia completa dei resti monumentali, ma soprattutto un report aggiornato dello stato di degrado con precisione millimetrica.

“Il successivo progetto di restauro dello scenae frons – conclude la Tigano – sarà elaborato con formula interdisciplinare, e sarà oggetto di approfondimenti da parte di un’equipe di professionisti (archeologi, restauratori, architetti, ingegneri) nel quale si farà tesoro anche degli studi preliminari svolti all’inizio del nuovo millennio dal Centro Regionale per la Progettazione e  il Restauro, che per primo monitorò lo stress e i danni causati al monumento dalle vibrazioni sonore degli spettacoli. Un impegno che è e sarà tra gli obiettivi del Parco nei prossimi anni per garantire il miglior equilibrio tra conservazione e salvaguardia del monumento, e un suo uso “moderno” e sostenibile”.

taormina teatro antico
Teatro Antico, anni ’30.
Cortesia dell’Archivio Storico Antonino Castorina
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NEWS | Destinazione Agrigento, i percorsi sotterranei della Valle dei Templi

Se parliamo di Agrigento è impossibile non pensare alla  Valle dei Templi che, con i suoi edifici imponenti e maestosi, ci racconta il passato dell’antica Akragas e del rapporto tra i suoi abitanti e le divinità a cui erano legati. Tuttavia, nella Valle dei Templi esistono alcuni percorsi che raccontano altri aspetti della comunità agrigentina: uno di questi, per esempio, è quello dedicato al culto dei morti. Il percorso di visita è dedicato all’osservazione di particolari strutture riconducibili all’attività di necropoli delle prime comunità di cristiani agrigentini.

 

Alla scoperta delle necropoli delle prime comunità cristiane di Agrigento

La realizzazione di queste strutture ha modificato radicalmente diversi settori della Valle dei Templi. Iniziando all’ombra dell’ulivo saraceno innanzi al Tempio della Concordia, il tour entra da subito nel vivo con una passeggiata lungo il percorso di un antico asse viario greco, divenuto a partire dal sec. III d.C. una vera e propria “via dei sepolcri”. Percorrendo questo sentiero si giunge alla necropoli sub-divo, la cui realizzazione ha trasformato in parte l’originario contesto tra i templi di Ercole e di Concordia. L’itinerario prosegue attraversando il corridoio che taglia la necropoli paleocristiana e conduce all’accesso settentrionale della Grotta Fragapane, la catacomba più grande della Valle dei Templi.

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Le sepolture paleocristiane nella Valle dei Templi
Un tuffo nel passato tra i colori del tramonto

Giunti al bivio con la cosiddetta necropoli romana “Giambertoni”, l’itinerario prosegue lungo un sentiero paesaggistico che costeggia esternamente le mura di difesa e conduce nuovamente al Tempio della Concordia: qui si godrà appieno di una breve ma intensa esperienza sensoriale immergendosi tra colori, odori e suoni del sentiero nei momenti della giornata che precedono il tramonto. 

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La valle dei Templi al tramonto

 

Altre tappe da non perdere nel territorio di Agrigento

La Casa di Luigi Pirandello ad Agrigento è un vero e proprio luogo del cuore. Riallestita di recente, la Casa Museo Luigi Pirandello custodisce parte del patrimonio materiale appartenuto al grande drammaturgo ed alla sua famiglia: la struttura è provvista di un potente apparato comunicativo, funzionale a valorizzarne il patrimonio immateriale espresso dal suo genio.

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Casa Museo di Luigi Pirandello

 

L’area archeologica di Eraclea Minoa

L’Area archeologica di Eraclea Minoa sorge su un bianco promontorio proteso verso uno splendido paesaggio marino, all’interno della Riserva Naturale Foce del Fiume Platani. La città, fondata dai selinuntini, venne chiamata Eraclea in onore dell’eroe  Eracle, mentre Minoa si collega ad un altro mito: quello del re Minosse. Secondo la leggenda, infatti, il mitico re cretese avrebbe inseguito fin qui Dedalo, per punirlo dopo che questi aveva aiutato Arianna e Teseo alle prese con il labirinto. Il quartiere delle abitazioni ellenistiche e romane, con il loro impianto “ad insulae”  è un esempio  utile a comprendere l’urbanistica delle città in epoca ellenistico-romana. Di grande interesse è senza dubbio il teatro greco, costruito alla fine del V secolo a. C, la cui cavea è rivolta verso il mar Mediterraneo, creando così uno sfondo paesaggistico che, nei secoli, ha lasciato senza fiato i suoi spettatori.

Il teatro greco di Cattolica Eraclea
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NEWS | L’archeologia svela la storia delle Madonie

L’archeologia svela la storia delle Madonie; le ricerche alla Villa Romana di S. Marina, nel comune di Petralia Soprana (PA), la datano all’età di Augusto.

La missione archeologica

La campagna di scavo di quest’anno è stata diretta da Rosa Maria Cucco, archeologa della Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo; la missione è stata possibile ancora una volta grazie al contributo dell’associazione culturale “Gaetano Messineo”.

L’archeologo, Gaetano Messineo

La ricerca ha interessato il settore occidentale del portico colonnato, permettendo di datare la struttura tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C.; gli studi si sono focalizzati anche sui resti ossei di animali che erano stati recuperati nelle precedenti campagne di scavo. L’archeozoologo Vito Giuseppe Prillo ha studiato resti ossei appartenenti ad animali domestici e da allevamento e, oltre a questi, ha individuato ossi lavorati, che fa ipotizzare la presenza di un’officina per la lavorazione dell’osso.

Le parole di Alberto Samonà
L’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà

È stato un anno molto fruttuoso per le scoperte archeologiche svolte in tutta la Sicilia. Le Madonie sono state teatro di numerose campagne di scavi che ci hanno consegnato importanti tasselli utili a ricostruire la storia del territorio. Quando si parla di scavi, in terra o in mare, è importante sottolineare il ruolo svolto dalle amministrazioni comunali e dai privati. E in questo caso è impossibile non ricordare il prezioso ruolo svolto da Gaetano Messineo, l’archeologo madonita che effettuò le prime ricerche con il patrocinio dell’Università, della Soprintendenza di Palermo e la partecipazione di un gruppo di studenti dell’Aquila.

Le parole di Selima Giuliano
La soprintendente di Palermo, Selima Giuliano

Anche nel caso di S. Marina la Soprintendenza ha sostenuto un ambito di ricerca che aiuta a comprendere e valorizzare la storia e le tradizioni culturali del territorio. È stato un anno molto fruttuoso per le scoperte archeologiche sulle Madonie e questo anche per la collaborazione costante con i Comuni e le Associazioni Culturali che operano nel comprensorio.

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NEWS | Segesta (TP) da Hollywood, tra ricerche e Indiana Jones

A Segesta (TP) si è appena conclusa l’ultima campagna di scavi, condotta in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa. I risultati delle ricerche sono stati soddisfacenti e i nuovi ritrovamenti hanno aggiunto un importante tassello per la ricostruzione di alcuni aspetti del periodo ellenistico-romano della città: nuovi elementi per quanto riguarda la partecipazione attiva dei membri di spicco della comunità. Il ritrovamento di due iscrizioni greche, infatti, ha permesso di risalire ai nomi di alcuni benefattori che hanno finanziato la costruzione di opere pubbliche. Inoltre, Segesta sarà presto tra i set del prossimo film su Indiana Jones.

Segesta (TP), l’area dell’ingresso monumentale all’agorà, oggetto di indagine nell’ultima campagna di scavo (foto: Regione Siciliana)

Il monumentale ingresso all’agorà di Segesta e lo “sponsor” del committente

Le indagini si sono concentrate sul versante meridionale della grande piazza, circondata da un portico monumentale che chiudeva l’agorà. La piazza era stata costruita nel II secolo a.C., seguendo i modelli urbanistici e monumentali diffusi nelle città di tutto il Mediterraneo. In particolare, gli archeologi si sono concentrati sulla zona dell’ingresso monumentale che portava all’agorà.

Il Parco archeologico di Segesta (TP) – foto da: Rossella Giglio

«Un’iscrizione greca, scoperta presso la porta, arricchisce il quadro delle testimonianze di evergetismo, di munificenza per la comunità, della Segesta ellenistico-romana: vi compare lo stesso nome che era iscritto su una base di statua nel teatro di Segesta, forse quello del suo finanziatore. Diodoro dedica qui la statua di suo padre Tittelo, che era stato ginnasiarca e aveva a sua volta finanziato la costruzione di un edificio per i giovani della città. Tutte queste testimonianze mostrano chiaramente il ruolo che avevano le grandi famiglie nella storia della Sicilia antica». Commenta così il professore Carmine Ampolo, emerito della Scuola Normale, presente alla chiusura della campagna di scavo.

Il professore Carmine Ampolo e la direttrice Rossella Giglio al momento del ritrovamento dell’iscrizione a Segesta (TP) – foto: Rossella Giglio

La seconda iscrizione era incisa sulla base di una statua

«Era la base ben conservata e leggibile – spiegano gli archeologi – di una delle statue fatte innalzare da questo personaggio, già noto per aver eretto la statua della sorella, sacerdotessa di Afrodite Uranìa, rinvenuta presso il tempio dorico nel XVII secolo».

Una campagna fruttuosa, i cui esiti sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato la direttrice del Parco archeologico di Segesta Rossella Giglio, l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà, e il team di archeologi, docenti e studenti, provenienti dallUniversità di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore.

L’assessore Alberto Samonà con la direttrice Rossella Giglio sugli scavi di Segesta (TP)
L’assessore Alberto Samonà nel Parco archeologico di Segesta (TP) – foto: Regione Siciliana

Segesta sarà presto meta di un altro archeologo: arriva Indiana Jones

I riflettori rimangono accesi su Segesta e non sono soltanto quelli della ricerca. Tra i veri professionisti del mestiere potrebbe presto aggirarsi un “impostore”. Si tratta dell’archeologo più famoso del cinema: Indiana Jones! Indiana tornerà nel 2022 con il quinto capitolo della fortunata saga di Spielberg. L’inizio delle riprese a Segesta è previsto tra settembre e ottobre 2021. In questo periodo, i visitatori del Parco potrebbero trovarsi faccia a faccia con Harrison Ford e Brad Pitt.

Scena dall’ultimo film di Indiana, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008)

Segesta torna quindi a far parlare di sé e noi non vediamo l’ora di saperne di più sulla sua vera storia e di vederne l’infinita bellezza sul grande schermo!

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NEWS | La riqualificazione di Cava D’Ispica (RG): dal Grand Tour alla fruibilità turistica

L’Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana ha sottoscritto il 10 aprile 2021 il contratto per la riqualificazione dell’area archeologica di Cava D’Ispica. Il progetto è finalizzato alla valorizzazione di quest’area del ragusano, atta ad attrarre forza turistica con anche l’abbattimento delle barriere architettoniche ancora presenti. Ricordiamo infatti come questa zona sia stata un’importante meta siciliana del Grand Tour e come ancora oggi sia un gioiello archeologico e naturalistico della provincia ragusana. Maggiore accessibilità significherà non escludere nessuno dai percorsi culturali, creando dei percorsi appositi. Il finanziamento deriva dal PON Cultura e Sviluppo e ha un importo d’asta pari a €2.906.187, oltre IVA. Il tutto rientrerebbe tra le iniziative atte a portare avanti i progetti pilota dei poli di eccellenza del Mezzogiorno.

L’iniziativa è stata affidata alla Soprintendenza dei Beni Culturali di Ragusa, che ha sottoscritto un appalto integrato assegnato all’ATI, formata dalla Conscoop di Forlì, dal C.A.E.C. e dalla Operes S.r.l. di Santa Venerina (CT). A queste cooperative è stato dato l’incarico di redigere, entro trenta giorni dal contratto, l’esecutivo per la realizzazione. La conclusione dei lavori si prospetta entro sei mesi dalla consegna del disegno progettuale. Responsabile Unico del Procedimento (RUP) sarà l’architetto Titta Tumino della Soprintendenza dei Beni Culturali di Ragusa. 

Cosa era stato previsto nel 2018

A settembre 2018 l’allora Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Sebastiano Tusa, consegnò alle ditte vincitrici i lavori di realizzazione e ripristino. Questi riguardavano i sentieri del Parco di Cava D’Ispica grazie ai fondi, pari a circa 6 milioni di euro. L’intervento al Parco di Cava D’Ispica avrebbe mirato a riqualificare l’area con un ampliamento delle aree visitabili dai turisti e la messa in sicurezza della strada provinciale, con la ricostruzione di ambientazioni archeologiche e ripristino del paesaggio storico antico. Inoltre, si prospettò la valorizzazione dei sentieri e delle vie di collegamento tra i monumenti, il miglioramento dei percorsi di visita attraverso un nuovo sistema di indicazioni topografico-temporali. Si parlava già allora di percorsi di visita virtuale all’interno dei monumenti e di ricostruzione del ciclo pittorico della “Grotta dei Santi”,  per fornire una lettura migliore delle pitture.

Cava D'Ispica
Alcune pitture della “Grotta dei Santi”, Modica (RG) – foto di Davide Mauro

Cosa si realizzerà nel 2021

Sono queste, dunque, le realizzazioni previste nel nuovo progetto: oltre all’abbattimento delle barriere architettoniche, l’idea è quella di valorizzare l’ex mulino e l’area d’ingresso al sito. Saranno realizzati nuovi servizi igienici, un deposito e implementati illuminazione e video sorveglianza oltre che una riqualificazione per mezzo di camminamenti dell’area del belvedere. Importanti interventi sono previsti, inoltre, nella necropoli della Larderia e nell’area del Gymnasium, che potrà essere adibita a luogo per iniziative culturali con lo sfondo della rupe della Spezieria.

Cava D'Ispica
La necropoli della Larderia (RG) – fonte: Etnanatura

In questo frangente infatti l’area archeologica sarà dotata di un innovativo sistema di realtà aumentata. Ciò permetterà al visitatore di ricevere nuove informazioni in merito ai luoghi d’interesse tramite rappresentazione panoramica su mappa satellitare e geolocalizzazione

Ipotesi di ricostruzione dopo il progetto di riqualificazione

Immagine di copertina da Regione Siciliana.

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NEWS | Madonie (PA), nuova luce sulla via romana “Catina-Thermae”

Dichiarato d’interesse archeologico il tratto della via romana “Catina-Thermae” emerso lo scorso settembre nelle campagne di scavo di Caltavuturo, sulle Madonie (PA). Ciò è stato indicato in un decreto firmato dal dirigente del servizio tutela e acquisizioni del Dipartimento dei Beni Culturali, Caterina Perino. Il tratto corrisponde a parte dell’attuale Statale 120 ed è una delle più importanti vie consolari dell’Isola che collegava Catania e Termini Imerese. Secondo gli archeologi, la Statale 120 seguirebbe in parte il tracciato dell’antica via romana “Catina-Thermae”. La strada moderna sembra ripercorrere la viabilità e presentare nelle vicinanze una simile predisposizione nella distribuzione insediativa

L’archeologa che aveva diretto gli scavi, Rosa Maria Cucco, ha dichiarato che potrebbe trattarsi “dell’unico tratto di strada romana costruita in Sicilia, fino ad oggi attestato“. Tramite studi, si è giunti alla conclusione che la massicciata, conservata sotto lo strato basaltico, ha subito danneggiamenti intorno agli anni ’60/70 del 1900, a causa dei lavori legati al metanodotto. Si tratta di un rinvenimento datato al II secolo d.C. ed emerso in seguito ai lavori di Archeologia preventiva della Soprintendenza di Palermo in accordo con la Snam Rete Gas, durante il rifacimento del metanodotto Gagliano-Termini Imerese.

Prevenzione e vigilanza della Via

La Soprintendenza ha imposto un vincolo sui terreni soggiacenti all’area del tratto di Via per i proprietari. Il decreto infatti recita: “è fatto divieto di adibirla ad usi non compatibili con il suo carattere archeologico oppure tali da recare pregiudizio alla sua conservazione”. Quindi si possono eseguire lavori soltanto nei casi di assoluta urgenza e sotto la vigilanza della Soprintendenza.

via romana Catina-Thermae
La Via vista dall’alto (via Giornale di Sicilia)
 
Immagine di copertina: via Agi.it.
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NEWS | “Paesaggi rurali nella Sicilia greca e romana”, termina il convegno

Il 13 e 14 novembre 2020 si è svolto il Convegno online dal titolo “Paesaggi rurali nella Sicilia greca e romana”, curato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali di Catania e dall’Università di Catania.

Il Convegno ha accolto studiosi da tutto il mondo con interventi su insediamenti, installazioni produttive e viabilità dall’età arcaica agli albori del medioevo. Il Convegno avrebbe dovuto svolgersi a Ramacca (CT) nel mese di marzo: l’annullamento causa Covid19 non ha, però, impedito di riscuotere un buon successo anche attraverso Microsoft Teams.

Cosa è stato detto

Il 14 novembre il Convegno ha accolto diversi studi nell’ambito di due ricche sessioni: insediamenti e viabilità di età romana e di età tardo antica e medievale in Sicilia. Durante il secondo intervento della mattinata (ore 9.20), la Dott.ssa Maria Teresa Magro, archeologa della Soprintendenza per i Beni Culturali di Catania, nonché Direttrice del Comitato Scientifico della nostra Redazione, il Dott. Rodolfo Brancato e i ricercatori Laura Manganelli e Vittorio Mirto si sono alternati ai microfoni.

Dentro la villa romana di Ramacca (CT)

L’intervento a quattro voci ha esposto i dati preliminari e le nuove ricerche sulla villa romana di contrada Castellito a Ramacca (CT). La villa era già stata individuata sulla parte più alta di un poggio e scavata negli anni ’70 e ’95-’96; i primi scavi hanno riportato in luce gli ambienti della pars rustica e, successivamente, è riemersa la pars dominicia, identificata dalla dott.ssa Maria Teresa Magro, funzionaria della Soprintendenza di Catania e Direttrice del nostro comitato scientifico (per i suoi contributi alla rivista ArcheoMe clicca qui). I restauri del 2019 sono stati necessari a causa di atti vandalici e sterri di ruspa: i rilievi 3D con droni e GPS differenziali hanno aiutato molto; protagonisti indiscussi dei rilievi sono stati i bellissimi mosaici, decorati da svastiche, losanghe e doppie trecce.

I mosaici della villa romana di Ramacca (CT)

Mascalucia (CT), tra età romana e tardo antica

L’intervento introduttivo del pomeriggio su Mascalucia (CT) romana e tardo antica ha riguardato i fenomeni economici e sociali del medio versante dell’Etna. Le ricerche avvenute nel corso degli anni sono sono state esposte dalla Dott.ssa Magro, dal Dott. Antonino Mazzaglia e dal Dott. Alberto D’Agata, prezioso collaboratore della nostra Redazione (per i suoi contributi alla rivista clicca qui). I primi dati a riguardo provengono da fonti storiche, non a caso Strabone (VI, 2) considera benefiche le colate laviche:

“Si rivelano un beneficio per la campagna perché la rendono fertile e producono una vite eccellente, mentre il resto del territorio non produce vino di alta qualità. Dicono inoltre che le radici che fuoriescono dai campi coperti di cenere ingrassino a tal punto il bestiame da farlo soffocare”.

L’evidenza archeologica delle ricche produzioni proviene dalle zone risparmiate dalle colate. Viagrande e Trecastagni (CT) hanno restituito anfore da trasporto di produzione africana e frammenti di coppette in sigillata; le anfore sono di grandi dimensioni e dovevano contenere olio, vino o salsa di pesce. Ad Aci Catena (CT) si sentì la necessità di produrre contenitori per vino che passavano da Capo Mulini (CT): infatti, condutture per l’acqua sono state trovate riempite per oltre due metri da frammenti di anfore.

Frammenti di anfore da trasporto da Viagrande e Trecastagni (CT)
L’uomo, motore dell’economia

Il Convegno sulla Sicilia ha visto anche l’intervento del Dott. Mazzaglia, il quale si è concentrato sulla storia umana nel territorio di Mascalucia (CT); è evidente la presenza di strutture produttive fisse, da cui provengono tegole patinate da fornaci e frammenti di ceramica sigillata africana, campana… Era sì un territorio produttivo, ma anche ben servito: tutto giungeva tramite una fitta rete di collegamenti con Catania

Per una carta geologica di Mascalucia (CT)

Il Dott. D’Agata ha parlato delle ricognizioni sul territorio di Mascalucia (CT) sulla base della carta geologica dell’Etna (Branca, 2011). Ha individuato tutte le colate antiche di età preistorica (41.28%), romana (8.47%) e tardo antica (0.003%) in un perimetro di circa 25 km. Il territorio confinante con la proprietà privata della famiglia Bonaiuto ha, inoltre, restituito tegole e mattoni di suspensurae, i sostegni del pavimento, frammenti di ceramica africana e focese.

Carta geologica di Mascalucia (CT) dallo studio delle colate antiche. In rosso le aree archeologiche in superficie, in blu quelle all’interno delle cave di ghiara.