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NEWS | Alla ricerca di nuovi direttori per il Parco di Paestum e Velia e per il Museo delle Civiltà di Roma

È stato pubblicato un bando internazionale proprio lo scorso 11 maggio da parte del MiC per la ricerca di due figure direzionali, da determinare tramite una procedura di selezione pubblica. Una figura per il Museo delle Civiltà all’EUR (Roma) e una per il Parco Archeologico di Paestum e Velia: luoghi di fondamentale importanza per la Cultura del nostro Paese.

Museo delle civiltà
(via museopaestum.beniculturali.it)

Paestum non ha di certo bisogno di presentazioni, magari bisogna dire qualcosa in più per il Museo delle Civiltà. Il polo custodisce reperti provenienti da tutto il mondo ed è un importante testimone della preistoria italiana. Del Museo delle Civiltà fa parte infatti il Museo Nazionale Preistorico e Etnografico “Luigi Pigorini”, il cranio dell’uomo di Neanderthal trovato nella Grotta Guattari del Circeo (RM) è solo uno dei grandi reperti che conserva. Comprende anche il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, il Museo Nazionale d’Arte Orientale “Giuseppe Tucci” e il Museo dell’Alto Medioevo.

Una sala del Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”, parte del Museo delle Civiltà (RM) – foto da fanpage.it

Entrambi i luoghi della Cultura – oggetti del bando – sono riconosciuti come istituti autonomi. Questa condizione ha giovato molto all’avvio dei numerosi progetti soprattutto nel contesto di Paestum e Velia; infatti, sotto la sua area d’influenza sono comprese sia l’area archeologica di Paestum che il museo narrante della Foce Sele (SA).

Il MiC fa sapere che le candidature sono aperte fino al 20 giugno 2021, è possibile proporsi seguendo le istruzioni tramite questo link. È previsto un primo colloquio per ottobre 2021 da cui una terna verrà selezionata e sottoposta alla scelta finale del direttore generale Musei. I direttori selezionati si avvarranno di un incarico a tempo determinato di anni quattro e che sarà rinnovabile per ulteriori quattro

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NEWS | Incarichi di collaborazione, ANA chiede chiarimenti alla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio

L’Associazione Nazionale Archeologi (ANA) a gennaio 2021 ha evidenziato criticità e sollevato dubbi in merito al bando della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, avente per oggetto “Conferimento di incarichi di collaborazione, ai sensi dell’art. 7, comma 6, D. Lgs. 165/2001” da svolgersi presso varie soprintendenze.

In questi giorni leggiamo tante critiche conseguenti alla pubblicazione delle graduatorie del bando stesso. A gennaio, rispetto ai requisiti del bando, evidenziavamo che:

  1. Non esiste alcun criterio legislativo o tecnico-scientifico che stabilisca l’obbligo di aver esercitato l’attività archeologica per una durata di anni 15 o 10 per svolgere alcuna mansione specifica. Requisito che appariva escludente verso un gran numero di professionisti, peraltro senza alcuna valida motivazione.
  2. Sembra del tutto incoerente il reclutamento di professionalità in affiancamento al lavoro dei funzionari dello Stato, per i quali i criteri di assunzione tramite concorso pubblico da parte dello Stato sono inferiori a quelli richiesti in questo bando.
  3. In una gara pubblica criteri di selezione particolarmente rigorosi e stringenti rispetto agli standard normativi per le figure ricercate (che per gli archeologi sono costituiti dall’Allegato 2 del DM 244/2019) devono trovare una valida ed esplicita motivazione in esigenze specifiche di specializzazione.
  4. Per il principio di adeguatezza e proporzionalità nell’azione amministrativa, le credenziali e le qualificazioni pregresse devono essere congrue rispetto all’oggetto del contratto.
  5. Paradossale l’assenza, tra i requisiti di selezione, di qualsiasi riferimento alle specificità delle figure ricercate come indicato dall’art. 9-bis del Codice dei Beni Culturali (D. Lgs. 42/2004) e suo decreto attuativo DM 244/2019.
  6. Si ravvisava inoltre “la necessità di una maggiore trasparenza rispetto ai criteri di selezione per i soggetti che riceveranno l’incarico, affinché non vi siano margini di opacità che possano portare ad antipatiche contestazioni e dubbi su un eccessivo arbitrio nelle scelte effettuate”.

Come è evidente, né l’auspicio di revisione dei criteri di selezione, né quello di annullamento del procedimento sono stati accolti. E purtroppo oggi il l’allarme sulla mancanza di trasparenza, lanciato a monte della selezione, trova una triste eco nelle proteste che in questi giorni accompagnano la pubblicazione delle graduatorie del concorso, che presentano qualche evidente anomalia. 

Riceviamo e pubblichiamo la richiesta dell’Associazione Nazionale Archeologi: l’ANA chiede alla Direzione Generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di fornire chiarimenti in merito ai criteri utilizzati per la valutazione di titoli ed esperienza al fine della composizione della graduatoria finale della selezione.

ANA