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NEWS | Ripartono gli scavi nel sito di Entella, a Contessa Entellina (PA)

La Scuola Normale di Pisa insieme al Parco Archeologico di Segesta tornano a Entella: ripartono gli scavi nel sito di Entella, a Contessa Entellina (PA).

Il sito

Entella era una delle antiche città della Sicilia tradizionalmente attribuite agli Elimi (assieme ad Erice, Segesta e Iaitas). Sorgeva sulla Rocca di Entella, lungo il corso del fiume Belice sinistro. Nel 404 a.C. subì la conquista da parte di soldati mercenari campani; nei successivi secoli IV e III a.C. ebbe alterni rapporti con i Cartaginesi e coi Greci. Durante la prima guerra punica, si schierò dalla parte dei Romani.

Parte degli scavi effettuati su Rocca d’Entella

Il sito fu occupato dall’Eneolitico e dall’età del Bronzo, il pianoro e le pendici di Rocca d’Entella mostrano eloquenti resti della città antica, fiorente dall’età arcaica alla prima età imperiale, e poi ancora nel medioevo, fino al definitivo e forzato abbandono nel 1246.

Nuova campagna di scavo

La nuova campagna è svolta in unione tra il Parco Archeologico di Segesta e la Scuola normale di Pisa.

Palazzo Carovana, sede della Scuola Normale Superiore di Pisa

Le ricerche e lo studio su Entella dal 2018 rientrano anche nel “Progetto Elymos”, voluto dalla Direttrice del Parco Archelogico di Segesta, Rossella Giglio per la quale «è giunto il momento di raccogliere le fila di trent’anni di ricerche archeologiche e ricominciare a parlare degli Elimi, di Segesta, di Erice, Entella e di tutti quei siti che, grazie alla ricerca scientifica, hanno offerto alla storia nuove interpretazioni sulle nostre origini».

La direttrice del Parco Archeologico di Segesta, Rossella Giglio

Le aree dove si concentrano gli scavi di questa ultima missione saranno il complesso monumentale del Vallone est e il Palazzo fortificato medievale. Nel vallone orientale sono state riprese indagini mirate alla conoscenza del grande complesso pubblico che, tra il VI e il III secolo a.C., si articolò su quattro terrazze digradanti, costituendo il fulcro della città antica; qui si ipotizza possa trovarsi anche l’agorà.

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NEWS | Gli Elimi in Sicilia: il convegno internazionale in programma a Erice (TP)

Il 28 settembre si apre, alla Fondazione “Ettore Majorana” di Erice un convegno internazionale che tratterrà degli Elimi in Sicilia.

Il popolo

Gli Elimi sono stati un antico popolo della Sicilia occidentale vissuti dal IX o VIII secolo a.C. al I secolo a.C. Le città principali fondate dagli Elimi sono: Erice, che ospitava il centro religioso sul Monte Erice, Entella, situata nell’entroterra palermitano, Iaitias, su un promontorio che domina la odierna San Giuseppe Iato, e Segesta la città dalla storia più rilevante e tumultuosa.

Quest’ultima ha mostrato anche la forza bellica di questa popolazione; infatti, Segesta ha avuto la forza di scontrarsi più volte con la colonia greca di Selinunte.

Programma del convegno

Il convegno è stato organizzato su iniziativa del Parco archeologico di Segesta e curato dallo stesso Direttore Rossella Giglio e facente parte del “Progetto Elymos” del 2018.

Rossella Giglio, direttore del Parco Archeologico di Segesta

Erice rappresenta il fondamentale anello di congiunzione fra antico e attualità; il direttore del Parco Rossella Giglio spiega così: <<riportare a Erice gli Elimi, con i loro luoghi, i reperti, la tradizione e la storia, è stato il passaggio fondamentale per divulgazione e ricerca scientifica>>.

Fondazione Ettore Majorana

Tre sono le sezioni in cui si articolerà il Convegno: storica, epigrafica e archeologica. I lavori si apriranno nell’aula magna San Domenico martedì alle 15. Interverranno: Antonino Zichichi, Alberto Samonà, assessore regionale all’identità siciliana, il sindaco Daniela Toscano, Lorenzo Zichichi della International School on Treasures of Art and Science, Rossella Giglio, Direttore del Parco Segesta e Anna Magnetto del Laboratorio di storia, archeologia, epigrafia, tradizione dell’antico della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Il convegno sarà aperto agli studenti come spiega il direttore Giglio: <<L’apertura al territorio è una delle prerogative del Parco; in quest’occasione centinaia di studenti di Licei e Istituti tecnici saranno collegati online con l’aula magna dove svolgeremo i lavori e così conoscere il popolo degli Elimi che ha fatto parte della storia di questo nostro territorio>>.

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NEWS | Segesta (TP) da Hollywood, tra ricerche e Indiana Jones

A Segesta (TP) si è appena conclusa l’ultima campagna di scavi, condotta in collaborazione con la Scuola Normale Superiore di Pisa. I risultati delle ricerche sono stati soddisfacenti e i nuovi ritrovamenti hanno aggiunto un importante tassello per la ricostruzione di alcuni aspetti del periodo ellenistico-romano della città: nuovi elementi per quanto riguarda la partecipazione attiva dei membri di spicco della comunità. Il ritrovamento di due iscrizioni greche, infatti, ha permesso di risalire ai nomi di alcuni benefattori che hanno finanziato la costruzione di opere pubbliche. Inoltre, Segesta sarà presto tra i set del prossimo film su Indiana Jones.

Segesta (TP), l’area dell’ingresso monumentale all’agorà, oggetto di indagine nell’ultima campagna di scavo (foto: Regione Siciliana)

Il monumentale ingresso all’agorà di Segesta e lo “sponsor” del committente

Le indagini si sono concentrate sul versante meridionale della grande piazza, circondata da un portico monumentale che chiudeva l’agorà. La piazza era stata costruita nel II secolo a.C., seguendo i modelli urbanistici e monumentali diffusi nelle città di tutto il Mediterraneo. In particolare, gli archeologi si sono concentrati sulla zona dell’ingresso monumentale che portava all’agorà.

Il Parco archeologico di Segesta (TP) – foto da: Rossella Giglio

«Un’iscrizione greca, scoperta presso la porta, arricchisce il quadro delle testimonianze di evergetismo, di munificenza per la comunità, della Segesta ellenistico-romana: vi compare lo stesso nome che era iscritto su una base di statua nel teatro di Segesta, forse quello del suo finanziatore. Diodoro dedica qui la statua di suo padre Tittelo, che era stato ginnasiarca e aveva a sua volta finanziato la costruzione di un edificio per i giovani della città. Tutte queste testimonianze mostrano chiaramente il ruolo che avevano le grandi famiglie nella storia della Sicilia antica». Commenta così il professore Carmine Ampolo, emerito della Scuola Normale, presente alla chiusura della campagna di scavo.

Il professore Carmine Ampolo e la direttrice Rossella Giglio al momento del ritrovamento dell’iscrizione a Segesta (TP) – foto: Rossella Giglio

La seconda iscrizione era incisa sulla base di una statua

«Era la base ben conservata e leggibile – spiegano gli archeologi – di una delle statue fatte innalzare da questo personaggio, già noto per aver eretto la statua della sorella, sacerdotessa di Afrodite Uranìa, rinvenuta presso il tempio dorico nel XVII secolo».

Una campagna fruttuosa, i cui esiti sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato la direttrice del Parco archeologico di Segesta Rossella Giglio, l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà, e il team di archeologi, docenti e studenti, provenienti dallUniversità di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore.

L’assessore Alberto Samonà con la direttrice Rossella Giglio sugli scavi di Segesta (TP)
L’assessore Alberto Samonà nel Parco archeologico di Segesta (TP) – foto: Regione Siciliana

Segesta sarà presto meta di un altro archeologo: arriva Indiana Jones

I riflettori rimangono accesi su Segesta e non sono soltanto quelli della ricerca. Tra i veri professionisti del mestiere potrebbe presto aggirarsi un “impostore”. Si tratta dell’archeologo più famoso del cinema: Indiana Jones! Indiana tornerà nel 2022 con il quinto capitolo della fortunata saga di Spielberg. L’inizio delle riprese a Segesta è previsto tra settembre e ottobre 2021. In questo periodo, i visitatori del Parco potrebbero trovarsi faccia a faccia con Harrison Ford e Brad Pitt.

Scena dall’ultimo film di Indiana, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo (2008)

Segesta torna quindi a far parlare di sé e noi non vediamo l’ora di saperne di più sulla sua vera storia e di vederne l’infinita bellezza sul grande schermo!

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NEWS | Conclusa la campagna di scavi a Segesta (TP), Samonà: «Oltre all’ingresso dell’Agorà, trovata anche una base di statua»

Al Parco Archeologico di Segesta (TP) si conclude la sessione di scavi condotta con la Scuola Normale Superiore di Pisa, con la quale si consolida una più che decennale e fruttuosa collaborazione. La ricerca ha visto in campo l’équipe della Scuola Normale di Pisa, con studenti specializzandi e dottorandi provenienti da varie università. In particolare sono riprese le indagini nell’Agorà dove sono stati fatti importanti ritrovamenti. Fra questi, l’ingresso del monumentale accesso all’Agorà con l’iscrizione, rinvenuta qualche settimana fa, e la base di una statua in perfetto stato di conservazione.

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Gli studenti a lavoro a Segesta (TP)

Le indagini sono state quindi dirette dalle professoresse Anna Magnetto (Direttrice Laboratorio SAET, Scuola Normale Superiore) e Maria Cecilia Parra (docente di Archeologia della Magna Grecia e della Sicilia antica, Università di Pisa) e il dott. Riccardo Olivito (ricercatore IMT di Lucca) ha coordinato il lavoro sul campo; Carmine Ampolo, professore emerito della Scuola Normale, è stato presente, come già in passato, per lo studio del materiale epigrafico e degli aspetti storici. Presente in situ anche l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà.

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Le professoresse Magnetto e Parra con il professor Ampolo a Segesta (TP)
L’assessore Samonà sugli scavi di Segesta (TP)
In luce l’ingresso dell’Agorà, la base di statua e l’iscrizione

La piazza – Agorà – fu costruita, dal II secolo a.C., su tre terrazze digrandanti rifacendosi a modelli urbanistici e monumentali diffusi nelle città e nei santuari del Mediterraneo, dall’Asia Minore all’area egea e italica.

Lo scavo è stato condotto sul versante meridionale della grande piazza, dove un portico (stoà) monumentale chiudeva l’agorà. Il portico è stato realizzato facendo grandi tagli nella roccia con possenti opere di sostruzione lungo il pendio; un complesso imponente quindi quanto quello sul lato nord, riportato alla luce negli anni passati. Un portico superiore si affacciava sulla piazza e un corpo monumentale aveva una facciata a livello inferiore su un percorso viario. Qui si apriva un’ampia porta d’accesso con vani che dovevano avere funzione pubblica.

Un’iscrizione greca, riemersa durante gli scavi in prossimità della porta, arricchisce il quadro delle testimonianze di munificenza per la comunità (evergetismo) della Segesta ellenistico-romana: vi compare lo stesso nome che era iscritto su una base di statua nel teatro di Segesta, forse era il nome del suo finanziatore. Tutte queste testimonianze mostrano dunque il ruolo che avevano le grandi famiglie nella storia della Sicilia antica.

L’ara con l’iscrizione greca ritrovata a Segesta (TP)