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NEWS | Nuova scoperta durante i lavori sulla Catania – Palermo

Un insediamento rurale del I secolo d.C. , forse una villa rustica, riemerge dai lavori sulla linea ferrata Catania – Palermo, in località “Manca”.

Durante i lavori per il raddoppio della linea ferrata Catania – Palermo, in località “Manca”, presso Vallelunga Pratameno (CL), emergono degli antichi resti romani. Gli archeologi hanno riportato alla luce un antico insediamento rurale del I secolo d.C. durante l’attività di sorveglianza preventiva della Soprintendenza dei Beni Culturali e Ambientali di Caltanissetta, diretta dalla Dott. essa Daniela Vullo. L’estensione dell’insediamento si stima comprendesse un’area di circa sei ettari e che dovesse essere una villa rustica. La struttura, posizionata in un luogo strategico per ambiente, esposizione e vicinanza al fiume Salicio, doveva essere focalizzata nella produzione cerealicola. Si inizia a ricostruire, quindi, la storia di un vasto appezzamento di terra, direttamente gestito da un ricco proprietario tra il I e il II secolo d.C. e dotato di un particolare tipo di villa, una “domus a peristilio”.

Foto dello scavo. Fonte: http://pti.regione.sicilia.it/ .
Lo scavo

Marina Congiu ha diretto lo scavo archeologico, iniziato a luglio, sotto la direzione scientifica della direttrice della sezione archeologica della Soprintendenza di Caltanissetta, Carla Guzzone. L’indagine archeologica attualmente è limitata a un saggio di 225 metri quadrati. Nonostante questo, già si attestano strutture murarie che non sembrano avere confronti nei rinvenimenti di Caltanissetta. Interessanti anche i ritrovamenti tra gli strati di crollo di alcune tegole col bollo. La presenza di alcuni elementi ceramici ipercotti e di scarti di lavorazione lascia pensare anche a una o più attività produttive all’interno della villa. La struttura doveva produrre in autonomia  alcuni beni necessari allo svolgimento della vita quotidiana.
Rimaneggiamenti e materiali di riutilizzo, così come l’abbondanza di ceramica, sembrano confermare inoltre che il complesso ebbe lunga vita e conobbe nel tempo diverse fasi d’uso. Tra i reperti ceramici trovati nello scavo si distinguono lucerne, anfore, vasellame da mensa in terra sigillata, un tipo di ceramica caratterizzata da una vernice rossa brillante e da ornamenti a stampo in rilievo, sia italica che africana, collocabili entro un arco cronologico compreso tra il I ed il IV secolo d.C.

 

Una prima ricostruzione della villa

Dalle prime analisi della villa è stato possibile identificare almeno 5 o 6 ambienti che si articolano a Est, a Nord e a Sud di un lungo e ampio portico a forma di L. Il portico era delimitato a Sud e a Ovest da muri esterni che inglobavano colonne fittili, create sovrapponendo dischi in terracotta legati tra loro da uno strato di malta. La copertura del portico era probabilmente una stretta tettoia a spiovente.
A Nord e a Est del portico si disponevano degli ambienti coperti e a pianta quadrangolare divisi da muri. I vani dovevano avere più e diversi utilizzi. Il ritrovamento di un dolio, un grande contenitore per la conservazione del cibo, in uno di questi ha fatto ipotizzare alla funzione di magazzino. 
A Sud il portico cingeva invece un atrio o un’ampia corte scoperta, anch’essa di forma quadrangolare. Si ricostruisce quindi una ricca e articolata villa dotata di un cortile a peristilio, vale a dire circondato da porticati.

 

Verso nuovi orizzonti di ricerca

È molto probabile che l’insediamento rurale si articolasse in due aree: una pars dominica, la zona residenziale del padrone e della sua famiglia, e una pars rustica, lo spazio in cui si lavorava e produceva. La prosecuzione dello scavo avrà come prima finalità la precisa identificazione di tali spazi funzionali . Non solo: sarà estremamente importante mettere in luce gli ambienti posti a Nord e a Ovest del portico, zone che al momento sono occultate sotto le pareti corrispondenti del saggio.

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NEWS | A Lecce riemergono i resti di un’antica villa romana

Dagli scavi preventivi riemergono molte tracce di una villa romana rustica di età romano-imperiale

Gli archeologi di Lecce hanno rintracciato una villa romana rustica di età romano-imperiale. Il luogo di rinvenimento è nella zona 167, dove è posto il cantiere per l’impianto sportivo polifunzionale di via Potenza. Gli archeologi hanno fermato i lavori per l’impianto per effettuare gli scavi preventivi, dai quali stanno riemergendo molte testimonianze di un antico insediamento romano. I lavori nel cantiere dell’impianto sportivo sono, quindi, sospesi per i primi ritrovamenti archeologici, successivi a interventi di diserbo e pulizia dell’area. Tra i ritrovamenti vi sono un silos, un pozzo a pianta circolare, recante sulle pareti interne intonaco in cocciopesto, e due grandi cisterne a pianta rettangolare.

I primi ritrovamenti risalgono agli anni Settanta

Gli archeologi avevano già scoperto in passato tracce di un ricco edificio privato, in quest’area. La villa romana era emersa dai lavori di demolizione della Masseria denominata S. Elia alle Secare (S. Elia delle serpi), lavori fatti nei primi anni Settanta del secolo scorso.

I reperti della Masseria S.Elia nel cortile del Museo Sigismondo Castromediano. Fonte: https://www.salento-arcaico.it/2017/03/11/lecce-le-origini-romane-della-zona-167/

La villa era già stata attribuita alla gens Marcia e aveva un’area sepolcrale. Qui i ricercatori avevano trovato rocchi di colonna a fusto liscio o scanalato e cippi funerari con iscrizioni, conservati presso i depositi della Soprintendenza. In particolare, di notevole interesse storico, è il cippo di Marcia Ianuaria. Questi reperti, scoperti negli anni Settanta, sono oggi custoditi presso il Museo Provinciale Sigismondo Castromediano.

BIBLIOGRAFIA

G. UGGERI, Notiziario topografico salentino, Contributi per la carta archeologica, 1971, pp. 288.

C. PAGLIARA, Note di epigrafia salentina III, pp. 72-74.

A. MARINELLI: Lecce, S. Elia a le Secare – Fattoria ed epigrafi sepolcrali di età romana imperiale – Notiziario Topografico Salentino, contributi per la Carta Archeologica, 1971. pag 288.