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NEWS | La “Sanità” di Paolo La Motta in mostra a Capodimonte

Il pittore e scultore indipendente Paolo La Motta sarà in mostra con “Capodimonte incontra la Sanità” presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte dal 18 febbraio al 19 settembre 2021. Il rione Sanità si mostra infatti negli occhi e nei volti dei suoi figli più giovani e fragili: bambini e ragazzi dipinti e scolpiti dall’ artista che vive e lavora nel quartiere. Le opere di La Motta sono dunque esposte nella sezione di arte contemporanea del Museo napoletano.

Nell’esposizione sono riuniti ventitré dipinti, nove sculture e il polittico Genny, ucciso nella notte tra il 5 e 6 settembre 2015, in piazza Sanità durante uno scontro fra bande rivali. Vittima innocente della camorra.  

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“Genny”, polittico di Paolo La Motta, 2007.
Foto di Luciano e Matteo Pedicini

La Motta, dunque, raffigura nelle sue opere i ragazzi dei quartieri Stella, Sanità e Vergini con cui organizza i laboratori di scultura all’Istituto Papa Giovanni XXIII. A conclusione del percorso espositivo è presente un video-documentario di circa venti minuti, girato in presa diretta alla Sanità. La telecamera segue La Motta nei vicoli del quartiere, soffermandosi quindi sul suo lavoro artistico e sul rapporto tra l’artista e i ragazzi durante i laboratori di scultura.

La mostra è a cura di Sylvain Bellenger e Maria Tamajo Contarini, promossa e organizzata dal Museo e Real Bosco di Capodimonte in collaborazione con l’associazione Amici di Capodimonte Ets e realizzata grazie al sostegno della Regione Campania.

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NEWS | La testimonianza di Valeria, membro di ArcheoMe impegnato nella lotta al COVID-19

Nella giornata di oggi, abbiamo ricevuto un messaggio privato nel nostro gruppo whatsapp “ArcheoMe Community”, gruppo che tiene in contatto diverse realtà che, come noi, agiscono nel settore culturale ad ampio respiro. Abbiamo deciso di raccontare la testimonianza molto forte e accorata di Valeria, uno dei nostri membri, nel tentativo di sensibilizzare chi ancora non ha capito la gravità della situazione e si precipita in strada per passeggiate o futili motivi. 

Ciao a tutti. Mi chiamo Valeria Lodigiani e faccio parte del direttivo del gruppo ArcheoMe.

Molti di voi, immagino, siano del Sud o del centro Sud. Vi scrivo in quanto, vivendo in Lombardia (precisamente a Como), lavorando nella sanità e girando per ospedali ed ATS, vorrei che capiste un po’ tutti la situazione delicata che stiamo vivendo in questo momento. All’inizio anch’io avevo sottovalutato l’importanza della situazione, reputando il COVID-19 una semplice influenza; poi ho cominciato a vedere i numeri dei contagiati alzarsi, colleghi che rimanevano a casa con febbre, magari anche bassa, ma che non passava nemmeno dopo dieci giorni.

Vi scrivo perchè noi oggi siamo al collasso. Ho rifiutato lo smartworking in quanto, vivendo da sola e non avendo figli, ho preferito dare a chi ne avesse davvero bisogno la possibilità di lavorare da casa. Io e i miei colleghi ogni giorno rischiamo la vita mentre siamo a lavoro perché, purtroppo, c’è ancora un numero troppo alto di persone che prende alla leggera questa situazione. Siamo al collasso! Non abbiamo mascherine, non abbiamo guanti e, in generale non abbiamo DPI! Non abbiamo nemmeno la possibilità di fare il tampone per sicurezza in quanto di tamponi quasi non ce ne sono  più.

Se stai male per un motivo che non riguarda il COVID-19 e chiami il 112, devi solo aspettare che il paziente prima di te sia dimesso o, per assurdo, muoia per salvare te stesso. Gestisco il personale sanitario e, avendo “in mano“ tutti i medici di base delle provincie di Como e Varese, tutti i tirocinanti futuri MMG, posso testimoniare che la maggior parte di loro è in auto-isolamento o a casa con la febbre. Io sono in giro con la stessa mascherina da quasi una settimana; posso solo permettermi di lavarla la sera e sterilizzarla per poi riutilizzarla, con l’ansia che perda la sua efficacia.

Vi prego di non prendere la situazione sotto gamba. So che il clima è pesante anche da voi ma vi supplico, cercate di non arrivare al collasso come siamo arrivati noi. State chiusi in casa ed uscite solo ed esclusivamente per necessità urgenti come fare la spesa o andare in farmacia.

Ci sentiamo di raccomandare, ancora un volta e per rafforzare la testimonianza di Valeria, l’importanza dello stare a casa. Andrà tutto bene se faremo in modo che sia così, altrimenti…

Riflettiamo.

Grazie Valeria per quello che state facendo. I nostri eroi, oggi, hanno camice e mascherina.