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ACCADDE OGGI | Vespri: quel ”Lunedì dell’angelo” in cui la Sicilia scacciò la Francia

Il 30 marzo 1282, in Sicilia, esplode una grande rivolta, nota come “Guerra dei Vespri Siciliani”, ribellione scoppiata a Palermo, all’ora dei vespri del Lunedì dell’Angelo, con l’obiettivo di rimuovere le truppe francesi dal territorio siciliano.

 

Contesto storico

Dopo la morte di Federico II, avvenuta nel 1250, il comando del regno di Sicilia passa al figlio illegittimo, Manfredi di Svevia.

Federico II aveva la fama di essere un Anticristo, uno strumento nelle mani di Satana contro il papato. Per questo era stato scomunicato dal Papa, così da non riuscire a sottomettere in maniera definitiva i comuni italiani. Temendo che il figlio potesse avere inclinazioni simili a quelle del padre, il papa chiese aiuto alla Francia, per fronteggiare questo nuovo dominatore, e chiamò Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia, che nel 1266 sconfigge Manfredi a Benevento e ottiene il suo regno.

“Ritratto di Carlo I d’Angiò” (Pinacoteca della reggia di Versailles, 1845)
Scoppio della rivolta dei Vespri

La rivolta ha inizio a Palermo la sera del 30 marzo 1282. Poiché era il lunedì successivo alla Pasqua, numerosi fedeli si erano recati presso la chiesa dello Spirito Santo per recitare la preghiera serale, cioè la preghiera dei vespri.

I francesi erano a conoscenza del rancore dei nobili siculi nei loro confronti e temevano una rivolta. Per questo motivo, durante quella circostanza religiosa, decisero di perquisire tutti i presenti, temendo che sotto le vesti qualcuno potesse nascondere delle armi. Questo controllo venne fatto soprattutto alle donne, azione che fece adirare maggiormente il popolo siciliano.

Nei pressi del sagrato della chiesa, un soldato francese, con il pretesto di perquisirla, inizia a importunare una donna e il marito, di fronte a tanta violenza, reagisce uccidendolo.

Scoppia così un tumulto generale che si diffonde in tutta la città, e poi nell’intera penisola, contro le truppe francesi: la rivolta dei Vespri Siciliani.

 

Chiesa del Santo Spirito
L’Antudo, il simbolo dei Vespri

Noto simbolo della rivolta dei Vespri Siciliani fu il termine Antudo, acronimo di animus tuus dominus (il coraggio è il tuo signore).

Si trattava di una parola d’ordine usata dagli organizzatori della rivolta come segno di riconoscimento tra gli alleati, nella paura che i francesi potessero camuffarsi tra il popolo siciliano, evitando così l’espulsione.

il 3 aprile 1282 viene adottata la bandiera giallo-rossa, con al centro la Triscele (unione di tre spirali in un punto centrale), che diventa il vessillo della Sicilia. 

 Si decise, inoltre, di inserire nel vessillo il noto acronimo che aveva accompagnato la rivolta dei Vespri, per celebrare l’impegno e il valore del popolo siciliano.

Il Vessillo della Sicilia
Gli sviluppi e la fine della rivolta

L’idea con cui era nata la rivolta era quella di liberare il popolo siciliano dalle oppressioni francesi e istituire uno stato Siciliano autonomo, con delle basi repubblicane.

Nel corso della lotta, però, i siciliani furono costretti, per fronteggiare l’alleanza tra il papato e la Francia, a chiedere aiuto al re d’Aragona, Pietro III, che aspirava ad acquisire più spazio nello scenario politico ed economico mediterraneo.

La guerra continuò fino al 1302, anno in cui venne firmata la pace di Caltabellotta, con la liberazione del regno di Sicilia dall’oppressione francese e l’affermazione, invece, del dominio spagnolo.

Il 4 settembre 1302, Pietro III d’Aragona viene incoronato re della Sicilia.

Era ormai tramontata la possibilità per l’Italia di trasformarsi in una monarchia nazionale, simile al regno di Francia e a quello dell’Inghilterra.

Ritratto di Pietro III d’Aragona