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Un milione di visite nell’ultimo anno: ArcheoMe ringrazia il suo pubblico con la nascita della tessera SUPPORTER

Amici della community, colleghi e appassionati, vi ringraziamo calorosamente per tutto il tempo trascorso sulla nostra pagina. Il nostro lavoro è cominciato, lentamente e con i mezzi a nostra disposizione, nel lontano 2018. Da allora abbiamo realizzato un giornale, una rivista e decine di eventi con scuole, università, ma anche conferenze, convegni, mostre, laboratori, percorsi turistici, progettazione e supporto alle istituzioni. Nonostante la pandemia da COVID-19, che ha fortemente compromesso il regolare svolgimento della vita di tutti i giorni, non ci siamo persi d’animo e abbiamo realizzato la nostra ambiziosa rivista di divulgazione, prima in digitale e poi in cartaceo. Ma il nostro lavoro principale è stato svolto sui social e attraverso il nostro sito di riferimento, nel quale siamo più che lieti (quasi sbigottiti) di annunciarvi che è stato superato il milione di visite!

Questo traguardo è stato raggiunto grazie a tutti voi, gentilissimi lettori che con grande curiosità accogliete il nostro lavoro, donandoci un’energia e un entusiasmo incredibili. E per ringraziarvi della vostra fedeltà, la Redazione ha pensato un modo per far partecipare e coinvolgere più persone possibili nel progetto ArcheoMe. Perchè? Vi starete chiedendo.

Perché ArcheoMe è un progetto di Archeologia Pubblica, dunque  è pensato proprio per far sinergia con il pubblico, coinvolgere addetti e non addetti ai lavori, trasmettendo informazioni e facendo rete, anche con le istituzioni. ArcheoMe non potrebbe esistere senza Voi e, proprio per questi motivi, ha creato la Tessera SUPPORTER.

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Le statistiche aggiornate del sito archeome.it: in alto a sinistra le visite totali dell’ultimo anno
Nasce la Tessera SUPPORTER – Come funziona e che cosa offre

La Tessera offre una scontistica del 10% su tutte le iniziative del nostro gruppo, dalla rivista ai percorsi turistici, passando per i prodotti dello shop che proprio adesso è in allestimento. Sono state previste, inoltre, partnership con aziende, alcune delle quali già in trattativa (vi aggiorneremo quanto prima). A breve sarà dunque possibile avere, grazie alla tessera, ulteriori scontistiche sui prodotti oggetto dell’accordo.

La tessera da il diritto alla pubblicazione sulla nostra rivista e alla creazione di un profilo personale WordPress sul nostro sito www.archeome.it, in modo da poter pubblicare, previa revisione del comitato di redazione/scientifico, i contributi che volete sottoporre all’attenzione del nostro pubblico.

Come sottoscrivere la tessera – Canoni e durata

Sottoscrivere la tessera è molto semplice: basta contattarci sulle nostre pagine di riferimento o all’indirizzo redazione@archeome.it e compilare il modulo che vi invieremo.

È previsto un modestissimo contributo di €20. La tessera avrà validità annuale e scadrà il 31/12 di ogni anno. Sarà rinnovata tacitamente per l’anno successivo ma, per recedere, basterà inoltrare una PEC all’indirizzo archeome@pec.it 30 giorni prima del rinnovo automatico (entro e non oltre il 30 novembre di ogni anno).

Il retro della tessera SUPPORTER

Un piccolo contributo per far parte del nostro progetto e consertirci di affrontare le tante spese che il nostro lavoro ci impone.
Grazie a tutti gli amici che ci sosterranno, approfittando delle nostre offerte 🙏🏻❤️

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NEWS | Rivista fruibile in Biblioteca: ArcheoMe in accordo con Studenti e DiCAM (UNIME)

Donata oggi, 23 marzo 2021, la rivista di ArcheoMe al DiCAM (Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne) dell’Università di Messina. Alle 11:30 il Direttore editoriale di ArcheoMe, il Dott. Francesco Tirrito, e una rappresentanza degli studenti hanno incontrato il Direttore del Dipartimento, il Prof. Giuseppe Giordano. In quest’occasione, dunque, è stato donato il numero di febbraio della rivista al DiCAM.

Dopo l’esperienza in digitale dell’anno appena concluso, la nostra redazione ha prodotto quest’anno una rivista cartacea di divulgazione culturale che, a cadenza bimestrale, tratterà diversi temi: dall’archeologia all’arte, passando per teatro, musica e società… insomma cultura a 360 gradi. Il Prof. Giordano ha preso in consegna la rivista che, nei prossimi giorni, sarà catalogata presso la Biblioteca del DiCAM e fruibile a chiunque volesse approfondire.

Nelle prossime uscite sarà previsto anche uno spazio curato direttamente dagli studenti, con contenuti in esclusiva, bandi e info sulla carriera universitaria e possibili sbocchi lavorativi.

Clicca qui per contattarci per acquistare la rivista.

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Il Dott. Francesco Tirrito consegna la rivista al Prof. Giuseppe Giordano
Il Dott. Francesco Tirrito con una rappresentanza degli studenti del DiCAM
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NEWS | La recensione della rivista ArcheoMe a cura di una nostra lettrice

Recensione a cura di Chiara Torrisi – @storiatralepagine.

Com’è fatta una rivista culturale? Diamo un’occhiata alla rivista di archeologia ArcheoMe.
Prima però, due parole su di loro: chi lavora dietro @archeo_me? Sono giovani professionisti dei beni culturali che si occupano di divulgazione attraverso il sito, la rivista e i social. Chi sceglie un percorso di studi come quello dei beni culturali affronta grosse difficoltà nel mondo del lavoro e sa di non poter aspettare che un’occupazione gli piova addosso dal cielo.
I ragazzi di ArcheoMe si sono dati da fare per costruirsi uno spazio in questo settore. Hanno portato le loro conoscenze nella comunicazione e sono approdati nel digitale con sito e rivista, a cui oggi si affianca quella cartacea.

La rivista

La prima cosa che salta all’occhio è la grafica. Semplice, pulita, non ci sono lunghi blocchi di testo che creano affanno a chi legge e il carattere grande unito ai margini ampi rende scorrevole la lettura degli articoli.
Le immagini sono tante e di grande dimensione, da apprezzare particolarmente pensando a quanto le immagini a colori facciano lievitare i costi della stampa. Sono però fondamentali in una rivista di archeologia.
ArcheoMe ha scelto di non risparmiare su questo aspetto. La divulgazione deve essere accattivante e fruibile da più persone possibile, ma deve anche garantire una certa scientificità. Mi ha colpito trovare negli articoli i riferimenti bibliografici da cui hanno tratto le informazioni: è una pratica ottima che si vede di rado nelle opere di divulgazione. Le citazioni non appesantiscono la lettura perché è presente solo nome dell’autore e data dalla pubblicazione, tutto tra parentesi. La bibliografia completa di trova alla fine della rivista.

Il linguaggio

Semplice e efficace. Sembra scontato, ma non lo è affatto. A volte la divulgazione usa termini tecnici incomprensibili ai non addetti ai lavori e lo stesso giornalismo troppo spesso si serve di frasi fatte. Per esempio riguardo alla scoperta del thermopolium di Pompei non c’è stato giornale che non abbia tirato in ballo lo street food e il fast food, per sbrigare in due parole la spiegazione. Qui invece si evitano parole trite e similitudini incongruenti nate per pigrizia.

I contenuti 

C’è una buona varietà di contenuti: articoli di approfondimento, storie, anche la recensione del romanzo di un archeologo. Una delle sezioni più belle è quella sulle notizie di scoperte e novità dal mondo dell’archeologia, il punto di forza di ArcheoMe che sul suo sito pubblica quotidianamente rassegne di notizie. In conclusione: approvato! Auguro ai ragazzi di ArcheoMe di continuare così e di avere sempre più soddisfazioni. Agli appassionati di archeologia consiglio invece di comprare un numero della rivista per dare un’occhiata di persona e sostenere il lavoro di giovani che non si sono rassegnati di fronte al quadro a volte desolante del settore dei beni culturali e si impegnano per migliorarlo, a partire da una comunicazione di qualità.

Grazie da parte di tutta la Redazione per le splendide parole, linfa vitale per il prosieguo della nostra avventura!

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NEWS | La rivista del CNR “Archeologia e Calcolatori” aderisce al portale OpenAIRE

La rivista internazionale open access Archeologia e Calcolatori”, fondata nel 1990 dal CNR ISPC, aderisce all’Open Access Infrastructure for Research in Europe. Per fare ciò, sta fornendo al portale OpenAIRE le oltre mille risorse raccolte in trent’anni di attività.

“Archeologia e Calcolatori” (Journal of Archaeological Computing) è una rivista dedicata agli aspetti teorici e metodologici dell’archeologia informatica. Fin dal 2005 ha avviato un percorso con Open Archives Initiative, finalizzato alla promozione e alla diffusione delle politiche per l’accesso ai risultati della ricerca scientifica.

Inoltre, il portale OpenAIRE fornisce la possibilità di consultare, in formato pdf, tutti i testi integrali delle pubblicazioni presenti in archivio. 

 

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DIETRO AL FASCISMO | La Difesa della Razza, uno strumento di propaganda

La Rivista Interlandiana

La Difesa della Razza era una rivista quindicinale, pubblicata il 6 agosto 1938 e diretta da Telesio Interlandi. Uomo da sempre aderente alle posizioni estreme del fascismo, era considerato il giornalista di fiducia del Duce, ricordato per la sua ferocia nelle campagne antisemite e razziste. La copertina del primo numero riportava la data del giorno precedente, il 5 agosto 1938. In quel giorno, il Ministro dell’Educazione Nazionale, Giuseppe Bottai, emetteva quattro circolari riguardanti la diffusione della rivista, indirizzate ai rettori e ai direttori degli Istituti superiori, ai presidenti degli Istituti d’arte, al presidente della Giunta centrale per gli studi storici e ai presidenti delle accademie e delle associazioni culturali. L’8 agosto, la Commissione ministeriale per gli acquisti delle pubblicazioni varava l’acquisto e la distribuzione di mille copie.

copertina
Copertina de La Difesa della Razza

I sostenitori della Rivista

La rivista non era solo sostenuta da Bottai ma anche da Dino Alfieri, Ministro della Cultura popolare e da Achille Starace, Segretario del Partito Nazionale Fascista. La rivista era rivolta ai ceti medi ed era stata pensata come vetrina del razzismo italiano, che avrebbe dovuto propagandare la superiorità della razza italiana in un momento focale della storia del fascismo, considerato che il 14 luglio 1938 era stato pubblicato il Manifesto degli scienziati razzisti.

La sede della redazione

Inizialmente la redazione della rivista era situata in Largo Cavalleggeri a Roma, per poi trovare, nel novembre del 1938, la sua sede definitiva a Palazzo Wedekind in Piazza Colonna. Questa sede era un punto importante, poiché crocevia di diversi simbolismi. Si ritrovava nel cuore della Roma degli Antonini e nei pressi della colonna di Marco Aurelio. Inoltre, le colonne del porticato provenivano dagli scavi archeologici di Veio. Da ciò, risulta ben chiaro come già la sola sede evocasse gli antichi fasti della romanità.

La prestigiosa sede della Rivista

Una grafica d’avanguardia

La rivista aveva una grafica curata e d’avanguardia, con una tiratura iniziale di circa 150.000 copie, distribuite nella quasi totalità dei casi a titolo gratuito con un prezzo di copertina basso, di appena una lira. Fondamentale risultava essere l’organicità della rivista, nel quadro della campagna razziale messa in atto dal fascismo. Ben presto però, il costo alto della tiratura, il basso prezzo di vendita e la prestigiosa sede porteranno i costi di produzione alle stelle, producendo saldi passivi coperti dal Ministero della Cultura Popolare. Nel secondo semestre del 1940 la tiratura si ridusse, attestandosi a circa 20.000 copie, ma il saldo passivo continuava ad essere alto. Così, a partire dal 1º dicembre 1940, Mussolini incaricava il ministero di ridurre le spese e, con i nuovi accordi, la gestione della rivista veniva direttamente assunta dall’Istituto di arti grafiche Tumminelli e il numero delle pagine veniva ridotto.

Alcune copertine de La Difesa della Razza

Lo strumento del regime

La Difesa della Razza rimase in vita durante gli anni della guerra, rappresentando un ausilio importante e strategico per la propaganda di regime. Cessò le pubblicazioni con la caduta del fascismo nel giugno-luglio del 1943. I membri più importanti del comitato di redazione furono Guido Landra, Lidio Cipriani, Lino Businco, Leone Franzì e Marcello Ricci, che esaltavano lo stretto legame esistente tra la genesi della rivista e le vicende del Manifesto della Razza del 14 luglio 1938.

Il Manifesto della Razza, 14 luglio 1938

Scienza, Documentazione e Politica

La Difesa della Razza era caratterizzata dall’uso spregiudicato delle immagini, rivolte sempre a contrapporre la razza ariana a quelle “imbastardite”. Si articolava in tre sezioni, di cui la prima incentrata sulla Scienza: «Dimostreremo che la scienza è con noi; perché noi siamo con la vita e la scienza non è che la sistemazione di concetti e di nozioni nascenti dal perenne fluire della vita dell’uomo». Alla Scienza seguiva la Documentazione, tesa a dimostrare «quali sono le forze che si oppongono all’affermazione d’un razzismo italiano, perché si oppongono, da chi sono mosse, che cosa valgono, come possono esser distrutte e come saranno distrutte». Infine, la Polemica, ovvero la battaglia «contro le menzogne, le insinuazioni, le deformazioni, le falsità, le stupidità che accompagneranno questa affermazione fascista dell’orgoglio razziale».

Per Interlandi la polemica sarà il “sale nel pane della scienza, quindicinalmente spezzato”.

 

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NEWS | Dialogo tra Archeologia, Scienze e Sperimentazione: la grande novità italiana

Nasce “Archeologie Sperimentali”, la prima rivista scientifica internazionale di Archeologia Sperimentale, edita dall’Università degli Studi di Torino e con cadenza annuale.

Oltre al grande merito di divulgare, la Rivista si pone l’obiettivo di creare costante dialogo tra fonti di natura diversa, far interagire, tramite discussioni e confronti, e potenziare il dibattito metodologico con la diffusione di strumenti tecnologico-sperimentali: punto di forza di tale settore.

L’Archeologia Sperimentale nella ricerca italiana

Il primo numero della Rivista si presenta con un breve resoconto dello stato dell’arte dell’Archeologia Sperimentale sul territorio italiano: parliamo di stasi o di leggero, ma graduale avanzamento?

Prosegue aprendo un dibattito metodologico: sulla base della situazione del Paese è bene mettere in luce non soltanto le potenzialità, ma anche le problematiche e i limiti dell’utilizzo di strumenti sperimentali. Infine, è possibile prendere cognizione di causa attraverso la presentazione di alcuni casi studio, prodotti di esperienze che in anni e anni hanno dato grandi e dimostrabili risultati: in particolare, questo primo numero tratta di ricerca e attività sperimentale sulla lavorazione della pietra verde nella Preistoria; il tutto arricchito da un puntuale e preciso corredo fotografico.

Call for papers: garantito il dialogo internazionale tra gli studiosi

Tutti gli studiosi del settore potranno dare il loro contributo alla ricerca, concetto ribadito più volte dal comitato redazionale perché estremamente fondamentale.

È possibile pubblicare sia in inglese che in italiano, con l’obbligo di inserire un riassunto nella lingua non utilizzata nel contributo, il tutto sarà poi valutato da un comitato scientifico specializzato. Nella piattaforma informatica verrano inoltre inseriti contenuti multimediali allegati ai contributi: video, fotografie, aggiornamenti delle ricerche, nuovi scavi e laboratori e fasi di protocollo sperimentale.

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Rivista ArcheoMe – Anno I n. 5 – Agosto 2020

Ecco il quinto numero della nostra rivista archeologica! 

Il momento più bello e spensierato dell’anno, Agosto, dal nome dell’imperatore Augusto, non poteva che coincidere con il tema “Mare Nostrum”. Il nostro mare, così caro ai Romani e ai Greci, teatro di battaglie e spedizioni, di scoperte e conquiste, analizzato in questo numero da diversi punti di vista.

Buona lettura e buona Estate 2020!

Se ti fossi perso il numero precedente clicca qui.