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Approfondimento

NEWS | Le ricerche italiane sul Vicino Oriente Antico: un resoconto del convegno di Lipsia

Si è da poco concluso l’11° Colloquium Internazionale del Deutsche Orient-Gesellschaft, tenutosi nella città tedesca di Lipsia (16-19/06/22). Si tratta di un importante appuntamento accademico dedicato allo studio dell’ambiente in cui si svilupparono le società del Vicino Oriente Antico.

Il Vicino Oriente Antico in Europa

Per certi versi, si potrebbe pensare che tale evento riguardi solo da lontano il mondo italiano. Invece, l’interesse nostrano per l’area vicino orientale e la sua forte presenza in ambito internazionale sono una realtà ben affermata, seppur non se ne parli molto.

Parlare di “ricerca” è abbastanza semplice. Eppure, “cosa sia la ricerca” è spesso un mistero. Soprattutto in relazione al campo storico, filologico, archeologico. In effetti, la specializzazione degli studi ha raggiunto una tale profondità da non poter più essere compresa dal cittadino comune, se non per mezzo di un intermediario: il divulgatore scientifico, nei limiti delle sue possibilità. Gli argomenti presentati in occasione dell’11° Colloquium a Lipsia sono, in effetti, molto complessi, seppur assolutamente affascinanti. In relazione all’ambiente, si è parlato del ruolo degli animali in Mesopotamia negli incantesimi, divinazione o addirittura nelle favole. Si è parlato di piante e del loro utilizzo, diffusione, simbolismo. È stato poi analizzato il territorio, in relazione al suo sfruttamento, o alla gestione delle acque. Si è persino parlato di come il meteo influisse sulla vita quotidiana delle persone, o di come queste percepissero la primavera 5 millenni fa.

Locandina dell’evento promosso dall’Istituto di Oriente Antico dell’Università di Lipsia
Il Vicino Oriente Antico e gli studiosi italiani

Nei quattro giorni in cui si è svolto il convegno, un mondo antico, per certi versi perduto, è rinato attraverso le ricche esposizioni dei relatori invitati a parlare. Tra questi figuravano anche accademici di origine italiana. In ordine di programma ecco gli argomenti trattati. La Dott.sa Nicla De Zorzi, professoressa presso il dipartimento di Studi Orientali dell’Università di Vienna, ha proposto un intervento sulla figura degli animali nella Divinazione in Mesopotamia. Il Dr. Carlo Corti, ricercatore presso il dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Torino, ha presentato un intervento sulla viticoltura presso il popolo degli Ittiti. Il Dr. Edoardo Zanetti, ricercatore indipendente, ha parlato di ingegneria idraulica nel III mil. a.C., e di ricostruzione del paesaggio sumerico. Infine, il Dr. Tommaso Scarpelli, dottorando presso l’Istituto di Oriente Antico presso l’Università di Lipsia, ha condiviso i suoi dati relativi all’impatto meteorologico sui viaggi in Mesopotamia.

La sede dell’Istituto di Oriente Antico dell’Università di Lipsia 

 

Il piacere di confrontarsi, il piacere di ritrovarsi

L’evento tenutosi nella storica Biblioteca Albertina, ha richiamato a Lipsia ricercatori provenienti da tutto il mondo, Italia compresa. Non certo una sorpresa, sono moltissimi i colleghi italiani perfettamente inseriti nel contesto internazionale. In ogni caso, una precisazione è dovuta: accademicamente il panorama nostrano è composto tanto da studiosi che operano sul territorio nazionale, quanto da personalità che invece proseguono le proprie carriere all’estero. Gli appuntamenti internazionali, dunque, non solo costituiscono una grande momento di confronto e dibattito, ma offrono soprattutto una preziosa occasione di riavvicinamento tra colleghi connazionali così distanti l’un dall’altro. Da un punto di vista personale, quei sorrisi, quegli abbracci, quegli “A presto!”, scambiati tra una presentazione e l’altra sono uno dei fuochi che alimentano la ricerca stessa, lo stimolo per affrontar le difficoltà, il sostegno per non abbandonare i propri progetti. Una bellezza da difendere nonostante la crisi che colpisce anche il mondo accademico, soprattutto italiano.

Facciata della Biblioteca Albertina
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NEWS | L’intesa tra le quattro università siciliane, nasce il Polo per la ricerca e l’innovazione

La piena intesa c’è: «Un Polo per la ricerca e l’innovazione con le università siciliane per poter utilizzare al meglio le risorse comunitarie e offrire nuove opportunità di lavoro ai neolaureati».

Ad annunciarlo è il presidente della Regione Nello Musumeci, che nel pomeriggio ha incontrato a Palazzo Orléans i rettori dei quattro Atenei dell’Isola: Palermo (Massimo Midiri), Catania (Francesco Priolo), Messina (Salvatore Cuzzocrea) ed Enna (Giovanni Puglisi), con i quali è stato sottoscritto un apposito protocollo d’intesa. All’incontro erano presenti anche gli assessori regionali all’Istruzione, Roberto Lagalla, alle Attività produttive, Mimmo Turano, e all’Energia, Daniela Baglieri.

università siciliana
L’incontro tra i rettori dei quattro atenei siciliani 
Regione e università siciliane: tra sfide vecchie e nuove

«Un momento di confronto – evidenzia Musumeci – per definire un percorso comune, alla luce soprattutto della molteplicità di risorse che saranno disponibili a breve per l’Isola. Regione e Atenei, infatti, siamo chiamati ad affrontare insieme, nei prossimi mesi, sfide vecchie e nuove: dall’energia rinnovabile alla sismicità, dalla desertificazione al cambiamento climatico, dal digitale all’idrogeno, solo per fare alcuni esempi. Ecco perché con i quattro rettori firmiamo un Protocollo d’intesa per la creazione di un Tavolo partenariale da attivare fin da subito. Servirà ad una strategia comune per le procedure di candidatura nell’ambito delle risorse del Pnrr e per ogni altro settore di intervento in seno al nuovo ciclo di programmazione dei Fondi delle politiche di coesione».

Il Coordinamento della Ricerca in Sicilia

Il “Coordinamento della ricerca in Sicilia”, così come verrà chiamato, intende promuovere «una forma di collaborazione stabile e organizzata fra i diversi attori della ricerca e innovazione operanti in Sicilia». Si punta insomma alla «costituzione di un coeso e armonico sistema regionale della ricerca e dell’innovazione, attraverso la creazione di alleanze e la definizione di rapporti di collaborazione e cooperazione interregionali, nazionali e internazionali a supporto delle progettualità delle università siciliane».

Gli ambiti interessati dall’accordo

Gli ambiti interessati dall’accordo riguardano, tra gli altri: la doppia transizione green & digital; la valorizzazione delle tecnologie chiave abilitanti (Kets); la collaborazione su progetti di produzione di idrogeno low-carbon, la diffusione dell’idrogeno pulito negli usi industriali; la promozione di iniziative e progetti di ricerca e sviluppo per accelerare la transizione verso forme di produzione a minore impatto energetico e ambientale; l’attivazione di interventi di ricerca di base e applicata nei settori propri delle aree di sviluppo strategico della Regione (agroalimentare, digitale, scienza della vita, beni culturali, energia, turismo, economia del mare, etc.)

.università siciliane

La costituzione di un’Agenzia regionale della ricerca

Da tutti i rettori è stata condivisa la proposta del governo regionale di avviare l’iter per la costituzione di un’Agenzia regionale della ricerca. «In questi quattro anni la politica della Regione verso le Università è stata costante e molto attenta – ha sottolineato il presidente della Conferenza dei rettori delle Università siciliane, Giovanni Puglisi – Concordo con l’importanza di un’Agenzia regionale che parta dagli Atenei e raccolga tutti gli enti pubblici e privati che si occupano di ricerca. Il sistema universitario è pronto a fare la sua parte».

Fondamentale la necessità di fare sistema per utilizzare al meglio le risorse messe in campo dal Pnrr. «È un’occasione unica per ridurre il gap infrastrutturale che ancora esiste tra Nord e Sud» ha osservato Priolo. «Questo protocollo d’intesa è un atto di riconoscimento del ruolo svolto dalle Università siciliane nel campo dell’innovazione e della ricerca» ha aggiunto Cuzzocrea. Per Midiri «le risorse ci sono, bisogna saperle spendere bene. Noi dobbiamo investire per fare in modo che l’Università sia l’anticamera del lavoro per i nostri studenti».

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NEWS | Bright-Night 2021: le iniziative del Museo Galileo di Firenze

Il Museo Galileo di Firenze aderisce, con due iniziative, all’edizione 2021 di Bright-Night, progetto per l’autonomia dei giovani sostenuto dalla Regione Toscana in occasione della Notte delle Ricercatrici e dei Ricercatori, promossa dalla Commissione Europea.

Locandina evento

In data 25 settembre 2021, infatti, il museo fiorentino presenta due iniziative per coinvolgere i visitatori in maniera più attiva, a cui sarà possibile partecipare gratuitamente ma con obbligo di prenotazione. Il museo, a causa delle restrizioni dovute al Covid-19, ha programmato entrambe le iniziative su due turni disponibili.

  • 25 settembre, ore 11.00 e ore 12.00
    Il mappamondo di Fra Mauro
    Qual era l’immagine del mondo a metà del XV secolo? Lo potremo scoprire con Filippo Camerota, Vice Direttore del Museo Galileo, che illustrerà il monumentale mappamondo realizzato intorno al 1450 dal frate camaldolese Fra Mauro
  • 25 settembre, ore 16.00 e ore 17.00
    I primi telescopi e la riscoperta del cosmo

    Un viaggio in compagnia del curatore Giorgio Strano sulle tracce dei primi strumenti che hanno permesso di esplorare il cielo: grazie a lenti sempre più perfezionate, gli astri conosciuti svelarono fisionomie inattese e nuovi astri si aggiunsero a quelli del vecchio cosmo tolemaico

Sarà dunque possibile partecipare previa prenotazione al numero di telefono 055 265311.

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NEWS | Elefante africano, al Museo di Zoologia dell’UNICT c’è l’antenato del “Liotru”

Tra la tigre, la zebra e il leone spicca proprio lui: l’Elefante africano. E non poteva essere altrimenti. È il simbolo di una città, “u Liotru” è per i catanesi un “marchio” a cui hanno affidato la protezione contro le eruzioni dell’Etna. E, ovviamente, da protagonista indiscusso, non può che fare bella mostra di sé al centro del salone grande del rinnovato Museo di Zoologia e Casa delle Farfalle dell’Università di Catania che ha riaperto i battenti.

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L’Elefante africano al Museo di Zoologia dell’Università di Catania

Ad accogliere i visitatori al Museo è, ovviamente, il padrone di casa, eletto “simbolo” di MuZoo: l’Elefante africano, arrivato nel giardino della villa Bellini a Catania nel lontano 1889, un “regalo” dell’imperatore d’Etiopia Menelik II al re d’Italia Umberto I a seguito della firma del trattato di Uccialli. Una volta imbalsamato è stato donato al Museo di Zoologia e, nel corso della cerimonia di riapertura, ha affascinato i primi visitatori.

I primi visitatori del Museo di Zoologia dell’Università di Catania
Orgogliosi i responsabili del Museo

«Un progetto che parte da lontano con il pieno contributo dell’Ateneo per offrire alla società civile un’altra struttura museale di prestigio e con una concezione moderna», ha spiegato il rettore Francesco Priolo. «Ancora una volta ci apriamo ai cittadini con una proiezione sul futuro di questo territorio».

«Oggi abbiamo restituito a tutti un museo open, grazie anche al prezioso contributo di studenti e dottorandi. In tempi brevi sarà ulteriormente implementato con una sezione dedicata alle specie aliene». Così ha spiegato il responsabile scientifico della struttura, Giorgio Sabella, alla presenza del responsabile delle attività didattiche e divulgative della struttura museale, Fabio Viglianisi.

I responsabili del Museo alla cerimonia d’inaugurazione
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NEWS | “Archeologia a Incoronata (MT)”, l’appuntamento con SSBA e Museo Nazionale di Matera

Giovedì 20 maggio 2021 dalle ore 17:30 ci sarà un altro appuntamento del ciclo di Conferenze su “L’eredità della Scuola di Specializzazione in beni Archeologici di Matera nelle Università italiane e straniere”, organizzato dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università della Basilicata in collaborazione con il Museo Nazionale di Matera. L’incontro avrà come titolo: “Archeologia a Incoronata (Pisticci, MT). Contesti e materiali alla luce delle recenti scoperte”

Come partecipare

Partecipare è semplice! Tutti coloro che possiedono un account dell’Università della Basilicata (studenti, specializzandi, dottorandi, assegnisti ecc.) potranno accedere con il codice pf26mxu alla Classroom dedicata. Gli esterni dovranno inviare per tempo la richiesta di partecipazione a questo indirizzo mail.

Matera

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NEWS | Uno studio prova la coesistenza di uomo e bertuccia 700mila anni fa

Un nuovo studio internazionale ha visto la partecipazione del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza – Università di Roma; la ricerca ha documentato per la prima volta la coesistenza di uomini e bertucce su un sito archeo-paleontologico. I risultati del lavoro, pubblicati su Journal of Human Evolution, forniscono ulteriori dati sulla paleoecologia del primate. Il primate era diffuso in Nord Africa e a Gibilterra, nel Pleistocene occupava gran parte del territorio europeo.

Il sito di Notarchirico, nei pressi di Venosa (Basilicata), è noto agli esperti fin dagli ’50 del Novecento; grazie ai numerosi ritrovamenti archeologici e paleontologici frutto di ricerche condotte da diversi gruppi di studio. Dal 2016 le campagne di scavi sono condotte da un team di ricerca internazionale guidato da Marie-Hélène Moncel del Département Homme et Environnement del Museo nazionale di Storia Naturale di Parigi; vede inoltre la collaborazione di studiosi della Sapienza e dell’Università di Bologna.

Un’antichissima stratigrafia

Le ricerche più recenti hanno permesso di approfondire le conoscenze sui manufatti litici acheuleani e sui fossili di vertebrati; erano inseriti all’interno di una lunga sequenza stratigrafica e datati tra 695 e 670 mila anni fa. Ciò dimostra come in questo territorio, caratterizzato da clima caldo, spazi aperti e specchi d’acqua, fossero diffusi grandi mammiferi: elefanti, ippopotami, bisonti e cervidi.

Oggi il nuovo studio si inserisce in questo filone di ricerca, documentando quindi per la prima volta la coesistenza tra gli esseri umani e Macaca sylvanus, comunemente conosciuti come bertuccia.

“La presenza della bertuccia, documentata per la prima volta a Notarchirico – spiega Raffaele Sardella – aggiunge importanti informazioni paleoambientali e paleoecologiche. Questo primate, oggi diffuso in Nord Africa e reintrodotta a Gibilterra, nel Pleistocene occupava gran parte del territorio europeo”. “La coesistenza tra la bertuccia e gli esseri umani – aggiunge Beniamino Mecozzi – è documentata in pochissime località europee e pone interessanti interrogativi sulle interazioni tra Homo e Macaca quasi 700 mila anni fa”.

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Studi sulla stratigrafia e i reperti di Notarchirico (Basilicata)
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NEWS | Tornano alla luce tre urne cinerarie a Vulci (VT)

Gli archeologi in questi giorni hanno riportato alla luce oggetti che aggiungono un nuovo tassello relativo al primo insediamento del popolo etrusco. L’area interessata si trova a un centinaio di metri dall’ingresso al Parco archeologico e naturalistico di Vulci; si tratta della necropoli di Poggetto Mengarelli, dove gli studiosi hanno scavato negli ultimi anni oltre centocinquanta tombe. La terra ha restituito agli archeologi tre urne cinerarie in ceramica d’impasto di forma biconica, coperte da una ciotola e sigillate da una lastra di calcare; tutte rinvenute in tre sepolture a “pozzetto” nell’area di scavo.

Vulci
Le urne di Vulci (VT)

“Al momento possiamo dire che le due urne di dimensioni maggiori – spiega Carlo Casi, direttore scientifico di Fondazione Vulci – contenevano le ceneri di due adulti, forse un uomo e una donna; invece l’urna più piccola conservava quelle di un individuo di età tra i 9 e gli 11 anni. Non sono stati trovati oggetti di corredo: questo lascia presupporre un ruolo modesto dei nuclei familiari dei fondatori della prima Vulci. Le prossime indagini – conclude Casi – potranno confermare l’ipotesi”.

In programma a Vulci (VT) un’intensa attività di scavo in cui saranno coinvolte diverse istituti universitari, con l’obiettivo di ricostruire ulteriormente la storia, la cultura, la società e l’espansione dell’insediamento etrusco-romano in questa antica terra. Nella necropoli di Poggetto Mengarelli è in corso un intervento di valorizzazione che porterà i turisti a un viaggio nel tempo attraverso la realtà aumentata. Si tratta di un percorso fruibile anche ai diversamente abili e in cui si potranno avere tutte le informazioni riguardo al sito archeologico.

Carlo Casi, Direttore scientifico della missione di scavo a Vulci (VT)
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NEWS | Christian Greco sarà ospite a “I Dialoghi del MAUC”

Venerdì 5 marzo 2021, alle ore 17, in diretta sul canale YouTube del Museo di Archeologia dell’Università di Catania si svolgerà il quarto appuntamento con la rassegna “I dialoghi del MAUC”. Il terzo incontro, di cui è online anche il resoconto, si è svolto la scorsa settimana e ha avuto grande successo.

Il tema del quarto dei dialoghi verterà sull’importanza della digitalizzazione delle collezioni archeologiche; sarà fatto anche un focus sul lavoro di ricerca che in questi anni è stato svolto al Museo Egizio di Torino. Infatti, ospiti del nuovo appuntamento saranno il Direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, e la Professoressa di Egittologia dell’Università di Berkeley, Rita Lucarelli

dialoghi

 

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NEWS | La Sapienza supera Oxford, prima al mondo in Classics & Ancient History

Alla Sapienza – Università di Roma torna lo scettro per il settore Classics & Ancient History nel Ranking QS 2021. È la seconda volta che l’ateneo romano conquista tale posizione: primo in classifica già nel 2018; nel 2019 era andato giù di una sola posizione, secondo solo all’Università di Oxford.

Il QS Ranking by Subject 2021 è stato pubblicato nella tarda serata di ieri: La Sapienza è l’unica università italiana a vantare un primo posto assoluto a livello internazionale. L’Ateneo si colloca al 10° posto a livello internazionale con Archaeology (al primo posto in Italia); cresce poi nella macroarea Arts & Humanities, collocandosi al 65° posto (+16 posizioni rispetto al 2020).

Cos’è QS World University Rankings?

QS World University Rankings è una delle più note classifiche universitarie al mondo. Viene pubblicata annualmente e stilata sui settori disciplinari dei vari dipartimenti delle università mondiali. La Classifica si basa su quattro indicatori per ognuna delle discipline considerate:

  1. Academic Reputation, riguarda la reputazione accademica degli atenei a livello mondiale;
  2. Employer Reputation, sulla base delle valutazioni dei datori di lavoro sui laureati assunti;
  3. Citations per Paper, cioè l’impatto della ricerca scientifica riguardo la disciplina in un determinato ateneo;
  4. H-index, ovvero una valutazione complessiva dell’impatto scientifico e dei contributi alla ricerca.
I parametri valutati in QS Ranking by Subject per i primi tre atenei classificati

Ecco perché La Sapienza è un’eccellenza mondiale

Progetto Theatron, Polo Museale e Grandi Scavi

“Questo brillante risultato, frutto di impegno e di passione. Si inserisce nel solco della tradizione di eccellenza nel campo degli studi classici del nostro Ateneo; tanti sono i corsi di laurea interamente in inglese e gli spazi per studiare tra statue e fregi decorativi nel Museo di Arte classica. Ruolo essenziale anche quello del Progetto Theatron in cui gli studenti adattano e mettono in scena i testi greci e latini. Parliamo di un ambito disciplinare che è base valoriale fondante della nostra società e, come tale, va custodito e trasmesso alle nuove generazioni. Inoltre, offre strumenti di analisi e competenze trasversali, che fanno la differenza in un mercato del lavoro e in un contesto socio-culturale che si evolve con estrema rapidità”. Commenta così Antonella Polimeni, rettrice dell’ateneo romano.

Il Teatro antico anche a distanza

Il progetto Theatron. Teatro Antico alla Sapienza” è coordinato da Anna Maria Belardinelli, docente di Filologia classica dell’Ateneo. Dal 2010 Theatron produce traduzioni di testi teatrali antichi su cui si basano le relative rappresentazioni. Il Progetto si articola quindi in due laboratori paralleli: uno di traduzione, cui partecipano gli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Filologia, Letterature e Storia del Mondo Antico, e uno di messa in scena, cui partecipano gli studenti iscritti alle diverse Facoltà che animano La Sapienza. La traduzione, che si basa su un rigoroso lavoro di critica-testuale, di esegesi e di ricostruzione drammaturgica dell’opera in programma, è “messa alla prova” e trova conferma nel laboratorio teatrale vero e proprio.

Sapienza

Quest’anno la pandemia non ha fermato il Progetto: come le lezioni e tutte le altre attività, anche Theatron si è attivato a distanza! Oltre 30 collegamenti virtuali per lo studio del testo, 12 sessioni notturne per la registrazione, più di 35 partecipanti di cui una in Sud America, circa 60 ore di lavoro di post produzione multimediale, un’ora di spettacolo rappresentato su una piattaforma virtuale. Sono questi in numeri della tragedia “Agamennone”, lo spettacolo teatrale messo “in scena” quest’anno da Theatron.

Sapienza
Theatron a distanza durante l’a.a. 2019-2020
Il Museo dell’Arte classica: studiare tra le statue antiche

Il Museo occupa una superficie di oltre 3000 mq, con molte sale che accolgono gli oltre 1200 calchi in gesso di opere di scultura greca (originali e copie di età romana), esistenti in musei e collezioni di ogni parte del mondo. L’esposizione è organizzata in modo da illustrare agli studenti ed ai visitatori lo svolgimento storico della plastica greca. Gli studenti possono comodamente studiare nelle sale del Museo, le aule per seguire le lezioni di Archeologia e Storia Antica si trovano nella stessa sede.

Nota anche come “Museo dei Gessi”, la Gipsoteca della Sapienza fu fondata da Emanuel Löwy, Professore di Archeologia e Storia dell’Arte, che nel 1889-1890 si adoperò per creare una raccolta di calchi di sculture greche, originali e copie romane, sul modello delle gipsoteche europee. L’atrio di ingresso dal lato posteriore dell’edificio di Lettere e Filosofia accoglie il pubblico con il calco del colossale κοῦρος di Samo (570 a.C. ca.); le vetrine alle pareti contengono riproduzioni di statuette e altri materiali, dal periodo minoico e miceneo a quello greco classico ed ellenistico.

Grandi Scavi, studiare Archeologia nelle terre del mondo

I Grandi Scavi rappresentano da quarant’anni una delle più rilevanti prospettive di ricerca della Sapienza. Erano costituiti inizialmente da un numero limitato di ricerche di eccezionale importanza; nel tempo sono aumentati: oggi comprendono un elevato numero di missioni scientifiche (24) e coinvolgono numerosi docenti, ricercatori e studenti. Gli scavi coprono un ambito geografico molto esteso (Italia, Vicino e Medio Oriente, Africa orientale e sahariana) e interessano un arco cronologico amplissimo, dal Paleolitico al Medioevo, costituendo un patrimonio eccezionale di conoscenze che pone la Sapienza nella posizione di eccellenza nel campo dell’Archeologia

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NEWS | “Archeologhe della Sapienza”, il convegno in omaggio ad Antonia Ciasca

Giovedì 4 marzo 2021, alle ore 9:00, si terrà il convegno “Archeologhe della Sapienza. Antonia Ciasca a venti anni dalla scomparsa (2001-2021)”. L’iniziativa si svolge in occasione dei 20 anni dalla scomparsa dell’insigne archeologa della Sapienza; la Prof.ssa Ciasca è stata la prima docente al mondo di Archeologia fenicio-punica e Antichità puniche.

La Sapienza ricorderà inoltre le numerose figure di archeologhe che hanno condotto ricerche di primo piano in ogni ambito dell’Archeologia del Vicino e Medio Oriente e del Mediterraneo. Al saluto della rettrice Antonella Polimeni seguiranno gli interventi di Marcella Frangipane, Frances Pinnock, Marta D’Andrea, Paola Buzi; ma anche di Francesca Balossi, Maria Giulia Amadasi, Maria Pamela Toti, Federica Spagnoli, Gilda Bartoloni, Clementina Panella, Francesca Romana Stasolla, Eugenia Equini Schneider, Maria Vittoria Fontana. Serena Maria Cecchini concluderà l’incontro. Inoltre, per avere informazioni aggiuntive sui temi che verranno trattati, è possibile consultare il booklet del Convegno a questo link. Si riporta anche il link della conferenza che si svolgerà su Meet; sarà disponibile anche in diretta Facebook sulla pagina del Museo del Vicino Oriente, Egitto e Mediterraneo della Sapienza (MVOEM). Segue il programma.

Ciasca