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NEWS | Donne cacciatrici nella preistoria, uno studio lo dimostra

I resti di una donna trovati in un sito preistorico sulle Ande hanno dimostrato che anche le donne praticavano la caccia

Sin dai primi anni di scuola siamo abituati a sentirci dire che le comunità preistoriche si dividevano i compiti quotidiani a seconda del genere: i maschi, forti e robusti, erano dediti alla caccia, mentre le donne, fisiologicamente più deboli, alla raccolta di piante e frutti.

A rimescolare le carte in tavola e a confutare la tradizionale ricostruzione, a lungo ritenuta vera, è stato uno studio pubblicato sull’ultimo numero di Science Advances. Questa rivista è una costola dell’autorevole rivista scientifica Science, è open access e fruibile online. Lo studio si intitola Cacciatrici delle antiche Americhe e descrive il ritrovamento di una sepoltura di 9.000 anni fa. Il luogo del ritrovamento è Wilamaya Patjxa, un sito archeologico nel sud del Perù. 

La sepoltura della cacciatrice
sepoltura cacciatrice
La sepoltura di Wilamaya Patjxa, nel sud del Perù. Fonte: Science Advances/Randall Haas, University of California, Davis.

Nella sepoltura gli archeologi hanno trovato ossa umane. Queste, grazie alle analisi del laboratorio, sono state poi attribuite ad una donna. Dallo studio dei resti i ricercatori hanno, quindi, scoperto che la donna aveva un’età compresa tra i 17 e i 19 anni.

Nella sepoltura c’erano una ventina di punte di lancia, nonché altri strumenti in pietra per la caccia. Intorno ai resti della cacciatrice vi erano resti di un coltello e varie altre lame, strumenti usati per tagliare la carne e conciare la pelle degli animali. Alcuni di questi oggetti si trovavano vicini e ammassati accanto ad una delle gambe della donna: secondo gli archeologi, in origine avrebbero dovuto essere contenuti in un porta-oggetti di pelle, che con il tempo si è disintegrato.

Una vecchia ipotesi a lungo ritenuta infondata

Questo non è il primo studio relativo all’argomento. Nel 1966 a Chicago si tenne un importante convegno di antropologia: si intitolava “Man the Hunter”, cioè “L’uomo cacciatore”. Durante l’evento gli studiosi si convinsero che, tra i nostri antenati, le donne si dedicassero alla raccolta di frutti e piante commestibili, mentre gli uomini alla caccia. La caccia, inoltre, all’epoca venne enfatizzata come l’attività più importante, non solo per la sopravvivenza delle comunità, ma anche per lo sviluppo socio-culturale degli ominidi. Secondo i relatori del convegno, cacciando, gli uomini sarebbero stati spinti a cooperare e comunicare tra loro: si sarebbe sviluppato, dunque, il linguaggio e la tecnologia per costruire nuove armi più efficaci.

Oggi sappiamo, invece, che il merito del progresso del genere homo è dato dalla caccia, attività non solo propria dell’uomo, ma anche della donna: possiamo, dunque, confermare che entrambi i sessi sono stati equamente essenziali al progresso del genere umano.

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NEWS | Testato un metodo innovativo per la classificazione di frammenti di ceramica antica

Pubblicato un metodo che unisce analisi chimiche e mineralogiche per la classificazione dei reperti ceramici

Un team multidisciplinare dell’Università di Valencia (UV) e del Museo Archeologico di Sagunto ha utilizzato una nuova metodologia per conoscere l’origine di frammenti ceramici. I frammenti appartengono ad anfore provenienti dal Museo di Sagunto. Questo nuovo metodo unisce alle tecniche di riconoscimento classiche analisi chimiche e fisiche, facilitando la classificazione dei reperti archeologici. 

Gianni Gallello, ricercatore e coordinatore dell’unità di ricerca multidisciplinare ArchaeChemis, ritiene che questo studio stabilisca un efficace metodo di classificazione per i reperti che, attraverso il metodo classico, non sarebbero classificabili. 

 

La problematica classificazione dei frammenti
Un’immagine pubblicata all’interno dello studio (in: Applied Clay Science Volume 198, 105857). .

Come chiarisce lo studio pubblicato sulla rivista Applied Clay Science, oggetto dello studio sono stati venti frammenti di anfore romane provenienti da una collezione del Museo Archeologico di Sagunto (Spagna). Se queste appartengono a diverse tipologie conosciute, altri ventisette frammenti di anfora non sono classificati. La classificazione dei reperti ceramici, in particolare quelli anforacei, è essenziale per la ricerca archeologica: il riconoscimento morfologico dei vari tipi di anfore è lo strumento principale per conoscere la provenienza dei reperti anforacei e, di conseguenza, per ricostruire le varie rotte commerciali dell’antichità.

Il metodo innovativo

Lo studio è stato fatto tramite studi multidisciplinari basati su analisi mineralologiche e chimiche, quali spettroscopia a fluorescenza a raggi X, spettrometria di massa e l’analisi chemiometrica. Le analisi hanno permesso di conoscere aspetti importantissimi dei reperti ceramici, come il processo di elaborazione, il materiale e la sua origine. Ecco che è stato possibile identificare la maggior parte dei campioni non originariamente classificati. Si dimostra così l’importanza e l’affidabilità dell’approccio metodologico sviluppato per le attività di classificazione della ceramica.

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NEWS | Al via il convegno internazionale “ArcheoFOSS” per ricercatori e studiosi di archeologia

Dal 15 al 17 ottobre 2020 si svolgerà la quattordicesima edizione del Convegno Internazionale “ArcheoFOSS. Open software, hardware, processes, data and formats in archaeological research”. ArcheoFOSS (Free and Open Source Software per l’archeologia) è il nome di una serie di workshop, organizzati, a partire dal 2006, da una community che raccoglie decine di studiosi, ricercatori, professionisti, studenti e semplici appassionati dell’uso del software libero per gli studi sul passato e per la promozione degli Open Data. ArcheoFOSS è, quindi, un convegno itinerante, che negli anni si è spostato in varie aree della penisola italiana, contribuendo a diffondere la cultura della condivisione e del riuso di dati e software, e costituendo un osservatorio sullo sviluppo tecnologico nel settore.

A causa del perdurare dell’emergenza sanitaria, il convegno si svolgerà online, sulla piattaforma Streamyard e sarà possibile seguirlo anche in diretta YouTube. Nel programma del convegno, disponibile all’indirizzo https://2020.archeofoss.org/programme, sono pubblicati i link per seguire le varie sezioni del convegno e i workshop.

International Conference “ArcheoFOSS. Open Software, Hardware, Processes, Data and Formats in Archaeological Research”

The 14th edition of the International Conference “ArcheoFOSS Open Software, Hardware, Processes, Data and Formats in Archaeological Research” will be held online on October, 15th – 17th 2020. ArcheoFOSS (Free and Open Source Software for archaeology) is a series of workshops organised since 2006 by a community of tens of scholars, researchers, professionals, students and simple enthusiasts for the use of open source software applied to the studies on the past and for the promotion of Open Data. ArcheoFOSS is thus a wandering conference, that through the years has been moved to different areas of the Italian peninsula, contributing to the spread of the culture of sharing and reuse of data and software and establishing itself as an observatory on the technological development of this field.

Due to the persisting global healthcare emergency, the Conference will be broadcasted using the platform StreamYard and it will be also possible to follow the live coverage on Youtube. In the Conference programme, available here, are published the links to the broadcast, for each session and workshop.