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NEWS | I “biondi” di Riace: i risultati inediti dalla ricostruzione 3D

Secondo il Professore Daniele Castrizio i bronzi sarebbero due biondi guerrieri del mito e farebbero parte di un più ampio gruppo scultoreo. Dalle ipotesi la ricostruzione in 3D.

I Bronzi di Riace farebbero parte di un gruppo statuario composto di diverse statue e rappresenterebbero i due guerrieri tebani Eteocle e Polinice. Non solo: dalle analisi effettuate sul materiale bronzeo e sull’argilla, sembra che le statue avessero i capelli biondi. Questa conclusione è stata possibile grazie ad una serie di prove e analisi delle percentuali di rame e stagno. Successivamente, gli studiosi hanno ricostruito l’ipotetico aspetto originario in 3D.

Queste interpretazioni sono state fatte da Daniele Castrizio, professore ordinario di Numismatica greca e romana all’Università di Messina e membro del comitato scientifico del MArRC, il Museo Archeologico di Reggio Calabria.

Dal confronto di fonti letterarie e iconografiche e dall’indagine scientifica sulle patine e l’argilla dei reperti, Castrizio è arrivato ad un’interessante conclusione. I Bronzi di Riace farebbero parte di un gruppo statuario che avrebbe rappresentato il momento subito precedente al duello fra Eteocle e Polinice. Questi sono i fratelli della mitica Antigone, la protagonista della tragedia di Eschilo I sette a Tebe, tragedia portata in scena per la prima volta ad Atene nel 467 a.C. Per Castrizio il cosiddetto “Bronzo A” altro non sarebbe che Polinice, il “Bronzo B”, invece, rappresenterebbe Eteocle. Lo studioso ricostruisce ipoteticamente i Bronzi ai lati di un gruppo scultoreo che vedeva al centro la loro madre Euryganeia, con le braccia allargate, nel tentativo di fermare il duello fratricida.

 

La ricostruzione del colore e la resa in 3D

Forti dei recenti studi, gli studiosi hanno ricostruito i Bronzi di Riace biondi, con pittura dorata sui capelli. Domenico Colella e Hada Koichi, due esperti nella fusione dei metalli, si sono occupati di questo, collaborando con il Professore Castrizio. In particolare, il professore Hada Koichi, dell’Università di Tokio, ipotizza che a seguito del restauro dei Bronzi nel I d.C.,  le statue siano state dipinte di nero, per non rendere visibili le alterazioni. Questo è dimostrato da una patina di zolfo lucida rintracciata dal Professore Giovanni Buccolieri dell’Università del Salento. L’ingegnere Gabriele Candela, invece, ha lavorato sulla fotogrammetria, per poter visualizzare la ricostruzione 3D dei Bronzi completa della pittura e delle armi. Il lavoro sulla colorazione dei Bronzi è in mano a Saverio Autellitano, fotografo e grafico, che ha creato precisi modelli tridimensionali delle statue ricostruite.  

Argos come luogo di produzione: l’argilla lo rileva

Il ritrovamento dei Bronzi di Riace ha avuto luogo nella Baia di Riace, in Calabria, nell’agosto del 1972. Numerosissimi sono gli studi effettuati sulle statue, ma ancora molti sono gli interrogativi a cui non è possibile dare una chiara risposta. Non si tratta solo di capire, in base all’analisi iconografica, i personaggi rappresentati, ma anche l’esatto luogo di produzione. Il Professor Massimo Vidale, docente presso l’Università di Padova, per tre volte ha analizzato la terra di fusione. Dopo la sicura esclusione dell’Italia Meridionale, sembra che il luogo di produzione sia Argos, nel Peloponneso greco. Le statue, dunque, proverrebbero dalla città di Argos e sembrerebbero collocarsi intorno alla metà del V secolo a.C., a poca distanza temporale l’una dall’altra. Massimo Vidale è ora sulle tracce delle cave da cui è stata presa l’argilla. Non solo: è molto probabile che le sculture bronzee siano creazioni provenienti dalla stessa bottega, ma fatte da maestranze diverse. 

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NEWS | A Reggio Calabria “metaconferenza” sui Bronzi di Riace a cura del Prof. Castrizio

Dopo il servizio de “Le Iene”, andato in onda nei giorni scorsi, continua a far parlare di se la vicenda legata ai Bronzi di Riace. Il Prof. Daniele Castrizio, archeologo e numismatico che insegna presso l’ateneo peloritani di UniMe, racconterà, questa volta in una “metaconferenza” a Reggio Calabria, aneddoti relativi alla scoperta dei Bronzi e al loro recupero.

L’iniziativa, che andrà in scena sabato 9 novembre alle 21:00 al Teatro Francesco Cilea, con ingresso gratuito, è curata dal Prof. Fulvio Cama, dal citato Prof. Daniele Castrizio e da Saverio Autellitano.

Lo spettacolo – spiegano gli autori –si propone di far conoscere i Bronzi, simbolo di una terra e del suo immenso valore culturale, da un punto di vista completamente diverso” hanno dichiarato i tre autori. Chi erano i Bronzi? Chi li ha realizzati? Come sono finiti nel mare di Riace?Ce ne sono degli altri? Sono le domande alle quali si cercherà di dare delle risposte, partendo da un attento studio delle fonti e aggiungendo la musica e le immagini.

Lo spettacolo ha avuto il patrocinio del Comune di Reggio Calabria, presente alla presentazione con il sindaco Giuseppe Falcomatà, l’assessore alla valorizzazione del patrimonio culturale Irene Calabrò e con il presidente del Consiglio comunale Demetrio Delfino.

Il progetto della ‘Metaconferenza sui Bronzi di Riace’ rientra nelle caratteristiche della ‘archeologia pubblica’ per molteplici aspetti, ma soprattutto perché ha come finalità la divulgazione scientifica con linguaggi nuovi e accattivanti. In quest’ottica, la ‘Metaconferenza sui Bronzi di Riace’ sarà ospitata ed eseguita presso il ‘Festival internazionale della Public Archaeology’, che si terrà dal 13 al 16 novembre sotto l’egida dell’Università del Salento.