NEWS | Resti romani dell’antica Brixia tornano alla luce
La scoperta
Durante gli scavi eseguiti per la rete fognaria e i sottoservizi di Via Milano a Brescia sono tornati alla luce alcuni resti romani dell’antica Brixia. Si tratta di due pietre miliari con iscrizione, una colonna (anch’essa iscritta), dell’altezza di 2 metri e mezzo, e un altare. Le attività sono state coordinate da Serena Solano, archeologa della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia.
Una delle due pietre miliari riferisce la distanza di 2 miglia, che corrisponde all’incirca ai 2,8 km dal punto di scoperta alla zona dell’antico Foro Romano. Le pietre miliari già esposte al Complesso Museale in Santa Giulia non hanno una provenienza urbana e, dunque, si tratta delle prime pietre così vicine alla città.
La Brescia romana
La città di Brescia presenta molti resti archeologici. In età romana Brixia si presentava come uno dei centri più importanti dell’Italia settentrionale. Di particolare bellezza è il Santuario di età repubblicana, datato al I sec. a.C. Si tratta di un grande complesso cultuale, costituito da quattro tempietti rettangolari, posti su alto podio e separati da intercapedini coperte.
La decorazione delle pareti rimembra quello che August Mau – archeologo tedesco vissuto tra il 1840 e il 1909 – definì II stile. Si tratta di una decorazione pittorica parietale, detta anche “architettonica”, che raffigura edifici e li realizza con un tratto pittorico dalla sensibilità prospettica. Le pitture imitano i rilievi architettonici e le pareti sembrano aprirsi verso l’esterno, con l’effetto di sfondato. Nelle pareti bresciane, in particolar modo, colpiscono la riproduzione di drappi e l’imitazione pittorica del marmo.
Vanno rimembrati il Capitolium, il Teatro, che si trovava vicino al centro cittadino, e i resti del decumano massimo, su cui oggi insiste la via dei Musei. Dal 1998 tutta quest’area è stata il fulcro di un progetto di recupero che si inserisce nell’ottica della completa fruizione pubblica.