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NEWS | “Il restauro della speranza” nella Basilica di Santa Francesca Romana (RM)

Ad un anno di distanza dal lockdown che ha fermato ogni attività in Italia, il Fondo Edifici per il Culto, la Comunità Benedettina Olivetana e il Parco archeologico del Colosseo hanno concluso il delicato intervento di restauro al soffitto ligneo della Basilica di Santa Francesca Romana di Roma.

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Il cantiere di restauro sotto il soffitto seicentesco della Basilica di Santa Francesca Romana (via Parco archeologico del Colosseo)

L’intervento è arricchito dalla pubblicazione “Santa Francesca Romana. Il restauro della speranza”, curato da Alfonsina RussoCristina Collettini e Alessandro Lugari. Il volume raccoglie l’esperienza vissuta negli ultimi mesi a contatto con lo straordinario patrimonio della Basilica dedicata alla Santa, co-patrona di Roma e celebrata il 9 marzo. La chiesa dal 1608 assume il nome di Santa Francesca Romana, a seguito della canonizzazione di Francesca de Ponziani, nobildonna che tanto era stata d’aiuto e conforto al popolo romano durante la peste del 1413; infatti è anche la Santa romana protettrice dalle epidemie.

La Basilica da ieri ad oggi

La Basilica di Santa Francesca Romana, per come la vediamo oggi, è la trasformazione barocca della chiesa Paleocristiana di Santa Maria Nova; luogo fatto erigere da Leone IV nell’847 d.C. per assegnarle il titolo cardinalizio che era della chiesa di Santa Maria Antiqua, distrutta però da un terremoto. La chiesa e l’annesso monastero si innestano sul podio del tempio romano di Venere e Roma.

Il soffitto seicentesco a cassettoni lignei della chiesa è uno dei più complessi e affascinanti del centro storico di Roma. Presenta una ripartizione in lacunari molto decorata, nella fascia centrale spiccano tre gruppi scultorei lignei: quello verso l’altare rappresenta Santa Francesca Romana con l’angelo; quello centrale, invece, la Vergine con le Sante Agnese e Cecilia, mentre quello in prossimità dell’altare rappresenta San Benedetto. All’ordine dei Benedettini infatti appartengono i monaci della congregazione di Monte Oliveto Maggiore, dal XIV secolo risiedono in questo complesso.

L’intervento di restauro del sottotetto e del controsoffitto è stato avviato nell’estate 2020, dopo la segnalazione di alcuni frammenti pittorici caduti a terra. Le infiltrazioni d’acqua degli anni passati avevano imbibito le strutture lignee, compromettendo gli apparati decorativi e il sistema di tenuta. Solo dopo aver assicurato la tenuta della struttura, i professionisti hanno eseguito il restauro delle superfici decorate e dei gruppi scultorei, provvedendo alla riadesione della pellicola pittorica e delle dorature in foglia d’oro; ma anche colmando le mancanze, riallineando cromaticamente le lacune, il tutto nel pieno rispetto dei principi del restauro modernamente inteso: riconoscibilità, reversibilità, minimo intervento, autenticità.