relitto A roghi

News

ARCHEOLOGIA | Le meraviglie del Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari

Luigi Bernabó Brea e Madeleine Cavalier

Il Museo Archeologico Regionale Eoliano Luigi Bernabò Brea, nato da un precedente Antiquarium e posto sull’altopiano conosciuto come “il Castello”, fu inaugurato nel 1954. La sua sistemazione fu fortemente voluta dallo studioso Bernabò Brea, a cui  è stato successivamente dedicato, e dalla celebre Madeleine Cavalier. Quest’ultima, dopo aver condotto scavi e ricerche di stampo preistorico sul territorio ligure, fu sua collaboratrice fin dal 1951, quando assunse la direzione scientifica degli scavi a Lipari e di tutta l’attività archeologica nelle isole Eolie. La collaborazione tra i due ha significativamente ampliato la precedente collezione museale, tanto che si è resa necessaria l’apertura di nuovi poli. Oggi il Museo Archeologico di Lipari si articola in ben 6 sezioni – Preistoria, Epigrafia, Isole Minori, Età Classica, Vulcanologia e Paleontologia del Quaternario – che hanno sede in altrettanti edifici. L’esposizione si avvale di un esaustivo apparato didattico, composto da pannelli nelle lingue italiano e inglese. Essa documenta lo sviluppo degli insediamenti umani e delle civiltà che si sono succedute nel tempo nell’Arcipelago Eoliano.

La Sezione Preistorica

La Sezione Preistorica si trova in un edificio del XVIII secolo che, sorto sui ruderi del monastero normanno, fu sede del Palazzo Vescovile. I reperti in esso conservati mostrano il susseguirsi delle culture dall’età Neolitica (fine V millennio a.C.) al Tardo Bronzo (XI-X secolo a.C.). I materiali provengono dagli scavi condotti nell’area del Castello e nelle zone che hanno dato nome alle culture susseguitesi. Da Piano Conte, ad esempio, ci arrivano le ceramiche tipiche dell’omonima cultura dell’Eneolitico Medio; da Castellaro Vecchio, invece, provengono le tracce dei più antichi insediamenti neolitici. A questi, si aggiungono i manufatti rinvenuti a Contrada Diana e Spatarella. In tale sezione, per l’Età del Bronzo, sono esposti anche i reperti provenienti dagli insediamenti della cultura di Capo Graziano (Filicudi) e della cultura del Milazzese (Panarea).

Il percorso espositivo della Sezione Preistorica del Museo continua con le testimonianze dell’Ausonio I e dell’Ausonio II, i cui tipi ceramici sembrano analoghi a quelli del Tardo-Appenninico e alla cultura Protovillanoviana della penisola italiana. Infine, il percorso termina con le interessanti offerte votive, rinvenute all’interno del bòthros dedicato a Eolo, risalenti alla fondazione cnidia di Lipàra (580/576 a.C.).

La Sezione Epigrafica del Museo

La Sezione Epigrafica del Museo Archeologico di Lipari trova anch’essa posto nell’ex Palazzo Vescovile, all’interno della Sala X. Questa espone numerosi cippi e stele funerarie di età greca e romana, rinvenuti nell’area archeologica di Contrada Diana. Le iscrizioni recano i nomi dei defunti a cui, alle volte, si aggiungono formule dedicatorie o benauguranti. Il grande numero di reperti ha reso necessario la collocazione delle numerose stele anche nell’attiguo giardino, dove sono accompagnate da numerosi sarcofagi provenienti dalla stessa necropoli.

La Sezione delle Isole Minori

La Sezione delle Isole Minori del Museo Archeologico di Lipari, invece, è ubicata in un piccolo edificio di fronte alla Sezione Preistorica. All’interno delle sue vetrine, trovano posto numerosi reperti, provenienti dai contesti archeologici delle isole minori e databili tra il Neolitico Superiore e il Bronzo Medio. Punto saliente di questo percorso espositivo è la ricostruzione di una capanna dell’Età del Bronzo. Tale riproduzione, che occupa la zona centrale del padiglione dedicato all’Archeologia delle isole minori, è stata possibile mediante lo studio congiunto da parte di archeologi e archeobotanici.  

La Sezione Classica del Museo

Sala XIX con ricostruzione della trincea di scavo della necropoli dell’età del Bronzo

La Sezione Classica è, sicuramente, la più corposa e occupa il maggior numero di stanze all’interno del principale edificio novecentesco del Museo. Attraverso i tre piani a essa dedicati, i reperti sono esposti in modo da ricostruire il ricco quadro storico-culturale della città greco-romana. Oltre la Sala XX, in cui sono esemplificati i diversi tipi di sepoltura (sarcofagi e vasi di medie e grosse dimensioni), si segnala la Sala XIX, che propone una fedele ricostruzione della trincea di scavo della necropoli dell’Età del Bronzo, posta al di sotto dell’ex Piazza Monfalcone. Ai piani superiori si trovano esposti i numerosi reperti provenienti dai ricchi corredi funebri, tra i quali figurano le magnifiche maschere, suddivise per epoca e per tipo: si tratta di maschere della commedia e della tragedia greca e romana. Altri spazi espositivi sono dedicati alla collezione numismatica e agli oggetti di oreficeria.

La grande piramide delle anfore del Relitto A Roghi esposta nella sala XXVII

Da ultimo, fa parte della grande Sezione Classica l’ampia sala dedicata all’Archeologia subacquea. In questa sala troviamo esposti i carichi delle navi greche e romane disgraziatamente naufragate nelle acque dell’Arcipelago, nonché materiali di varie epoche, provenienti da discariche portuali in aree d’approdo oggi scomparse. Il visitatore è subito attratto dall’esposizione a piramide delle anfore del Relitto A Roghi di Capo Graziano, che occupa il centro della Sala XXVII. Successivamente, il visitatore prosegue il percorso espositivo attraverso i reperti di diverse epoche, magistralmente esposti in ordine cronologico.

La Sezione Vulcanologica

La Sezione Vulcanologica ha sede in un edificio del XIV secolo, accanto alla Sezione delle Isole Minori, che fu successivamente ampliato nel XVII secolo. La collezione è intitolata al grande vulcanologo Alfred Rittmann e mette in mostra la geomorfologia di origine vulcanica dell’arcipelago eoliano. Il percorso espositivo porta il visitatore ad osservare una serie di campioni geologici – tra cui la famosa ossidiana – e le ricostruzioni plastiche, che hanno lo scopo didattico di metterlo in contatto con gli aspetti produttivi ed economici dei diversi insediamenti umani che si sono succeduti sulle isole.

La Sezione Paleontologia del Quaternario

La Sezione di Paleontologia del Quaternario, infine, occupa attualmente una saletta posta nel settore sud-occidentale del Castello. La collezione prevede una serie di sedimenti e di fossili che dovevano essere presenti sulle diverse isole dell’Arcipelago Eoliano nel corso del Quaternario. Di notevole interesse è un frammento dello scudo di una tartaruga terrestre, inglobato nelle piroclasti di Valle Pera di Lipari e risalente a un periodo temporale compreso fra i 127.000 e i 104.000 anni fa.