Regina del deserto

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PERSONAGGI | Gertrude Bell, la regina del deserto

Chiudiamo la rubrica settimanale Personaggi parlando di un’altra donna, questa volta inglese, che può essere considerata la prima archeologa ed esploratrice moderna e un esempio per tutti coloro che aspirano ad indagare il passato e a capire il presente. Ricordiamo ai lettori che Personaggi continuerà ogni due mesi sulla rivista ArcheoMe, disponibile da Febbraio 2021.

Gertrude Margareth Lowtian Bell nacque il 14 luglio 1868 a Washington Hall, in Inghilterra, figlia di una famiglia dell’alta borghesia inglese, proprietaria di numerose miniere di carbone nella contea di Durham.
Di indole curiosa e per nulla docile (al contrario di quanto ci si aspettava all’epoca da una fanciulla della sua estrazione sociale), dopo il diploma a Oxford in Storia Moderna, nel 1887, avrebbe voluto continuare gli studi di antichità e storia dell’arte nonostante la famiglia fosse contraria.

Gertrude Bell ritratto
Un ritratto giovanile di Gertrude Bell
Il primo viaggio in Iran

Non si sposò mai e rifiutò vari pretendenti quando, nel 1892, finalmente ottenne dal padre il permesso di trascorrere un periodo di tempo in Iran, ospite di suo zio materno, Sir. Frank Lascelles, ambasciatore britannico a Teheran. Descrisse il suo viaggio in Iran nel libro Persian Pictures: in Iran ebbe modo di visitare numerosi siti archeologici dell’antica Persia e imparò a leggere e scrivere in persiano.
Il persiano fu solo una delle lingue straniere padroneggiate da Gertrude Bell: difatti, nella sua vita ebbe modo di apprendere, oltre al francese, il turco, l’arabo e persino l’italiano.

Gli arabi del deserto

Rientrata in Europa, passò gli anni successivi ad approfondire gli studi di lingue e di archeologia ed a viaggiare per l’Europa e il Medio Oriente. Nel 1899 si recò in Palestina e in Siria e l’anno successivo si stabilì a Gerusalemme. Da lì, Bell passò molti anni viaggiando per la regione siro-palestinese e incontrando le numerose tribù arabe che vi risiedevano. Ebbe, quindi, modo di vivere fianco a fianco con le genti nomadi del deserto, imparandone nomi e usanze, conoscendo personalmente i capi tribali più influenti (con i quali era solita conversare di poesia islamica e scambiare doni).

Gertrude Bell Babilonia
Gertrude Bell davanti alla sua tenda a Babilonia, nel 1909

Nel suo libro Syria: the desert and the sown descrisse con foto e resoconti le sue spedizioni, contribuendo a far conoscere al pubblico europeo una civiltà fino ad allora considerata barbara e sfuggente. Dalle lettere che l’esploratrice scriveva alla famiglia sappiamo che era solita viaggiare con numerosi servitori e con un ricco bagaglio, che comprendeva, oltre ad una tenda con un letto da viaggio, una vasca da bagno portatile (che Gertrude usava quanto più possibile). 

Nel 1907 iniziò gli scavi con l’archeologo paleo-cristiano William Ramsay e due anni dopo visitò Karkemish, Babilonia e Najaf. A Karkemish conobbe un allievo di Sir Leonard Woolley, T.E. Lawrence, pochi anni prima che diventasse il leggendario Lawrence d’Arabia.

Ha’il

Fu il viaggio in Arabia del 1913, tuttavia, a consacrare definitivamente Gertrude Bell alla storia e alla leggenda: da sola, con la sua carovana questa volta ridotta al minimo, con pochi uomini fidati, Gertrude Bell attraversò il deserto arabo fino alla roccaforte di Ha’il, luogo inospitale per gli occidentali e raggiunto fino a quel momento solamente da un’altra donna, Lady Anne Blunt.

La Grande Guerra e la rivolta araba

Allo scoppio della prima guerra mondiale, Bell chiese un posto operativo nei ranghi dell’intelligence britannica in Oriente, ma fu respinta. Si arruolò, quindi, come volontaria nella croce rossa.
L’anno successivo, tuttavia, fu convocata al Cairo, presso l’Arab Bureau, con il compito non ufficiale di fornire informazioni sulle tribù arabe di cui gli inglesi intendevano fomentare la rivolta in funzione anti-ottomana.
Nel 1916 Bell fu inviata a Bassora, attuale Iraq meridionale, occupata due anni prima dagli inglesi, come consigliera di Percy Cox, funzionario incaricato di gestire i domini britannici in Iraq: fu la sola donna ad aver assunto l’incarico di funzionario politico nelle forze armate britanniche e ricevette in seguito l’incarico di ufficiale di collegamento, presso l’Arab Bureau. Dopo la presa di Baghdad, nel 1917, Gertrude Bell si stabilì definitivamente in Iraq. Sappiamo dalla sua corrispondenza privata, che fu profondamente delusa dal comportamento avuto dagli inglesi a seguito della rivolta araba. Difatti, l’esercito britannico aveva sfruttato la sollevazione dei beduini, ma aveva in seguito disatteso la promessa dell’indipendenza di una grande nazione araba.

Bell e Lawrence
Gertrude Bell e Lawrence d’Arabia nel 1909
In Iraq

Fino al 1921 fu ancora attiva, insieme a Lawrence, nel cercare una sistemazione che portasse all’indipendenza degli stati in cui era stato diviso il Medio Oriente dopo gli accordi Sykes-Picot.
A Baghdad Gertrude Bell visse fino alla morte, in una splendida residenza affacciata sul Tigri. Gli iracheni la chiamavano al-khatun (femminile della parola khan, “capo”, “sovrano”) e qualcuno la appellava come “la regina senza corona dell’Iraq”. Amica e confidente di re Faysal I d’Egitto, nel 1926 fondò, su mandato del sovrano, l’Iraq Museum, uno dei più grandi musei archeologici del mondo arabo.

Nelle lettere degli ultimi anni la grande esploratrice si lamenta sempre di più dei malanni e del clima malsano dell’Iraq (probabilmente aveva contratto la malaria). Appare una donna sola, disillusa dall’aggressività coloniale degli inglesi, affaticata dagli anni di lavoro senza sosta.
Morì il 12 luglio 1926, forse per suicidio con un’overdose di sonniferi. Fu sepolta nel cimitero britannico di Baghdad, nel distretto di Bab al-Sharji. La Regina del Deserto, prima grande archeologa del Vicino Oriente, amica degli arabi, aveva avversato la divisione del Medio Oriente tra inglesi e francesi, si era opposta all’installazione dei conservatori salafiti Al-Saud come i custodi de La Mecca e rimaneva estremamente dubbiosa sul progetto sionista in Palestina, ma lasciava vita e lavoro troppo presto per sapere che la Storia le avrebbe dato ragione.