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NEWS | Monete rubate ritornano a Paestum (SA) dopo anni

Trovate circa trent’anni fa nell’area archeologica di Paestum (SA), tre monete antiche di bronzo sono state consegnate oggi in forma anonima al direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel. Siamo davanti a restituzioni da parte di persone “pentite”, che hanno deciso di consegnare il tesoro al Parco affinché sia fruibile al pubblico e alla comunità scientifica.

“Ringraziamo chi ha fatto un gesto del genere, ma ricordiamo che è preferibile segnalare subito ogni ritrovamento di carattere archeologico, perché solo in questa maniera possiamo risalire al contesto originario degli oggetti” – commenta il direttore del Parco Zuchtriegel.

Le tre monete bronzee restituite al Parco Archeologico di Paestum (SA)

Un quadrante nel bottino

I funzionari stanno già provvedendo al restauro e all’inventario degli oggetti, tra i quali spicca quello che sembra essere un quadrante (1/4 di un asse) di II secolo a.C.; sulle effigi: la testa barbata di Nettuno sul fronte e l’immagine di un delfino sul retro; sotto la rappresentazione del delfino si leggono le lettere PAIS, abbreviazione del nome romano Paistom/Paestum, l’antica colonia ellenica fondata intorno al 600 a.C. sulla costa tirrenica dell’Italia meridionale. 

Retro del quadrante inscritto con immagine di delfino

Sotto il Tempio di Nettuno (Paestum, SA)

Intanto, continuano gli scavi stratigrafici nei pressi del tempio di Nettuno, il più grande e meglio conservato dei tre templi in situ. Il progetto di scavo si inserisce in un intervento specifico: il monitoraggio geofisico della zona tramite micro-sensori.

“Spesso le persone mi chiedono se c’è ancora qualcosa da scoprire in un sito come Paestum – commenta il direttore – la verità è che ci sono ancora tante domande aperte, persino riguardo un monumento così emblematico e famoso come il Tempio di Nettuno. La valorizzazione mira a rendere i siti vivi, attraverso un’azione di apertura degli scavi al pubblico, condivisibile anche attraverso la rete, all’insegna di un approccio di Public Archaeology“.