In occasione della Design Week, dal 6 al 10 settembre 2021, la Soprintendenza di Milano aprirà al pubblico uno dei cantieri archeologici più estesi e ricchi di rinvenimenti degli ultimi anni: l’area dell’Anfiteatro romano. È lì in corso la realizzazione di PAN – Parco Amphitheatrum naturae, il più vasto parco archeologico di Milano, situato nel cuore della città.
I lavori, promossi e diretti dalla Soprintendente Antonella Ranaldi in accordo con il Comune di Milano, sono realizzati con finanziamenti del MiC e grazie ai contributi di sponsorizzazioni private: TMC pubblicità, Prelios SGR e, per gli scavi archeologici, Italia Nostra.
Per partecipare all’evento è obbligatoria la prenotazione tramite mail a sabap-mi.eventi@beniculturali.it e per l’accesso è necessario esibire la certificazione verde Covid19 (esclusi bambini fino a 12 anni e soggetti esenti con certificazione medica).
In copertina: i resti dell’anfiteatro romano di Milano (foto: Milanoevents.it).
Amici della community, colleghi e appassionati, vi ringraziamo calorosamente per tutto il tempo trascorso sulla nostra pagina. Il nostro lavoro è cominciato, lentamente e con i mezzi a nostra disposizione, nel lontano 2018. Da allora abbiamo realizzato un giornale, una rivista e decine di eventi con scuole, università, ma anche conferenze, convegni, mostre, laboratori, percorsi turistici, progettazione e supporto alle istituzioni. Nonostante la pandemia da COVID-19, che ha fortemente compromesso il regolare svolgimento della vita di tutti i giorni, non ci siamo persi d’animo e abbiamo realizzato la nostra ambiziosa rivista di divulgazione, prima in digitale e poi in cartaceo. Ma il nostro lavoro principale è stato svolto sui social e attraverso il nostro sito di riferimento, nel quale siamo più che lieti (quasi sbigottiti) di annunciarvi che è stato superato il milione di visite!
Questo traguardo è stato raggiunto grazie a tutti voi, gentilissimi lettori che con grande curiosità accogliete il nostro lavoro, donandoci un’energia e un entusiasmo incredibili. E per ringraziarvi della vostra fedeltà, la Redazione ha pensato un modo per far partecipare e coinvolgere più persone possibili nel progetto ArcheoMe. Perchè? Vi starete chiedendo.
Perché ArcheoMe è un progetto di Archeologia Pubblica, dunque è pensato proprio per far sinergia con il pubblico, coinvolgere addetti e non addetti ai lavori, trasmettendo informazioni e facendo rete, anche con le istituzioni. ArcheoMe non potrebbe esistere senza Voi e, proprio per questi motivi, ha creato la Tessera SUPPORTER.
Nasce la Tessera SUPPORTER – Come funziona e che cosa offre
La Tessera offre una scontistica del 10% su tutte le iniziative del nostro gruppo, dalla rivista ai percorsi turistici, passando per i prodotti dello shop che proprio adesso è in allestimento. Sono state previste, inoltre, partnership con aziende, alcune delle quali già in trattativa (vi aggiorneremo quanto prima). A breve sarà dunque possibile avere, grazie alla tessera, ulteriori scontistiche sui prodotti oggetto dell’accordo.
La tessera da il diritto alla pubblicazione sulla nostra rivista e alla creazione di un profilo personale WordPress sul nostro sito www.archeome.it, in modo da poter pubblicare, previa revisione del comitato di redazione/scientifico, i contributi che volete sottoporre all’attenzione del nostro pubblico.
Come sottoscrivere la tessera – Canoni e durata
Sottoscrivere la tessera è molto semplice: basta contattarci sulle nostre pagine di riferimento o all’indirizzo redazione@archeome.it e compilare il modulo che vi invieremo.
È previsto un modestissimo contributo di €20. La tessera avrà validità annuale e scadrà il 31/12 di ogni anno. Sarà rinnovata tacitamente per l’anno successivo ma, per recedere, basterà inoltrare una PEC all’indirizzo archeome@pec.it 30 giorni prima del rinnovo automatico (entro e non oltre il 30 novembre di ogni anno).
Un piccolo contributo per far parte del nostro progetto e consertirci di affrontare le tante spese che il nostro lavoro ci impone. Grazie a tutti gli amici che ci sosterranno, approfittando delle nostre offerte 🙏🏻❤️
Dopo numerosi restauri, riprendono i dibattiti per la riqualificazione dell’intera area dell’Anfiteatro: il Colosseo potrebbe cambiare look.
La proposta dell’area archeologica
Il Dipartimento di Architettura della Sapienza, dopo 40 anni dalla proposta di Raffaella Panella, riapre la questione della risistemazione di tutta l’area archeologica centrale. Questo tema, soprattutto nell’ultimo quarto del secolo scorso, ha impegnato diversi nomi illustri come: Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti, Leonardo Benevolo, Massimiliano Fuksas, Mario Manieri Elia, Adriano La Regina e Antonio Cederna.
Gli architetti dell’Università di Roma, grazie all’aiuto di restauratori, soprintendenti, archeologi, storici, museologi, sono riusciti a produrre un progetto concreto, con l’idea di trasformare l’area in un museo diffuso.
Il progetto
L’idea è quella di amalgamare i diversi elementi dell’area: da quelli preesistenti, inserendone di nuovi, destinati al racconto della storia.
Il progetto non prevede solo la riqualificazione della valle dell’Anfiteatro e il ridimensionamento di Via dei Fori Imperiali, ma anche il restauro del Palazzo cinquecentesco Silvestri Riveldi e dell’Antiquarium, che racconteranno la storia del Colosseo. Sarà creata anche un’area dove mostrare l’esperienza gladiatoria e la storia dei giochi circensi, recuperando l’area del Ludus Magnum. Per concludere, anche la piazza del Colosseo sarà riconfigurata a partire dal ridisegno della pavimentazione con fondo neutro per lasciare in evidenza le tracce archeologiche.
Finalità
L’obbiettivo del progetto, voluto dal preside della Facoltà di Architettura della SapienzaOrazio Carpenzano, è quello di convincere la politica a dare un segnale forte in direzione di una città sempre più fruibile nei confronti di chi vuole conoscere e farsi affascinare dalla storia di Roma. Lo stesso direttore afferma:
«E noi, che svolgemmo un grande ruolo nell’epoca del Grand Tour, potremmo oggi coinvolgerlo in una specie di Globar Tour».
Il grande emporio della città di Agrigento, di cui parlano le fonti antiche, alla Foce del fiume Akragas, sarà oggetto di una riqualifica. Il sito sarà fruibile, grazie a un progetto che varerà oltre un un milione di euro con fondi POC. Il totale proviene dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana; l’iniziativa è partita dal Libero Consorzio di Agrigento.
Gli spazi intorno alla Foce, dove si trovano edifici abbandonati e in degrado, saranno sistemati e ospiteranno attività didattiche e culturali. Verranno creati anche dei percorsi naturalistici per riscoprire tutta quest’area di grande interesse ambientale. Inoltre, la zona ha restituito importantitestimonianze archeologiche di età greca, romana, bizantina e islamica. Un corso d’acqua che da sempre, quindi, ha fatto la fortuna della città di Agrigento fino ad oggi.
Le parole dell’assessore Alberto Samonà
«L’intervento è frutto di un’azione congiunta tra istituzioni e costituisce un primo significativo passo per recuperare e custodire un ambiente naturale, oggi totalmente degradato, che presenta molte particolarità sotto il profilo storico e paesaggistico. Si tratta anche di dar corso a un’operazione di recupero della memoria storica che mira a restituire ad Agrigento il proprio passato, creando una continuità tra la costa e la Valle dei Templi, rapporto che nel tempo ha subito una frattura. Molti dei progetti finanziati dal governo regionale attraverso l’Assessorato dei Beni Culturali tendono a ricostruire un tessuto che valorizzi la città di Agrigento nella sua complessità e continuità: Parco Archeologico, centro storico, area costiera; questi ultimi sono, infatti, tutti elementi che vanno connessi per offrire una visione globale della città».
Un progetto sostenibile
Si cercherà di recuperare in maniera rispettosa tutti gli spazi esistenti, tra cui l’edificio noto come “la focetta” che sarà adibito a spazio per l’accoglienza turistica e per progetti di educazione ambientale. Il tutto sarà reso accessibile e non ci saranno barriere architettoniche. Si è pensato di realizzare proprio in questo spazio delle iniziative culturali e di costruire al suo interno una sala immersiva che racconterà la storia di Agrigento. In quest’area, inoltre, grazie alla collaborazione con la Soprintendenza del Mare, saranno esposti reperti archeologici subacquei. Sarà adibita anche una sezione naturalistica che illustrerà flora e fauna locale; sarà possibile partecipare anche ad attività come il birdwatching.
L’Ateneo e il Museo della Fabbrica, di cui è responsabile scientifica la prof.ssa Federica Santagati, offriranno a tutta la cittadinanza e alla comunità accademica l’opportunità di conoscere, attraverso le carte d’archivio, il progetto di Giancarlo De Carlo, l’ultimo architetto dei Benedettini che ha curato il recupero dell’ex complesso monastico e la sua ridestinazione a sede universitaria.
L’accesso agli scaffali dell’Archivio del Museo della Fabbrica permetterà di osservare da vicino disegni, gli schizzi, le lettere e i verbali di cantiere che raccontano la storia di una Università in evoluzione e di una sede che venne progettata per gli studenti e le studentesse. La visita si sposterà poi dalla carta fino allo spazio materiale: agli spettatori verranno mostrati i luoghi di incontro e relazione del Monastero, dove generazioni di allievi e studiosi, ricercatori e personale, hanno contribuito a un’attività che ancora oggi rimane intensa. Qui il virtual tour del Monastero dei Benedettini (CT).
Oggi l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà ha effettuato un sopralluogo per verificare lo stato in cui versa la Cripta del Duomo di Messina e per valutare l’entità degli interventi necessari a restituire questo prezioso e suggestivo luogo di culto ai messinesi. Il sopralluogo si è svolto insieme alla soprintendente dei Beni Culturali e ambientali di Messina Mirella Vinci e all’arcivescovo di Messina S.E. mons. Giovanni Accolla.
Le parole dell’assessore Samonà
«Ho voluto rendermi conto personalmente dello stato della Cripta, mosso dalle tante sollecitazioni ricevute da parte della comunità messinese, per la quale la chiusura di questo luogo prezioso rappresenta una dolorosa ferita. La Soprintendenza ha predisposto il progetto di messa in sicurezza e nelle scorse ore ho incontrato il collega Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture, che ha garantito la disponibilità ad intervenire economicamente per finanziarne i lavori, in modo da bloccarne il degrado e renderla fruibile: un segnale importante di piena sinergia fra i due assessorati e di attenzione da parte del Governo regionale, perché la cripta del Duomo rappresenta, per la sua storia e per la sua bellezza, un luogo importantissimo che va restituito a tutti».
Quali sono i lavori in programma?
A questo proposito, la Soprintendenza di Messina ha già effettuato le indagini specifiche per gli interventi necessari a recuperare la Cripta. In particolare si tratta di lavori di messa in sicurezza dell’impianto che risulta per lo più compromesso da infiltrazioni d’acqua provenienti dalle fondazioni che, per capillarità, hanno deteriorato i ricchi stucchi del Seicento e le pitture.
Gi interventi da effettuare riguardano anche il recupero funzionale dei locali e la creazione di un sistema di accesso con camminamenti e pedane adatte anche a un pubblico con difficoltà motorie. Interventi significativi vanno, inoltre effettuati a salvaguardia e per il ripristino degli stucchi e dei dipinti nonché della pavimentazione originaria.
Stanziato l’importo di 1.426.000,00 euro per ilprogetto relativo agli interventi di sistemazione dell’Antiquario di Megara Hyblaea e di miglioramento dell’area archeologica di Leontinoi. A essere coinvolte anche le aree di Monte San Basilio nel Museo Archeologico di Lentini (SR) dove è prevista la realizzazione di un laboratorio di conservazione e restauro.
Il progetto
Il progetto esecutivo, curato dal Dipartimento Tecnico dell’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità, è stato affidato a un team di professionisti, architetti e ingegneri di varie regioni d’Italia. Il gruppo ha svolto già dei sopralluoghi insieme al direttore del Parco Lorenzo Guzzardi e ai tecnici, nonché agli archeologi della missione francese: si prevede manutenzione ordinaria e straordinaria. I lavori interesseranno l’area archeologica di Megara Hyblaea e l’Antiquario, l’area archeologica Leontinoi, il Museo archeologico di Lentini, l’area archeologica di Monte San Basilio (SR). Le operazioni saranno dedicate al ripristino dei camminamenti e delle passerelle; inoltre, saranno messe a punto delle recinzioni e degli impianti di illuminazione. Si procederà poi con l’installazione degli impianti di video-sorveglianza e antincendio.
Le parole dell’assessore Samonà e del direttore Guzzardi
«Con il completamento dei lavori dell’Antiquarium si potrà, finalmente, riaprire ai visitatori l’importante struttura nel complesso del Faro Cantera sulla rada di Augusta. Il percorso di visita includerà sia l’esposizione di reperti archeologici degli scavi della città e delle necropoli, sia la fruizione dei resti messi in luce all’interno dello stesso edificio museale. Si tratta di un’altra importante opera che valorizza il contenuto dell’area archeologica di Megara e arricchisce la complessiva offerta culturale della Sicilia. Un intervento che rientra tra le opere di ammodernamento e miglioramento dell’offerta dei musei e dei parchi della Sicilia, su cui il Governo Musumeci sta orientando molte delle proprie risorse». Commenta così l’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà.
Il direttore del ParcoLorenzo Guzzardi stupisce svelando un punto di forza del progetto: «Il percorso museale di Megara comprenderà anche una sala multimediale che introdurrà i visitatori a una migliore comprensione dell’area archeologica e alla più compiuta fruizione delle sale espositive».
Scoperta una chiesa con cripta nel quartiere Ballarò a Palermo. Tra piazza Brunaccini, via Casa Professa e vicolo Madonna della Volta è infatti in corso da diversi mesi un cantiere per la costruzione di un edificio. Si pensa si tratti della chiesa di Santa Maria la Grotta, luogo di culto e rifugio dei primi fedeli palermitani che sfuggivano alle persecuzioni.
Un’area dello stesso cantiere era già sottoposta a controlli al momento del ritrovamento: era infatti necessario abbattere un muro di grandi dimensioni; il muro doveva essere pertinente alla chiesa della Madonna della Volta, costruita nei pressi dell’omonimo Vicolo a Ballarò (PA), ma demolita negli anni ’30 del secolo scorso.
Tempestivo l’intervento dei funzionari archeologi della Soprintendenza per i Beni Culturali di Palermo. Così si esprime Selima Giuliano, soprintendente di Palermo: «Sì, abbiamo trovato la cripta. Tra l’altro la Soprintendenza è presente nei luoghi interessati dal cantiere sin dall’inizio, in quanto tutto il centro storico è sottoposto a vincolo paesaggistico. Adesso la ditta deve presentare un progetto che potrebbe contenere la proposta di rendere fruibile la cripta; noi decideremo se approvare o meno il progetto: dipende da tanti fattori».
Il progetto di cui parla la soprintendente è già nella mente di Giuseppe Caronia, titolare della ditta, che vorrebbe costruire un caffè letterario in piazza Brunaccini da cui poter osservare la cripta, ben protetta e illuminata. Quindi, non ci resta altro che attendere aggiornamenti!
Dopo anni di abusivismo e degrado prende finalmente il via il sopralluogo dell’assessore Cordaro all’area adiacente al castello di Falconara e Butera, in provincia diCaltanissetta.
L’idea è quella di riqualificare questa zona dell’ex lido «Sorriso», vicino al Castello. Ricordiamo infatti come questa struttura fosse stata costruita tra gli anni ’60 e ’80 in maniera totalmente abusiva. La demolizione avvenne grazie all’azione della Magistratura solo nel 2007.
Al sopralluogo presenti l’assessore ai Beni Culturali Alberto Samonà e l’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Toto Cordaro. Insieme a loro anche la dirigente del Demanio marittimo regionale, Olimpia Campo, un dirigente della Soprintendenza di Caltanissetta, Daniela Vullo; il capo della segreteria tecnica dell’Assessorato ai Beni culturali, Carmelo Bennardo. A sostegno di questa attività anche i membri del comune di Butera, quali il sindaco Filippo Balbo, il vicesindaco Giuseppa Pisano e l’assessore Luigi Puci.
Si prospetta la valorizzazione di un tratto del litorale che sarà dato in concessione tramite bando pubblico regionale, atto a riqualificare beni immobili in stato di abbandono e degrado.
La Sicilia anche per questo progetto punterà all’abbattimento di alcune strutture in cemento ancora presenti sul luogo e alla realizzazioni di opere reversibili tramite l’uso di materiali ecocompatibili, soprattutto in legno. Il tutto rivolto anche a far apparire questa zona più accessibile e fruibile dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Immagine di copertina: Castello di Falconara-Butera (CL), foto di Massimiliano Labbate.
Lalibertà d’espressione è una conquista apparentemente acquisita dalla nostra società poiché, in realtà, è fortemente vittima di condizionamenti che la trattengono, seppur inconsciamente. Si fa sempre più asfissiante il peso del giudizio altrui, la suscettibilità, l’ipercriticismo, e viviamo nella costante paura di offendere qualcuno anche involontariamente ed essere tacciati, per questo, di scorrettezza. In particolar modo, sui social è ormai appannaggio degli audaci esprimersi liberamente senza massificazione e uniformazione perché ogni pensiero si apre a un pubblico sempre più ampio e, conseguentemente, a quelli chiamati leoni da tastiera. Schiavi del politically correct a tutti i costi altrimenti si è mostri, ormai, siamo davvero ancora liberi di esprimerci?
Ebbene, se dovessi pensare a qualcosa di molto simile ai social nel passato, il mio pensiero andrebbe senz’altro alle epigrafi per quanto con finalità, contenuti e mandanti diversi e ben lontane dal caos dei nostri mezzi. Collocate principalmente in luoghi aperti affinché potessero essere lette da tutti, iscritte su materiali non deperibili, senz’altro non saranno state esenti dal giudizio e, chissà, magari anche condizionate. Certo è che il fine comune è quello diffusionistico. Spesso, ci insegnano a non parallelizzare o attualizzare la storia, che gli eventi vanno fissati nel loro tempo e nel loro spazio; però altri, invece, ci chiedono di fare proprio questo, conoscere il passato per comprendere il presente. «Historia magistra vitae» avrebbe detto Cicerone. Nel dubbio di poter sbagliare dicendo la mia, nella mia libertà d’espressione, decido di non esprimermi, demando tutto al relativismo, dipende dalle circostanze insomma, entrambe le visioni sono giuste. Quanto sono compiaciuta, come sono “politically correct”, ma… bando alle ciance: succede che a Civitanova, in provincia di Macerata, la scuola media «Annibal Caro» ha ottenuto dal Ministero dell’Istruzione e dell’Università diecimila euro di finanziamenti per L’archeologia delle parole.
Dall’epigrafe alla calligraffiti art:il progetto di street art consentirà la realizzazione, da parte di un professionista, di un murales raffigurante appunto il letterato Annibal Caro, sulla facciata della scuola; la finalità è di invogliare all’arricchimento e all’approfondimento delle conoscenze iniziando dallo studio delle epigrafi, partendo dal muro di un edificio scolastico che può essere soltanto d’ispirazione per gli studenti che tutti i giorni varcano quella porta. Un’epigrafe contemporanea, insomma, che ci fa riflettere su quanto gli antichi abbiano sempre da insegnarci qualcosa e su quanto non siamo dei buoni studenti, oltre che fantasticare sui muri di una città ideale modernamente decorata dalla cultura necessariamente sotto gli occhi di tutti.
«D'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda».
- Italo Calvino, Le città invisibili
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